Così la musica cambia il sapore di quello che mangiamo

Sappiamo già da molto tempo che gli odori e le immagini influenzano la nostra percezione dei sapori del cibo che mangiamo, ma che dire dei suoni? La musica che ci circonda può davvero influenzare la nostra alimentazione? “Sono seduta al mio tavolo di cucina e mangio cioccolato in nome della scienza. Sto cercando di capire se è vero che, se ascolto un suono grave, la mia consapevolezza del gusto si restringe alla parte posteriore della lingua e si concentra sugli elementi amari del cioccolato. Quando invece si passa ad una frequenza elevata, si spalancano le porte alla dolcezza e tutta la mia bocca viene avvolta da un sapore zuccherino”. Il test sul “condimento musicale” degli alimenti lo ha fatto la giornalista inglese Amy Flaming e lo racconta in un post sul sito del Guardian. “È una sensazione curiosa” spiega “perché mi sembra che il cioccolato abbia un sapore diverso. I suoni non influiscono solo sul mio cervello, ma cambiano completamente la percezione del gusto”.

Suono: l’ultima frontiera

Gli ultimi anni, continua l’articolo, hanno visto un boom di ricerche in questo settore. Il suono è l’ultima frontiera nella presentazione del cibo. I ristoranti si arrovellano sul menu, sulle stoviglie, sull’arredamento e l’illuminazione, eppure spesso non dedicano nemmeno un pensiero al sottofondo musicale che accompagnerà i piatti. Tuttavia, ora che stiamo iniziando a capire la relazione tra il gusto e il suono, la musica sembra destinata ad avere un ruolo importante anche nel mondo del cibo. L’azienda di produzione di gelati Ben & Jerry, per esempio, sta valutando una gamma sonora di gusti di gelato, con i codici QR sulle vaschette che permetteranno di ascoltare, attraverso i cellulari, i suoni più adatti ad accompagnare proprio quel gusto. Riguardo a come i suoni che ascoltiamo influenzano la percezione del sapore del cibo, all’Università di Oxford hanno fatto un interessante esperimento. Si è proceduto con il far assaggiare ad un gruppo di volontari qualche caramella mou, durante la riproduzione di suoni ad alta e bassa frequenza, chiedendogli di valutare il gusto su una scala di valori dal dolce all’amaro. Proprio come ha sperimentato la giornalista del Guardian, alle note alte corrispondeva maggiore dolcezza e quelle basse hanno portato fuori l’amaro.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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