Con “ipersonnia” in medicina ci si riferisce ad un gruppo di disturbi del sonno anche molto diversi tra loro, caratterizzati però da un tratto distintivo comune: una eccessiva sonnolenza diurna (ESD). Il paziente ipersonniaco non riesce a rimanere vigile per tutto l’arco della giornata ed a causa di ciò può andare incontro a situazioni di sonno improvviso da cui non riesce ad esimersi: ad esempio può addormentarsi all’improvviso durante una conversazione, durante un pasto o addirittura mentre sta guidando, con evidenti rischi per la sua vita e di chi gli sta vicino. Il paziente ipersonniaco ha anche generalmente molta difficoltà a svegliarsi la mattina. Per definizione le ipersonnie di origine centrale sono affezioni croniche (disturbi che perdurano da almeno 3 mesi come criterio diagnostico) e, seppur con possibili cambiamenti della sintomatologia, persistono nel tempo.
Diffusione
La diffusione di tale disturbo è stata calcolata nel 5% della popolazione generale, altri studi non si allontanano da questa stima ponendo un range dal 4 al 6%.
Classificazione
L’ipersonnia può essere classificata in due tipologie, una prevede la suddivisione in:
- ipersonnia ricorrente;
- ipersonnia post-traumatica (dovuto a traumi cerebrali);
- ipersonnia idiopatica (quando la causa che l’ha determinata rimane sconosciuta).
Un’altra classificazione è la seguente:
- ipersonnie primarie: il disturbo stesso non permette la vigilanza durante le ore diurne;
- ipersonnie secondarie: un disturbo o una condizione determina l’impossibilità di vigilanza diurna in modo secondario.
Ipersonnie primarie
Sono vari tipi:
- Narcolessia: è caratterizzata da diversi sintomi peculiari come eccessiva sonnolenza diurna, necessità impellente di fare diversi pisolini durante il giorno (la loro durata è breve e danno ristoro); possono anche essere presenti cataplessia, allucinazioni ipnagogiche e paralisi nel sonno. Altra caratteristica peculiare, ricavabile solo attraverso indagini di laboratorio, è la comparsa di diversi episodi di sonno REM nei 15 minuti successivi all’addormentamento (SOREMPs).
- Ipersonnia idiopatica: è caratterizzata da un sonno notturno di buona qualità che può avere una durata normale (meno di 10 ore per notte) o eccessivamente lunga (più di 10 ore per notte) e, a dispetto di ciò, da una eccessiva sonnolenza diurna, che si concretizza in sonnellini diurni di durata eccessivamente lunga (più di una o due ore) e non ristoratori.
- Ipersonnia-Bulimia Sindrome di Kleine-Levin: è una condizione rara caratterizzata da attacchi ciclici di iperfagia seguiti da giorni in cui non si riesce a dormire, nel resto del tempo il sonno e le condizioni risultano normali, più frequente nei giovani.
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Ipersonnie secondarie
Sono causate da:
- effetti collaterali di alcuni farmaci;
- problemi nella respirazione durante il sonno come la sindrome delle apnee notturne;
- disturbi focali del sistema nervoso centrale (come tumori cerebrali, meningite, disturbi sistemici ed abuso di sostanze).
Le ipersonnie secondarie sono così distinte:
- Ipersonnia dovuta a disturbi medici: Ipersonnia in relazione temporale e causale con altri disturbi medici, ivi incluse le affezioni ed i traumi del sistema nervoso centrale. Tra le associazioni note ricordiamo la Malattia di Parkinson, i traumi cranici commotivi, malattie genetiche, lesioni focali del sistema nervoso centrale, malattie endocrinologiche, metaboliche e la sonnolenza residua in pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive in sonno in adeguato trattamento.
- Ipersonnia dovuta a farmaci o sostanze: Ipersonnia in relazione temporale e causale con assunzione cronica di farmaci o sostanze con effetto sui meccanismi di regolazione del sonno e della veglia. Tra le forme previste ricordiamo quelle ascritte a farmaci con effetto sedativo (ipnotici, barbiturici, etc), ad abuso di sostanze con effetto sedativo, a sospensione di utilizzo di sostanze con effetto stimolante (e.g. anfetamine).
- Ipersonnia associata a disturbi psichiatrici: Ipersonnia che si verifica in associazione a disturbi psichiatrici, in particolari a disturbi dell’umore (e.g. depressione, disturbo bipolare) o a disturbi da conversione o somatoformi (definita anche pseudoipersonnia).
- Sindrome da sonno insufficiente: Ipersonnia dovuta ad una cronica restrizione del tempo di sonno nei giorni feriali e con tipica estensione del tempo di sonno nel fine settimana e/o nei periodi feriali ascrivibile ad un inadeguata corrispondenza tra l’individuale bisogno di sonno e il tempo usualmente dormito per motivi sia sociali che comportamentali.
Patologie e condizioni associate
Varie patologie e condizioni sono spesso associate all’ipersonnia, tra cui:
- sindrome delle gambe senza riposo;
- sindrome premestruale;
- depressione minore e maggiore;
- encefalite limbica paraneoplastica.
Sintomi e segni
L’ipersonnia è spesso caratterizzata da:
- addormentamenti in luoghi o situazioni insolite;
- difficoltà di concentrazione;
- astenia (mancanza di forze);
- irritazione;
- allucinazioni visive e/o uditive;
- perdita di memoria;
- ansia;
- disorientamento spaziale e/o temporale;
- fatica mentale;
- frequenti colpi di sonno;
- difficoltà a svegliarsi.
Cause
L’ipersonnia può essere causata da un’eredità genetica, da un trauma cranico (nella forma post-traumatica), da diversi disordini psicologici quali la depressione e da eventi clinici come in caso di uremia e fibromialgia. L’ipersonnia può anche essere dovuta ad altri disordini come la narcolessia o la sindrome metabolica.
Diagnosi
La diagnosi usa l’anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente), l’esame obiettivo ed una serie di altri esami che possono comprendere esami di laboratorio (come emocromo e toracentesi) e di diagnostica per immagini (ad esempio TAC cranio).
Terapie
La terapia di una ipersonnia è subordinata alla eziologia a monte che l’ha determinata: il medico, dopo aver identificato della causa specifica, allestisce terapie specifiche anche molto diverse tra loro, come antibiotici in caso di meningite batterica o chirurgia in caso di tumore cerebrale.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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