Masturbazione compulsiva e dipendenza da pornografia causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

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Problemi più frequenti anche a causa degli smartphone

Per la mia esperienza, fino a pochi anni fa, problemi sessuali come questi erano classici dai 50 anni in su ma non erano così frequenti nei ventenni, oggi invece si assiste a un aumento esponenziale di queste patologie tra i giovanissimi ed il principale imputato – escludendo specifiche patologie organiche – è la torrenziale abbondanza di videopornografia a disposizione dei ragazzi (e delle ragazze). L’avvento di smartphone sempre più potenti (e la loro diffusione tra i giovanissimi) unito a connessioni internet sempre più veloci e siti web sempre più estremi, ha determinato situazioni impensabili appena dieci anni fa. Una mia paziente l’altro giorno mi ha chiamato disperata perché il figlio di 15 anni è stato “beccato” dal professore mentre in classe, durante la lezione, guardava un filmato pornografico sullo smartphone. Fino a pochi anni fa, per vedere un porno sul web, si doveva essere di fronte al pc nella propria stanza, ora invece basta un cellulare e la pornografia può essere fruita ovunque.
Ma perché c’è così tanto porno su internet? L’estrema abbondanza di pornografia online è “causata” dall’effetto Coolidge.
Alcuni autori, ad esempio il Dr. Gary Wilson, dal cui articolo è stata tratta ispirazione per scrivere ciò che state leggendo, sostengono che se il cosiddetto effetto Coolidge non esistesse, non esisterebbe nemmeno la pornografia.

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Effetto Coolidge? Di cosa si tratta?

L’effetto Coolidge è un programma cerebrale molto antico, che può far scomparire l’esaurimento post-orgasmico in un batter d’occhio, se vi sono nei paraggi nuovi partner disponibili a essere fertilizzati. Senza di esso non esisterebbe pornografia. Tale automatismo biologico interpreta ogni nuova possibilità erotica – comprese quelle sullo schermo – come un’opportunità riproduttiva preziosa, attivando i comportamenti per mezzo di potenti agenti neurochimici. In parole povere: un uomo è portato a provare maggiore eccitazione all’aumentare del numero e della varietà di donne con cui ha rapporti sessuali.
Il fenomeno prende il nome da un aneddoto. Si narra che il presidente degli Stati Uniti Calvin Coolidge fosse stato condotto un giorno in uno stabilimento agricolo insieme alla moglie, e che i due avessero fatto tour separati. Quando la moglie del presidente giunse di fronte al recinto delle galline, chiese al suo ospite: “Ma il gallo monta le galline una sola volta al giorno?” Il proprietario rispose sorridendo: “Oh, no, Mrs. Coolidge, anche una dozzina di volte al giorno!” – “Eh, ditelo a mio marito!” esclamò la signora. Quando venne il turno del presidente di visitare il recinto, rivolse al proprietario la stessa domanda e poi un’altra: “Ma ogni volta con la stessa gallina?” – “No, ogni volta con una gallina diversa!” – “Eh, ditelo a mia moglie!” rispose il presidente.

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Tante femmine diverse ed il maschio diventa instancabile

Cosa succede se lasciamo cadere un topolino maschio in una gabbia in cui c’è una femmina ricettiva? All’inizio si ha un turbine sessuale inconsulto, poi gradualmente il maschio si stanca e smette. Anche se la femmina fosse ancora disponibile, lui è ormai esausto e non mostra segni di interesse verso di lei. Tuttavia, lasciando cadere nella gabbietta una nuova (diversa) femmina ricettiva, il topolino “resuscita” e con galanteria si mette a fertilizzare anche lei. È possibile ripetere più volte questo processo, finché il povero topolino quasi muore per la stanchezza. Gli scienziati chiamano questo fenomeno “effetto Coolidge”, ed è stato osservato anche nelle femmine (Lester, Gorzalka, 1988).

