Sindrome dell’intestino irritabile: cause, sintomi e diagnosi

MEDICINA ONLINE Medico Chirurgo Roma SINDROME INTESTINO IRRITABILE CAUSE SINTOMI DIAGNOSI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie AnoLa sindrome dell’intestino irritabile (da cui l’acronimo “IBS”) rappresenta una parte di un più vasto gruppo di malattie funzionali gastroenteriche, caratterizzata prevalentemente da dolore addominale e disturbi della defecazione. Questo disturbo è molto frequente e può essere associato con alterazioni della sfera psichica, riduzione della qualità della vita, disabilita sociale ed elevati costi socio-sanitari. In Italia ne soffre circa il 30% della popolazione, ad essere colpite sono soprattutto le donne, tra i 30 ed i 50 anni.

Cause e fattori di rischio della Sindrome dell’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile ha varie cause e fattori di rischio, tra cui:

1) Cause fisiopatologiche: queste includono:

  • Alterazioni della motilità intestinale;
  • ipercontrattilità del sigma di tipo non propulsivo che si accentua dopo il pasto;
  • ipersensitività viscerale (distensione anche minima delle pareti del colon, provocano dolore);
  • infiammazione: da allergie/intolleranze alimentari, infezioni intestinali o modificazioni della flora batterica intestinale;
  • patologie di interesse psichiatrico: in uno studio di Drosmann del 1988 si è visto che nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, erano più frequenti disturbi come la depressione, l’ipocondria, e la paranoia.

2) Fattori genetici: esistono studi sui gemelli monozigoti che dimostrano una certa prevalenza di gemelli affetti da IBS. Si ritiene che non solo l’ambiente familiare ma proprio meccanismi genetici siano responsabili di una predisposizione a sviluppare IBS. In uno studio pubblicato da Levy nel 2001 si osserva che la prevalenza di IBS nei gemelli monozigoti è doppia rispetto a quella nei gemelli di zigoti, che hanno una prevalenza simile a quella dei pazienti con IBS non geneticamente trasmessa.

3) Fattori psicologici: alla base della sindrome dell’intestino irritabile, possono esserci periodi di forte stress psicologico, determinati ad esempio da lutti, forte stress lavorativo, mobbing, bullismo, licenziamento.

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Diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile

La diagnosi si serve di vari strumenti, tra cui l’anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente), l’esame obiettivo (raccolta dei segni), diagnostica per immagini (radiografie, ecografie, TC…) ed esami di laboratorio (esame del sangue, esame delle feci…).

Anamnesi ed esame obiettivo

All’anamnesi il paziente riferisce in genere un dolore addominale prsente insieme ad almeno due dei seguenti punti:

  • il dolore è attenuato dalla evacuazione;
  • esistono variazioni nella frequenza delle evacuazioni;
  • esistono variazioni nella consistenza delle feci.

Questi sintomi devono essere presenti per almeno 12 settimane (non necessariamente consecutive) negli ultimi 12 mesi. Altri sintomi sono:

  • presenza di muco;
  • gonfiore o tensione addominale;
  • alterata consistenza delle feci).

Essi possono essere presenti ma non sono elementi sintomatologici fondamentali.
Pertanto questi criteri rappresentano l’elemento diagnostico fondamentale su cui ci dobbiamo basare per porre diagnosi di IBS. Ma è importante che la valutazione di questi criteri sia completata dalla esclusione di altri quadri clinici, che abbiano la presenza di sintomi uguali, e che includono patologie organiche o altre patologie funzionali.
Quando non vi siano segni di “allarme” come la perdita di peso, la diarrea refrattaria e viene esclusa un’anamnesi familiare di Cancro del Colon, la specificità dei Criteri di Roma supera il 98% ed il rischio di misconoscere una patologia organica è molto basso.

Oltre ad un’attenta anamnesi completata da un esame obiettivo accurato (che miri ad escludere una epatomegalia, masse addominali o segni di occlusione intestinale), può essere opportuno completare l’esame obiettivo con una esplorazione rettale, soprattutto quando viene descritta la presenza di sangue nelle feci o sintomi di incontinenza.

