L’emogasanalisi, spesso abbreviata con “emogas” o “ega” è un esame ematico diagnostico che consiste nella rilevazione della quantità di ossigeno e di anidride carbonica presenti nel sangue arterioso e del pH del sangue, ottenuto tramite il prelievo di un campione ematico, poi analizzato da un apposito apparecchio chiamato Continua a leggere
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Emogasanalisi arterioso: procedura, interpretazione, è dolorosa?
L’emogasanalisi, spesso abbreviata con “emogas” è un esame ematico diagnostico che consiste nella rilevazione della quantità di ossigeno e di anidride carbonica presenti nel sangue arterioso e del pH del sangue. Esistono due diversi tipi di esame per emogasanalisi: quella venosa venosa e l’arteriosa. L’emogasanalisi arteriosa prevede che il sangue venga prelevato da una arteria. Il prelievo è più complesso da attuare per Continua a leggere
Fibrinogeno: cos’è, a che serve, quali sono i suoi valori normali?
Il fibrinogeno è il nome con il quale si indica una proteina che fa parte del plasma. È conosciuta anche come Fattore I, fibrinogeno attivo e antigene del fibrinogeno. Il nome significa letteralmente “produttore di fibrina”. Infatti, per permettere la coagulazione del sangue, la trombina si trasforma il fibrinogeno in fibrina, dando inizio al processo di coagulazione.
Il fibrinogeno è una sostanza prodotta dal fegato e dal tessuto endoteliale, ossia dal tessuto che ricopre la superficie interna di:
- vasi sanguigni
- vasi linfatici
- cuore, come ventricoli, atri e vasi sanguigni cardiaci
Il fibrinogeno ricopre due ruoli fondamentali per il processo di omeostasi, quindi nell’arresto delle emorragie:
- favorisce l’aderenza delle piastrine alle pareti dei vasi sanguigni
- trasforma la fibrina per favorire la coagulazione
I valori nella norma del fibrinogeno vanno da 200 milligrammi per decilitro, fino a 400 milligrammi. Nelle donne, il valore massimo può essere leggermente più alto.
I livelli di fibrinogeno si valutano con le analisi del sangue e in particolar modo con il test del tempo di protrombina. Con il tempo parziale di protrombina, invece, vengono valutate tutte le altre attività di molti fattori che concorrono alla coagulazione.
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Qual è la funzione del fibrinogeno?
La funzione del fibrinogeno è quella di intervenire sia nell’emostasi primaria favorendo l’adesione e l’aggregazione delle piastrine alla parete vasale, dopo esposizione del collagene sotto endoteliale, sia nell’emostasi secondaria, dopo attivazione della cascata coagulativa.
Quali sono i valori di riferimento del fibrinogeno?
I livelli normali di fibrinogeno si attestano tra 150 e 400 mg / dl con un valore medio che oscilla intorno ai 225 mg / dl.
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Testosterone basso, alto, valori normali ed interpretazione
Il testosterone è il più importante un ormone steroideo androgeno ed è responsabile nell’uomo dello sviluppo degli organi genitali e dei caratteri sessuali secondari (barba, peli, timbro della voce, muscolatura), mentre nella donna funge da precursore per la sintesi di un importante ormone femminile (estrogeno). In entrambi i sessi ha poi effetto anabolizzante (stimolazione della sintesi di nuove proteine con conseguente aumento della massa muscolare) e profonde influenze sul comportamento (anche, ma non solo, sul desiderio sessuale).
Nell’uomo viene prodotto principalmente dalle cellule di Leydig, presenti nei testicoli, mentre nelle donne la produzione avviene nelle ovaie (soprattutto in età fertile); la produzione viene stimolata e controllata dall’ormone luteinizzante (LH), sintetizzato dall’ipofisi, all’aumentare dell’LH diminuisce la produzione di testosterone. L’esame misura la concentrazione di quest’ormone in un campione di sangue.
Il testosterone circola nel sangue libero (1-4%) e legato (98% circa). Quest’ultimo può essere in parte legato all’albumina (38%), la principale proteina del plasma, oppure a una proteina legante specifica, e cioè la SHBG, la globulina legante gli ormoni sessuali (60%), anche detta SSBG, cioè globulina legante gli steroidi sessuali. Il legame tra l’ormone e l’albumina non è molto forte e può essere facilmente spezzato, quindi l’espressione testosterone biodisponibile (BAT) è riferita alla somma del testosterone libero e di quello legato all’albumina. Si ritiene che la frazione biodisponibile rappresenti la parte dell’ormone circolante che entra con maggior facilità nelle cellule e rispecchi meglio la bioattività rispetto alla misura pura della quantità totale.
