Con “colite ischemica” (in inglese “ischemic colitis” o “ischaemic colitis“) in medicina si fa riferimento ad un gruppo di patologie infiammatorie intestinali aventi come causa comune la mancanza totale o parziale del flusso di sangue ad uno o più segmenti del colon o all’intero colon. Tale insufficiente apporto ematico può essere dovuto ad alterazioni occlusive o non occlusive dell’arteria mesenterica inferiore.
Diagnosi
La diagnosi si basa su anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente), seguita da esame obiettivo (focalizzandosi soprattutto su cuore e zona addominale) e da strumenti di diagnostica per immagini e di esami di laboratorio. La diagnosi deve essere eseguita il più possibile rapidamente. Essendo la presentazione clinica aspecifica ed ampiamente variabile, sia l’iter diagnostico che la gestione della malattia variano in funzione del singolo paziente. La diagnosi non deve solo individuare la presenza di una ischemia intestinale, ma anche inquadrare la causa a monte che l’ha determinata, fattore importante per imbastire una cura efficace.
Medicina di laboratorio
L’elevazione sierica di LDH, CPK, amilasi, fosfatasi alcalina e fosfati inorganici può essere indice di danno tissutale correlato a ischemia intestinale.
Diagnostica per immagini
La radiologia è molto importante per la diagnosi di colite ischemica. La tomografia computerizzata (TC) costituisce oggi l’indagine di prima istanza nello studio del paziente con dolore addominale aspecifico. Consente di confermare il sospetto clinico, può suggerire la diagnosi di colite ischemica, escludere altre condizioni patologiche clinicamente simili, rilevare l’eventuale presenza di complicanze e valutarne l’evoluzione da una fase acuta, in subacuta fino a quella cronica. La colonscopia è molto sensibile nel rilevare alterazioni mucose indicative di tale patologia; essa offre inoltre la possibilità di effettuare campionamenti bioptici. La risonanza magnetica può risultare utile specialmente in pazienti con condizioni che controindicano l’esecuzione di una TC con mezzo di contrasto endovenoso. Infatti la RM ha una sensibilità nell’individuazione di una colite ischemica comparabile a quella della TC, con in aggiunta, il vantaggio del mancato utilizzo di radiazioni ionizzanti. Poiché il suo impiego in pronto soccorso è molto limitato, viene utilizzata nel follow-up dei pazienti in fase sub acuta o cronica. L’ecografia è scarsamente utile nel guidare verso la diagnosi. L’esame radiologico diretto dell’addome è spesso normale o mette in evidenza reperti aspecifici, quali ad esempio l’ileo riflesso spastico, l’ileo riflesso ipotonico o l’ileo paralitico, reperti presenti anche in altre patologie. Il clisma opaco o a doppio contrasto è una metodica limitata alle fasi subacuta o cronica per la valutazione di coliti persistenti o di complicanze stenotiche e risulta patologico nel 90% dei pazienti con colite ischemica. In commercio esistono dei dispositivi che mettono in evidenza l’adeguatezza dell’apporto di ossigeno al colon. Un dispositivo è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti nel 2004 ed utilizza la spettroscopia della luce visibile per analizzare i livelli di ossigeno dei capillari. Quando viene ad essere utilizzato durante un intervento di riparazione di un aneurisma aortico è in grado di rilevare quando la concentrazione tissutale di ossigeno del colon scende al di sotto di livelli sostenibili, e pertanto consente che adeguate contromisure vengano prese in tempo reale. In diversi studi, la specificità di questo dispositivo per ischemia acuta del colon è risultata anche superiore al 90%, di circa l’83% in caso di ischemia mesenterica cronica, mentre la sensibilità si è attestata tra il 71% ed il 92%.
Diagnosi differenziale
La colite ischemica, soprattutto se i sintomi sono relativamente aspecifici (dolore addominale), deve purtroppo essere differenziata da numerose altre possibili cause di dolore addominale e di sanguinamento rettale: ad esempio infezioni, malattia infiammatoria dell’intestino, diverticolosi, o cancro del colon. È anche importante differenziare la colite ischemica, che in molti casi ha un andamento spontaneamente favorevole, da altre condizioni che mettono a rischio la vita del paziente, segnatamente l’ischemia acuta mesenterica del piccolo intestino. La diagnosi differenziale deve essere molto rapida.
