Differenze tra fase REM e NON REM del sonno

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Nel momento in cui ci addormentiamo, avviene una perdita di coscienza transitoria ed alcune nostre funzioni biologiche si riducono mentre se ne potenziano altre. Per esempio, il battito cardiaco, la frequenza respiratoria e la temperatura diminuiscono, inoltre mentre la produzione di ormoni corticoidi si riduce, aumenta quella dei fattori di crescita.

Fasi del sonno

Il sonno è caratterizzato da due fasi principali:

  • fase NON-REM, o sonno ortodosso o N-REM o NREM, composto da 4 stadi distinti;
  • fase REM, o sonno paradosso: è la fase in cui si sogna.

La fase NON-REM e la fase REM, insieme, formano un “ciclo” di durata di circa 1 o 2 ore. Durante un sonno normale, di durata di circa 7 od 8 ore, si susseguono circa 4 o 5 cicli, come potete vedere nell’immagine qui in alto. Solo la corretta alternanza tra la fase NREM e la fase REM garantisce un riposo ristoratore. La durata di ciascun ciclo, fase e stadio, varia da individuo ad individuo, in base a fattori soggettivi e ambientali. L’alternanza delle fasi è rilevabile grazie ad un ipnogramma.

Fase NON-REM

La fase NON-REM, o NREM o sonno ortodosso o sonno lento, è contraddistinta da quattro stadi, durante i quali il sonno si fa via via più profondo:

  • veglia: la persona è sveglia e cosciente;
  • fase NREM stadio 1: è il momento dell’addormentamento. Frequenza cardiaca e respiratoria diminuiscono come anche l’attività cerebrale;
  • fase NREM stadio 2: è il momento del sonno leggero. Le onde cerebrali sono simili a quelle visibili in fase di veglia;
  • fase NREM stadio 3: è il momentodel sonno profondo. Il terzo stadio è caratterizzato da onde cerebrali molto lente ed ampie;
  • fase NREM stadio 4: è il momento del sonno ancora più profondo. È in quest’ultimo stadio che l’organismo si rigenera.

A ogni nuovo ciclo, la fase NON-REM dura sempre meno, lasciando maggiore spazio alla fase REM. Una volta raggiunto lo stadio 4, l’individuo generalmente torna allo stadio 3, poi al 2 poi al primo stadio ed entra nella fase REM. In alcuni casi, dallo stadio 4 si passa allo stadio 3 ed allo stadio 2 per poi tornare allo stadio 4, da cui poi si ritorna agli stadi 3, 2, 1 ed infine entrare nella fase REM.

Leggi anche: Paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche: cause, pericoli, rimedi

Fase REM

Durante la fase REM, anche chiamato “sonno paradosso“, chi dorme compie bruschi movimenti degli occhi. Il termine REM, infatti, è l’acronimo inglese di Rapid Eye Movement, che significa appunto “rapido movimento degli occhi”.
La fase REM è una fase “agitata”, in cui aumentano il battito cardiaco e la frequenza respiratoria, e si sogna, tuttavia è una fase caratterizzata anche da uno stato, indotto da ormoni, di paralisi e rilassamento dei muscoli (in greco paralisi deriva da παράλυσις = parálysis, che significa appunto “allentamento, rilassamento”); probabilmente questo stato di atonia muscolare ha la funzione di impedire movimenti inconsulti provocati dal sogno. Durante un sonno normale, la fase REM dei primi cicli è generalmente più corta rispetto alla fase REM degli ultimi cicli. Se durante la notte si verificano cinque cicli NREM-REM e di conseguenza cinque fasi REM, l’individuo avrà cinque sogni distinti. Se l’individuo viene svegliato durante una fase REM, avrà maggiori possibilità di ricordare i propri sogni ma si ricorderà solo il sogno relativo a quella fase REM che affrontava quando è stato svegliato, mentre non si ricorderà i sogni delle precedenti fasi REM. Se l’individuo si sveglia in una fase NREM, quasi sicuramente non riuscirà a ricordare alcun sogno. Queste informazioni sono però ultimamente state messe in discussione dai ricercatori: ad esempio sembra che non si resca a sognare solo nelle fasi REM, ma che sia possibile anche farlo nelle fasi NREM.

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Cosa succede mentre dormiamo?

Il sonno è un qualcosa di ancora in parte misterioso e non compreso, tuttavia sappiamo per certo che non sia un evento a cui il nostro cervello assiste passivamente: viene usato per rielaborare e catalogare tutti gli avvenimenti utili della giornata e relegare ciò che è ritenuto inutile in spazi meno accessibili razionalmente. Durante il sonno il cervello mantiene comunque uno stato di vigilanza: suoni e sensazioni ritenuti non pericolosi, non ci svegliano, ma se tali percezioni venissero interpretate come fonte di pericolo, ci sveglierebbero.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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