Ricordiamo poi che la variazione dei livelli dell’SHBG può causare inesattezze nella misurazione della concentrazione biodisponibile. La diminuzione del livello di SHBG può essere riscontrata in caso di obesità, ipotiroidismo, durante l’uso degli androgeni e nella sindrome nefrosica. L’SHBG aumenta in caso di cirrosi, ipertiroidismo e uso di estrogeni. In queste situazioni può essere più indicativa la misura del testosterone libero. In molti casi la misura della quantità totale dà al medico tutte le informazioni che gli servono tuttavia, in certi casi (ad esempio se c’è un’anomalia del livello dell’SHBG), può essere eseguito l’esame del testosterone biodisponibile che può diagnosticare con maggior precisione un’eventuale patologia.
Nell’uomo adulto i livelli di testosterone rivestono un ruolo di fondamentale importanza relativamente a
- sessualità e fertilità (regola il desiderio sessuale e permette la maturazione degli spermatozoi),
- apparato muscolo scheletrico (previene l’osteroporosi),
- salute cardiovascolare (rappresenta un fattore protettivo verso diverse malattie metaboliche, come pressione alta e diabete).
Viene utilizzato anche come farmaco, sia negli uomini che nelle donne, in caso di carenza.
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Valori normali del testosterone
Totale
- Uomini
- 0 – 5 mesi: 75 – 400 ng/dl
- 6 mesi – 9 anni: 7 – 20 ng/dl
- 10 – 11 anni: 7 – 130 ng/dl
- 12 – 13 anni: 7 – 800 ng/dl
- 14 anni: 7 – 1,200 ng/dl
- 15 – 16 anni: 100 – 1,200 ng/dl
- 17 – 18 anni: 300 – 1,200 ng/dl
- Adulti: 240 – 950 ng/dl
- Donne
- 0 – 5 mesi: 20 – 80 ng/dl
- 6 mesi – 9 anni: 7 – 20 ng/dl
- 10 – 11 anni: 7 – 44 ng/dl
- 12 – 16 anni: 7 – 75 ng/dl
- 17 – 18 anni: 20 – 75 ng/dl
- Adulti: 8 – 60 ng/dl
Libero
- Uomini: 9 – 30 ng/dl
- Donne: 0.3 – 1.9 ng/dl
Biodisponibile
- Uomini
- 20 – 29 anni: 83 – 257 ng/dl
- 30 – 39 anni: 72 – 235 ng/dl
- 40 – 49 anni: 61 – 213 ng/dl
- 50 – 59 anni: 50 – 190 ng/dl
- 60 – 69 anni: 40 – 168 ng/dl
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Integrazione
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Interpretazione
Uomini
Durante l’infanzia un’eccessiva produzione di testosterone può causare l’inizio di una pubertà precoce.
Nell’uomo adulto un lieve aumento è in genere asintomatico (senza sintomi); aumenti più importanti possono essere segno di tumore e come tale il risultato andrà approfondito.
In caso di valori inferiori alla normalità si è in genere in presenza di ipogonadismo, che può manifestarsi con alterazione delle caratteristiche sessuali (per esempio impotenza) e riduzione della fertilità. Si parla in questi casi di:
- ipogonadismo primario, quando associato a un aumento dei livelli di LH e FSH, legato a cause:
- genetiche (per esempio la sindrome di Klinefelter),
- dello sviluppo (testicolo ritenuto),
- traumi,
- ischemia (blocco del flusso di sangue dovuto per esempio a torsione testicolare),
- infezioni (in passato per esempio un grosso rischio era rappresentato dagli orecchioni),
- malattie autoimmuni,
- malattie metaboliche (per esempio insufficienza epatica),
- orchiectomia (asportazione testicoli);
- ipogonadismo secondario/terziario, associato a livelli di LH/FSH normali:
- problemi ipotalamici,
- problemi ipofisari,
- iperprolattinemia,
- malnutrizione,
- eccesso di esercizio fisico,
- alcune sostanze d’abuso come la cannabis.
