Cancro e tumore sono usati spesso come sinonimi, ma non sono due parole necessariamente equivalenti. Il discorso si complica con l’aggiunta di una terza parola, neoplasia e di una quarta, metastasi. Facciamo chiarezza.
Differenza tra tumore e tessuto normale
Un tumore (dal latino tumor, “rigonfiamento”) è una massa di tessuto anormale che:
- origina da una singola cellula mutata nel suo DNA che ha dato origine ad una progenie di cellule;
- cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali;
- persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo di accrescimento (a tale proposito leggi anche: Differenza tra tumore e tessuto normale con esempi).
Differenza tra tumore e neoplasia
Un tumore viene anche chiamato “neoplasia” (dal greco νέος nèos, “nuovo”, e πλάσις plásis, “formazione”): tumore e neoplasia sono sinonimi, indicano la stessa identica cosa. Una neoplasia può essere benigna o maligna.
Differenza tra tumore e cancro
Un tumore può essere benigno o maligno. Un tumore maligno viene anche chiamato “cancro”:
- le parole “cancro”, “tumore maligno” e “neoplasia maligna” sono sinonimi;
- la parola “cancro” invece NON è sinonimo né di “tumore benigno” né di “neoplasia benigna”.
Quindi un cancro è sempre un tumore maligno, mentre un tumore non è necessariamente un cancro. Per approfondire leggi anche: Cos’è un tumore? Perché viene il cancro? Quali sono le cause?
Differenza tra un tumore benigno ed un tumore maligno (alias cancro)
La distinzione tra tumori benigni e maligni è estremamente importante perché i primi sono estremamente meno gravi dei secondi. Le differenze principali riguardano il tipo di replicazione cellulare, il tipo cellulare, la terapia e la prognosi:
- Sia nel tumore benigno che nel cancro, la riproduzione delle cellule tumorali è incontrollata, ma, mentre nel benigno le cellule proliferate restano limitate al tessuto/organo in cui sono nate, nel maligno (cancro) le cellule mutano ancora più profondamente estendendosi agli organi vicini e/o lontani, fenomeno conosciuto come diffusione delle metastasi.
- Le cellule di un tumore benigno sono simili alle cellule del tessuto in cui il tumore è sorto, invece le cellule di un tumore maligno tendono ad essere molto diverse da quelle del tessuto di origine, a volte talmente diverse da rendere il tessuto di origine di difficile individuazione.
- I tumori benigni sono certamente patologie potenzialmente gravi, ma più raramente portano al decesso del paziente, mentre invece i tumori maligni portano più facilmente al decesso del paziente, proprio a causa del processo di metastatizzazione, che fa si che le cellule alterate colonizzino più o meno rapidamente gran parte dell’organismo, attaccando organi vitali come cuore e cervello. Per questa ragione in caso di tumore maligno diventa fondamentale intervenire, anche chirurgicamente, prima che le cellule tumorali arrivino ad altri organi. Insomma mentre con un tumore benigno si può spesso convivere, a volte anche ignorando di averlo, con un tumore maligno (cancro) bisogna correre ai ripari il prima possibile perché potenzialmente mortale.
- In caso di tumore maligno, è importante intervenire al più presto con la terapia adeguata allo stato di diffusione della malattia, ad esempio con chirurgia, chemioterapia o radioterapia. In caso di tumore benigno, invece, la tempestività è molto meno importante ed anzi spesso il medico, anziché decidere per la sua asportazione, opta per una osservazione attenta e periodica e solo se il tumore benigno dovesse mutare caratteristiche (ad esempio: lipoma che aumenta in dimensioni) allora sceglierà di asportarlo chirurgicamente.
In alcuni casi i tumori presentano un comportamento intermedio fra la malignità e la benignità: essi vengono chiamati “tumori borderline”. In altri casi alcuni tumori sono inclassificabili (“tumori a comportamento biologico incerto”). In questi casi, generalmente la frequenza delle metastasi è molto bassa e il decorso è lento.