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Diagnostica per immagini ed esami di laboratorio

Oltre ad anamnesi ed esame obiettivo, laboratorio ed immagini sono componenti importanti per la diagnosi e la diagnosi differenziale. Utili un esame completo ematologico ed una ricerca del sangue occulto fecale. Tra gli esami consigliati troviamo la VES, la biochimica clinica, il TSH e la ricerca di parassiti fecali e delle uova. Nei soggetti giovani che presentano diarrea può essere utile dosare gli anticorpi antigliadina (aga) ed antiendomisio (ema) per la diagnosi della celiachia.
Per pazienti che abbiano superato i 50 anni e vi siano elementi che possono far sospettare patologie gravi (come il cancro al colon-retto) si raccomanda una colonscopia, mentre nei soggetti più giovani tale esame va effettuato solo con un fondato sospetto di malattia organica (prevalentemente nella diagnosi differenziale con le IBD). Se il trattamento iniziale fallisce il quadro clinico va approfondito con altre indagini strumentali come la manometria rettale, il Breath-Test al glucosio o al Lattosio per lo studio del transito e per lo studio della Intestinal Bacterial Overgrowth. In alcuni casi – in cui si sopettano malattie più gravi – può essere opportuno ottenere biopsie del colon per escludere un tumore maligno, una collagenopatia o una colite linfocitica.

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Per approfondire: Sindrome dell’intestino irritabile: sintomi, dieta e cibi da evitare

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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VES alta o bassa: cause, sintomi e valori normali della velocità di eritrosedimentazione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma VES ALTA BASSA CAUSE SINTOMI VALORI Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene VaginaIn medicina, quando si parla di VES, si intende la “Velocità di EritroSedimentazione”: è una analisi di laboratorio che calcola il tempo che impiega la parte solida del san­gue (soprattutto, i globuli rossi) a separarsi da quella liquida (il plasma). Il sangue infatti è composto da due parti distinte:

  • una parte liquida, chiamata plasma sanguigno (o semplicemente “plasma”) in cui sono presenti numerose sostanze, come gli enzimi, i minerali, gli ormoni, gli zuccheri, le vitamine, le proteine, eccetera, utili per il metabolismo dell’organismo;
  • una parte cellulare solida, o “corpuscolata”, costituita dai globuli rossi o eritrociti, dai globuli bianchi o leuco­citi e dalle piastrine o trombociti.

Il laboratorio per 1 ora valuta in quanto tempo la parte corpuscolata del sangue precipita all’interno di una provetta graduata in millimetri posta verticalmente. Variazioni della VES possono essere un campanello di allarme di una quantità sterminata di patologie, da una infiammazione fino a tumori ed infarti; in alcuni casi, comunque la VES potrebbe essere aumentata senza alcuna patologia.

Perché la VES può servire?

La VES è un esame che viene prescritto perché offre al medico uno spunto diagnostico, che deve essere eventualmente poi approfondito con altri esami più specifici.

La VES permette di fare diagnosi?

La velocità con cui avviene la separazione tra la parte corpuscolata del sangue e il plasma, in una provetta posta verticalmente, varia da persona a persona e cioè varia sia in rapporto alla concentrazione nel plasma di determinate proteine (per esempio, le mucoproteine, le gammaglobuline, eccetera), sia con il numero dei globuli rossi. Questa variazione non è preci­sa e, quindi, il medico non può pronunciare una diagnosi, ma può sospetta­re la presenza di una patologia nell’organismo. In definitiva la VES da sola NON permette di fare una diagnosi: è un dato che va osservato insieme agli altri dati di laboratorio e tenendo conto della visita medica generale del paziente.

Leggi anche: Emocromo completo con formula leucocitaria: valori, interpretazione e significato

Quando è utile controllare la VES?

E’ un esame di routine, tende comunque ad  essere ancor più utile quando il paziente tende ad ammalarsi spes­so a causa di un abbassamento delle difese naturali dell’organismo o soffre di stati infiammatori come la bronchite, la faringite, l’otite, eccetera, che tendo­no a ripetersi.

Patologie che fanno aumentare la VES

Le seguenti patologie possono provocare un aumento moderato o medio della VES (entro 50 mm/h):

  • Endocardite: è l’infiammazione della membrana di rivestimento interna del cuore;
  • Gotta: è un tipo di artrite acuta causata da cristalli di acido urico che si depositano solitamente nelle articolazioni;
  • Malattie renali di diverso tipo;
  • Malattie della tiroide di diverso tipo;
  • Sifilide: malattia venerea infettiva che danneggia il sistema nervoso;
  • Tubercolosi: malattia infettiva, rara ma in aumento in Italia, in cui vengono attaccati principalmente i polmoni e che causa necrosi dei tessuti;
  • Mononucleosi: conosciuta anche come “malattia del bacio”, è un’infezione causata da un virus, contagiosa, che provoca febbre, faringite e rigonfiamento dei linfonodi;
  • Osteomielite: infezione che colpisce le ossa e il midollo osseo;
  • Febbre reumatica: detta anche reumatismo articolare acuto, è un’infiammazione che deriva dal contagio con lo streptococco e causa solitamente febbre e dolore alle articolazioni;
  • Artrite reumatoide: è una malattia autoimmune che provoca dolore, infiammazione e anchilosi delle articolazioni;
  • Artrosi: malattia degenerativa delle articolazioni, cronica;
  • Crioglobulinemia: accumulo di crioglobuline (complessi di anticorpi che precipitano a temperatura ambiente), con eruzioni cutanee e infiammazione ad articolazioni ed organi;
  • Allergia acuta: intolleranza verso particolari sostanze. Si parla di allergia acuta quando il corpo è in piena reazione all’allergene;
  • Lupus eritematoso sistemico: malattia autoimmune che colpisce la pelle e causa degenerazione dei tessuti o ipertrofia dei tessuti;

