Microbiota umano, flora batterica, microbioma, probiotici, perbiotici, simbionti, postbiotici

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Il “microbiota umano” è l’insieme di microorganismi simbiontici (virus, batteri e funghi) che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo, ma anzi favorendolo, in un rapporto di mutuo vantaggio. Il microbiota umano è diffuso in qualsiasi parte del nostro organismo, compresa la pelle, lo stomaco, le ghiandole mammarie, il liquido seminale, l’utero, la placenta, la vagina, il pene, la vescica, i follicoli ovarici, il naso, il polmone, la saliva, la mucosa orale, la gola, la congiuntiva, le vie biliari ed il tratto gastrointestinale. In base al distretto anatomico interessato, esistono diversi tipi di microbiota: avremo quindi – ad esempio – il microbiota intestinale umano (in inglese “gut microbiota”), cioè quella parte di microbiota umano che risiede nel nostro intestino; il microbiota umano della pelle (“skin microbiota”), cioè quella parte di microbiota umano che risiede sulla nostra pelle; il microbiota genitourinario (“genitourinary system microbiota”), cioè quella parte di microbiota umano che risiede su genitali e sistema urinario (ureteri, vescica ed uretra). Ogni microbiota ha in genere una tipologia di batteri, virus e funghi specifica per il dato distretto anatomico in cui risiede. Ad esempio, nel colon sono tipicamente presenti questi batteri:

  • Bacteroides fragilis ;
  • Bacteroides melaninogenicus;
  • Bacteroides oralis;
  • Enterococcus faecalis;
  • Escherichia coli ;
  • Enterobacter sp.;
  • Klebsiella sp.;
  • Bifidobacterium bifidum;
  • Staphylococcus aureus;
  • Lactobacillus.

Il microbiota della pelle include invece spesso questi batteri:

  • Staphylococcus epidermidis;
  • Streptococcus mitis;
  • Cutibacterium acnes;
  • Corynebacterium spp.;
  • Acinetobacter johnsonii;
  • Staphylococcus aureus;
  • Streptococcus pyogenes;
  • Pseudomonas aeruginosa.

Sempre nella pelle possono essere ritrovati spesso questi funghi:

  • Candida albicans;
  • Rhodotorula rubra;
  • Torulopsis cutaneum;
  • Trichosporon cutaneum;
  • Microsporum gypseum;
  • Trichophyton rubrum;
  • Rhizopus stolonifer;
  • Trichosporon cutaneum;
  • Fusarium oxysporum;
  • Scopulariopsis brevicaulis;
  • Curvularia geniculata;
  • Alternaria alternata;
  • Paecilomyces variotii;
  • Aspergillus flavus;
  • Penicillium digitatum.

Il microbiota umano è composto da svariati miliardi di microrganismi, appartanenti a tra le 100 ed oltre 10.000.000 di specie differenti. Secondo alcune stime, considerate corrette per molti anni a partire dal 1972, in cui i calcoli erano considerati verosimili dal microbiologo Thomas Luckey, in un dato organismo umano, albergherebbero un numero di microrganismi 10 volte più elevato del numero delle cellule umano che lo compongono: questa cifra si basa su stime secondo cui il microbioma umano comprenda addirittura circa in totale 100 miliardi di microrganismi, mentre un essere umano adulto si stima possedere circa 10 miliardi di cellule umane totali. Nel 2014, l’American Academy of Microbiology ha pubblicato una FAQ che però sottolineava che il numero di cellule microbiche e il numero di cellule umane sono entrambe stime e osservava che una recente ricerca era arrivata a una nuova stima del numero di cellule umane – circa 37,2 miliardi , il che significa che il rapporto tra cellule microbiche e umane, se la stima originale di 100 miliardi di microrganismi fosse corretta, è più vicino a 3:1 e non a 10:1 come inizialmente stimato.  Nel 2016, un altro gruppo ha pubblicato una nuova stima del rapporto di circa 1: 1.
Quale che sia il rapporto corretto, è comunque chiaro l’impressionante fatto che il nostro corpo è probabilmente composto per la metà od oltre da cellule che non sono umane. Potremmo immaginare il nostro corpo come una grande città mobile, in cui hanno preso domicilio una quantità sterminata di microrganismi che hanno trovato un modo per convivere tra loro pacificamente, almeno finché non intervengano uno o più fattori a rompere la “tregua”: ogni microbiota ha infatti delicati equilibri che impediscono ai microrganismi NON simbiontici di “prendere il sopravvento”: se i componenti simbiontici del microbiota dovessero diminuire di numero (ad esempio a causa dell’uso prolungato di farmaci antibiotici), le risorse per i batteri, virus e funghi non simbiontici e potenzialmente patogeni tenderebbero ad aumentare favorendo così la diffusione di infezioni e perfino aumentando il rischio di cancro (ad esempio le alterazioni del microbiota intestinale sono associate ad un aumento del rischio di cancro al colon-retto). A ciò si può ovviare in vari modi, ad esempio eliminando la terapia antibiotica, assumento determinati alimenti ed integratori alimentari o con un trapianto di microbiota fecale.
Ricerche recenti indicano che possono verificarsi cambiamenti rapidi nel microbiota umano quando una persona migra da una parte da una nazione all’altra: il microbiota sembrerebbe cambiare adeguandosi al microbiota delle persone del Paese in cui il migrante giunge.
Alcuni usano l’espressione “microbiota umano” come sinonimo di “microbiota intestinale umano” ma ciò non è corretto, in quanto il microbiota intestinale umano è solo una parte del microbiota umano, anche se è la parte del microbiota maggiormente studiata.

