Con “colite microscopica” (in inglese “microscopic colitis“) in medicina ci si riferisce a due condizioni mediche correlate che causano diarrea cronica: la colite collagenosica e la colite linfocitica. Entrambe le condizioni sono caratterizzate dalla presenza di diarrea acquosa cronica non ematica, aspetto normale alla colonscopia e reperti istopatologici caratteristici. Il fatto che i due tipi di colite microscopica, quella collagenosica e quella linfocitica, condividano molte caratteristiche, ha portato alcuni ricercatori – tra cui il sottoscritto – a propendere per il fatto di essere di fronte a due sottotipi della stessa malattia.
Cenni storici
La condizione di colite microscopica è stata descritta per la prima volta come tale nel 1982. La colite linfocitica è stata descritta nel 1989. La colite collagenosica è stata riconosciuta prima, nel 1976.
Epidemiologia
L’incidenza e la prevalenza della colite microscopica si avvicinano a quella della colite ulcerosa e del morbo di Crohn. Studi in Nord America hanno rilevato tassi di incidenza di 7,1 per 100.000 persone all’anno per la colite collagenosica e 12,6 per 100.000 persone all’anno per la colite linfocitica. La prevalenza è stata stimata in 103 casi ogni 100.000 persone. Le persone che sviluppano la colite microscopica sono tipicamente, anche se non esclusivamente, femmine di mezza età. L’età media della diagnosi è di 65 anni, ma il 25% dei casi viene diagnosticato al di sotto dei 45 anni. La colite microscopica è la diagnosi in circa il 10% dei pazienti con diarrea cronica non ematica.
Cause
Le cause esatte delle coliti microscopiche sono purtroppo attualmente sconosciute. Si sopetta che le coliti microscopiche abbiano un maccanismo eziologico autoimmunitario. Nei pazienti con colite microscopica è stata notata una frequente correlazione con l’assunzione assidua di alcuni farmaci, in particolare inibitori della pompa protonica, antagonisti dei recettori istaminici H2 (H2 antagonisti), inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Fattori di rischio
Possibili fattori di rischio per le coliti microscopiche, sono:
- sesso femminile;
- età compresa tra 40 e 65 anni;
- presenza di malattie autoimmuni;
- assunzione cronica di farmaci, tra cui:
- inibitori della pompa protonica;
- H2 antagonisti;
- inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI);
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Sintomi e segni
Il segno principale è la diarrea acquosa persistente non sanguinante, che può essere abbondante e con vari movimenti intestinali al giorno (anche una decina). Le persone con colite microscopica possono anche provare vari sintomi e segni, tra cui:
- dolore addominale;
- urgenza di defecazione;
- incontinenza fecale;
- affaticamento;
- disidratazione;
- ipotensione arteriosa;
- perdita di peso.
Le coliti microscopiche in genere si caratterizzano per periodi di remissione – in cui gli episodi diarroici diminuiscono – e riacutizzazione, in cui gli episodi tendono nuovamente ad aumentare. I pazienti riferiscono in genere la frequente diarrea determina una globale riduzione della loro qualità della vita, interferendo gli episodi di diarrea con le relazioni sociali, i viaggi e, a volte, anche con le attività lavorative. Per tali motivi alcuni pazienti possono soffrire di depressione e fobia sociale.
Condizioni associate
Nelle persone con colite microscopica è stata segnalata una maggiore incidenza di malattie autoimmuni o a sospetta eziologia autoimmunitaria, ad esempio artrite, sindrome di Sjögren, disturbi autoimmunitari della tiroide e celiachia. La diarrea da acidi biliari si riscontra nel 41% dei pazienti con colite collagenosa e nel 29% con colite linfocitica. Inoltre, il fumo di sigaretta è stato identificato come un importante fattore di rischio di colite microscopica.
Diagnosi
La diagnosi si sospetta in base all’anamnesi e all’esame obiettivo. Nelle coliti microscopiche l’aspetto del colon alla colonscopia è tipicamente normale o quasi normale. Anche i test radiologici, come un clistere di bario, sono tipicamente normali. Poiché i cambiamenti anatomo-patologici sono spesso distribuiti in modo irregolare, un esame limitato al retto può non rilevare casi di colite microscopica, pertanto è necessaria una colonscopia completa. Vengono prelevate più biopsie del colon per formulare la diagnosi. Le caratteristiche istologiche delle biopsie del colon che indicano colite microscopica sono: più di 20 linfociti intraepiteliali per 100 cellule epiteliali e, inoltre, 10-20 μm di una banda di collagene subepiteliale ispessita nella colite collagenosa. L’infiammazione della lamina propria, con cellule principalmente mononucleate, può essere osservata nella colite collagenosa.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale si pone nei confronti di patologie che possono dare quadri clinici simili, tra cui:
- patologie che alterano gli acidi biliari;
- patologie correlate al malassorbimento del lattosio;
- celiachia;
- morbo di Crohn;
- colite ulcerosa;
- colite infettiva;
- altro tipo di infiammazione del colon.
Anatomia patologica
La colite microscopica è caratterizzata da un aumento delle cellule infiammatorie, in particolare dei linfociti, nelle biopsie del colon con un aspetto e un’architettura macroscopica del colon altrimenti normali. Le cellule infiammatorie sono aumentate sia nell’epitelio superficiale (“linfociti intraepiteliali”) che nella lamina propria. La caratteristica chiave è più di 20 linfociti intraepiteliali per 100 cellule epiteliali. Queste sono le caratteristiche principali della colite linfocitica. Un’ulteriore caratteristica distintiva della colite collagenosa è uno strato di collagene subepiteliale ispessito, che può raggiungere uno spessore di 30 micrometri e che si verifica in aggiunta alle caratteristiche riscontrate nella colite linfocitica.
Trattamento
Sia la colite linfocitica che quella collagenosa hanno dimostrato in studi randomizzati controllati con placebo di rispondere bene alla budesonide, un glucocorticoide. La budesonide formulata per essere attiva nel colon distale e nel retto è efficace sia per la malattia attiva che per la prevenzione delle ricadute; tuttavia queste ultime si verificano frequentemente dopo la sospensione della terapia. Studi su una serie di altri agenti tra cui antidiarroici, subsalicilato di bismuto (Pepto-Bismol), mesalazina/mesalamina (da soli o in combinazione con colestiramina), corticosteroidi sistemici, colestiramina, immunomodulatori e probiotici hanno dimostrato di essere meno efficaci della budesonide per il trattamento di entrambi forme di colite microscopica. Inibitori anti-TNF, l’ileostomia divisa, l’ileostomia deviante e la colectomia subtotale sono opzioni per la gestione della colite microscopica steroide-dipendente o refrattaria alle altre terapie di prima scelta. Attualmente, la necessità di ricorrere alla chirurgia è limitata considerando il miglioramento delle opzioni di terapia farmacologica, tuttavia il trattamento chirurgico è ancora preso in considerazione per i pazienti con colite microscopica grave e non responsiva.
Prognosi
La prognosi per la colite linfocitica e la colite collagenosa è generalmente buona ed entrambe le condizioni sono considerate benigne. La maggior parte delle persone affette da queste condizioni guarisce dalla diarrea e le anomalie istologiche si risolvono, sebbene si verifichino comunemente ricadute se il trattamento di mantenimento non viene continuato. Solo in rari casi è necessario un trattamento chirurgico, non sempre però risolutivo.
Per approfondire:
- Colite collagenosica: cause, sintomi, segni, diagnosi, trattamento e prognosi
- Colite linfocitica: cause, sintomi, segni, diagnosi, trattamento e prognosi
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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