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Senza dopamina non avremmo voglia di far nulla

Il topo corre dietro a ogni femmina che riesce a trovare per via dell’aumento di dopamina nel cervello. Nessun’altra attività in natura riesce a far rilasciare tanta dopamina come il cimentarsi in un rapporto sessuale, perché la prima cosa che i nostri geni vogliono, sopra ogni altra, è farsi strada nelle generazioni future. La dopamina impone al topo di non lasciare nessuna nuova femmina senza essere fertilizzata. La dopamina è il neurotrasmettitore che sta dietro alla risposta: “Lo voglio!”, dietro qualunque motivazione. Senza di essa non c’importa di corteggiare, raggiungere il piacere, neanche di mangiare. Quando il livello di dopamina cade, altrettanto fa la motivazione. La dopamina è responsabile anche dei comportamenti di dipendenza e, quindi, del fatto paradossale che in questi casi il cervello diventa meno sensibile e più disperato perché ne vuole di più.

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Nuova femmina, nuova dopamina

Tornando al topolino, dopo ogni copula con la stessa femmina il cervello secerne sempre meno dopamina. Dopo 5 volte gli ci vogliono 17 minuti per terminare. Il tempo necessario per arrivare all’eiaculazione aumenta, la quantità di dopamina rilasciata diminuisce. Ma se a ogni rapporto sostituiamo la femmina con un’altra nuova, riesce a compiere il suo dovere in 2 minuti o anche meno. La sua virilità viene rinnovata dal cervello come per magia, emettendo forti impulsi di dopamina in risposta a ogni nuova partner.

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La società ci impone di placare effetto Coolidge

Diversamente dai topi di laboratorio, negli esseri umani esiste il legame di coppia. Siamo programmati (ed anche influenzati dalla società) per crescere insieme i figli e trarre una buona quota di soddisfazione dall’unione di coppia. Ma l’effetto Coolidge è sempre in agguato anche dentro di noi e ci risveglia, quando il dovere della natura chiama. Wilson cita il caso di un suo conoscente: “Ho smesso di contare le mie amanti arrivato a quota 350”, confessa, “e credo ci debba essere qualcosa di profondamente sbagliato in me, perché perdo subito interesse sessuale verso le donne. Eppure alcune di loro erano davvero belle”. In quel momento l’uomo era appena stato lasciato dalla terza moglie, ed era scoraggiato.

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Pornografia su internet: effetto Coolidge con turbo

La videopornografia riesce a pungolare l’utente senza tregua, sbattendogli davanti “partner” sempre nuove che lo forzano a rilasciare dopamina. Il resoconto di un utente fa capire il meccanismo: “Mi misi a collezionare un sacco di materiale porno, pensavo che avrei ammassato un enorme database di piacere. Ma non riesco a ricordare di essere mai andato indietro per riguardare materiale vecchio. La parte avvincente era sempre costituita dalla nuova pornostar, dal nuovo video, dalla nuova scena”. In pratica la quantità di video porno necessaria a placare la sua voglia di nuovi video, non esiste, come non esiste una dose di droga necessaria a placare una astinenza nel tossicodipendente. Ciò porta il soggetto in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Come un eroinomane, il dipendente dal porno è succube di una costante voglia di dopamina, che gli viene procurata solo da nuovi video pornografici che internet offre in quantità illimitata e gratis. In effetti una dose di eroina tende a rilasciare nel cervello grandi quantità di dopamina, come avviene con la masturbazione. Interessante notare come un video visto molte volte e ritenuto “ormai poco eccitante” dal soggetto, può tornare ad essere nuovamente eccitante se passa un periodo di tempo sufficientemente lungo dall’ultima visione. Come se il video tornasse ad essere parzialmente “nuovo” per il cervello, che è come dire che se la vostra partner attuale vi appare come una “minestra riscaldata”, la stessa donna potrebbe diventare nuovamente appetibile se diventasse una ex e la rivedreste tra 5 anni: il cervello la interpreta come una donna “nuova” da fertilizzare e la libido si riaccende.

