L’uomo che volle farsi fotografare mummificato

MEDICINA ONLINE Kenny Wells Matthew McConaughey protagonista di Gold - La grande truffa film 2016 diretto da Stephen Gaghan FRASI AFORISMI CITAZIONI FORESTA NATURA ORO GIUNGLAQuando nel 2003, la fotografa Ulla Lohmann visitò per la prima volta la tribù degli Anga, in Papua Nuova Guinea, gli anziani le dissero chiaro e tondo che la sua presenza non era gradita, e che doveva andarsene. La ragione per cui gli Anga non gradiscono i visitatori era la stessa per cui Lohmann voleva fotografarli: sono tra i pochi popoli che ancora oggi mummificano i propri defunti. E dopo averli mummificati, li dispongono su una sporgenza rocciosa nei pressi del loro villaggio, come se i morti potessero guardarli e proteggerli da lassù.

Lohmann però non si è arresa: ha continuato ad andare a trovare la tribù e a spiegare che voleva capire il modo di vivere dei suoi membri e il loro rapporto con la morte. Finalmente, durante una di queste visite, un anziano di nome Gemtasu le confidò che, dopo morto, avrebbe voluto essere mummificato ed essere messo a sedere accanto alla mummia di suo padre. Gemtasu inoltre chiese a Lohmann di fotografare la sua mummificazione e raccontare la sua storia. Quando, nel 2015, Gemtasu morì, la fotografa mantenne la promessa e tornò in Papua Nuova Guinea. Gli Anga, una tribù di circa 45.000 persone, hanno un metodo di mummificazione molto diverso da quello degli antichi Egizi, che svuotavano il corpo dall’interno e lo avvolgevano nel tessuto. Gli Anga invece mettono il morto seduto, e lo sottopongono a tre mesi di affumicazione su un fuoco sempre acceso che contribuisce a conservare il cadavere in un clima tropicale che lo farebbe decomporre in fretta (vedi foto). Quando il corpo si gonfia, viene bucato con stecchini di legno per far defluire i liquidi; dopodiché viene allargata con un bastoncino l’apertura anale per consentire la fuoriuscita degli organi.

I mummificatori devono rimanere con il corpo durante l’intero procedimento, e nessuna parte del cadavere – liquidi, intestino o il corpo stesso – deve mai toccare terra: è considerato tabù e cattivo auspicio. La cosa più importante è mantenere il volto del morto intatto. In una cultura che non conosce la fotografia, l’unico modo per conservare l’immagine del defunto è rendere il suo volto immortale.

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FONTE: http://www.nationalgeographic.it/

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