Dolore prima, durante e dopo la defecazione: cause e cure

MEDICINA ONLINE BAGNO CACCA FECI WATER WC TOILETTE INTESTINO COLON STIPSI STITICHEZZA RETTO ANO EMORROIDI DOLORE COPROCULTURA ANALISI SANGUE FECI ANALISI INFEZIONE PESO DIETA DIMAGRIRE LASSATIVO URINA PIPI CISTITE BERE ACQUPercepire dolore poco prima, durante e/o dopo la defecazione è un sintomo molto frequente che si verifica in una gran Continua a leggere

Differenza tra emorroidi e polipi

MEDICINA ONLINE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO SCOPIA APPARATO DIGERENTE CIBO DIGESTIONE TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI EPATICA FEGATO VOMITOEmorroidi

Con il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce proprio alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo.

Le emorroidi possono essere “interne” ed “esterne” ed in base a ciò possono presentarsi in modo diverso. Tuttavia, molte persone possono avere una combinazione delle due. Un sanguinamento abbastanza significativo da causare anemia è raro, un’emorragia tale da mettere in pericolo di vita è ancora più raro. Molte persone si sentono in imbarazzo riguardo alla condizione e, spesso, cercano cure mediche solo quando la situazione è ormai in uno stadio avanzato. Se non trombotiche, le emorroidi esterne possono causare un lieve problema. Tuttavia, quando vi è una trombosi, esse possono essere molto dolorose con risoluzione che si ha in genere in più di 2 o 3 giorni. Il gonfiore può richiedere un paio di settimane per scomparire, e dopo la guarigione un’escrescenza di pelle può rimanere. Se sono di grandi dimensioni e provocano problemi con l’igiene, possono causare irritazione della pelle circostante e prurito intorno all’ano. Le emorroidi interne, solitamente, si presentano indolori, di colore rosso vivo e con sanguinamento rettale che si verifica durante i movimenti intestinali: una condizione nota come ematochezia. Le feci, solitamente, si presentano di un colore normale. Altri sintomi possono includere scarico delle mucose, una massa perianale se vi è prolasso attraverso l’ano, prurito e incontinenza fecale. Le emorroidi interne sono solitamente dolorose solo se diventano trombotiche o necrotiche. I sintomi di emorroidi patologiche dipendono dalla localizzazione. Le emorroidi interne di solito si presentano indolori e con sanguinamento rettale, mentre le emorroidi esterne possono produrre alcuni sintomi e forte dolore se si verifica trombosi e gonfiore nella zona dell’ano.

Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente.

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Polipi

Quando si parla di “polipi intestinali” o più semplicemente “polipi”, si intendono delle strutture che determinano rilievi della mucosa intestinale e dello stomaco di natura per lo più benigna. Alcuni polipi (adenomi) possono, se lasciati in sede e se diventano molto grossi, degenerare e diventare maligni. È accertato che la maggior parte dei tumori maligni dell’intestino derivano da polipi (adenomi) inizialmente benigni. La diagnosi di polipo intestinale, al contrario delle emorroidi, necessita di esame endoscopico (gastroscopia o colonscopia, tramite le quali si può effettuare anche biopsia). I polipi sono spesso asintomatici, cioè non dare alcun sintomo, anche per lunghi periodi, al contrario delle emorroidi, specie quelle esterne, i cui sintomi si rendono spesso manifesti. La diagnosi di poliposi viene effettuata solo quando il paziente si sottopone ad alcuni esami quali la ricerca del sangue occulto nelle feci, oltre agli esami endoscopici prima citati. Seconda della sede e delle dimensioni si possono manifestare, dolore, presenza di sangue nelle feci e alterazioni dell’alvo, fino anche ad occlusione intestinale.  La terapia è l’asportazione chirurgica per via endoscopica.

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Sangue occulto nelle feci: da cosa dipende e come si cura

MEDICINA ONLINE INTESTINO COLON TENUE CRASSO APPENDICE TRASVERSO ASCENDENTE DISCENDENTE RETTO ANO COLECISTI STOMACO DUODENO ILEO PARALITICO ADINAMICO MECCANICO OSTRUZIONE OCCLUSIONE SUBOIl sangue occulto nelle feci è uno scenario nel quale gli escrementi presentano delle tracce di sangue non tali da essere visibili a occhio nudo, ma comunque sufficienti da poter essere apprezzate attraverso delle analisi di laboratorio. Si tratta dunque di un test molto importante per lo screening per il tumore del colon-retto, che i medici consigliano di ripetere almeno una volta ogni due anni, superata la cinquantina. Naturalmente, come spesso avviene attraverso tali test di screening, anche questa analisi non ha valenza diagnostica, ma serve unicamente per identificare le persone a rischio per tale tipologia di patologia, e per i polipi intestinali.