Donne
Durante l’infanzia un’eccessiva produzione di testosterone può causare una mascolinizzazione nelle bambine.
In età adulta può invece manifestarsi sotto forma di
- comparsa di peli (irsutismo),
- acne,
- irregolarità mestruali,
- problemi di fertilità.
Questa condizione è spesso parte di un quando più generale di sindrome dell’ovaio policistico, più comune nelle donne in sovrappeso; può inoltre essere causata da
- tumore delle ovaie o alle ghiandole surrenali,
- iperplasia adenocorticale congenita.
Una diminuzione delle concentrazioni rispetto ai valori di riferimento causa invece sintomi più sfumati, come un calo del desiderio sessuale e alterazioni del tono dell’umore; può essere dovuta a insufficienza ovarica.
Valori Bassi
- AIDS
- Cirrosi
- Criptorchidismo bilaterale
- Distrofia miotonica
- Insufficienza renale
- Iperplasia surrenalica congenita
- Ipogonadismo
- Pubertà tardiva
- Sindrome di Down
- Sindrome di Klinefelter
Valori Alti
- Celiachia
- Gravidanza molare
- Ipertiroidismo
- Obesità femminile
- Ovaio policistico
- Pubertà precoce
- Sindrome di Cushing
- Sindrome di Reifenstein
- Tumore secernente androgeni
- Tumore surrene
- Tumori ovarici
(Attenzione, elenco non esaustivo. Si sottolinea inoltre che spesso piccole variazioni dagli intervalli di riferimento possono non avere significato clinico.)
Fattori che influenzano l’esame
- Negli uomini giovani il livello misurato nelle prime ore del mattino in media è superiore del 50% rispetto alla misurazione nelle ore serali.
- Il livello può variare considerevolmente a seconda del giorno in cui viene misurato, e a volte varia addirittura più rapidamente. La valutazione dei livelli degli androgeni dovrebbe essere quindi basata su diverse misurazioni.
- Un aumento eccessivo può essere legato all’uso di steroidi anabolizzanti.
- Negli uomini i valori possono diminuire in caso di alcolismo e malattie epatiche. Anche alcuni tipi di farmaci, come gli androgeni e gli steroidi, possono far diminuire i livelli degli androgeni.
- Il tumore alla prostata reagisce agli androgeni, quindi molti uomini con tumori alla prostata in stadio avanzato ricevono una terapia con farmaci che fanno diminuire il livello del testosterone.
- I farmaci come gli anticonvulsivanti, i barbiturici e il clomifene (Clomid®) possono far aumentare la concentrazione dell’ormone. Le donne in terapia con gli estrogeni possono avere valori più alti del normale.
- Aumenta dopo l’esercizio fisico e diminuisce con l’età (superati i 40 anni tende a diminuire annualmente dell’1%).
Quando viene richiesto l’esame
Quest’esame in molti casi viene prescritto insieme a quelli dell’FSH e dell’LH ai ragazzi in cui lo sviluppo si presenta tardi o non progredisce. Non tutti i ragazzi iniziano a svilupparsi nello stesso momento, ma di solito lo sviluppo inizia prima dei 10 anni. Tra i sintomi del ritardo della pubertà ricordiamo:
- ritardo nello sviluppo della massa muscolare,
- voce che non si abbassa e peli che non crescono,
- pene e testicoli che non si sviluppano o si sviluppano troppo lentamente.
L’esame può anche essere prescritto in caso di pubertà precoce, con uno sviluppo troppo rapido dei caratteri sessuali secondari (barba, peli, voce adulta, …). Tra le cause della pubertà precoce ricordiamo diversi tipi di tumore e l’iperplasia surrenale congenita.
Negli uomini l’esame può essere prescritto
- se si sospetta l’infertilità,
- se il desiderio sessuale diminuisce,
- osteoporosi,
- in caso di disfunzione erettile.
Tra gli altri campanelli d’allarme ricordiamo: la mancanza di barba e di peli, la diminuzione della massa muscolare e la ginecomastia (cioè lo sviluppo del seno). La carenza di testosterone totale e biodisponibile è stata inoltre connessa alla maggior presenza di tessuto adiposo viscerale (grasso viscerale o grasso intra-addominale) e all’aumento del rischio di coronaropatie.
