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E’ più “pesante” la chemioterapia o la radioterapia?
Sia radioterapia che chemioterapia sono terapie utili in caso di tumore, sia da sole che in associazione tra loro e la chirurgia; la differenza sostanziale consiste nel modo in cui le due terapie “uccidono” le cellule tumorali: la radioterapia usa raggi X, mentre la chemioterapia usa particolari farmaci, chiamati chemioterapici.
E’ difficile rispondere alla domanda del titolo, dal momento che esistono vari tipi di chemioterapia e radioterapia più o meno invasivi (interna, esterna, sistemica, locale, adiuvante, neoadiuvante…) e che la sensibilità ad un trattamento è soggettiva in base al paziente ed alla zona del corpo interessata. Entrambi i trattamenti provocano una serie di effetti collaterali, che però generalmente tendono a sparire presto al termine del trattamento. Al netto di tutte le valutazioni, c’è da dire che generalmente dai pazienti è considerata più “pesante” la chemioterapia rispetto alla radioterapia, tuttavia questa affermazione può non essere valida per tutti.
Effetti collaterali della chiemioterapia
La chemioterapia porta con sé una serie di effetti collaterali molto comuni, legati al fatto che farmaci chemioterapici agiscono non solo sulle cellule tumorali, ma anche quelle sane. Gli effetti collaterali più diffusi sono:
- nausea;
- vomito;
- stanchezza;
- ulcere;
- dolore e infiammazione in bocca;
- perdita di appetito;
- diarrea;
- stipsi;
- alterazione del gusto e perdita di appetito;
- infezioni, anemia e sanguinamento;
- caduta dei capelli, problemi con unghie e pelle.
La chemioterapia porta con sé anche una serie di effetti collaterali meno comuni, come ad esempio:
- alterazione nervosa;
- problemi sessuali;
- alterazione fertilità.
Leggi anche:
- Chemioterapia: durata, in pastiglie, come funziona, fa male, perché farla?
- Chemioterapia: gli effetti collaterali più e meno comuni
- Chemioterapia: durata effetti collaterali ed effetti di lunga durata
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- La chemioterapia uccide? Il lato oscuro della terapia antitumorale
Effetti collaterali della radioterapia
Gli effetti collaterali che il trattamento può provocare sono legati alla possibilità che le radiazioni colpiscano, sebbene in misura minore, i tessuti sani vicini al tumore. Gli effetti collaterali sono molto variabili da un paziente all’altro: alcuni manifestano solo effetti lievi, altri più fastidiosi, e ciò dipende sia dalle condizioni di salute generali del paziente (sia fisiche che psicologiche), sia dalla sede del tumore e dal tipo di trattamento cui si è sottoposti. In alcuni casi compaiono durante il trattamento, in genere verso la fine del periodo previsto (effetti a breve termine), in altri dopo qualche tempo (effetti a lungo termine). Vediamo ora una lista degli effetti collaterali più frequenti della radioterapia, ed i loro possibili rimedi:
- stanchezza;
- reazioni cutanee (arrossamenti e irritazione, come un eritema solare);
- caduta dei peli e dei capelli;
- effetti sullo stato emotivo (ansia, nervosismo, tristezza, depressione…);
- disturbi dell’appetito e della digestione.
In caso di irradiazione al cavo orale può manifestarsi secchezza alla bocca, e così via, a seconda della sede corporea interessata.
Radioterapia: durata degli effetti collaterali
Quanto durano gli effetti collaterali della radioterapia e della chemioterapia? E’ difficile rispondere a questa domanda, dal momento che la risposta deve tenere conto di molteplici fattori, come la durata del trattamento e le condizioni psico-fisiche del paziente. Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi, gli effetti collaterali di entrambi i trattamenti – sebbene fastidiosi – sono di lieve o modesta entità, e scompaiono da soli in genere dopo qualche settimana, una volta terminato il trattamento. Solo in alcuni pazienti durano più a lungo, o richiedono terapie specifiche.
Radioterapia e chemioterapia: si prova dolore o fastidio durante il trattamento?
In genere il paziente non avverte alcun fastidio durante la seduta di radioterapia; solo alcuni riferiscono un modesto disagio dovuto alla posizione che viene assunta ed alla particolare pressione psicologica a cui è sottoposto il paziente oncologico. In caso di chemioterapia il paziente può effettivamente provare un certo grado di dolore e malessere generale.
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- Radioterapia: cosa mangiare e cosa non mangiare?