Da cosa può dipendere il sangue occulto nelle feci

Sancito quanto precede, è altrettanto ovvio che per poter diagnosticare quali siano le motivazioni sottostanti al sangue occulto nelle feci è necessario indirizzare il paziente verso altri specifici esami, come la colonscopia. Il sangue occulto nelle feci può infatti dipendere da un lungo elenco di diverse condizioni come, tra i principali, l’ulcera duodenale o gastrica, le varici esofagee, la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, la diverticolite, le fistole anali, o ancora la possibile contaminazione del campione con sangue mestruale o delle urine, emorroidi, ragadi, dieta inadeguata e così via. Nonostante non sia utile per poter diagnosticare correttamente la patologia alla base del sangue occulto nelle feci, effettuare regolarmente questo esame risulta essere molto utile per una prognosi tempestiva di qualche problema. Stando ai risultati di alcuni studi recenti, ad esempio, la ricerca di sangue occulto nelle feci ha mostrato una riduzione del 33% se il test veniva effettuato ogni anno, e del 21% se effettuato ogni due anni.

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Come prepararsi al test

La preparazione al test per il sangue nelle feci può essere effettuata secondo le indicazioni specifiche del medico, considerando che dipenderà dalla tecnica di diagnostica scelta. In linea di massima, le tecniche tradizionali si basano sull’uso del guaiaco, sfruttando delle striscette di carta che sviluppano un colore definito in presenza di sangue. Per evitare dei falsi risultati positivi, è comunque consigliabile, nei giorni precedenti l’esame, astenersi dal consumo di carni rosse crude o semicrude, salumi, fonti ricchi di vitamine C, alcolici, medicinali antinfiammatori. È ancora consigliato pulire i denti con delicatezza al fine di evitare emorragie gengivali, e seguire un’alimentazione ricca di fibre.

Esistono ad ogni modo delle nuove tecniche di diagnostica molto più avanzate di queste tradizionali, in seguito alle quali non è più necessario rispettare tali norme. I test sono tuttavia in grado di evidenziare solamente la presenza di sangue occulto che proviene dal colon e dal retto, poiché la globina (la porzione proteica che viene impattata da anticorpi diretti attraverso tali test) non supera “indenne” il tratto gastrointestinale superiore, essendo sostanzialmente digerita.

Di norma, questi test più innovativi vengono riservati dunque per i soli test di screening per il cancro al colon / retto, anche per il plus determinato dall’indipendenza dei risultati da possibili emorragie dei tratti iniziali del tubo digerente.

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Qualche ulteriore consiglio

Si ricorda infine che per poter incrementare l’utilità dei test, è importante – durante la raccolta delle feci – campione – cercare di rispettare le indicazioni che il centro di analisi fornirà a tutti i pazienti. Di solito, queste indicazioni sono abbastanza basilari, e fanno riferimento alla necessità di usare un apposito recipiente sterile, ed emettere le feci in un recipiente, evitando di mescolarle con altre sostanze come urine, acqua del wc, detergenti. Quindi, occorre procedere a raccogliere il campione con un’apposita spatolina in almeno tre punti diversi delle feci, fino a riempire metà del recipiente (ottenendo così un campione quanto più omogeneo possibile). Si dovrà infine procedere a scrivere il nome sull’etichetta del sistema per la raccolta delle feci, condurre il campione in laboratorio entro alcune ore o, nella necessità di raccogliere più campioni, conservare le stesse all’interno del frigorifero. Per i motivi e le intuizioni che dovrebbero essere ben chiare a questo punto, evitare di eseguire il test di ricerca del sangue occulto nelle feci durante le mestruazioni, in presenza di emorroidi sanguinanti o quando si perde del sangue con le urine: in tutte queste ipotesi, infatti, i test potrebbero essere inficiati e contaminati da altre sostanza che potrebbero fornire falsi risultati.