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Poco eccitanti le scene porno già viste tante volte

Prevedibilmente, numerosi studi sulla pornografia hanno rilevato che topi ed esseri umani non sono così differenti in materia di stimolazione sessuale. Ad esempio, quando Koukounas e Over (2000) hanno mostrato lo stesso video porno ripetutamente, il pene dei soggetti maschi e i loro resoconti sono andati incontro a diminuzione progressiva dell’eccitazione. Il video alla fine diventava noioso, ovvero si aveva abituazione, che faceva rilasciare sempre meno dopamina al cervello dei soggetti. Ma dopo 18 proiezioni, quando i partecipanti stavano quasi per addormentarsi, i ricercatori hanno aggiunto delle scene nuove alla 19a e 20a proiezione. Di colpo, i soggetti e i loro peni si risvegliarono (e le donne mostrano una risposta del tutto simile, vedi Meuwissen e Over, 1990). La dopamina aumenta molto a ogni novità, specialmente di tipo sessuale. Alla parte più primitiva del nostro cervello non interessa se ne abbiamo già avuto a sufficienza.

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Linea piatta: perché si verifica?

È ovvio che il maschio ha bisogno di tempo per riprendere potenza e vigore. Ma cosa accade agli utenti della pornografia su internet? Quanti di loro indulgono in questo meccanismo perverso (è proprio il caso di dirlo) senza darsi delle pause di alcune settimane per recuperare? Dopotutto sul video c’è sempre l’equivalente di un nuovo “partner” che desidera essere fertilizzato. La risposta è che quando gli uomini con deficit erettile indotto dalla pornografia smettono di farne uso, sperimentano uno snervante periodo piatto, senza eccitazione o erezione. Appena tolto il piede dall’acceleratore, la libido si addormenta per un periodo che può durare settimane o addirittura mesi. Questo periodo prende il nome di flatline, ed avviene perché il cervello – abituato a dosi enormi di dopamina grazie a “grandiosi” stimoli sessuali virtuali – quando torna ad avere misere dosi di dopamina da stimoli sessuali reali (e quindi più scialbi rispetto al porno internet), non viene appagato da esse, perché era abituato a dosi più elevate. E’ lo stesso motivo per cui una sigaretta “light” è meno “saporita” se siamo abituati a sigarette “standard”: diminuisce la nicotina al di sotto della dose abituale ed il cervello la trova poco soddisfacente. Parimenti è il motivo per cui un eroinomane diventa apatico a stimoli che per persone normali sono piacevoli: gli procurano troppa poca dopamina rispetto alla dose – elevatissima – che la droga gli regala ed a cui il suo cervello si è assuefatto.

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La continua novità può far sembrare il partner meno attraente