- Differenza tra radioterapia e chemioterapia
- Quando si fa la radioterapia e quando la chemioterapia?
- Radioterapia stereotassica (Gamma Knife): cos’è e quando si usa?
- Differenza tra radioterapia e radioterapia stereotassica
- Differenza tra radioterapia stereotassica e radiochirurgia
- Chemio e radioterapia: i bambini possono visitare i parenti durante i trattamenti?
- Gravidanza e radioterapia di un parente: effetti su terzi e cosa fare
- Radioterapia in gravidanza: può far male al bambino?
- Differenza tra tumore benigno, maligno, neoplasia, cancro e metastasi
- Cos’è un tumore? Perché viene il cancro? Quali sono le cause?
- Differenze tra risonanza magnetica, TAC, PET, MOC, radiografia, ecografia ed endoscopia
- Differenza tra chemioterapia adiuvante e neoadiuvante
- Differenza tra chemioterapia sistemica e loco-regionale
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- Differenza tra raggi x e gamma
- Differenza tra esame istologico, biopsia, agoaspirato ed agobiopsia
- Quando si fa l’esame istologico e perché?
- Differenza tra tumore e tessuto normale con esempi
- Cosa sono le metastasi? Tutti i tumori danno metastasi?
- Capire se si ha un tumore: come viene diagnosticato un cancro
- Che significa malattia terminale?
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- Cancro al seno: metastasi e sintomi avanzati del tumore
- Come riconoscere un nodulo maligno del seno da uno benigno?
- Riconoscere il cancro al seno: sintomi precoci e tardivi
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- Tumore al seno: sintomi e segni visibili
- Tumore al seno: stadiazione, prognosi e sopravvivenza
- Differenza tra ecografia e mammografia nella diagnosi di tumore al seno
- Noduli al seno: quando preoccuparsi ed andare dal medico?
- Cancro al seno: sintomi precoci, diagnosi, terapia e prevenzione
- Tumore del colon retto: diagnosi, metastasi, prognosi e stadiazione
- Tumore del colon retto: sintomi iniziali, tardivi e ritardo nella diagnosi
- Tumore del colon retto: trattamento chirurgico, radioterapia e chemioterapia
- Tumore del colon retto: terapia personalizzata col test RAS
- Quanto tempo mi rimane da vivere?
- Differenza tra prevenzione primaria, secondaria e terziaria con esempi
- Cure palliative: cosa sono ed a che servono?
- Dolore: cos’è, da cosa è causato, quanti tipi di dolore esistono?
- Differenza tra sintomo e segno con esempi
- Differenza tra malattia, sindrome e disturbo con esempi
- Differenza tra malattia acuta e cronica con esempi
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Differenza tra radioterapia e chemioterapia
In breve: sia radioterapia che chemioterapia sono terapie utili in caso di tumore, sia da sole che in associazione tra loro e la chirurgia; la differenza sostanziale consiste nel modo in cui le due terapie “uccidono” le cellule tumorali: la radioterapia usa raggi X, mentre la chemioterapia usa particolari farmaci, chiamati chemioterapici.
Con “chemioterapia” in medicina oncologica si descrive una modalità terapeutica che distrugge le cellule neoplastiche attraverso la somministrazione di farmaci particolari, chiamati chemioterapici. La chemioterapia viene spesso associata ad altre terapie antitumorali, come radioterapia e chirurgia. La chemioterapia può essere sistemica o loco-regionale e neoadiuvante o adiuvante. I farmaci chemioterapici sono di vari tipologie e possono essere assunti:
- per bocca in forma di compresse;
- iniettati per via endovenosa o intramuscolare;
nella colonna spinale; - in una cavità organica;
- in un organo.
Per approfondire, leggi:
- Chemioterapia: durata, in pastiglie, come funziona, fa male, perché farla?
- Differenza tra chemioterapia adiuvante e neoadiuvante
- Differenza tra chemioterapia sistemica e loco-regionale
Con “radioterapia” in medicina oncologica si intende un particolare tipo di terapia che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. E’ una terapia molto usata: mediamente 4 pazienti con tumore su 10 sono sottoposte a radioterapia, da sola o associata ad altri trattamenti quali la chirurgia e la chemioterapia. Queste radiazioni sono dette radiazioni ionizzanti e sono la stessa tipologia di radiazione usata anche a scopo diagnostico, nelle radiografie e nelle TAC. Le dosi di raggi X utilizzate nei due casi e le modalità di somministrazione sono differenti:
- negli esami diagnostici (radiografia e TAC) i raggi X permettono di “vedere” all’interno del corpo – per esempio per accertare se c’è una frattura di un osso – provocando danni minimi ai tessuti;
- nella radioterapia i raggi X si utilizzano per colpire e distruggere le cellule tumorali, cercando il più possibile di risparmiare quelle sane.