Le seguenti patologie possono provocare un aumento elevato o molto elevato della VES (superiore a 50 mm/h):

  • Infarto del miocardio: necrosi di una parte di tessuto del cuore. Si ha quando a causa solitamente di un trombo o di un embolo, un vaso sanguigno che va al cuore viene occluso e smette di portare ossigeno e nutrimento;
  • Ictus: patologia che colpisce il cervello quando si verifica o un mancato afflusso di sangue ad una certa zona, la quale muore, o quando vi è un’emorragia, che porta comunque a non irrorare una porzione del cervello;
  • Infarto polmonare: si verifica quando un’arteria polmonare viene occlusa e il tessuto polmonare, non più irrorato di sangue, inizia ad andare in necrosi.
  • Leucemia: grave neoplasia che colpisce il sangue e causa un eccessivo aumento della produzione di globuli bianchi;
  • Linfomi: tipologie di tumore che colpiscono primariamente le ghiandole linfatiche;
  • Meningite acuta: grave infezione delle meningi (cervello) che può essere causata da virus o batteri. Fra i suoi sintomi ci son intensa cefalea, febbre e vomito;
  • Polmonite: grave infezione dell’apparato respiratorio, molto profonda. Causa tosse, febbre alta, dolore al torace, fatica a respirare, abbondante produzione di catarro;
  • Setticemia: infezione molto grave e diffusa in cui gli agenti patogeni (germi o tossine) si diffondono nel sangue in grande quantità;
  • Mieloma multiplo: tumore maligno che colpisce il midollo osseo;
  • Vasculite necrotizzante: infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni. Può verificarsi come conseguenza di altre patologie come il lupus;
  • Polimialgia reumatica: è una malattia reumatica più comune negli anziani che colpisce collo, anche, avambracci e gambe;
  • Iperfibrinogenemia: malattia che comporta un’eccessiva produzione di fibrinogeno, con conseguenze sui tempi e modi di coagulazione e cicatrizzazione;
  • Arterite a cellule giganti: è una vasculite che colpisce i vasi sanguigni più grandi
  • Tromboflebite: infiammazione che porta alla formazione di trombi. Nella zona colpita la pelle è tesa, rossa, calda e dolente;
  • Uremia: intossicazione causata dall’incapacità dei reni di filtrare correttamente l’urea e le altre sostanze azotate che l’organismo scarta;
  • Ascessi: sacca di pus che si forma internamente al corpo a seguito di un’infezione che non ha trovato uno sfogo all’esterno.

Le seguenti patologie possono provocare più frequentemente una VES alta:

  • Infezioni batteriche:
    • Infezioni batteriche urinarie (cistiti, pielonefriti, uretriti),
    • Infezioni batteriche alle vie aeree (polmonite, bronchite, bronchiolite, faringite, laringite, sinusite). La bronchiolite ad esempio è una causa frequente di VES alta nei bambini.
    • Infezioni batteriche dentarie e del cavo orale (granulomi, ascessi, tonsilliti),
    • Infezioni batteriche cutanee (erisipela, impetigine, cellulite, fascite)
    • altre tipiche infezioni della giovane età come otiti e la scarlattina.
  • Infezioni fungine: sono meno frequenti, la maggior parte è causata da infezioni delle vie urinarie causate da miceti (funghi), la più frequente è la Candida.

Leggi anche: Emoglobina bassa, alta, cause e valori normali

Una VES alterata indica SEMPRE malattia?

Questo è un concetto molto importante che spesso i pazienti non riescono a comprendere: una VES alta è sempre indice di malattia? La risposta è NO, entro un certo limite, lievi alterazioni acute (e non croniche) non devono necessariamente preoccupare, specie se presenti senza sintomi, segni e altri valori alterati. Aumenti molto elevati e/o cronici della VES è più probabile che indichino la presenza di una patologia, specie se il paziente presenta sintomi, segni ed altri valori alterati. Chiedete sempre al vostro medico.