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Cosa indica se il cancro è curabile o terminale?
Quando si scopre un cancro, è fondamentale intervenire rapidamente asportando chirurgicamente (“resecando”) quanto più tessuto maligno sia possibile, prima che si diffonda agli altri organi. Non sempre è possibile resecare un tumore, come non sempre è possibile operare un paziente con un tumore. Ad esempio se un tumore maligno è particolarmente esteso ed ha invaso strutture vicine, potrebbe essere considerato “non resecabile” se non previa terapia neoadiuvante. Se ad esempio un paziente è particolarmente anziano e non si considera in grado di sopportare l’anestesia e l’operazione, potrebbe essere considerato “non operabile“. Per considerare un tumore come non resecabile o un paziente come non operabile, vengono usati vari strumenti, tra cui uno dei più importanti è senza dubbio la stadiazione, che valuta tre parametri: l’estensione del tumore, il possibile interessamento dei linfonodi, la possibile presenza di metastasi. Grazie a questi tre parametri – diversi in base al tipo di tumore – il medico può esprimersi sulla gravità e sulla prognosi. Il parametro che senza dubbio rappresenta un fattore prognostico negativo è la presenza di metastasi: ad esempio, in caso di tumore al polmone, la presenza di metastasi pone da sola (a prescindere da estensione del tumore ed interessamento o meno dei linfonodi) il paziente in quarto stadio, cioè un paziente con tumore non resecabile e con prognosi peggiore, con sopravvivenza a cinque anni inferiore all’1%: ciò significa che meno di un paziente su 100 con metastasi al momento della diagnosi, è ancora vivo dopo cinque anni.
Per approfondire:
- Stadiazione e classificazione TNM: cancro curabile o terminale?
- Tumore del polmone: stadiazione TNM, operabilità, resecabilità
- Tumore del polmone: prognosi, mortalità, sopravvivenza
Cosa sono di preciso le metastasi?
A tale proposito vi consiglio di leggere questo articolo: Cosa sono le metastasi? Tutti i tumori danno metastasi?
Un tumore benigno può trasformarsi in maligno?
Si, un tumore benigno può, in alcuni casi ed in determinate condizioni, trasformarsi in tumore maligno (cancro).
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Differenze tra i vari tipi di tumore
Oltre che la distinzione tra tumori maligni e benigni, i tumori si differenziano anche per il tipo di tessuto in cui prendono origine.
1) Esempi di tumori maligni sono i carcinomi, i sarcomi e la leucemia:
- I carcinomi coinvolgono i tessuti epiteliali, tra cui anche quelli ghiandolari, che hanno la funzione di proteggere l’organo dall’esterno come anche di secernere e assorbire di alcune sostanze. I carcinomi colpiscono soprattutto i polmoni, la prostata, il colon-retto, l’utero e le mammelle.
- I sarcomi nascono all’interno dei tessuti molli, come vasi sanguigni e linfatici, muscoli, grasso corporeo e nervi. Possono interessare gli arti come gli organi interni e la regione addominale chiamata retroperitoneo, ricca di tessuto adiposo.
- La leucemia è un tumore del sangue che si distingue in leucemia mieloblastica, se colpisce la linea da cui prendono origine i globuli rossi e alcuni globuli bianchi, o leucemia linfoblastica, se colpisce la linea da cui nascono i linfociti, un tipo di globuli bianchi.
2) Esempi di tumori benigni
Anche all’interno dei tumori benigni ci sono delle distinzioni e alcuni di essi sono molto conosciuti e mediamente diffusi. I fibromi uterini, ad esempio, sono dei tumori benigni tipici delle pareti dell’utero, che spesso risultano asintomatici, anche se possono essere un ostacolo per il concepimento o dar luogo a un’emorragia se le dimensioni diventano importanti. Anche gli angiomi, i polpi nasali, i lipomi, i fibroadenomi al seno e le cisti ovariche sono tumori benigni abbastanza diffusi nella popolazione.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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