Quale contenitore sterile usare?

Per raccogliere e conservare correttamente il campione di feci da inviare in laboratorio, è necessario usare un contenitore sterile apposito, dotato di spatolina. Il prodotto di maggior qualità, che ci sentiamo di consigliare per raccogliere e conservare le feci, è il seguente: http://amzn.to/2C5kKig

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Sangue occulto nelle feci: come interpretare il risultato dell’esame

MEDICINA ONLINE PRELIEVO VALORI ANEMIA DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORI VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOIn condizioni normali lo stomaco e l’intestino perdono una quantità di sangue minima durante la digestione, quindi la presenza nelle feci è trascurabile e non è rilevabile dall’esame del sangue occulto.

Quando sono presenti polipi, cioè le piccole sporgenze simili a dita all’interno dell’intestino o del retto, questi possono essere fragili e sanguinare, ad esempio quando vengono a contatto con i prodotti della digestione. Il sangue di solito non è visibile ad occhio nudo nelle feci, ma può essere individuato con l’esame del sangue occulto. I polipi benigni sono relativamente comuni dopo i 50 anni, ma possono diventare maligni e diffondersi anche in altre parti dell’organismo (tumore metastatico).

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La maggior parte dei casi di tumore del colon-retto ha infatti origine da polipi intestinali benigni che si trasformano in polipi maligni. Il sangue nelle feci, quindi, può indicare che il paziente ha dei polipi intestinali che, se non controllati, potrebbero trasformarsi in un tumore maligno. In molti casi le tracce di sangue sono il primo e unico segno del tumore al colon-retto, quindi l’esame del sangue occulto nelle feci è uno strumento di screening fondamentale per questo tipo di tumore. L’esame del sangue occulto nelle feci può essere eseguito con metodi diversi a seconda del laboratorio ma, indipendentemente dalla tecnica di analisi usata, è consigliabile eseguire l’esame su almeno tre campioni raccolti in giorni diversi, perché il sanguinamento, in particolare quello causato dai polipi e dai tumori, è intermittente. Con i test di ultimissima generazione potrebbe essere sufficiente, almeno a livello di screening, l’esecuzione su un unico campione.

In media, per ogni 100 persone che fanno l’esame, cinque risultano positive (fonte: AIRC). In caso di esito positivo saranno necessari ulteriori approfondimenti per capirne l’origine, in quanto l’esame permette solo di sapere se sia presente o meno, e distinguere così le diverse possibili spiegazioni (oltre al tumore il test potrebbe essere positivo a causa di emorroidi, ragadi, diverticolosi…). Il grande vantaggio di questo esame è che, a differenza della colonscopia, non è assolutamente invasivo e non richiede alcun tipo di preparazione. È inoltre economico e permette di mettere in atto programmi di screening a livello dell’intera popolazione (in base all’età, ovviamente).

I lati negativi sono invece i seguenti:

  • Potrebbe non rilevare un tumore che non sanguina,
  • Può essere causa di falsi positivi,
  • Richiede di essere fatto relativamente spesso (una volta all’anno secondo alcune società scientifiche),
  • La colonscopia è necessaria in caso di esito positivo.

Interpretazione

Un risultato negativo indica che non è presente sangue nelle feci e, anche se non consente di escludere con assoluta certezza la presenza di un tumore, permette una ragionevole tranquillità. Un esito positivo indica che c’è un sanguinamento anomalo nell’apparato digerente, la cui causa può essere per esempio:

  • ulcera,
  • diverticolite,
  • polipi,
  • malattia infiammatoria cronica intestinale,
  • emorroidi,
  • tumore.

Alcuni test di vecchia generazione potrebbero positivizzarsi anche in caso di sanguinamento presente a livello di gengive o naso, mentre nei test più recenti (immunochimici) viene individuato solo il sangue proveniente dal tratto digestivo inferiore. Se l’esito dell’esame è positivo, a prescindere dalla metodologia usata è necessario eseguire ulteriori accertamenti, ad esempio la sigmoidoscopia o la colonscopia.

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Valori Alti

  • Diverticolite
  • Emorroidi
  • Malattia infiammatoria intestinale
  • Polipi intestinali
  • Tumore al colon
  • Tumore al retto
  • Ulcera peptica.

