La deglutizione (in inglese “swallowing”) è l’atto fisiologico che consente la progressione del bolo alimentare dalla cavità orale allo stomaco, grazie alla coordinazione della muscolatura orofaringea, laringea ed esofagea. In generale, la deglutizione può essere divisa in:
- volontaria (fase 1);
- faringea, involontaria (fasi da 2 a 6);
- esofagea, involontaria (fase 7).
Le sette fasi della deglutizione
1) Quando il cibo è pronto per essere deglutito, viene volontariamente compresso e mescolato con la saliva, al fine di formare il bolo, nella faringe attraverso la pressione esercitata dalla lingua contro il palato, mediante un movimento con andamento postero-superiore. Questa è la fase volontaria della deglutizione. Da qui in poi, la deglutizione procede interamente – o quasi – in maniera automatica e normalmente non può essere interrotta.
2) Il palato molle viene spinto superiormente per chiudere le narici posteriori e quindi prevenire il reflusso di cibo nelle cavità nasali.
3) Le pliche palatofaringee da ogni lato della faringe vengono portate medialmente e quindi avvicinate le une alle altre. in questo modo, queste pliche formano una doccia sagittale attraverso la quale il cibo è obbligato a passare. Questa doccia svolge un’azione selettiva, permettendo solo al cibo che è stato sufficientemente masticato di passare con facilità. Giacché questa fase della deglutizione dura meno di un secondo, ogni componente del cibo presente in bocca le cui dimensioni siano troppo grandi risentirà di un impedimento al passaggio nell’esofago, quindi verrà masticato nuovamente.
4) Le corde vocali della laringe vengono avvicinate severamente, e la laringe viene spinta in direzione antero-superiore dai muscoli del collo. Queste azioni, combinate con la presenza di legamenti che prevengono il movimento verso l’alto dell’epiglottide, causano in quest’ultima un’oscillazione in senso posteriore sopra l’apertura della laringe. Tutti questi effetti agiscono insieme al fine di prevenire il passaggio di cibo nel naso e nella trachea. La distruzione delle corde vocali o dei muscoli che tendono ad avvicinarle può causare strangolamento e soffocamento da cibo.
5) Il movimento verso l’alto della laringe inoltre solleva e allarga l’apertura dell’esofago. Allo stesso tempo, i primi tre o quattro centimetri della parete muscolare prossimale dell’esofago, chiamati sfintere esofageo superiore (o sfintere faringoesofageo) si rilassano, Quindi, il bolo si muove facilmente e liberamente dalla faringe posteriore all’esofago prossimale. Tra due atti deglutitori, questo sfintere rimane fortemente contratto, impedendo quindi l’influsso di aria nell’esofago durante la respirazione. Il movimento verso l’alto della laringe inoltre solleva la glottide fuori dal flusso principale di cibo, in modo tale che il bolo passi principalmente ai lati dell’epiglottide piuttosto che sopra di essa; questo è un altro meccanismo protettivo contro l’entrata di cibo nella trachea.
6) Una volta che la laringe è stata sollevata e lo sfintere faringoesofageo rilassato, l’intera parete muscolare della faringe si contrae, con polarità cranio-caudale, propellendo il cibo mediante peristalsi nell’esofago.
7) L’esofago normalmente esibisce due tipi di movimenti peristaltici: la peristalsi primaria e la peristalsi secondaria. La peristalsi primaria è la semplice continuazione dell’onda peristaltica che inizia nella faringe e propagatasi nell’esofago durante la fase faringea della deglutizione. Questa onda passa direttamente dalla faringe allo stomaco in circa 8-10 secondi. Il bolo deglutito da una persona in posizione eretta viene normalmente trasmesso alla terminazione distale dell’esofago ancor più rapidamente dell’onda peristaltica stessa, coprendo la distanza in circa 5-8 secondi, a causa dell’effetto addizionale della gravità sul bolo.
Se l’onda peristaltica primaria fallisce nel portare allo stomaco tutto il contenuto esofageo, un’onda peristaltica secondaria viene generata dalla distensione dell’esofago stesso causata dalla ritenzione di cibo; queste onde continuano finché tutto il bolo non si è svuotato nello stomaco. Le onde peristaltiche secondarie vengono iniziate da circuiti neurali intrinseci nel sistema nervoso mienterico e in parte da riflessi che iniziano nella faringe e vengono poi trasmessi attraverso le fibre afferenti vagali al bulbo e da qui all’esofago tramite fibre efferenti vagali e glossofaringee.
Quando l’onda peristaltica esofagea approccia lo stomaco, un’onda di rilassamento, trasmessa attraverso i neuroni inibitori mienterici, precede la peristalsi. Quindi, l’intero stomaco e, in minor misura, il duodeno vengono rilassati appena questa onda raggiunge la terminazione distale dell’esofago e quindi vengono preparati in anticipo a ricevere il cibo propulso nell’esofago durante l’atto deglutitorio.
Disfagia
Con il termine “disfagia” (in inglese “dysphagia“) si intende la difficoltà del corretto transito del cibo nelle vie digestive superiori subito dopo averlo ingerito, quindi anche le difficoltà a deglutire rientrano nel campo delle disfagie. Per approfondire, leggi: Differenza tra disfagia ai liquidi e ai solidi
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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