Nelle donne l’esame può essere prescritto in caso di irregolarità mestruali o amenorrea (assenza delle mestruazioni), problemi a rimanere incinta o caratteri sessuali maschili, come l’eccesso di peli, calvizie, acne, e/o abbassamento della voce. Il livello può aumentare a causa di tumori che si sviluppano nelle ovaie o nelle ghiandole surrenali, oppure per altre malattie, come la PCOS (sindrome dell’ovaio policistico).
Preparazione richiesta
Non viene richiesta alcuna preparazione.
Altre informazioni
Terapia con il testosterone
L’ormone raggiunge il picco durante l’adolescenza e le prime fasi dell’età adulta. Invecchiando, la quantità diminuisce gradualmente, di solito dell’1% annuo circa dopo i 30 anni. Negli uomini anziani è importante capire se la carenza di testosterone è causata dall’invecchiamento oppure da una malattia (ipogonadismo).
La terapia con il testosterone (con cerotti o iniezioni) è in grado di far aumentare la quantità dell’ormone nell’organismo. Può essere utile per alleviare alcuni sintomi e/o prevenire la perdita di tessuto muscolare e osseo che accompagna l’invecchiamento. I benefici della terapia, tuttavia, non sono ancora stati provati definitivamente. Gli esperti, infatti, temono che la terapia ormonale sostitutiva possa aggravare il tumore alla prostata, ma nessuna ricerca ha finora dimostrato che tale terapia possa provocare il cancro. Chi soffre di disfunzione erettile può avere una carenza di ormone, ma in molti casi la somministrazione di testosterone non migliora i sintomi perché ci sono altre patologie a monte.
La terapia sostituiva offre molte possibilità affascinanti:
- può aumentare la massa muscolare,
- migliorare la memoria e la concentrazione,
- migliorare la libido,
- far aumentare l’energia.
ma i benefici per la salute offerti dalla terapia sostitutiva non sono però così chiari.
Quali sono i rischi?
La terapia con il testosterone presenta diversi rischi, ad esempio può:
- far aumentare il rischio di apnea nel sonno, un disturbo del sonno potenzialmente grave in cui il respiro si arresta e riprende più volte nel corso del sonno,
- far produrre all’organismo troppi globuli rossi (policitemia), aumentando il rischio di malattie cardiache,
- causare l’acne o altre reazioni cutanee,
- causare l’iperplasia prostatica benigna (un aumento benigno delle dimensioni della prostata) e forse anche la crescita dei tumori alla prostata,
- aumentare le dimensioni del seno,
- limitare la produzione di spermatozoi o far contrarre i testicoli.
Se pensate che la terapia sostitutiva faccia al caso vostro, chiedete al medico quali sono i rischi e quali i benefici. La terapia può essere necessaria se c’è una patologia che fa diminuire la concentrazione di ormone circolante, ma attualmente non è consigliabile curare i normali problemi connessi all’invecchiamento con il testosterone.
La quantità di peli è direttamente proporzionale a quella del testosterone?
Le ricerche hanno dimostrato che c’è una proporzionalità tra la quantità di ormone e quella dei peli, ma la crescita è diversa nelle varie parti del corpo; ad esempio in alcuni uomini l’ormone fa crescere i peli sull’addome e sulla schiena, ma non sul cuoio capelluto, causando la calvizie. I fattori genetici sono i principali responsabili dell’’espressione dell’enzima 5-alfa reduttasi, che converte il testosterone nel diidrotestosterone, causando la predisposizione famigliare alla calvizie. Il finasteride (Propecia®) è un farmaco che inibisce l’azione della 5-alfa reduttasi e può risolvere la tendenza alla calvizie in alcuni uomini.
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Sangue occulto nelle feci: come interpretare il risultato dell’esame
In condizioni normali lo stomaco e l’intestino perdono una quantità di sangue minima durante la digestione, quindi la presenza nelle feci è trascurabile e non è rilevabile dall’esame del sangue occulto.
Quando sono presenti polipi, cioè le piccole sporgenze simili a dita all’interno dell’intestino o del retto, questi possono essere fragili e sanguinare, ad esempio quando vengono a contatto con i prodotti della digestione. Il sangue di solito non è visibile ad occhio nudo nelle feci, ma può essere individuato con l’esame del sangue occulto. I polipi benigni sono relativamente comuni dopo i 50 anni, ma possono diventare maligni e diffondersi anche in altre parti dell’organismo (tumore metastatico).