Ed ora veniamo finalmente al cuore del problema. La dopamina non è rilasciata solo in risposta alla novità. Quando una cosa è più eccitante del solito, il circuito cerebrale della ricompensa emette dopamina e funziona a pieno regime. Come il masturbatore compulsivo sa bene, la pornografia è sempre in grado di dare qualcosa d’insolito e più trasgressivo rispetto al giorno prima, colmando la richiesta sempre più elevata di dopamina del pornodipendente. Di contro, il sesso con la persona amata non sempre è migliore né più variato di quanto ci si possa aspettare (anzi spesso non lo è, specie dopo tanti anni insieme), anche se fornisce altri e più reali tipi di ricompensa. Purtroppo la parte primitiva del nostro cervello dà per scontato che la quantità di dopamina sia uguale al valore di uno stimolo, anche quando ciò non è vero.
Il risultato è che la stimolazione artificiale (masturbazione da pornografia su internet) fa rilasciare moltissima dopamina, mentre un rapporto con il proprio partner ne fa rilasciare ovviamente di meno e ciò fa sembrare il proprio partner come fosse una “minestra riscaldata”. Il nostro cervello vuole video sempre più estremi e più dopamina, mentre la realtà gli fornisce una donna vera sempre uguale, probabilmente meno bella rispetto alle attrici pornografiche e poca dopamina.
Secondo uno studio del 2007 (Mishra) la semplice esposizione a foto di donne sexy è in grado di far sì che un uomo svaluti la propria partner reale, attribuendole punteggi inferiori non solo riguardo all’attrattività fisica, ma anche per calore e intelligenza. Inoltre, uno studio del 2006 (Zillmann, Bryant) ha riportato meno soddisfazione dal rapporto con il partner in termini di minor affezione, apparenza, curiosità sessuale e performance dopo l’uso di pornografia. Fino a pochi decenni fa l’attività sessuale con un essere umano in carne e ossa forniva più gratificazione del masturbarsi di fronte al solito paginone centrale di Playboy che doveva “durare” un mese fino alla prossima uscita in edicola. Dopo che Miss Luglio era stata “fertilizzata” a dovere, veniva a noia e le sue curve non facevano più produrre tanta dopamina. Bisognava aspettare fino a Miss Agosto. Dopo sono arrivati i videonoleggi. Ma quante volte poteva essere interessante lo stesso video in VHS o – successivamente – in DVD o Bluray? Al contrario la videopornografia su internet regala sfracelli a un semplice click del mouse del computer o sullo schemro dello smartphone che portiamo sempre con noi. È possibile mettersi a caccia e scaricare (altre due attività capaci già da sole di produrre picchi di dopamina) per ore, sperimentando più nuovi “partner” in 10 minuti di quanti i nostri antenati cacciatori-raccoglitori potevano trovarne in una vita intera. Questa dose di dopamina – una vera e propria droga endogena – possiamo averla praticamente gratis, sempre più potente, in qualsiasi momento e ovunque, senza avere apparentemente alcun peggioramento della salute. Un colpo di dopamina dopo l’altro, è possibile raggiungere uno stato mentale alterato simile a quello dei drogati.

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Drogato di pornografia, drogato di dopamina

Un mio paziente mi ha scritto una mail dicendo: “Mi sono masturbato davanti alle immagini fotografiche (non video) da quando ero adolescente, ma non ho mai avuto problemi d’erezione fino a 6 anni fa. Il problema è cominciato con l’accesso ai video gratis in internet. Via via che la velocità di connessione andava aumentando, anche la disponibilità di materiale cresceva, fino a superare la mia capacità di starci dietro. Anche i miei smartphone hanno avuto via via schermi più grandi e definiti, rendendo i video sempre più coinvolgenti. Il mio cervello è finito per ricollegarsi in modo da eccitarsi solo di fronte al porno. Sto con una donna meravigliosa e attraente da 4 anni, eppure mi rendo conto di andare incontro a un declino progressivo della libido ed a un aumento del deficit erettile.”

Lo sentiamo spesso: “La pornografia c’è sempre stata e non ha mai fatto male a nessuno”. Ma l’affermazione perde del tutto significato una volta che si comprenda come funziona il sistema di ricompensa dopaminergico del cervello. Oggi le connessioni internet 24 ore su 24, 7 giorni su 7 non solo permettono di soddisfare qualunque appetito, ma di andare oltre tale appetito, con conseguenza anche molto spiacevoli, che possono arrivare anche ad atti illegali (pedopornografia, abusi sessuali…) che hanno l’obiettivo di avere sempre più dopamina che combatta i sintomi di craving e superi il livello di tolleranza raggiunto. Il problema non è quindi la pornografia in sé: il problema è la quantità sterminata di porno sempre nuovo e sempre più estremo/diversificato che internet offre che coinvolge lo spettatore in un circolo vizioso di masturbazione compulsiva.
Per molti masturbatori cronici la masturbazione usando video pornografici ottenuti grazie ad internet (siti, canali Telegram, eMule, Torrent…) è ormai da anni finita per diventare più eccitante del sesso reale: “Noi masturbatori cronici indulgiamo nella pratica di arrivare ripetutamente al limite dell’orgasmo senza raggiungerlo (edging). Sosteniamo livelli altissimi d’eccitazione (e quindi di dopamina) per ore. Io ad esempio partecipo in diversi gruppi di discussione sulla masturbazione e sono moderatore di uno di essi. Molti di noi arrivano a smettere di fare sesso con il partner, anche quando questi rimane disponibile e desideroso, preferendo la masturbazione ad un rapporto sessuale reale. Abbiamo anche coniato un termine, impotenza copulatoria, per il fenomeno di riuscire ad avere un’erezione facilmente con video pornografici internet, ma non con il partner”.

