Fenomeni cadaverici: cosa succede al tuo corpo subito dopo la morte

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Ipostasi

Con ipostasi si intende il ristagno del sangue nelle parti declivi di un corpo privo di circolazione sanguigna. Le ipostasi generalmente iniziano a comparire 30 minuti circa dopo la morte ma inizialmente sono tenui, sparse e di colare rosato, tuttavia dopo circa 3 ore diventano più evidenti e raggiungono la massima intensità ed estensione dopo circa 12-28 ore. Possono dare indicazioni immediate al medico legale circa le possibili cause di morte: le ipostasi sono:

  • precoci ed intense in casi di morte per asfissia avvelenamento;
  • scarse e tardive in caso di ustioni, disidratazione, colera e dissanguamento.

La locazioni delle ipostasi danno indicazioni sulla posizione del cadavere e possono facilmente rivelare a investigatori e medici forensi, se e come il corpo è stato eventualmente spostato dopo la morte:

  • le ipostasi sulla nuca, sul dorso e nella fascia posteriore degli arti sono caratteristiche nei cadaveri in posizione supina (stesi a pancia in alto);
  • le ipostasi sul ventre sono caratteristiche nei cadaveri in posizione prona (stesi a pancia in basso):
  • negli impiccati sono disposte a guanto o a calzino nelle parti distali degli arti;
  • negli annegati sono disposte sul viso, sulle spalle e nel torace anteriore.

Inoltre nei punti di appoggio del cadavere al piano rigido (come scapole, glutei, polpacci etc) non si verifica la formazione di ipostasi e anche lacci, indumenti stretti e pieghe della cute ne impediscono la formazione.

Fasi delle migrazioni delle ipostasi:

  • migrazione totale: avviene in seguito allo spostamento del cadavere. Inizia nelle prime 6-8h e comporta la scomparsa delle ipostasi in via di formazione e la comparsa di nuove nelle nuove zone declivi;
  • migrazione parziale o fissità relativa: avviene spostando il cadavere 8-12 h dopo la morte. Comporta un “impallidimento” delle ipostasi primitive e la formazione di ipostasi tenue sulle nuove zone declivi;
  • fase di fissità assoluta: dopo 15h dalla morte le ipostasi già formate non si modificano.

Il colore delle ipostasi può fornire informazioni circa la causa della morte:

  • rosso vinoso (normale);
  • cianotica (morte per asfissia);
  • rosso vivo (avvelenamento da monossido di carbonio);
  • rosso accesso (avvelenamento da cianuro);
  • blu (avvelenamento da meta-emoglobinizzanti);
  • rosso roseo (annegamento);
  • rosso verdastro (quando subentra la putrefazione).

Livor mortis

Il livor mortis, o lividezza, corrisponde alla fase in cui il corpo diventa pallido e si ingrigisce, subito dopo la morte, a causa dell’assenza di battito cardiaco, che rallenta la circolazione sanguigna fino a farla cessare del tutto. Solitamente, il livor inizia a circa un’ora dalla morte e si sviluppa fino a 9-12 ore dopo l’autopsia. Talvolta, il corpo non solo impallidisce, ma assume anche una sfumatura verdastra. Questo curioso colorito è dovuto ai gas – tra cui anche una sostanza nota come idrogeno solfato – che si accumulano nelle cavità. L’idrogeno solfato reagisce con l’emoglobina presente nel sangue e forma sulfemoglobina, il pigmento verdastro che dà colore al cadavere.