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La maggior parte dei casi di tumore del colon-retto ha infatti origine da polipi intestinali benigni che si trasformano in polipi maligni. Il sangue nelle feci, quindi, può indicare che il paziente ha dei polipi intestinali che, se non controllati, potrebbero trasformarsi in un tumore maligno. In molti casi le tracce di sangue sono il primo e unico segno del tumore al colon-retto, quindi l’esame del sangue occulto nelle feci è uno strumento di screening fondamentale per questo tipo di tumore. L’esame del sangue occulto nelle feci può essere eseguito con metodi diversi a seconda del laboratorio ma, indipendentemente dalla tecnica di analisi usata, è consigliabile eseguire l’esame su almeno tre campioni raccolti in giorni diversi, perché il sanguinamento, in particolare quello causato dai polipi e dai tumori, è intermittente. Con i test di ultimissima generazione potrebbe essere sufficiente, almeno a livello di screening, l’esecuzione su un unico campione.
In media, per ogni 100 persone che fanno l’esame, cinque risultano positive (fonte: AIRC). In caso di esito positivo saranno necessari ulteriori approfondimenti per capirne l’origine, in quanto l’esame permette solo di sapere se sia presente o meno, e distinguere così le diverse possibili spiegazioni (oltre al tumore il test potrebbe essere positivo a causa di emorroidi, ragadi, diverticolosi…). Il grande vantaggio di questo esame è che, a differenza della colonscopia, non è assolutamente invasivo e non richiede alcun tipo di preparazione. È inoltre economico e permette di mettere in atto programmi di screening a livello dell’intera popolazione (in base all’età, ovviamente).
I lati negativi sono invece i seguenti:
- Potrebbe non rilevare un tumore che non sanguina,
- Può essere causa di falsi positivi,
- Richiede di essere fatto relativamente spesso (una volta all’anno secondo alcune società scientifiche),
- La colonscopia è necessaria in caso di esito positivo.
Interpretazione
Un risultato negativo indica che non è presente sangue nelle feci e, anche se non consente di escludere con assoluta certezza la presenza di un tumore, permette una ragionevole tranquillità. Un esito positivo indica che c’è un sanguinamento anomalo nell’apparato digerente, la cui causa può essere per esempio:
- ulcera,
- diverticolite,
- polipi,
- malattia infiammatoria cronica intestinale,
- emorroidi,
- tumore.
Alcuni test di vecchia generazione potrebbero positivizzarsi anche in caso di sanguinamento presente a livello di gengive o naso, mentre nei test più recenti (immunochimici) viene individuato solo il sangue proveniente dal tratto digestivo inferiore. Se l’esito dell’esame è positivo, a prescindere dalla metodologia usata è necessario eseguire ulteriori accertamenti, ad esempio la sigmoidoscopia o la colonscopia.
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Valori Alti
- Diverticolite
- Emorroidi
- Malattia infiammatoria intestinale
- Polipi intestinali
- Tumore al colon
- Tumore al retto
- Ulcera peptica.
Fattori che influenzano l’esame
L’esame può dare un esito falso positivo se:
- le gengive sanguinano, perché si è andati dal dentista o si soffre di gengivite,
- il paziente soffre di sanguinamento gastrico provocato dai FANS (antinfiammatori non steroidei), come l’aspirina, il naprossene e l’ibuprofene,
- (per alcune metodologie) il paziente assume alimenti come la carne rossa, i broccoli, le rape, il cavolfiore, le mele, le arance, i funghi e il rafano, e farmaci come la colchicina, medicinali contenenti ferro e gli ossidanti (come lo iodio e l’acido borico).
- L’esame può dare un esito falso negativo se il paziente assume integratori e alimenti contenenti la vitamina C.
I risultati possono essere falsati se il campione è contaminato da urine contenenti sangue o dal sangue mestruale.
Quando viene richiesto l’esame
L’esame del sangue occulto nelle feci viene quasi sempre eseguito insieme agli altri esami di routine ed è usato principalmente per la diagnosi precoce del tumore al colon. È uno strumento di screening, e non diagnostico. I medici del Ministero della Salute consigliano ai soggetti di età compresa tra i 50 e i 69 anni di sottoporsi all’esame ogni due anni, mentre l’American Cancer Society americana e altre organizzazioni consigliano di eseguirlo una volta all’anno a partire dai 50 anni di età, oppure seguendo la prescrizione medica basata sulla famigliarità del paziente. La maggior parte dei pazienti che si sottopone all’esame è asintomatica. In alcuni casi il medico può prescrivere la ricerca se il paziente soffre di un’anemia inspiegabile che potrebbe essere causata da sanguinamenti occulti nell’apparato digerente, oppure anche solo sintomi correlati: spossatezza, emoglobina ed ematocrito bassi, feci più scure del normale.
