Colite ulcerosa: cause, diagnosi, cura, dieta, cosa mangiare, rimedi

MEDICINA ONLINE APPARATO DIGERENTE INTESTINO DIGIUNO ILEO DUODENO STOMACO ESOFAGO FEGATO PANCREAS DIGESTIONE FECI CRASSO COLON RETTO CROHN COLITE DIARREA VOMITO DIGERIRE SANGUE CIBO MANGLa colite ulcerosa, più precisamente chiamata “rettocolite ulcerosa” (in inglese “ulcerative colitis“)è una malattia infiammatoria cronica intestinale che coinvolge selettivamente la mucosa del retto e/o del colon, nella maggioranza dei casi la parte discendente, cioè la parte tra il colon trasverso e ed il sigma-retto. Il retto è generalmente la prima parte colpita, successivamente viene interessato anche l’intero colon. Si tratta di una malattia idiopatica, cioè non è attualmente nota l’esatta eziologia (causa) della patologia. I sintomi e segni principali sono la diarrea, spesso con sangue e muco, e i dolori addominali. Fino al 35% dei casi possono essere presenti dei sintomi extra-intestinali, quali dolori articolari e manifestazioni dermatologiche. Nel 15% dei casi la sintomatologia è così violenta con numerose scariche di feci liquide con sangue, disidratazione e febbre, da rendersi necessario un ricovero urgente in Ospedale per poter somministrare le terapie in vena e tenere il paziente sotto stretta sorveglianza medica. La colite si può presentare in tre forme: distale, sinistra ed estesa.

Diffusione ed individui a rischio

La rettocolite ulcerosa può colpire a qualunque età, anche in quella pediatrica, senza differenze tra sesso maschile e femminile, con una certa prevalenza tra i 30 ed i 60 anni di età.

Cause e fattori di rischio

Le cause specifiche che determinano colite ulcerosa non sono ad oggi ancora ben definite, tuttavia sono noti alcuni fattori di rischio, come la base genetica (l’incidenza aumenta se ne sono stati registrati casi in famiglia. Alcune ipotesi che legano la colite ulcerosa alla Paratubercolosi Bovina.

Anatomia patologica

La rettocolite ulcerosa interessa il retto e può estendersi in senso retrogrado (fino a coinvolgere l’intero colon nei casi più gravi) dando un quadro di pancolite. La mucosa appare macroscopicamente arrossata, granulare, friabile e facilmente sanguinante; nella fase conclamata con grave infiammazione si osservano numerose e ampie ulcerazioni della mucosa del colon. Infatti la flogosi porta ad una dilatazione dei vasi sanguigni con emorragie. D’altra parte invece a livello delle lesioni i vasi sanguigni sono compressi per la dilatazione del lume del colon (dovuta all’assenza di peristalsi a causa delle lesioni che interessano i plessi nervosi). La compressione di questi vasi porta ad un quadro di necrosi che rende la mucosa ancora più fragile. Inoltre l’assenza di peristalsi e la compressione dei vasi sanguigni porta a fenomeni di malassorbimento. Si formano isole di epitelio che protrudono nel lume chiamate pseudopolipi; questi sono dovuti alla rigenerazione dell’epitelio in seguito alla flogosi e pertanto non sono neoplastici. Non si osserva un ispessimento della parete o alterazione della membrana sierosa a differenza della malattia di Crohn, altra malattia facente parte delle malattie infiammatorie croniche intestinali idiopatiche. Nei casi più gravi si ha una perdita della funzione neuromuscolare a causa di un danno alla tonaca muscolare e ai plessi nervosi, ciò porta ad una situazione molto grave di megacolon tossico in cui si osserva una progressiva cancrena e dilatazione dell’organo. All’esordio della malattia si osservano criptiti caratterizzate da un infiltrato infiammatorio prevalentemente mononucleato nella lamina propria; successivamente granulociti neutrofili possono infiltrare l’epitelio formando raccolte nel lume delle cripte causando ascessi criptici. Non si rilevano granulomi, che invece sono specifici della malattia di Crohn, anche se la rottura degli ascessi criptici può causare nella lamina propria una reazione da corpo estraneo. Col progredire della patologia si formano ulcerazioni che si estendono nella sottomucosa che a volte mettono a nudo la tonaca muscolare, con la remissione della fase attiva questi crateri si riempiono di tessuto di granulazione e il tessuto mucoso si rigenera. Rimangono però fibrosi sottomucosa, atrofia della mucosa e disorganizzazione dell’architettura normale. Questo processo può portare a displasia dell’epitelio, favorendo la progressione al carcinoma.

