Sempre meno bimbi in Italia. Ogni anno ci sono più morti che nascite. La popolazione italiana continua a crescere unicamente grazie all’immigrazione, col risultato che – se non si invertirà la tendenza – tra poche decine di anni in Italia sarà difficile trovare un “italiano di settima generazione”! Gli italiani over 65 anni sono in aumento e rappresentano ben un quinto della popolazione italiana, anche i cittadini stranieri sono in costante aumento e costituiscono circa l’8% del totale, sono i giovanissimi che invece diminuiscono drammaticamente di numero.
La patria dei figli unici
Non solo il nostro Paese è all’ultimo posto nella classifica mondiale della natalità: sta anche diventando la patria dei figli unici. Da un indagine Istat il 47% delle famiglie italiane ha solo un figlio, il 43% ne ha due e solo il 10% ha 3 o più figli. Si può quindi sostenere che l’Italia è diventata il paese dei figli unici. Le ragioni sono molteplici, dipendono sia dalla crisi economica che ha colpito le famiglie italiane già da diversi anni, sia dal fatto che le donne in Italia tendono ad avere il primo figlio sempre più tardi e questo riduce la possibilità di un secondo figlio. Inoltre in Italia mancano i supporti sociali per le famiglie e ci sono liste di attesa per gli asilo nidi.
Permettersi di fare figli è sempre più difficile
Non tutti poi possono contare sull’aiuto dei nonni o permettersi la baby sitter, così avere più di un figlio diventa un vero problema. L’Italia martoriata dalla crisi economica, è all’ultimo posto nella classifica mondiale sulla natalità. Come ricordavo all’inizio dell’articolo, ogni anno ci sono più morti che nascite. In pratica in questo momento soltanto una massiccia immigrazione mantiene costante la popolazione, che sarà sempre meno costituita da italiani e sempre più da stranieri. In altre parole senza immigrati la popolazione italiana è destinata a sparire dalla faccia della terra.
Meno figli nelle nazioni più ricche
Un dato fa riflettere: la natalità è in netto calo nelle nazioni maggiormente sviluppate, mentre, secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 i paesi più poveri avranno triplicato la loro popolazione. In Italia è sparita la figura della mamma casalinga e sempre più minori hanno ambedue i genitori che lavorano. Questo genera un maggior benessere per le famiglie, sia dal punto di vista economico, che per lo stile di vita: i bimbi sono sempre più tecnologici, frequentano di più il cinema, leggono più libri e passano più tempo su Internet o sui videogiochi. Non è possibile però dare un giudizio oggettivo sulla positività o meno dell’essere figlio unico.
Il figlio unico
Nell’infanzia il figlio unico riceve maggiori attenzioni da parte dei genitori e dei parenti. E da ciò derivano una serie di vantaggi materiali. Se entrambi i genitori lavorano, il bimbo viene però affidato alle cure di altre figure di riferimento, come i nonni o la baby sitter. Se da una parte il confronto con le persone adulte lo matura e migliora il suo vocabolario, dall’altro lo priva delle esperienze comunicative con i bambini della sua età, come dei fratelli ad esempio, che hanno un peso determinante nel suo sviluppo emotivo. Per questo è importante inserirlo al più presto al nido. Crescendo, si troverà ad affrontare da solo i problemi legati all’emancipazione dalla famiglia e una volta adulto, sempre da solo, dovrà occuparsi della salute dei genitori ormai anziani.
Quindi figlio unico si, ma forse la famiglia numerosa non era poi tanto male.
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Lo staff di Medicina OnLine
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