La radiazioni possono raggiungere il sito bersaglio, tramite due tipi di somministrazione:
- radioterapia esterna (o transcutanea, o a fasci esterni) si chiama così perché la fonte di raggi è posizionata all’esterno del corpo;
- radioterapia interna si chiama così la radioterapia somministrata dall’interno del corpo. Ciò può avvenire in vari modi: mediante minuscole sonde di metallo radioattivo che vengono posizionate direttamente all’interno del tumore o molto vicino a esso (brachiterapia), oppure attraverso un liquido radioattivo da bere o da iniettare in vena, che viene captato in maniera specifica dalle cellule tumorali.
Leggi anche:
- Radioterapia: cos’è, come si fa, come funziona e durata del trattamento
- Come funziona la radioterapia?
- Come funziona, si somministra e si svolge la radioterapia?
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Chemioterapia: durata, in pastiglie, come funziona, fa male, perché farla?
Con “chemioterapia” in medicina oncologica si descrive una modalità terapeutica che distrugge le cellule neoplastiche attraverso la somministrazione di farmaci particolari, chiamati chemioterapici. La chemioterapia può essere sistemica o loco-regionale (a seconda del campo d’azione del farmaco) e può essere neoadiuvante o adiuvante.
I farmaci chemioterapici sono di vari tipologie e possono essere assunti:
- per bocca in forma di compresse;
- iniettati per via endovenosa o intramuscolare;
nella colonna spinale; - in una cavità organica;
- in un organo.
Funzionamento della chemioterapia
La maggior parte dei chemioterapici antitumorali disponibili danneggia e provoca la morte delle cellule tumorali interferendo, con modalità differenti, con la sintesi del DNA e, quindi, con la capacità delle cellule di crescere e moltiplicarsi. Anche la chemioterapia, come la radioterapia, può purtroppo danneggiare cellule normali, in particolare quelle che si dividono più rapidamente, e ciò può determinare effetti collaterali tipici come perdita di capelli, nausea, vomito e anemia. La modalità di attuazione della chemioterapia dipende dal tipo e dallo stadio del tumore ma anche in base alle condizioni generali del paziente. La chemioterapia è spesso usata in associazione a chirurgia e radioterapia per trattare tumori diffusi e recidive o nel caso in cui ci sia forte probabilità di recidiva.
Leggi anche:
- Differenza tra chemioterapia adiuvante e neoadiuvante
- Differenza tra chemioterapia sistemica e loco-regionale
- Chemioterapia: gli effetti collaterali più e meno comuni
- Chemioterapia: durata effetti collaterali ed effetti di lunga durata
Perché è utile sottoporsi a chemioterapia?
La scelta di sottoporre un paziente a chemioterapia può mirare nei diversi casi a obiettivi differenti:
- eliminare definitivamente la malattia, nel caso di tumori molto sensibili a questi trattamenti;
- ridurre il volume della massa tumorale prima di un’operazione chirurgica o della radioterapia (chemioterapia neoadiuvante) così da rendere l’intervento più efficace e meno demolitivo e poter limitare l’irradiazione a zone più ristrette;
- prevenire il ritorno della malattia trattata con un intervento chirurgico o con la radioterapia, eliminando cellule tumorali che possono essersi staccate dal tumore e diffuse in altre parti del corpo, pur non avendo ancora dato luogo a metastasi rilevabili con gli strumenti diagnostici attualmente a disposizione (chemioterapia adiuvante o precauzionale);
- prolungare la sopravvivenza o ritardare la progressione della malattia quando questa non può essere eliminata del tutto, per esempio perché già diffusa nell’organismo;
- migliorare i sintomi provocati dalla massa tumorale quando questa non si può asportare chirurgicamente, per limitare gli effetti legati all’ostruzione di canali (per esempio un bronco o l’intestino) e alla compressione degli organi vicini (per esempio all’interno della scatola cranica);
- preparare l’organismo a un trapianto di midollo osseo o di cellule staminali. In questo caso si utilizzano dosi molto alte di farmaci.