Come ci si prepara all’analisi?

Si tratta di un semplice prelievo di sangue venoso, di solito dal braccio, che non prevede alcuna speci­fica preparazione, neppure essere a digiuno, anche se, per evitare che l’ali­mentazione influisca sul risultato accelerando o diminuendo la velocità con cui precipitano i globuli rossi, il consiglio è quello di eseguire l’analisi la mattina a digiuno, se possibile.

L’assunzione di farmaci influisce sulla VES?

I farmaci più comuni non influiscono sul risultato dell’esame, ma è sempre consigliabile informare il medico su una eventuale cura in corso in modo che possa avere un’idea globale dello stato di salute in cui si trova la persona.

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Quali sono i valori normali della VES?

Il valore normale della VES è 0-20 mm in 1 ora. Tuttavia l’età ed il sesso del paziente possono influire su questo range: le donne più anziane tendono infatti ad avere una VES più alta.

  • uomini fra i 20 e i 49 anni: VES media = 5 mm/h, con un range di 0-13 mm/h
  • uomini fra i 50 e i 69 anni: VES media = 7 mm/h, con un range di 0-19 mm/h
  • donne fra i 20 e i 49 anni: VES media = 9 mm/h, con un range di 0-21 mm/h
  • donne fra i 50 e i 69 anni: VES media = 12 mm/h, con un range di 0-28 mm/h

Alla luce di questi dati, in generale, sono considerati normali i valori di VES compresi tra 0-22 mm/h negli uomini, e tra 0-29 mm/h nelle donne

Formula di Miller per calcolare i valori normali della VES

Esiste un calcolo, la formula di Miller, che permette di calcolare in modo approssimativo i valori normali della VES.

VES minore di:    [ età in anni (+ 10 se sesso femminile)] / 2

Esempi. Per una persona di 60 anni di sesso femminile quindi, i valori di VES dovranno essere minori a [(60 + 10) / 2], cioè minori di 35. Per un ragazzo di 20 anni invece, i valori di VES dovranno essere minori di (20/2), quindi minori di 10.

Cosa significa avere la VES alta?

Secondo un indice, chiamato indice di Katz, 7 è il valore che può essere definito mediamente normale della VES.

  1. Se la VES è molto alta, con valori di molto superiori al valore massimo, può essere determinata da uno stato infiammatorio come l’artrite reumatoide (malattia infiammatoria acuta che colpisce le aticolazioni), da una epatopatia (sofferenza del fegato), da una insufficienza renale, da un trauma e via dicendo, fino a far sospettare la presenza di un tumore quando il valore è superiore a 100 millimetri dopo 1 ora.
  2. Se la VES è mediamente alta, con valori vicini o poco più alti di 20 mil­limetri in 1 ora, vi può essere uno stato di gravidanza oppure una infe­zione causata da batteri come, per esempio, la faringite o una anemia.
  3. Se la VES è piuttosto bassa, vicina allo 0, la causa può essere una aller­gia o una eccessiva presenza di globuli rossi nel sangue o uno stato di disidratazione dell’organismo.

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Fattori che fanno aumentare la VES

Il risultato della VES può essere influenzato da alcune condizioni non patologiche o comunque non inerenti ad infiammazione. Fattori che fanno aumentare la VES, sono:

  • Sesso femminile
  • Età avanzata
  • Anemia
  • Caldo
  • MCV elevato (globuli rossi di dimensioni superiori alla media, es. nella macrocitosi)
  • Traumi
  • Necrosi tissutale (a seguito di traumi)
  • Gravidanza
  • Malattie linfoproliferative
  • Infiammazioni già superate (il rientro a valori normali può richiedere qualche giorno)
  • Post-partum

In presenza di queste condizioni, il valore della VES può apparire elevato anche quando in realtà non è presente un’infiammazione che ne alza il valore.

Fattori che fanno diminuire la VES

Fattori che – al contrario – fanno diminuire la VES, sono:

  • Sesso maschile
  • Giovane età
  • Poliglobulia
  • Freddo
  • MCV basso (globuli rossi di dimensioni inferiori alla media, es. nella microcitosi)
  • Malnutrizione

In presenza di queste condizioni, il valore della VES può apparire normale anche quando in realtà è presente un’infiammazione che ne alza il valore.

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VES bassa: quali le cause?

