Le sostanze estratte da alcune piante sono efficaci contro la cefalea, è quello che emerge da una ricerca dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo e dell’Istituto di scienze neurologiche del CNR sui rimedi vegetali usati nella medicina popolare tra il XIX e il XX secolo. Circa l’80% presenta componenti in grado di contrastare i meccanismi alla base del mal di testa. Il 40% di queste piante era in uso già da circa 2000 anni. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Ethnopharmacology.
Girasole, sambuco ed artemisia
Molte le piante che contengono molecole con azione anti-infiammatoria e analgesica o comunque in grado di contrastare i meccanismi ritenuti alla base delle principali forme di cefalee. Componenti organici quali flavonoidi, terpenoidi e fenilpropanoidi sembrano poter bloccare, in vivo, i mediatori chimici coinvolti nell’insorgenza delle cefalee. Ad esempio, i diterpeni estratti dal girasole, dal sambuco e dall’artemisia agiscono sulle cavie come i FANS, i farmaci antiinfiammatori non steroidei che solitamente si assumono contro le cefalee, oltre che per ridurre lo stato infiammatorio in patologie articolari, reumatologiche e muscolo-scheletriche. Lo studio ha rivelato anche che circa il 42% delle piante utilizzate dalla medicina popolare italiana per la cura della cefalea era già in uso nel periodo tra il V secolo a.C. e il II d.C., come testimoniano tra gli altri Ippocrate e Plinio il Vecchio.
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