Chemioterapia: durata
La somministrazione dei farmaci chemioterapici avviene in modo variabile in base a vari fattori (adiuvante, neoadiuvante, tipo ed estensione di tumore…). Generalmente vengono somministrati al paziente attraverso cicli di trattamento a cadenza variabile (settimanale, trisettimanale…). La durata di ogni somministrazione può variare (da minuti a ore) a seconda dei farmaci utilizzati; generalmente le sedute sono eseguite in regime ambulatoriale e solo in alcuni casi particolari può essere necessario il ricovero in ospedale.
In genere la chemioterapia si prolunga per un periodo che va da tre a sei mesi, nel corso del quale si effettuano in genere da tre-quattro a sei-otto cicli di trattamento.
Il programma tuttavia può cambiare in relazione al tipo di malattia, al singolo paziente e alla reazione individuale alle cure.Ricordiamo che con “ciclo di trattamento” si intende il periodo in cui si riceve il trattamento e la fase di intervallo prima di quello successivo. Un ciclo di 3 settimane, per esempio, può prevedere la somministrazione dei farmaci solo al primo giorno, e 20 giorni senza trattamenti.
La chemioterapia fa male?
Alcune cellule del nostro corpo condividono con le cellule tumorali una caratteristica: la capacità di crescere molto rapidamente. Per questo i farmaci chemioterapici, che agiscono sulla capacità delle cellule di moltiplicarsi, possono distruggere anche alcune cellule sane che si riproducono attivamente, come già accennato all’inizio dell’articolo. Tra queste ci sono le cellule del sangue, quelle dei follicoli piliferi, che producono peli e capelli, le cellule che rivestono la bocca, lo stomaco e l’intestino, e quelle degli organi riproduttivi. Il danno a queste cellule è la causa dei principali effetti collaterali della chemioterapia, come la perdita di capelli, l’anemia, la stanchezza, la nausea, il vomito, la diarrea, le infezioni, la formazione di lividi o piccole emorragie. Tuttavia i tessuti normali hanno la capacità di rimediare a questi effetti negativi una volta che la terapia è terminata, e per questo la probabilità di effetti collaterali a lungo termine è molto ridotta, gli effetti collaterali stessi tendono a sparire precocemente al termine della terapia. In ogni caso i vantaggi della chemioterapia (adiuvante o neoadiuvante) sono comunque maggiori rispetto ai danni ed agli effetti collaterali: questo va tenuto sempre a mente.
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Differenza tra chemioterapia adiuvante e neoadiuvante
Con “chemioterapia” in oncologia si indica una modalità terapeutica che distrugge le cellule neoplastiche attraverso la somministrazione di farmaci particolari, chiamati chemioterapici. La chemioterapia può essere sistemica o loco-regionale (a seconda del campo d’azione del farmaco) e può essere neoadiuvante o adiuvante:
Chemioterapia neoadiuvante
La chemioterapia neoadiuvante ha l’obiettivo di ridurre il volume della massa tumorale PRIMA che venga trattata con un’operazione chirurgica o con la radioterapia, così da raggiungere tre scopi fondamentali:
- rendere l’intervento chirurgico meno demolitivo;
- limitare l’irradiazione radioterapica a zone più ristrette.
Chemioterapia adiuvante
La chemioterapia adiuvante ha l’obiettivo di prevenire il ritorno della malattia DOPO che sia stata trattata con un intervento chirurgico o con la radioterapia, eliminando cellule tumorali che possono essersi staccate dal tumore e diffuse in altre parti del corpo, pur non avendo ancora dato luogo a metastasi rilevabili con gli strumenti diagnostici attualmente a disposizione, così da raggiungere tre scopi fondamentali:
- rendere l’intervento chirurgico più efficace;
- limitare il rischio di metastasi;
- limitare il rischio di ricadute.
Obiettivi comuni
Entrambi i tipi di chemioterapia hanno obiettivi comuni, che sono principalmente:
- aumentare in generale l’efficacia della terapia antitumorale;
- prolungare la sopravvivenza o ritardare la progressione della malattia quando questa non può essere eliminata del tutto, per esempio perché già diffusa nell’organismo;
- migliorare i sintomi provocati dalla massa tumorale quando questa non si può asportare chirurgicamente, per limitare gli effetti legati all’ostruzione di canali (per esempio un bronco o l’intestino) e alla compressione degli organi vicini (per esempio all’interno della scatola cranica).
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