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Quali sono i sintomi della dipendenza da internet?

Di base il porno dipendente mostra dei comportamenti ossessivi compulsivi. L’insoddisfazione indotta dall’uso smodato del porno spinge a cercare sempre nuovi video pornografici: se questo non è possibile, o se è impossibile la masturbazione, il soggetto diventa ansioso come un eroinomane senza la propria dose. Potrebbe arrivare a masturbarsi in luoghi particolari (come sul posto di lavoro, da solo in auto, in un parco…) per placare l’astinenza da dopamina, o in luoghi pubblici dove può essere scoperto, cosa che gli darebbe un picco di eccitazione (e quindi di dopamina) maggiore del solito.
Spesso il porno-dipendente non riesce ad avere un normale rapporto sessuale con la partner: non raggiunge l’erezione o la coinvolge in rapporti sessuali in posti particolari con l’obiettivo di tirar su un livello di dopamina accettabile per avvicinarsi un minimo al livello che ottiene con la masturbazione. Il porno-dipendente può arrivare a non poter fare a meno del porno per avere un’erezione o raggiungere il piacere, quindi a volte chiede alla partner di visionare materiale porno durante un rapporto sessuale. Anche se il paziente sente la situazione come intrusiva e fastidiosa, non riesce a cambiarla, anzi, in molti casi peggiora. Il porno-dipendente può arrivare a compiere dei veri e propri reati penali per riavere un picco di eccitazione e dopamina.
I segni classici sono quindi: irrequietezza, irritabilità, insoddisfazione, bisogno di sesso più piccante, trovare il partner reale meno attraente di internet, bisogno di materiale più estremo, il chiudersi in una stanza di fronte al computer per ore lontani da sguardi indiscreti.
Purtroppo la diagnosi di questo tipo di patologia spesso è ritardata nel tempo poiché, essendo la masturbazione ormai accettata dalla società, il porno-dipendente può non capire subito che sta “esagerando” con la masturbazione anche perché i suoi effetti non sono visibili all’esterno, come ad esempio avviene in un eroinomane.

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Quindi cosa si deve fare nell’immediato?

È necessario smettere di fare uso di pornografia e di masturbarsi visionandola in maniera compulsiva. Esattamente come avviene per qualsiasi dipendenza, nei primi tempi sarà difficile stare lontano dai video pornografici online e c’è chi fallisce molte volte prima di riuscire a sbarazzarsene. Alcuni trovano migliore un allontanamento graduale dal porno, diminuendo i video ed il numero di masturbazioni giornaliere, altri preferiscono smettere di colpo: non c’è una maniera giusta o sbagliata per uscire dalla dipendenza. Quando riuscirete a non masturbarvi più in maniera compulsiva, dovrete accettare con pazienza il fatto che per qualche tempo la libido sarà come morta (la famosa “flatline” a cui facevo riferimento prima), confidando che, se non sono in corso patologie di altra natura, essa ritornerà. Questo periodo di pace vi permetterà di avere un picco di dopamina solamente nel momento giusto, cioè quando dopo qualche tempo di porno-internet-astinenza vi ritroverete desiderosi sotto le coperte con la vostra ragazza o moglie: vedrete che l’impotenza scomparirà!