Trattamento
Purtroppo non esiste una cura unica che risolva a monte tutti i casi di ischemia intestinale, quindi in ogni paziente dovrà essere individuata rapidamente non solo l’ischemia intestinale, ma anche l’eziologia che l’ha determinata. La cura dipende da molti fattori, tra cui severità della presentazione clinica, eziologia, età del paziente.
Alcuni casi sono temporanei ed a risoluzione spontanea: in questo caso il paziente può non necessitare di una terapia specifica. I casi lievi possono essere gestiti con dieta liquida, stretta osservazione ed antibiotici. Vengono somministrati fluidi per via endovenosa per trattare la disidratazione e il paziente viene posto a riposo intestinale (ovvero niente da mangiare o da bere) finché i sintomi non si risolvono. Se possibile, la funzione cardiaca e l’ossigenazione dovrebbero essere ottimizzate per migliorare l’apporto di ossigeno all’intestino ischemico. Un sondino nasogastrico può essere inserito se è presente un ileo. I farmaci antibiotici vengono talvolta somministrati in casi da moderati a gravi; i dati a sostegno di questa pratica risalgono agli anni ’50, sebbene ci siano dati più recenti sugli animali che suggeriscono che gli antibiotici possono aumentare la sopravvivenza e impedire ai batteri di attraversare il rivestimento danneggiato del colon nel flusso sanguigno. L’uso di antibiotici profilattici nella colite ischemica non è stato valutato in modo prospettico nell’uomo, ma molte autorità ne raccomandano l’uso sulla base dei dati sugli animali. I pazienti in trattamento di supporto devono comunque essere attentamente monitorati. Se sviluppano sintomi e segni in peggioramento come un numero elevato di globuli bianchi, febbre, peggioramento del dolore addominale o aumento del sanguinamento, allora possono richiedere un intervento chirurgico; questo di solito consiste in laparotomia e resezione intestinale.
I pazienti con sintomatologia più severa richiedono l’ospedalizzazione, di rado un intervento chirurgico che ripristini il flusso sanguigno all’intestino e la rimozione dell’eventuale tessuto necrotico.
Prognosi e mortalità
La maggior parte dei pazienti con colite ischemica guarisce completamente, sebbene la prognosi dipenda dalla gravità dell’ischemia. I pazienti con malattia vascolare periferica preesistente o ischemia del colon ascendente (destro) possono essere maggiormente a rischio di complicanze o morte. La colite ischemica non gangrenosa, che comprende la stragrande maggioranza dei casi, è associata a un tasso di mortalità di circa il 6%. Tuttavia, la minoranza di pazienti che sviluppano cancrena a seguito di ischemia del colon ha un tasso di mortalità del 50-75% con trattamento chirurgico; il tasso di mortalità è quasi del 100% senza intervento chirurgico.
Complicanze a lungo termine
Circa il 20% dei pazienti con colite ischemica acuta può sviluppare una complicazione a lungo termine nota come colite ischemica cronica. I sintomi e segni di una ischemia intestinale cronica possono includere infezioni ricorrenti, diarrea sanguinolenta, perdita di peso, difficoltà digestive e dolore addominale cronico. La colite ischemica cronica viene spesso trattata con la rimozione chirurgica della parte cronicamente malata dell’intestino. Alcuni pazienti possono sviluppare inoltre stenosi del colon: una fascia di tessuto cicatriziale che si forma a seguito della lesione ischemica e restringe il lume del colon, rendendo difficoltoso il passaggio delle feci, con stipsi anche severa, soprattutto se la lesione si verifica nel colon discendente o nei pressi del sigma-retto. Le stenosi sono spesso trattate con attenzione; possono guarire spontaneamente nell’arco di 12-24 mesi. Se si sviluppa un’ostruzione intestinale a causa della stenosi, la resezione chirurgica è il trattamento usuale, sebbene siano state impiegate anche la dilatazione endoscopica e lo stent.
Prevenzione
Possibili fattori di protezione per la colite ischemica, sono:
- dimagrire se in sovrappeso od obesi;
- ridurre l’eccesso di colesterolo LDL ed aumentare il colesterolo HDL;
- smettere di fumare;
- curare eventuali vasculopatie, coagulopatie, aritmie cardiache, cardiopatie, ipotensione arteriosa, emorragie;
- evitare le droghe;
- alimentarsi in modo corretto;
- evitare la vita sedentaria;
- idratarsi in modo adeguato;
- assumere periodicamente eventuali farmaci anticoagulanti assegnati dal medico.
Continua la lettura con: Colite ischemica: epidemiologia, cause, fattori di rischio, segni e sintomi
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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