Leggi anche: Differenze tra morbo di Crohn e colite ulcerosa: sintomi comuni e diversi

Segni e sintomi

La malattia esordisce di solito con una serie di attacchi di diarrea e coliche addominali, sia diurni che notturni, associate spesso a presenza di sangue nelle feci, che variano per intensità e durata e che possono intervallarsi a periodi asintomatici. Gli attacchi possono essere acuti e violenti, accompagnati da febbre o con vere e proprie emorragie. A volte il paziente si sveglia durante la notte con lo stimolo impellente di defecare. Più comunemente iniziano in maniera insidiosa, con tenesmo rettale e dolori crampiformi alla parte bassa dell’addome, seguiti da emissione di sangue e muco con le feci, tuttavia non sono preceduti da una vera e propria fase prodromica, a differenza della malattia di Crohn. Nei periodi di remissione la malattia è clinicamente silente. La frequenza degli episodi sintomatici può variare da uno o due attacchi l’anno a frequentissimi episodi che riducono il periodo di benessere a pochissimi mesi l’anno. Se non ben curata, l’infiammazione cronica può portare nel tempo ad alterazioni irreversibili delle cellule intestinali con il possibile sviluppo di lesioni cancerose. Per questo motivo, e per evitare le riacutizzazioni, si assume una terapia anche nei periodi di benessere.

Altri segni e sintomi associati, sono generalmente:

  • perdita di peso;
  • perdita di appetito;
  • febbre;
  • tachicardia;
  • dolore addominale continuo o crampiforme;
  • meteorismo;
  • flatulenza;
  • aumento della VES (velocità di eritrosedimentazione);
  • disidratazione;
  • anemia;
  • ipoalbuminemia;
  • ipokaliemia;
  • artrite periferica;
  • spondilite anchilosante;
  • uveite;
  • episcleriti;
  • malattie epatobiliari;
  • segni di ostruzione intestinale (più raro);
  • eritema nodoso.

IMPORTANTE: Nelle localizzazioni di malattia esclusivamente al retto può essere presente, al posto della diarrea, una stitichezza anche severa. Nei bambini è possibile un ritardo dello sviluppo fisico e talvolta anche psichico, causati dal mancato assorbimento delle sostanze necessarie al regolare accrescimento.

Differenza tra i sintomi di morbo di Crohn e colite ulcerosa

I sintomi della malattia di Crohn rispetto alla colite ulcerosa:

Malattia di Crohn Colite ulcerosa
Defecazione Spesso, talvolta steatorrea Spesso, simile a muco
e con presenza di sangue
Tenesmo rettale Poco comune Molto comune
Febbre Comune Indicazione di grave malattia
Fistole Comune Raramente
Perdita di peso Spesso Molto raramente

Diagnosi

Già l’anamnesi e l’esame delle feci consentono di porre il sospetto diagnostico di rettocolite ulcerosa, sospetto che va comunque confermato mediante l’esecuzione di una rettosigmoidoscopia o di una colonscopia, che forniscono una visione diretta del processo infiammatorio e consentono di effettuare prelievi bioptici in più punti, al fine di valutare anche il grado di attività della malattia. Le principali metodiche per diagnosticare la rettocolite ulcerosa, sinteticamente, sono:

  • colonscopia con eventuale biopsia;
  • cromoendoscopia o narrow band imaging;
  • calprotectina fecale;
  • esame delle feci con ricerca di sangue occulto;
  • RX o TAC addominale;
  • ecografia delle anse intestinali;
  • esame del sangue venoso con emocromo.