Fattori che influenzano l’esame

L’esame può dare un esito falso positivo se:

  • le gengive sanguinano, perché si è andati dal dentista o si soffre di gengivite,
  • il paziente soffre di sanguinamento gastrico provocato dai FANS (antinfiammatori non steroidei), come l’aspirina, il naprossene e l’ibuprofene,
  • (per alcune metodologie) il paziente assume alimenti come la carne rossa, i broccoli, le rape, il cavolfiore, le mele, le arance, i funghi e il rafano, e farmaci come la colchicina, medicinali contenenti ferro e gli ossidanti (come lo iodio e l’acido borico).
  • L’esame può dare un esito falso negativo se il paziente assume integratori e alimenti contenenti la vitamina C.

I risultati possono essere falsati se il campione è contaminato da urine contenenti sangue o dal sangue mestruale.

Quando viene richiesto l’esame

L’esame del sangue occulto nelle feci viene quasi sempre eseguito insieme agli altri esami di routine ed è usato principalmente per la diagnosi precoce del tumore al colon. È uno strumento di screening, e non diagnostico. I medici del Ministero della Salute consigliano ai soggetti di età compresa tra i 50 e i 69 anni di sottoporsi all’esame ogni due anni, mentre l’American Cancer Society americana e altre organizzazioni consigliano di eseguirlo una volta all’anno a partire dai 50 anni di età, oppure seguendo la prescrizione medica basata sulla famigliarità del paziente. La maggior parte dei pazienti che si sottopone all’esame è asintomatica. In alcuni casi il medico può prescrivere la ricerca se il paziente soffre di un’anemia inspiegabile che potrebbe essere causata da sanguinamenti occulti nell’apparato digerente, oppure anche solo sintomi correlati: spossatezza, emoglobina ed ematocrito bassi, feci più scure del normale.

Preparazione richiesta

Prima di eseguire l’esame del sangue occulto nelle feci bisogna osservare diverse precauzioni e raccomandiamo di chiedere indicazioni in merito al medico od al laboratorio. Per gli esami eseguiti con i metodi immunochimici, i più recenti, non ci sono particolari necessità di preparazione, perché l’esame usa gli anticorpi che individuano soltanto il sangue proveniente dal colon. In caso di tecnologie meno recenti è invece possibile che vengano suggerite alcune avvertenze prima di sottoporsi al test:

  • Farmaci: Alcuni medicinali sono in grado di causare sanguinamenti e/o falsi positivi, verrà quindi valutato con il medico se e come sospenderli. Ricordiamo per esempio l’aspirina e gli antinfiammatori in genere, ma non solo. L’American Cancer Society ne raccomanda la sospensione a partire da una settimana prima.
  • Alcuni alimenti (ad esempio la carne rossa, i broccoli, le rape, il cavolfiore, le mele, le arance, i funghi e il rafano, …) possono reagire con il reagente del test ed essere causa di falsi positivi. Utile sospenderne il consumo da 3 giorni prima.
  • La vitamina C, al contrario, può inibire la reazione ed essere causa di falsi negativi; andranno quindi evitati gli integratori che la contengono, così come gli alimenti che ne sono ricchi (arance, limoni, kiwi, …) nei 3 giorni precedenti la raccolta.
  • La ricerca del sangue occulto potrebbe positivizzarsi anche in caso di sangue proveniente dalla bocca, il paziente deve quindi evitare gli interventi dentistici nei tre giorni precedenti la raccolta del campione perché, se le gengive sanguinano, l’esito dell’esame sarà positivo.

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Altre informazioni

Screening del tumore del colon-retto

La ricerca del sangue occulto può essere preceduta o seguita dall’esplorazione digitale del retto, che serve per individuare eventuali polipi rettali. Se la ricerca di sangue occulto dà esito positivo, possono essere seguiti da altri accertamenti, per individuare i polipi, rimuoverli e sottoporli alla biopsia. Questi altri accertamenti possono anche essere svolti in alternativa all’esame delle feci, se il medico lo ritiene opportuno. Tra di essi ricordiamo:

  • La rettosigmoidoscopia, che viene talvolta usata anche a livello di screening; è un esame simile alla colonscopia, ma che si limita alla valutazione del tratto terminale dell’intestino e richiede quindi una preparazione meglio tollerata dai pazienti. L’AIRC consiglia di effettuarla un’unica volta se l’obiettivo è lo screening, tra i 58 e i 60 anni.
  • La colonscopia è un esame più invasivo: il retto e il colon sono esaminati con un tubicino flessibile. Anche durante la colonscopia possono essere rimossi gli eventuali polipi. Questo esame viene consigliato in caso di precedente diagnosi di polipi (in genere ogni 5 anni) oppure nei soggetti con famigliarità per il tumore al colon. Se usata come screening è sicuramente l’esame più affidabile, la l’invasività la rende un’opzione poco pratica.
  • La colonscopia virtuale è un esame meno invasivo che usa la stessa tecnologia della TAC per visualizzare il colon, minimizzando così i disagi per il paziente rispetto all’esame classico. È molto più accurata rispetto alla ricerca del sangue occulto e, essendo meno invasiva, potrebbe permettere un’applicazione su vasta scala per individuare con largo anticipo la presenza di tumore, ma esistono alcuni dubbi che sono ad oggi ancora in fase di valutazione prima che possa essere proposta in sostituzione dell’esame del sangue.

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Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAGNO TAZZA TOILETTE WC SANITARI CACCA FECI URINA PIPI GABINETTO BIDET CISTITE EMORROIDI STIPSI COSTIPAZIONE STITICHEZZALa presenza di sangue nelle feci conferisce loro un colore molto scuro, tendente al nero. È sangue che arriva dalla zona alta dell’apparato gastrointestinale, ovvero dall’esofago, dallo stomaco e dall’intestino tenue: se il sangue derivasse da una zona bassa dell’intestino (più vicino all’ano), il sangue sarebbe di colore rosso vivo e non marrone scuro tendente al nero. Le feci nere dovute a sanguinamento prendono il nome di “melena“. Non tutte le feci nere sono necessariamente dovute a sanguinamento: “false melene” sono quelle feci che risultano scure o nere, ma in realtà non contengono sangue.
Le feci nere possono essere provocate da varie cause, come ad esempio l’ingestione di alcune sostanze o l’assunzione di integratori di ferro. Tuttavia, come prima accennato, le feci nere possono anche essere causate da una grave condizione, ovvero il sanguinamento nel tratto digestivo dovuto ad un’ulcera peptica. Tra le cause più comuni di feci nere spiccano:

  • ulcera allo stomaco (ulcera peptica);
  • infiammazione del tratto gastrointestinale;
  • uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei.

Le feci nere potrebbero essere un’abitudine per le persone che hanno subito un intervento di colectomia, perché il cibo non viene digerito nel modo più completo. Tuttavia, se si è presentato un sanguinamento gastrointestinale in passato, le feci hanno un cattivo odore o il problema va avanti per più di un paio di giorni, consultare immediatamente il medico.

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Le cause di feci nere

Una delle possibili cause di melena è l’ulcera che sanguina: l’ulcera è una ferita che appare sul rivestimento dello stomaco, può provocare sanguinamento e melena. Contrariamente alla credenza popolare, le ulcere allo stomaco non sono di solito causate da stress o da cibo piccante (anche se questi possono aggravare un’ulcera già esistente). In realtà, esse sono causate da un’infezione dovuta ad un batterio chiamato Helicobacter pylori (H. pylori). Gli antibiotici sono normalmente prescritti per eliminare l’infezione, e talvolta un riduttore acido. Un’altra causa di ulcere allo stomaco è l’uso a lungo termine di farmaci antidolorifici noti come FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei). I FANS possono irritare lo stomaco, indebolendo la capacità del rivestimento di resistere all’acido prodotto nello stomaco. Per questo stesso motivo, i FANS hanno un effetto negativo sulla malattia di Crohn e la colite ulcerosa. I FANS sono farmaci comuni come l’ibuprofene, il naprossene sodico e l’aspirina. Alcuni FANS sono prescritti dai medici. Le ulcere dello stomaco, causate da FANS, di solito guariscono dopo che viene interrota la somministrazione del farmaco incriminato. Anche la gastrite (l’infiammazione del rivestimento dello stomaco) può determinare la comparsa di feci nere. Questa infiammazione può essere causata da troppo alcol o cibo, dal cibo piccante, dal fumo, da infezione da batteri o dall’uso prolungato di FANS. La gastrite si può sviluppare anche dopo un intervento chirurgico o un trauma, oppure può essere associata a condizioni mediche preesistenti. Le varici esofagee sono vene dilatate nella parete dello stomaco, nell’esofago o superiore o inferiore, e possono anch’esse determinare la comparsa di feci nere. Quando queste vene si rompono, possono causare sanguinamento, che può far comparire il sangue nelle feci o nel vomito. Le varici esofagee sono una grave complicanza derivante da ipertensione portale (pressione alta) causata da cirrosi epatica.