Rigor mortis

Al momento della morte, si ha il rilassamento completo della massa muscolare che dona al cadavere uno stato di totale flaccidità. Dopo alcune ore, tuttavia, sopraggiunge la rigidità cadaverica (rigor mortis). Durante questa fase il corpo diventa rigido per via della tensione che colpisce i muscoli a causa dei cambiamenti che si verificano a livello cellulare. Il rigor inizia a 2-6 ore dalla morte e può durare fino a 48/84 ore, trascorse le quali i muscoli diventano flosci e cedevoli. Le fasi del rigor mortis sono le seguenti:

  1. insorge dopo almeno 2 o 3 ore circa dalla morte e la sua comparsa avviene per prima a livello mandibolare;
  2. si estende alla nuca;
  3. si estende ai muscoli facciali;
  4. si estende al collo;
  5. si estende agli arti superiori;
  6. si estende al tronco;
  7. si estende agli arti inferiori;
  8. la rigidità completa si raggiunge tra le 7 e le 12 ore dopo la morte;
  9. l’irrigidimento totale si mantiene per circa 36/48 ore;
  10. l’irrigidimento si risolve con lo stesso ordine di comparsa e i muscoli riprendono lo stato di flaccidità dopo circa 48/84 ore.

Raffreddamento del corpo (algor mortis)

L’algor mortis si verifica quando il corpo si raffredda, poiché tutti i meccanismi di regolazione della temperatura interna cessano di funzionare. Il tempo di raffreddamento del corpo dipende essenzialmente dalla temperatura esterna essendo ovviamente tanto più rapido quanto la temperatura esterna sia bassa. In genere l’algor mortis si verifica entro un periodo di circa 18-24 ore dal momento della morte, in particolare :

  • la temperatura si abbassa di 0,5 gradi ogni ora nelle prime 3-4 ore
  • scende di circa 1 grado ogni ora fra le 5-10 ore
  • nelle successive 12 ore la perdita di calore si riduce progressivamente fino a raggiungere la temperatura ambientale.

I fattori che favoriscono la dispersione di calore sono:

  • emorragie gravi con copiosa perdita di sangue;
  • età neonatale o giovanile;
  • scarso sviluppo della massa corporea;
  • scarso spessore del tessuto adiposo sottocutaneo;
  • malattie (colpi di sole, etilismo acuto, tetano, epilessia, traumi cranici etc…);
  • umidità;
  • temperatura ambientale bassa;
  • ventilazione ambiente;
  • assenza di vestiti del cadavere.

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Putrefazione

La putrefazione è dovuta all’azione di agenti batterici, micotici e di insetti, che consumano tutti i tessuti molli del corpo, fino a quando non ne rimane solo lo scheletro. E’ composta di vari stadi:

STADIO CROMATICO:
Comparsa di una macchia verdastra a livello del bacino sul lato destro, in corrispondenza di cicatrici addominali, orifizi respiratori e negli arti.
Compare in media tra le 16-36 ore dalla morta diffondendosi su tutta la superficie cutanea conferendole un colore tendente al verde. Durante il periodo estivo compare tra le 18-24h mentre nel periodo invernale tra i 3 e i 4 giorni.

STADIO ENFISEMATOSO:
Caratterizzato dal rigonfiamento del cadavere per effetto dei gas prodotti dalla putrefazione la cui pressione provoca sanguinamento delle ferite e degli orifizi, prolasso del retto e della vagina ed espulsione del feto in caso di donne gravide.
Protusione dei globi oculari e della lingua.
Comparsa in periodo estivo dai 3 ai 6 giorni, in periodo invernale dalle 3 alle 6 settimane.

STADIO COLLIQUATIVO:
“scollamento” e distacco di grandi porzioni di lembi cutanei con messa a nudo dei tessuti sottostanti ricchi di sierosità che favoriscono la colonizzazione da parte di insetti e batteri. La colorazione da verdastra assume una tonalità verde-nerastra.
Questo stadio si instaura 72-96 h e può durare qualche mese e perfino qualche anno in relazione alle condizioni ambientali.

SCHELETRIZZAZIONE:
Si realizza dopo 18-36 mesi dalla morte e si completa tra 1,5 e 3 anni.

I fattori che favoriscono la putrefazione sono:

  • giovane età;
  • sangue particolarmente fluido;
  • malattie che favoriscono uno sviluppo precoce di batteri (setticemie, peritoniti etc…);
  • umidità elevata;
  • temperature elevate.