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Necrobioma

Con la morte di un essere umano, il suo microbioma si differenzia ed entra far parte del “necrobioma”. Il necrobioma è l’insieme degli organismi viventi presenti in un corpo dopo che è deceduto ed è un importante costituente attivo del complesso processo di decomposizione fisica. Si ritiene che i suoi prevedibili cambiamenti nel tempo siano utili per aiutare a determinare l’ora della morte, quindi lo studio del necrobioma potrebbe essere utile nella medicina legale. Per approfondire, leggi anche:

Microbiota intestinale umano

Il microbiota intestinale umano è la parte di microbiota umano presente nell’intestino, importante per la salute del nostro apparato digerente. Il microbiota intestinale umano è anche detto “microbiota umano intestinale” o “microbiota fecale” o “microbiota intestinale” ed è composto per la maggior parte da batteri. Alterazioni del normale microbiota intestinale possono portare a vari sintomi e segni di colite, come meteorismo, diarrea e dolori intestinali.

Flora batterica e flora batterica intestinale

L’espressione “flora batterica” è sinonimo di “microbiota umano”, mentre “flora batterica intestinale” è sinonimo di “microbiota intestinale umano”.  Fino ad alcuni anni fa il microbiota intestinale umano veniva definito “flora batterica intestinale” ma, essendo composto non da soli batteri e non appartenendo i batteri al regno vegetale, la denominazione è stata cambiata, quindi attualmente è più corretto usare l’espressione “microbiota intestinale umano”.

Microbioma

Mentre il termine “microbiota” fa riferimento all’insieme di microrganismi vero e proprio, al contrario con il termine “microbioma” ci si riferisce al patrimonio genetico del microbiota. Il microbioma umano è quindi l’insieme di tutti i geni posseduti dai microrganismi che compongono il microbioma umano. Il numero di geni totale del microbiota è stimato essere oltre 100 volte il numero di geni del genoma umano.

Probiotici

Vengono definiti probiotici (termine che significa: in favore della vita), la definizione di consenso di probiotico secondo l’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) è: “microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute all’ospite”. Nuove scoperte hanno dimostrato l’importanza del microbiota nel corpo umano; esiste una tecnica terapeutica per la quale il microbiota viene trapiantato nel paziente. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha proposto una definizione molto precisa di probiotico: “un probiotico è un microorganismo vivente che, ingerito in quantità sufficiente, produce effetti benefici sulla salute di colui che li assume”.

Prebiotici

Un prebiotico è un alimento non digeribile che ha effetti benefici sulla salute stimolando selettivamente la crescita o l’attività di uno specifico (o di un numero ristretto) gruppo di microrganismi. La definizione di prebiotici secondo l’ISAPP è: “substrato che viene utilizzato selettivamente dai microrganismi dell’ospite conferendo un beneficio per la salute”.

Simbionti

L’uso congiunto di probiotici e prebiotici porta allo sviluppo di “simbiotici“. I prodotti simbiotici possono essere composti ad esempio da un lattobacillo probiotico e da sostanze prebiotiche che favoriscono nello specifico la proliferazione di bifidobatteri, in modo da assicurare un’azione sia nel piccolo intestino (lattobacillo) sia nel colon (prebiotico). La definizione di simbionte secondo l’ISAPP è: “una miscela composta da microrganismi vivi e substrato/i selettivamente utilizzati dai microrganismi ospiti che conferiscono un beneficio per la salute all’ospite”.

Postbiotici

L’ISAPP definisce postbiotico: una “preparazione di microrganismi inanimati e/o dei loro componenti che conferisce un beneficio per la salute all’ospite”. I postbiotici efficaci devono contenere cellule microbiche inattivate o componenti cellulari, con o senza metaboliti, che contribuiscono ai benefici per la salute osservati. Prima della classificazione della ISAPP diversi termini diversi, sinonimi tra loro, sono stati utilizzati nel corso degli anni nella letteratura scientifica per riferirsi a qualche forma di microrganismi inattivati o uccisi: tra cui paraprobiotici, parapsicobiotici, probiotici fantasma, metabiotici, probiotici tindalizzati e lisati batterici.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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