Quali sintomi accompagnano la comparsa di feci nere?

Le feci nere possono essere accompagnate da altri sintomi, che variano a seconda della causa principale. I sintomi e segni che possono accompagnare le feci nere includono:

  • dolore addominale;
  • gonfiore addominale;
  • cambiamento delle abitudini intestinali;
  • diarrea;
  • indigestione;
  • sintomi simil-influenzali ;
  • feci maleodoranti;
  • nausea e vomito;
  • scarso appetito;
  • malessere generale;
  • astenia;
  • dolore rettale o sensazione di bruciore;
  • perdita di peso imprevisto.

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Come avviene la diagnosi delle feci nere?

La causa a monte delle feci nere generalmente viene diagnosticata dal medico tramite anamnesi, esame oggettivo e vari test di laboratorio e di diagnostica per immagini. Questi test possono includere:

  • radiografie;
  • ecografie;
  • esami del sangue;
  • esami delle feci;
  • ricerca di sangue nelle feci;
  • colonscopia;
  • gastroscopia;
  • cultura delle feci.

A quali trattamenti si deve ricorrere in caso di feci scure?

La cura varia in base alle cause che hanno generato il problema, quindi può essere farmacologica, chirurgica o di altro genere, a seconda dei casi.

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Feci nere nei bambini e neonati

E’ possibile che le feci assumano questa colorazione per una assunzione eccessiva di ferro, se il bambino si è alimentato con molte verdure. Se la colorazione invece è del tutto nera allora è necessario far visitare subito il bambino dal pediatra perché ciò potrebbe essere sintomo di sanguinamento nel tratto digestivo alto ed il colore scuro essere determinato dalla presenza di sangue digerito. Se insieme alle feci si vedono invece piccole striature di sangue rosso vivo, la causa più frequente risiede in piccole ragadi o escoriazioni della mucosa anale, dovute all’espulsione di feci più dure; la mamma (o il pediatra) se ne accorge perché sono ben visibili attorno all’ano. Per evitarle, basta fare in modo di ammorbidire le feci, curando un’eventuale stitichezza; per lenire il fastidio, si possono applicare pomate cicatrizzanti, ad esempio a base di fitostimoline, oppure un po’ di pomata all’ossido di zinco che ha la funzione di proteggere la pelle al passaggio delle feci.

Quale contenitore sterile usare per l’esame delle feci?

In caso di un eventuale esame delle feci, per raccogliere e conservare correttamente il campione di feci da inviare in laboratorio, è necessario usare un contenitore sterile apposito, dotato di spatolina. Il prodotto di maggior qualità, che ci sentiamo di consigliare per raccogliere e conservare le feci, è il seguente: http://amzn.to/2C5kKig

I migliori prodotti per la salute dell’apparato digerente

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere del vostro apparato digerente, in grado di combattere stipsi, fecalomi, meteorismo, gonfiore addominale, acidità di stomaco, reflusso, cattiva digestione ed alitosi:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Tumore del colon retto: sintomi iniziali, tardivi e ritardo nella diagnosi

MEDICINA ONLINE DIAGNOSI DIFFERENZIALE ESEMPIO DISPNEA MEDICO PAZIENTE ANAMNESI VISITA ESAME OBIETTIVO IDIOPATICO SINTOMI DOLORE STUDIO OSPEDALE AMBULATORIO CONSIGLIO AIUTO DOTTORE INFERMIERE PRESCRIZIONE FARMACOI sintomi del tumore del colon sono comuni a molte altre patologie intestinali e possono comprendere:

  • presenza di sangue e/o muco nelle feci, a volte talmente lieve che non è visibile macroscopicamente, bensì c’è bisogno di un apposito test per la ricerca del sangue occulto per rilevarlo; a tal proposito leggi: Esame e raccolta delle feci: come si fa nel modo corretto ed a che serve
  • alterazioni dell’alvo con comparsa di diarrea e/o stitichezza;
  • sensazione di evacuazione incompleta dopo lo svuotamento dell’intestino;
  • dolore o dolenzia in zona addominale;
  • malessere generale;
  • inappetenza;
  • nausea e vomito;
  • perdita di peso inspiegabile;
  • astenia (stanchezza generale pronunciata);
  • anemia altrimenti inspiegabile;
  • noduli all’interno dell’addome palpabili.

