Lauren Wasser, modella californiana di 29 anni che nel 2012 perse la gamba destra a causa di un rarissimo choc tossico causato da un assorbente interno è stata amputata anche della gamba sinistra. La modella ha postato su Instagram una serie di immagini che la ritrae in ospedale in compagnia di Amy Purdy, snowboarder americana e atleta paralimpica che a soli 19 anni perse entrambi gli arti inferiori per lo choc settico causato dalla meningite. Lauren ha voluto ringraziarla: «Qualcuno ha bussato alla mia porta e mi ha fatto una sorpresa, ti ringrazio per avermi mostrato che la vita può migliorare e io ho ancora così tanta vita da vivere!».
L’annuncio
La storia di Lauren era tornata sulle cronache un mese fa quando aveva annunciato che a distanza di cinque anni dalla prima amputazione avrebbe perso anche l’altra gamba. «Ho una gamba d’oro di cui sono orgogliosa, ma il mio piede sinistro ha un’ulcera aperta, è senza tallone e senza dita. Nel corso degli anni il mio corpo ha prodotto molto calcio, il che fa sì che le mie ossa crescano sul piede ed è un dolore continuo. Tra pochi mesi avrò inevitabilmente anche l’altra gamba amputata e non c’è niente che io possa fare. Ho una gamba d’oro di cui sono molto orgogliosa». L’intervento è stato fatto prima di quanto si pensasse. La modella ha dichiarato che i medici le consigliarono la doppia amputazione subito, ma lei tentò comunque di salvare almeno la gamba sinistra, fino a quando però è diventato troppo doloroso per lei camminare a causa delle ulcere sotto il piede e alle dita.
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La storia
L’odissea di Laure inizia il 3 ottobre 2012 quando Lauren mette un tampone super plus, come era solita fare durante il ciclo mestruale. non si sente bene, si riposa a casa, ma quando si sveglia ha la febbre altissima, la madre la accompagna in ospedale dove è colta da un attacco cardiaco causato da un’infezione. Si scoprirà che la causa è il tampone. Ma lo choc settico è grave, le gambe vanno in cancrena e i medici le amputano la gamba destra e parte del piede sinistro. Nonostante la brutta storia che Wasser ha vissuto, la modella ha proseguito la sua carriera
La sindrome da choc tossico
La sindrome da choc tossico (TSS) è una rarissima e grave complicazione causata da un’infezione batterica da Staphylococcus aureus o Streptococcus pyogenes e può essere fatale. Si verifica più di frequente a seguito di colonizzazioni vaginali, soprattutto se presenti durante il periodo mestruale. I sintomi sembrano quelli di un’influenza: febbre alta, mal di testa, vomito, stanchezza. La sindrome da choc tossico è stata identificata all’inizio del 1980 ed è stata associata agli assorbenti interni. Naturalmente il solo uso dei tamponi non giustifica l’insorgenza della sindrome e il paziente deve essere già portatore di Staphylococcus (e lo è il 20% della popolazione). Nei foglietti illustrativi dei tamponi il rischio è segnalato. La TSS colpisce ogni anno una donna su centomila. I prodotti sintetici in uso da una parte migliorano l’assorbimento, ma nello stesso tempo creano un ambiente ideale per la proliferazione dei batteri.
Evenienza rara
L’uso dell’assorbente interno e la sindrome da choc tossico caratterizzata da una risposta infiammatoria a carico di molti distretti dell’organismo in risposta a ceppi batterici, soprattutto stafilococchi e streptococchi, possono associarsi perché il ristagno del sangue mestruale all’interno del canale vaginale può favorire la sua insorgenza. È vero però che tale evenienza è molto rara sia per l’evoluzione tecnologica degli assorbenti interni sia per la maggior attenzione che le donne dedicano a questo problema. I rischi di andare incontro alla sindrome da choc tossico possono essere ridotti alternando l’uso dell’assorbente interno a quello esterno, lavando le mani prima di inserirlo o dopo averlo rimosso e cambiarlo ogni 4-6 ore, senza mai dimenticarlo in vagina.
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