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Può essere necessario l’aiuto specialistico?

Sì, per vari motivi. Per prima cosa perchè il medico deve capire se la disfunzione erettile (una volta chiamata “impotenza”) è causata da danni organici che devono essere curati con terapie mediche o chirurgiche specifiche. L’aiuto del medico è anche necessario quando, come avviene spessissimo, l’abitudine di masturbarsi con l’aiuto di videopornografia è radicata fino al punto da costituire una vera e propria dipendenza, diventando difficilissimo rinunciarvi. Ricordiamo che il meccanismo cerebrale implicato è lo stesso delle dipendenze da sostanze e, come tutti i comportamenti compulsivi basati sul piacere, può resistere energicamente prima di essere spezzato. Il medico specializzato e lo psicoterapeuta possono quindi insegnare delle strategie per superare l’ostacolo con più facilità ed aiutare a superare il periodo di flatline..
Durante il periodo di “disintossicazione” e recupero della normale funzionalità dell’erezione e del desiderio, vi sono numerosi fattori che possono contribuire al successo o al fallimento: il numero di orgasmi, la masturbazione (senza video porno), la qualità delle fantasie sessuali che si hanno, il tipo di relazione che si mantiene con il partner, il metterlo o meno al corrente del processo che si sta attraversando, le ricadute e così via. Per tutti questi motivi – e altri ancora – l’ausilio medico e psicoterapeutico può rivelarsi decisivo per il recupero di una sessualità piena e soddisfacente per sé e per il partner.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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22 pensieri su “Masturbazione compulsiva e dipendenza da pornografia causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge

  1. Salve mi riconosco molto a questi sintomi spero di curarmi in fretta anche perché ho 43 anni e oltre ad aver fatto una vita bruttissima ho avuto sempre qualcosa da curare nei ultimi 30 anni , la mia vita è migliorata ma è vuota ,usavo dei giornali ma poi dal 2007 sono passato al PC, comunque questa malattia è solo una delle tante da qui ho dovuto curarmi , penso che è derivato molto tutto da una brutta infanzia ,FORZA GENTE

  2. Finalmente un blog serio.Io 52 anni ,mi chiamo salvatore.Ho conosciuto la pornografia fin da quando ero un bambino perché circolavano i primi fumetti porno.Poi ho conosciuto il sesso come abuso e violenza per due anni.Non ho mai avuto una fidanzata e non mi sono sposato.Ho solo avuto tre piccole storie che hanno avuto esiti disastrosi.Essendo uno sfigato tutto quello che poteva andare male ci andava.Due di queste ragazze erano brutte non so nemmeno io perché ci ho provato,comunque non sono riuscito ad avere un rapporto completo.Una terza invece era molto carina,sexy e molto esperta.Ci siamo incontrati,dopo un appuntamento via web,il giorno di Natale del 2005.Abbiamo parlato Per un bel po’, poi lei mi ha proposto di fumarici una canna (io fumavo di tanto in tanto con alcuni amici)e io ho accettato. Lei era bissessuale ma a me questo non dava fastidio.Comunque la notte siamo andati nella casa di mio fratello,lui lavorava in nord italia).La luce era staccata e faceva un freddo cane.Con la tipa ho avuto un rapporto orale che le è piaciuto molto,ma al momento di penetrarla non sono riuscito ad avere un erezione.Ci sono rimasto di merda e lei lo stesso.Mi e dispiaciuto molto molto perché lei mi piaceva molto ma io non ero il suo tipo.Troppo timido ed imbranato.Io già da anni per soddisfare i miei bisogni sessuali frequentavo delle prostitute .Con loro riuscivo e riesco ad avere rapporti completi anche se è chiaro che non potranno mai essere come quelli che si hanno con una donna che si ama (o no?).Per il resto pratico la masturbazione guardando il porno sul web.Eppure molte volte mentre sono davanti ad un immagine porno,chiudo gli occhi e penso a quella ragazza che mi piaceva,e godo di più. Purtroppo non riesco ad avere rapporti sociali con nessuno,soffro di fobia sociale.Per me praticare qualsiasi attività che coinvolga una relazione con le donne mi è psicologicamente impossibile,.Sono stato in cura presso vari psicologi,ma non sono riusciti a risolvere il mio problema.Forse sono degli incapaci?Mi danno l’impressione che non si rendono conto in che società viviamo.Diciamo che sono un po’ rincoglioniti.