Preparazione richiesta
Prima di eseguire l’esame del sangue occulto nelle feci bisogna osservare diverse precauzioni e raccomandiamo di chiedere indicazioni in merito al medico od al laboratorio. Per gli esami eseguiti con i metodi immunochimici, i più recenti, non ci sono particolari necessità di preparazione, perché l’esame usa gli anticorpi che individuano soltanto il sangue proveniente dal colon. In caso di tecnologie meno recenti è invece possibile che vengano suggerite alcune avvertenze prima di sottoporsi al test:
- Farmaci: Alcuni medicinali sono in grado di causare sanguinamenti e/o falsi positivi, verrà quindi valutato con il medico se e come sospenderli. Ricordiamo per esempio l’aspirina e gli antinfiammatori in genere, ma non solo. L’American Cancer Society ne raccomanda la sospensione a partire da una settimana prima.
- Alcuni alimenti (ad esempio la carne rossa, i broccoli, le rape, il cavolfiore, le mele, le arance, i funghi e il rafano, …) possono reagire con il reagente del test ed essere causa di falsi positivi. Utile sospenderne il consumo da 3 giorni prima.
- La vitamina C, al contrario, può inibire la reazione ed essere causa di falsi negativi; andranno quindi evitati gli integratori che la contengono, così come gli alimenti che ne sono ricchi (arance, limoni, kiwi, …) nei 3 giorni precedenti la raccolta.
- La ricerca del sangue occulto potrebbe positivizzarsi anche in caso di sangue proveniente dalla bocca, il paziente deve quindi evitare gli interventi dentistici nei tre giorni precedenti la raccolta del campione perché, se le gengive sanguinano, l’esito dell’esame sarà positivo.
Quale contenitore sterile usare?
Per raccogliere e conservare correttamente il campione di feci da inviare in laboratorio, è necessario usare un contenitore sterile apposito, dotato di spatolina. Il prodotto di maggior qualità, che ci sentiamo di consigliare per raccogliere e conservare le feci, è il seguente: http://amzn.to/2C5kKig
Altre informazioni
Screening del tumore del colon-retto
La ricerca del sangue occulto può essere preceduta o seguita dall’esplorazione digitale del retto, che serve per individuare eventuali polipi rettali. Se la ricerca di sangue occulto dà esito positivo, possono essere seguiti da altri accertamenti, per individuare i polipi, rimuoverli e sottoporli alla biopsia. Questi altri accertamenti possono anche essere svolti in alternativa all’esame delle feci, se il medico lo ritiene opportuno. Tra di essi ricordiamo:
- La rettosigmoidoscopia, che viene talvolta usata anche a livello di screening; è un esame simile alla colonscopia, ma che si limita alla valutazione del tratto terminale dell’intestino e richiede quindi una preparazione meglio tollerata dai pazienti. L’AIRC consiglia di effettuarla un’unica volta se l’obiettivo è lo screening, tra i 58 e i 60 anni.
- La colonscopia è un esame più invasivo: il retto e il colon sono esaminati con un tubicino flessibile. Anche durante la colonscopia possono essere rimossi gli eventuali polipi. Questo esame viene consigliato in caso di precedente diagnosi di polipi (in genere ogni 5 anni) oppure nei soggetti con famigliarità per il tumore al colon. Se usata come screening è sicuramente l’esame più affidabile, la l’invasività la rende un’opzione poco pratica.
- La colonscopia virtuale è un esame meno invasivo che usa la stessa tecnologia della TAC per visualizzare il colon, minimizzando così i disagi per il paziente rispetto all’esame classico. È molto più accurata rispetto alla ricerca del sangue occulto e, essendo meno invasiva, potrebbe permettere un’applicazione su vasta scala per individuare con largo anticipo la presenza di tumore, ma esistono alcuni dubbi che sono ad oggi ancora in fase di valutazione prima che possa essere proposta in sostituzione dell’esame del sangue.
