Principio attivo e nome commerciale
Un farmaco ha un nome commerciale e contiene un dato principio attivo (o più principi attivi). La cosa più importante di un farmaco non è chiaramente il suo nome commerciale, bensì il suo principio attivo. Prendiamo ad esempio Tachipirina ed Efferalgan: essi sono due farmaci che hanno nome commerciale diverso, ma contengono lo stesso principio attivo, cioè il paracetamolo. Quindi tra una compressa di Tachipirina 500 mg ed una di Efferalgan 500 mg non c’è nessuna differenza. Se un paziente avverte un maggior effetto con uno, piuttosto che con l’altro farmaco, è solo per un condizionamento psicologico. Ciò avviene spesso ad esempio con gli anziani, abituati per anni ad assumere un farmaco chiamato con un certo nome: difficilmente passeranno ad un farmaco con stesso principio attivo ma con nome commerciale diverso!
Farmaco “originale” e farmaco generico
La faccenda si è “complicata” quando sono stati messi sul mercato i farmaci “generici” cioè la versione “non di marca famosa” di prodotti di cui è venuta meno la copertura brevettuale. Molti pensano, ancora oggi e specie i già citati anziani, che il generico sia “meno buono” dell’originale. Ma è davvero così? Mettiamo ad esempio a paragone la Tachipirina e il suo gemello generico, il Paracetamolo:
TACHIPIRINA – Ogni compressa contiene PRINCIPIO ATTIVO: paracetamolo 500 mg. Eccipienti: cellulosa microcristallina, povidone, croscarmellosa sodica, magnesio stearato, silice precipitata.
PARACETAMOLO – Una compressa contiene PRINCIPIO ATTIVO: paracetamolo 500 mg. Eccipienti: Magnesio stearato; Amido di mais, Povidone.
Il principio attivo, riportato su entrambe le confezioni, come potete notare è uguale tra farmaco generico ed originale. La domanda che spesso ci facciamo è “Siamo sicuri che sia presente proprio la stessa identità quantità di principio attivo?”. Le risposte ci arrivano da varie fonti; nel dettaglio: dal sito Assogenerici e da un’intervista rilasciata dal Presidente Massimo Scarabozzi di Farmaindustria. I pareri combaciano perfettamente ed affermano la validità del farmaco generico, in quanto esso per legge deve risultare bioequivalente al brand di marca; esso, infatti, deve possedere – rispetto all’originale – tali caratteristiche precise:
- lo stesso principio attivo in uguale dose;
- la stessa forma farmaceutica;
- la stessa via di somministrazione;
- le stesse indicazioni terapeutiche.
Proprietà che possiamo per legge riscontrare perfettamente in entrambi i farmaci (originale e generico). Possono comunque essere presenti delle differenze riguardanti il metodo di preparazione o la composizione degli eccipienti, come i coloranti e i leganti, fatti che non influenzano neanche minimamante gli effetti terapeutici del prodotto. L’unica vera differenza è chiaramente il prezzo: il costo del generico è molto più basso del farmaco originale.
Farmaco generico e farmaco equivalente
Ma quale differenza c’è tra farmaco “generico” e farmaco “equivalente”? Assolutamente nessuna. Il nome in origine era “generico” ma, dal momento che tale denominazione “spaventava” i consumatori – e ritorniamo ai famosi anziani abituati a prendere il farmaco “originale” e non certo un “meno efficiente generico” – il nome è stato cambiato in “equivalente”, che è molto più rassicurante per i consumatori. Un farmaco generico con un dato principio attivo in una data quantità, è assolutamente identico al farmaco equivalente con medesimo principio attivo e stessa quantità.
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