Non tutti i sintomi possono essere contemporaneamente ed anzi, nella fase iniziale della patologia il cancro può crescere silenziosamente senza dare nessun sintomo. In genere, per una diagnosi precoce del tumore del colon retto non si può far troppo conto sui sintomi, poiché, anche quando il tumore si è già  sviluppato, questi restano il più delle volte sfumati e spesso sono aspecifici, cioè talmente simili a quelli di altre malattie intestinali, che la loro presenza non basta per fare diagnosi di cancro al colon retto. Per questo, sintomi precoci, generici e saltuari quali la sensazione di stanchezza (astenia) e la mancanza di appetito, rischiano di essere sottovalutati e perfino i sintomi più gravi come l’anemia e la perdita di peso sono spesso attribuiti ad altre condizioni e patologie: questo ritarda purtroppo la diagnosi e, come ben sappiamo, una diagnosi tardiva aumenta la gravità del cancro che da curabile può diventare terminale, cioè incurabile.

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Sintomi diversi in base alla localizzazione del tumore

Per comprendere meglio i sintomi descritti, può essere utile considerare l’anatomia dell’apparato digerente, rappresentata nella figura in basso.

(Importante: nella figura la parte destra del corpo si trova nella parte sinistra e viceversa)

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La parte destra del colon ha una struttura e funzione differente dalla parte sinistra. Il colon ascendente (destro) consente l’assorbimento di sali e acqua e il suo contenuto è prevalentemente acquoso, mentre il colon discendente (sinistro) si comporta come un deposito di materiale solido che deve essere espulso. Queste differenze ci permettono di capire perché i sintomi del tumore variano a seconda della parte ove esso è localizzato (l’ostruzione e il conseguente dolore tipo colica è più frequente quando il tumore è a sinistra, zona in cui i tumori tendono a crescere ad anello – piuttosto che lungo la parete – e dove le feci sono solide ed ostacolate nel transito. La tabella indica come i sintomi siano in relazione con la localizzazione al colon del tumore.

COLON ASCENDENTE COLON DISCENDENTE
Dolore lieve Dolore tipo coliche (il tumore può bloccare il passaggio delle feci che in questo tratto intestinale sono solide e di dimensioni rilevanti)
Mancanza di appetito e perdita di peso Perdita di peso meno frequente
Sanguinamenti occulti e anemia Sanguinamenti rettali (feci di colore scuro che si mescolano al sangue immediatamente prima di essere espulse)
Alterazioni dell’alvo meno frequenti Cambiamenti delle abitudini intestinali sono un sintomo precoce (alternanza di diarrea e stipsi)

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Sindrome dell’intestino irritabile: cause, sintomi e diagnosi

MEDICINA ONLINE Medico Chirurgo Roma SINDROME INTESTINO IRRITABILE CAUSE SINTOMI DIAGNOSI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie AnoLa sindrome dell’intestino irritabile (da cui l’acronimo “IBS”) rappresenta una parte di un più vasto gruppo di malattie funzionali gastroenteriche, caratterizzata prevalentemente da dolore addominale e disturbi della defecazione. Questo disturbo è molto frequente e può essere associato con alterazioni della sfera psichica, riduzione della qualità della vita, disabilita sociale ed elevati costi socio-sanitari. In Italia ne soffre circa il 30% della popolazione, ad essere colpite sono soprattutto le donne, tra i 30 ed i 50 anni.

Cause e fattori di rischio della Sindrome dell’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile ha varie cause e fattori di rischio, tra cui:

1) Cause fisiopatologiche: queste includono:

  • Alterazioni della motilità intestinale;
  • ipercontrattilità del sigma di tipo non propulsivo che si accentua dopo il pasto;
  • ipersensitività viscerale (distensione anche minima delle pareti del colon, provocano dolore);
  • infiammazione: da allergie/intolleranze alimentari, infezioni intestinali o modificazioni della flora batterica intestinale;
  • patologie di interesse psichiatrico: in uno studio di Drosmann del 1988 si è visto che nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, erano più frequenti disturbi come la depressione, l’ipocondria, e la paranoia.

