L’apparato digerente: cos’è, com’è fatto, a che serve e come funziona?

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Il nostro apparato digerente ha il compito di introdurre, digerire ed assorbire i principi nutritivi contenuti negli alimenti eliminando i residui non utilizzabili per il proprio metabolismo, sotto forma di feci. Ha una struttura semplice, simile ad un lungo e tortuoso tubo, ma al contempo estremamente complessa e funzionale ai vari compiti che deve svolgere nei diversi tratti. Vediamo sinteticamente quali sono.

Bocca

Qui avviene l’ingestione del cibo e in alcuni casi inizia la frammentazione meccanica per mezzo dei denti e chimica per mezzo dei secreti delle ghiandole orali, tra le quali le più comuni quelle salivari. Non tutti gli animali possiedono queste strutture annesse alla cavità orale che si sono evolute nei tetrapodi terrestri principalmente per inumidire il cibo e facilitarne l’ingestione, caratteristica spesso inutile in ambiente acquatico. Nei mammiferi la saliva contiene anche alcuni enzimi come il lisozima che svolge una funzione antibatterica e l’amilasi ptialina, che inizia la digestione degli amidi, soprattutto di quelli cotti.

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Faringe

La faringe è la seconda porzione del canale alimentare ed è un organo in comune con l’apparato respiratorio. Riceve il bolo alimentare proveniente dalla cavità orale e lo convoglia, con la deglutizione, nell’esofago. Contemporaneamente è in grado di convogliare l’aria inspirata verso la laringe. Con la deglutizione, la laringe si alza e l’epiglottide (una piccola valvola), chiude l’ingresso della trachea, spostandosi assieme alla parte iniziale della stessa verso l’alto ed in avanti procurando spazio per il passaggio del bolo alimentare nell’esofago. Con questa azione semivolontaria inizia la peristalsi che si propagherà attraverso l’esofago trasportando così il bolo verso lo stomaco. I movimenti peristaltici del tubo digerente sono così potenti tanto da far arrivare il cibo nello stomaco anche deglutendo a testa in giù.

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Il cibo finisce nell’esofago e non nella trachea grazia all’azione dell’epiglottide

Esofago

L’esofago è un canale lungo circa 24 cm che attraversa il diaframma e arriva nello stomaco. La parete dell’esofago, come quella di tutto il resto del canale alimentare, è costituita da due strati di muscolatura liscia (longitudinale e circolare). La contrazione dello strato circolare più interno provoca la chiusura del canale alimentare, mentre lo strato muscolare longitudinale provoca l’accorciamento dell’esofago. Le contrazioni alternate della muscolatura circolare e di quella longitudinale sono responsabili dei movimenti peristaltici, che spingono inferiormente il bolo verso la valvola cardioesofagea.

Stomaco

È il primo organo cavo dell’apparato digerente individuabile in cavità addominale, ha una temperatura di 37 gradi centigradi e un pH di 3,5. L’epitelio dello stomaco secerne principalmente enzimi proteolitici come pepsina e chimosina, H2O e HCl (acido cloridrico, il quale ha la funzione di attivare l’enzima (inattivo) pepsinogeno in pepsina (attivo), che idrolizza le proteine in amminoacidi). L’esofago, dopo aver attraversato l’adito esofageo (lat: aditus esofageum), si fonde con lo stomaco a livello della valvola (incontinente) del cardias. Nello stomaco avviene l’attacco principale alle sostanze del cibo e la loro lisi (soprattutto per quanto riguarda le proteine), ad opera di enzimi litici, tra i quali la pepsina, che serve per rendere le proteine sostanze più semplici, e l’acido cloridrico, che rende acido il contenuto dello stomaco; queste sostanze, insieme all’acqua, costituiscono i succhi gastrici. Le pareti dello stomaco sono inoltre ricoperte da uno strato di muco, prodotto dalle cellule mucipare delle fossette gastriche, che ha il compito di proteggere la parete gastrica dall’azione corrosiva dell’acido cloridrico. Grazie ai movimenti peristaltici il bolo, trasformato in chimo, si muove verso il piloro che lo porterà all’intestino tenue.

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Intestino

È un organo cavo tubiforme, che varia il suo diametro durante il suo tratto, suddiviso in: intestino tenue e intestino crasso.
L’intestino tenue è lungo 3-4 m; è suddiviso in duodeno, digiuno e ileo. Nell’intestino tenue si completa la digestione grazie all’azione della bile (che emulsiona i grassi), del succo pancreatico (composto dagli enzimi amilasi tripsina lipasi) e il succo enterico (contiene gli enzimi che concludono la digestione, trasformando i vari principi nutritivi in amminoacidi, glucosio, acidi grassi e glicerina). L’intestino tenue ha una membrana interiore che lo rende ruvido, i villi intestinali che sono ruvidi grazie ai vasi sanguigni che hanno una parete sottile proprio per assorbire meglio le sostanze. Intestino tenue e crasso sono suddivisi grazie alla valvola ileociecale. L’intestino crasso è lungo circa 2 m ma è più grosso. Inizia con il cieco, un sacchetto a fondo cieco posto in basso nel quadrante addominale destro alla cui estremità inferiore è situata l’appendice (lunga da 2 a 7 cm), il colon ascendente, il colon trasverso, il colon discendente, il colon sigmoideo, il retto e il canale anale, il quale permetterà il passaggio delle feci attraverso gli sfinteri anali, prima l’interno e poi l’esterno.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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