  3. Dipende. Le cause dell’uso del porno sono tante. Il più delle volte per mancanza di autostima e ciò porta a credere che le donne se la tirano forse troppo. Che senso ha spendere tante energie se abbiamo ciò che vogliamo (al meno virtualmente) a portata di clic. Poi, è anche vero che quegli sguardi che uno trova in certi films, sopratutto in quegli POV, nella vita reale nessuna gli fa (visto che la risposta sessuale femminile la porta per natura a chiudere gli occhi durante quasi tutto l’amplesso). Invece a me, ad esempio, piaciono molto i films POV, esperienze che nella vita reale non ho mai potuto vivere, pure avendo sempre una partner. Ma mica chiedendoglielo ci lo concedono per tutta la durata del momento. Insomma, tutto in eccesso potrebbe far più male che bene, ma il vero in tutta questa storia è che gli uomini vorrebbero le donne dei films porno, ma nella realtà quelle donne non esistono. E dopo che arrivano i figli… è causa persa.

  4. Salve dott. Loiacono vorrei farle una domanda: io pratico questo terribile vizio da piú o meno 14 anni ( ora ne ho 22) . La struttura fisica e bio-chimica dei miei lobi frontali é irrimediabilmente compressa, oppure no? E qualora lo fosse ci sono terapie in grado di “annullare” totalmente gli effetti della masturbazione? Grazie per la risposta, distinti saluti

  5. Buonasera mi masturbo più volte al giorno guardando porno mi sono accorto che quando sono con una ragazza ho problemi di erezione cosa mi consiglia grz aspetto una sua preziosa risposta

  6. Pingback: Sexy terapista si spoglia davanti ai pazienti: “Così guariscono dalla porno dipendenza” | STORIE INCREDIBILI

  7. Chi ha tutte queste ore a disposziobe da trascorrere davanti al pc per film porno mivfa credere non abbia una vita lavorativa o una piena di cose utili da fare , penso piu a una sorta di frustrazione/insoddisfazione che porta questo individuo a cercare piacere/gratificazione nel modo piu facile e veloce possibile! Nn la vedo come una malattia, trovo una vera esagesazione chimarla malattia! Lo è quando ci condiziona e ci crea problemi e ci fa vivere male! Credo che dietro al consumatore eccessivo di porno ci sia un desiderio di evadere dalla sua insoddisfazione (lavorativa, affettiva, sociale etc) in modo rapido e facile! Né più né meno!

  8. Sono vergine mi masturbo tutti i giorni però con porno o Immaginazione ho una erezione a metà.Invece se ballo con una ragazza(in modo sensuale),ho un appuntamento(con una ragazza che mi piace),o comunque qualunque rapporto un’po’ intimo ho un’ erezione.
    Ho problemi?Cosa posso fare?Devo masturbarmi meno ?
    Per favore rispondetemi.

  9. Quindi fatemi capire, secondo questo articolo anche la masturbazione non compulsiva, ovvero normale senza l’uso di pornografia è dannosa? Mah.. mi sembra esagerato.

  10. no, con la masturbazione è più facile che una persona POSSA perdere la capacità di usare il congiuntivo presente.

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