Differenza tra la diagnosi di morbo di Crohn e colite ulcerosa

Segno Malattia di Crohn Colite ulcerosa
Coinvolgimento dell’ileo terminale Frequente Raro
Coinvolgimento Colon Frequente Sempre
Coinvolgimento del retto Raro Frequente
Coinvolgimento intorno all’ano Frequente Raro
Coinvolgimento dotti biliari Nessun aumento del tasso di colangite sclerosante primaria Aumento del tasso di colangite sclerosante primaria
Distribuzione della malattia Chiazze di infiammazione Aree continue di infiammazione
Endoscopia Ulcere profonde e serpinginose Ulcere continue
Profondità dell’infiammazione Potrebbe essere trasmurale, profonda nei tessuti Limitata alla mucosa
Stenosi Comune Rara
Granuloma in biopsia Potrebbero esserci granulomi non necrotizzanti Non si trovano granulom

Terapia

Il trattamento prevede principalmente:

  • mesalazina (5-ASA) farmaco che agisce direttamente come anti-infiammatorio sulla mucosa intestinale;
  • steroidi (azione anti-infiammatoria);
  • azatioprina o la 6-mercaptopurina (immunosoppressori che inducono la morte della gran parte dei globuli bianchi attivati);
  • ciclosporina immunosoppressore che agisce inibendo la funzione dei linfociti;
  • farmaci biologici come infliximab che inibiscono l’azione delle citochine, inoltre bloccano l’infiammazione a vari livelli. Vengono utilizzati soprattutto nei casi in cui non si abbia risposta con le terapie tradizionali.

In alcuni casi è vitale una terapia di supporto, per eliminare i vari sintomi associati come la diarrea, la disidratazione o la malnutrizione.

Chirurgia

L’intervento chirurgico viene preso in considerazione per quei pazienti che presentino: persistenza dei sintomi(terapia medica inefficace), dipendenza da steroidi (gonfiori, edemi, osteoporosi), resistenza agli steroidi, displasia confermata, emorragia, perforazione, megacolon tossico, colite severa. L’intervento usato è una proctocolectomia con anastomosi ileo-anale (si asportano colon e retto e si lascia in sede il canale anale demucosato, si inserisce l’ileo in maniera telescopica che viene saldato all’ano).

Differenza tra la terapia del morbo di Crohn e della colite ulcerosa

Malattia di Crohn Colite ulcerosa
Mesalazina Poco utilizzata Molto utilizzata
Antibiotici Effettivi a lungo termine Generalmente non usati
Chirurgia Recidive dopo
asportazione
Di solito curata con
asportazione del colon

Complicanze e rischi

La rettocolite ulcerosa determina un aumentato rischio di sviluppare:

  • megacolon tossico;
  • perforazione;
  • cancro del colon-retto.

Prevenzione delle crisi e delle complicanze

Non esistono modi precisi per impedire una crisi di rettocolite ulcerosa, tuttavia si possono prevenirne le complicanze e l’evoluzione, tramite questi consigli:

  • perdere peso se si è obesi o in sovrappeso;
  • alimentarsi in modo corretto (vedi paragrafo successivo);
  • assumere molti liquidi;
  • svolgere adeguata attività fisica;
  • nel caso di diarrea e/o dolori addominali frequenti, specie in soggetti con familiarità per malattie autoimmuni, è importante rivolgersi al medico per una eventuale diagnosi precoce;
  • in caso di sanguinamento rettale cronico, la colonscopia è decisamente indicata per una diagnosi precoce;
  • prevenire le malattie infettive opportunistiche.

Rettocolite ulcerosa: dieta

Se soffri di rettocolite ulcerosa, sia nelle fasi acute che in quelle di remissione, la dieta deve includere molta acqua e deve ESCLUDERE o LIMITARE:

  • formaggi stagionati;
  • carni rosse;
  • cioccolato;
  • pepe, peperoncini ed altri cibi piccanti;
  • spezie e cibi speziati;
  • farine e cereali di qualsiasi tipo, anche se integrali;
  • alcolici;
  • caffè;
  • insaccati;
  • alimenti a base di zuccheri industriali.

Nel periodo di remissione della malattia (lontano dalle crisi), la dieta deve INCLUDERE:

  • verdure verdi contenenti fibre;
  • carni bianche;
  • alimenti contenenti probiotici come lo yogurt bianco
  • alimenti contenenti omega 3, come pesce, olio di oliva, frutta secca come mandorle e nocciole.

Nel periodo di fase acuta della malattia, la dieta deve LIMITARE:

  • alimenti contenenti batteri probiotici
  • lattosio.

IMPORTANTE: evitare di friggere i cibi! Preferire metodi di cottura più leggeri, come la cottura al vapore.

Per approfondire:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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