I fattori che ritardano il processo putrefattivo sono:

  • età avanzata;
  • disidratazione dei tessuti;
  • dissanguamento;
  • somministrazione di antibiotici prima della morte;
  • ventilazione ambientale;
  • inumazione (1 giorno all’aria aperta equivale a 4 sottoterra);
  • sommersione (1 giorno in ambiente aperto equivale a 2 in acqua).

Macerazione

La macerazione è un fenomeno che interessa i cadaveri immersi in acqua o altro liquido per un lungo periodo. Inizialmente avremo uno sbiancamento della cute cui segue un progressivo raggrinsimento e sfaldamento della stessa. La fase successiva consiste nel distaccamento della cute e dei muscoli in corrispondenza delle inserzioni scheletriche.
Questa parte del processo si verifica inizialmente a livello delle mani e dei piedi (distacco dei guanti epidermici) entro 7-15 giorni di immersione. A partire dagli arti il processo si diffonde a tutto il corpo nell’arco di 6-12 mesi

Mummificazione

La mummificazione è un fenomeno dovuto ad una rapida evaporazione dei liquidi nei cadaveri che soggiornano per molto tempo in ambienti secchi e freddi (caverne, sotterranei, catacombe etc..) o in ambienti secchi e caldi (deserti o zone dal clima tropicale). E’ caratterizzata da un intensa disidratazione dei tessuti che compare nell’arco di 12 ore. I segni più evidenti di disidratazione sono:

  • aspetto della cute nelle zone sottili (labbra,naso,scroto) come “pergamenaceo”;
  • bulbi oculari flaccidi;
  • cornea opaca;
  • cristallino torbido.

I corpi mummificati non vanno incontro a putrefazione.La mummificazione è caratterizzata da:

  • cadavere molto leggero;
  • cute grigia-giallastra bruna, liscia e striata con consistenza simile a quella del cuoio o della pergamena.

Questo fenomeno può interessare interamente il cadavere o anche solo parti di esso e si completa nell’arco di 6-12 mesi dalla morte.

Saponificazione

Si verifica quando il cadavere è sommerso o inumato in terreni paludosi fuori dal contatto con l’aria. Si manifesta con la formazione di adipocera (un sapone insolubile) a livello sottocutaneo per poi diffondersi al tessuto adiposo. Ha un aspetto lardaceo untoso e un odore forte e sgradevole. La saponificazione è caratterizzata da un colore del corpo bianco-grigiastro. Inizia dopo 4-5 settimane dalla morte e si completa intorno ai 12-18 mesi.

Corificazione

E’ il fenomeno tipico dei cadaveri chiusi in casse zincate. I liquidi persi si raccolgono sul fondo della cassa. Questo fenomeno comporta la trasformazione della cute e del rivestimento degli organi i quali assumono un aspetto simile al cuoio. In questi casi il cadavere non va incontro a fenomeni putrefattivi.

I 5 stadi della decomposizione

Il processo di decomposizione è formato da cinque diversi stadi che si susseguono:

  1. primo stadio: comprende le prime ore dalla morte, quando sono visibili solo pochi segni, come la colorazione verdastra, il livor mortis e la tache noir. Alcuni insetti – solitamente mosche – iniziano già in questa fase a deporre le uova, da cui poi nasceranno le larve, che a loro volta contribuiranno a rimuovere dallo scheletro il tessuto molle.
  2. secondo stadio: il corpo comincia a gonfiarsi e inizia il processo di putrefazione. I gas che si accumulano nell’addome provocano il rigonfiamento del corpo.
  3. terza fase (decadimento): la pelle si rompe a causa della putrefazione e dell’azione dei vermi, permettendo così la fuoriuscita dei gas accumulati, una delle cause del forte odore emanato dal corpo.
  4. quarta fase: il corpo si riduce a pelle, cartilagine e ossa.
  5. quinta fase: vari tipi di coleotteri iniziano a rimuovere il tessuto più morbido, lasciando solo le ossa.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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