Le possibili cause di una VES bassa, sono:

  • Danni al fegato: in questo caso è probabile che nel sangue vi sia un basso livello di proteine plasmatiche, che vengono prodotte dal fegato in caso di infiammazione, e che per questo i globuli rossi “galleggino” più a lungo;
  • Insufficienza cardiaca: condizione in cui il cuore non è in grado di pompare abbastanza sangue da soddisfare le necessità di tutto l’organismo;
  • Iperviscosità del sangue: sindrome in cui il sangue non è abbastanza fluido da essere pompato agevolmente ne vasi sanguigni, causando una circolazione rallentata, affaticamento del cuore e sofferenza di tutto l’organismo;
  • Ipofibrinogenemia: malattia in cui il corpo produce meno fibrinogeno del normale, con conseguenze nei processi di cicatrizzazione e coagulazione;
  • Anemia falciforme: malattia genetica in cui i globuli rossi hanno una forma allungata, a cilindro oppure a falce. I sintomi sono spossatezza, mal di testa, pelle fredda e pallore.

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Quali sono i principali sintomi e segni di VES elevata?

Essendo causata da moltissime patologie possibili, non esistono dei sintomi specifici legati ad una VES elevata. Generalmente sono i classici sintomi di tipo infiammatorio, a cui vanno aggiunti i sintomi specifici di ciascuna malattia (infettiva, autoimmunitaria, reumatologica, altro). I sintomi di VES elevata sono quindi compresi in una vasta gamma di manifestazioni, e per questo sono poco utili per inquadrare una specifica patologia, se non affiancati da altri esami bioumorali  e/o radiologici, che in prima battuta potrebbero essere emocromo con formula leucocitaria, PCR, creatinina, ionemia, esame urine, e – se sono presenti sintomi respiratori – una radiografia del torace (Rx torace).

Nel caso una velocità di eritrosedimentazione elevata sia un sinonimo di infiammazione acuta, i principali sintomi potranno essere:

  • febbre con temperatura corporea elevata al di sopra dei 37.5°C
  • dolori articolari o muscolari
  • sensazione di freddo a volte accompagnata da  brividi, alternata a fasi di sudorazione
  • possibili segni di infezione / infiammazione  in uno più distretti corporei, come ad esempio:
  • arrossamento o tumefazione (gonfiore) della pelle nelle infezioni dei tessuti molli come nel caso di erisipela o di cellulite (con interessamento degli strati sottocutanei più profondi),
  • problemi nella minzione come disuria (bruciore mentre si urina) o stranguria (dolore mentre si urina) nel caso vi sia un infezione delle vie urinarie, come ad esempio cistite o pielonefrite
  • tosse prodotti a volte accompagnata da difficoltà respiratorie nel caso di un’infezione delle vie aeree (polmonite, bronchite, broncopolmonire, bronchiolite nei bambini)
  • dolore addominale, nausea e/o vomito, comparsa di ittero nel caso di un’infezione delle vie biliari o della cistifellea (colangite  o colecistite)
  • sensazione di gonfiore, tensione e dolore a livello del cavo orale (da escludere presenza di granuloma o ascesso a livello dentale)
  • Dolore pelvico o inguinale che si accentua con i rapporti sessuali e al termine di ogni ciclo mestruale: sono sintomi tipici della malattia infiammatoria pelvica.

Se una VES alta è invece legata ad un processo infiammatorio cronico i sintomi più comuni potrebbero essere:

  • febbre a carattere altalenante di lieve modesta entità (febbricola)
  • dolori articolari accompagnati o meno da tumefazione (gonfiore),  arrossamento e sensazione di calore a livello delle articolazioni
  • diarrea e dolore addominale ricorrenti nel caso delle malattie croniche intestinali.
  • Dimagrimento (calo ponderale), perdita di appetito (iporessia) e di energia (astenia): sono sintomi che devono essere indagati perchè presenti in corso di neoplasia.

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Cosa fare dopo aver letto il risultato?

Dopo aver valutato i risultati della VES, il medico può orientarsi meglio e consigliare altre indagini di approfondimento.

Quale altre analisi fare insieme alla VES?

E’ importante affiancare questa analisi e confrontarla con un altro esame del sangue, la prima citata Proteina C-reattiva (PCR), molto più preciso perché la Proteina C-reattiva è una sostanza presente solo nel sangue delle persone che soffrono di malattie infiammatorie e che, quindi, aumenta quando ci si ammala e scompare a guarigione avvenuta.
Un altro esame che indica la presenza o meno di una infiammazione con cui può essere utile confrontare i risultati di VES e Proteina C-reattiva è l’a­nalisi delle Mucoproteine (alfa -1- glicoproteina acida), un esame utile per valutare se lo stato infiammatorio è dovuto a cause reumatiche.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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