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Quanto rimangono eroina ed oppiacei in urine, sangue e capelli
L’eroina è un derivato della morfina, componente dell’oppio, nota anche come Diacetilmorfina o Diamorfina. È una sostanza semisintetica ottenuta per reazione della morfina con l’anidride acetica. La sostanza pura si può trovare di colore bianco cristallino, che sarebbe poi il sale cloridrato diamorfina, oppure marrone scuro e molto appiccicosa (brown sugar).
Eroina ed oppiacei nelle urine
Con test delle urine specifici si è positivi tra 1 e 4 giorni dall’ultima assunzione.
Eroina ed oppiacei nel sangue
Con test del sangue specifici si è positivi tra 1 e 3 giorni dall’ultima assunzione.
Eroina ed oppiacei nei capelli
Con test del capello si è positivi entro 4 mesi dall’ultima assunzione.
Dobbiamo ricordarvi che le variabili in gioco affinché il vostro test risulti negativo, sono molteplici e soprattutto sono assolutamente soggettive. Soprattutto c’è da tenere in considerazione l’uso che fate della sostanza: le quantità, da quanto tempo l’assumente, come l’assumete, la qualità, la vostra corporatura, la contemporanea assunzione di altre droghe, la vostra funzionalità epatica e renale, il vostro metabolismo, ed altri fattori assolutamente imprevedibili.
Il consiglio che noi riteniamo essere l’unico efficace per evitare la positività ai test, è smettere di assumere la sostanza. Solo in questo modo potrete avere la certezza di essere puliti e risultare negativi: la vostra salute vi ringrazierà per sempre.
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Quanto rimane la marijuana (THC) in urine e sangue
Nessuno può prevedere con certezza quanto tempo sarà positivo il test per la marijuana, dal momento che il tasso di metabolismo del THC varia per ogni individuo. La quantità di marijuana consumata ed molti altri fattori individuali, possono alterare la finestra di tempo nella quale il vostro corpo conserva tracce di THC.
Marijuana nelle urine
I consumatori occasionali
Chi utilizza di tanto in tanto – o per la prima volta – cannabis, probabilmente avrà un test positivo da 1 a 3 giorni successivi, secondo una revisione effettuata da parte del National Drug Corte Institute (NDCI). Ma alla fine dei 4 giorni dovrebbero essere tranquillamente sotto la soglia di 50 ng / mL.
I consumatori frequenti
Gli studi suggeriscono che chi utilizza spesso cannabis può aspettarsi di essere positivo al test per circa una settimana dall’ultimo utilizzo. Secondo la NDCI, dopo 10 giorni, gli utenti più frequenti dovrebbero risultare negativi ad un test dell’urina alla soglia 50 ng/mL. Gli studi dimostrano però che è possibile per alcuni utenti restare positivi per un mese ed oltre dopo l’ultimo utilizzo.
Test antidroga da fare a casa
Nel caso in cui abbiate bisogno di ottenere rapidamente il risultato positivo o negativo del vostro test, potete usare uno di questi test antidroga da fare a casa, acquistabili online, ritirabili anche nei punti di ritiro, facili da fare e dai risultati attendibili. Tutti i prodotti sono stati accuratamente selezionati dal nostro Staff di esperti:
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Marijuana nel sangue
Con test del sangue specifici si è positivi tra le 12 e le 24 ore in caso di consumo occasionale, mentre si è positivi tra 2 giorni ed una settimana in caso di consumo frequente. Dobbiamo ricordarvi che le variabili in gioco affinché il vostro test risulti negativo, sono molteplici e soprattutto sono assolutamente soggettive. Soprattutto c’è da tenere in considerazione l’uso che fate della sostanza: le quantità, da quanto tempo l’assumente, come l’assumete, la qualità, la vostra corporatura, la contemporanea assunzione di altre droghe, la vostra funzionalità epatica e renale, il vostro metabolismo, ed altri fattori assolutamente imprevedibili.
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Differenza tra glicemia ed emoglobina glicata
La glicemia indica il valore della concentrazione di glucosio nel sangue al momento del prelievo di sangue, l’emoglobina glicata indica invece, essendo proporzionale alla concentrazione di glucosio registrata nel sangue in un certo arco di tempo, quelli che possono essere stati i livelli medi di glicemia negli ultimi 3 mesi. In un certo senso la glicemia “fa una foto“ della situazione, mentre l’emoglobina glicata “fa un video” degli ultimi mesi.
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