Sia radioterapia che chemioterapia sono terapie utili in caso di tumore, sia da sole che in associazione tra loro e la chirurgia; la differenza sostanziale consiste nel modo in cui le due terapie “uccidono” le cellule tumorali: la radioterapia usa raggi X, mentre la chemioterapia usa particolari farmaci, chiamati chemioterapici. Per alcuni versi le indicazioni dei due trattamenti sono sovrapponibili, dal momento che il loro obiettivo comune principale è la lotta contro il tumore.
E’ “migliore” la radioterapia o la chemioterapia?
Non esiste un trattamento migliore dell’altro: ciò dipende da una grande quantità di variabili. Per decidere quale trattamento usare, i medici valutano diversi fattori, che sono ad esempio:
- il tipo di tumore, più o meno sensibile ad una cura piuttosto che all’altra;
- la sede in cui il tumore si è presentato la prima volta;
- l’aspetto delle cellule tumorali al microscopio (cioè il grado di severità del cancro);
- la diffusione della malattia dal punto in cui si è sviluppata (cioè lo stadio di evoluzione del cancro);
- l’obiettivo del trattamento (ridurre il tumore prima della chirurgia, evitare ricadute dopo la chirurgia, ridurre i sintomi del tumore, ridurre gli effetti collaterali…);
- le condizioni generali del paziente.
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Quando viene prescritta la chemioterapia?
La chemioterapia generalmente non viene somministrata se il tumore è troppo piccolo e non ha intaccato i linfonodi. È il caso del tumore al cervello che reagisce alla radioterapia. È invece la terapia di eccellenza per preparare l’organismo a un trapianto di midollo osseo oppure di cellule staminali, come nelle leucemie. Viene anche prescritta dopo l’intervento chirurgico di asportazione del tumore, in questo caso si chiama “adiuvante” e serve per prevenire un eventuale ritorno della neoplasia DOPO LA CHIRURGIA, oppure è consigliata dopo un ciclo di radioterapia. Si definisce invece “neoadiuvante” quando si usa PRIMA DELLA CHIRURGIA per ridurre la massa tumorale o rendere fattibile e meno demolitivo l’intervento chirurgico. È anche consigliata in caso di metastasi per rallentare la progressione della malattia. Un ciclo completo di trattamenti dura tra i tre e i sei mesi, tra una somministrazione e l’altra passano tre settimane, il tempo necessario per il risveglio delle cellule dormienti. Inoltre durante questo lasso di tempo l’organismo può rigenerarsi e prepararsi alla successiva seduta.
Quando viene prescritta la radioterapia?
Al posto dei farmaci usati per la chemioterapia, nella radioterapia si usano radiazioni ad alta energia. L’obbiettivo rimane sempre lo stesso: quello di distruggere le cellule tumorali, ma senza danneggiare i tessuti sani. La radioterapia viene utilizzata per le forme tumorali sensibili ai raggi, come per il cancro testa-collo, cervello, prostata, ginecologico e mammella. La scelta dipende però da molte variabili, l’oncologo insieme al radioterapista, decide il tipo di terapia in base allo stadio della forma tumorale e alla localizzazione. In alcuni casi è più utile la radioterapia perché è in grado di arrivare alla meta con più facilità. È possibile anche associare le due terapie come nel caso di tumori del retto, perché in questo modo è possibile ridurre la massa tumorale ed evitare un intervento aggressivo e per la stessa ragione quelli dell’ano e dell’esofago. Si usa anche per alcuni tumori cerebrali, come il glioblastoma multiforme.
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