2) Fattori genetici: esistono studi sui gemelli monozigoti che dimostrano una certa prevalenza di gemelli affetti da IBS. Si ritiene che non solo l’ambiente familiare ma proprio meccanismi genetici siano responsabili di una predisposizione a sviluppare IBS. In uno studio pubblicato da Levy nel 2001 si osserva che la prevalenza di IBS nei gemelli monozigoti è doppia rispetto a quella nei gemelli di zigoti, che hanno una prevalenza simile a quella dei pazienti con IBS non geneticamente trasmessa.

3) Fattori psicologici: alla base della sindrome dell’intestino irritabile, possono esserci periodi di forte stress psicologico, determinati ad esempio da lutti, forte stress lavorativo, mobbing, bullismo, licenziamento.

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Diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile

La diagnosi si serve di vari strumenti, tra cui l’anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente), l’esame obiettivo (raccolta dei segni), diagnostica per immagini (radiografie, ecografie, TC…) ed esami di laboratorio (esame del sangue, esame delle feci…).

Anamnesi ed esame obiettivo

All’anamnesi il paziente riferisce in genere un dolore addominale prsente insieme ad almeno due dei seguenti punti:

  • il dolore è attenuato dalla evacuazione;
  • esistono variazioni nella frequenza delle evacuazioni;
  • esistono variazioni nella consistenza delle feci.

Questi sintomi devono essere presenti per almeno 12 settimane (non necessariamente consecutive) negli ultimi 12 mesi. Altri sintomi sono:

  • presenza di muco;
  • gonfiore o tensione addominale;
  • alterata consistenza delle feci).

Essi possono essere presenti ma non sono elementi sintomatologici fondamentali.
Pertanto questi criteri rappresentano l’elemento diagnostico fondamentale su cui ci dobbiamo basare per porre diagnosi di IBS. Ma è importante che la valutazione di questi criteri sia completata dalla esclusione di altri quadri clinici, che abbiano la presenza di sintomi uguali, e che includono patologie organiche o altre patologie funzionali.
Quando non vi siano segni di “allarme” come la perdita di peso, la diarrea refrattaria e viene esclusa un’anamnesi familiare di Cancro del Colon, la specificità dei Criteri di Roma supera il 98% ed il rischio di misconoscere una patologia organica è molto basso.

Oltre ad un’attenta anamnesi completata da un esame obiettivo accurato (che miri ad escludere una epatomegalia, masse addominali o segni di occlusione intestinale), può essere opportuno completare l’esame obiettivo con una esplorazione rettale, soprattutto quando viene descritta la presenza di sangue nelle feci o sintomi di incontinenza.

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Diagnostica per immagini ed esami di laboratorio

Oltre ad anamnesi ed esame obiettivo, laboratorio ed immagini sono componenti importanti per la diagnosi e la diagnosi differenziale. Utili un esame completo ematologico ed una ricerca del sangue occulto fecale. Tra gli esami consigliati troviamo la VES, la biochimica clinica, il TSH e la ricerca di parassiti fecali e delle uova. Nei soggetti giovani che presentano diarrea può essere utile dosare gli anticorpi antigliadina (aga) ed antiendomisio (ema) per la diagnosi della celiachia.
Per pazienti che abbiano superato i 50 anni e vi siano elementi che possono far sospettare patologie gravi (come il cancro al colon-retto) si raccomanda una colonscopia, mentre nei soggetti più giovani tale esame va effettuato solo con un fondato sospetto di malattia organica (prevalentemente nella diagnosi differenziale con le IBD). Se il trattamento iniziale fallisce il quadro clinico va approfondito con altre indagini strumentali come la manometria rettale, il Breath-Test al glucosio o al Lattosio per lo studio del transito e per lo studio della Intestinal Bacterial Overgrowth. In alcuni casi – in cui si sopettano malattie più gravi – può essere opportuno ottenere biopsie del colon per escludere un tumore maligno, una collagenopatia o una colite linfocitica.

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Per approfondire: Sindrome dell’intestino irritabile: sintomi, dieta e cibi da evitare

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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