Perché sogniamo e abbiamo gli incubi? Perché ricordiamo alcuni sogni e altri no? Cos’è un sogno lucido e la fase REM?

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Dal film “Shutter Island”:

Lo sapeva che la parola trauma viene dal greco, vuol dire ferita. E qual è la parola tedesca che significa sogno? Traum, ein traum. Le ferite possono creare mostri, e lei, lei ha tante ferite…

Tutti noi lo abbiamo provato varie volte nella vita, qualcuno non riesce mai a ricordarlo la mattina, qualcuno viene da esso svegliato quando si trasforma in un incubo, scrittori ed artisti hanno tratto ispirazione da lui per creare famose opere d’arte. Sto parlando del sogno.

Cos’è un sogno?

La parola “sogno” deriva dal latino somnium ed è un fenomeno psichico tipico di molti animali , tra cui l’uomo, legato al sonno, in particolare ma non esclusivamente alla fase REM, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto sognante. L’arte divinatoria che pretende di interpretare i sogni si chiama oniromanzia; mentre la capacità di prendere coscienza dei sogni viene definita onironautica o sogno lucido (ne parlo più in fondo).

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Cos’è la fase REM?

Il sonno non è costante, ma costituito da cicli, ciascuno dei quali consta di:

  • una fase NREM, o “sonno ortodosso” o “sonno lento” o “fase NREM”, che si divide ulteriormente in 4 diversi stadi;
  • una fase REM (acronimo di “Rapid Eye Movement”, che significa “rapidi movimenti degli occhi”), o “sonno paradosso“.

La fase REM si chiama così poiché durante essa sono stati osservati rapidi movimenti delle pupille. La fase REM si verifica solitamente 4 o 5 volte per notte ed è la parte del sonno in cui si verificano i sogni al contrario della fase NREM. Questa ultima affermazione sembrerebbe essere però messa in discussione da ultimi studi che devono essere ancora ben verificati: secondo alcuni la fase REM non sarebbe l’unica fase in cui sogniamo, ma il sogno potrebbe verificarsi anche in una delle fasi NREM.

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Come viene diviso il sonno? Il ciclo NREM-REM

Un sonno normale di circa 8 ore, grazie all’ipnogramma, viene distinto in quattro o cinque cicli di durata di circa 1 o 2 ore. Ogni ciclo è composto dalle seguenti fasi:

  • fase NREM stadio 1: è il momento dell’addormentamento. Frequenza cardiaca e respiratoria diminuiscono come anche l’attività cerebrale;
  • fase NREM stadio 2: è il momento del sonno leggero. Le onde cerebrali sono simili a quelle visibili in fase di veglia;
  • fase NREM stadio 3: è il momentodel sonno profondo. Il terzo stadio è caratterizzato da onde cerebrali molto lente ed ampie;
  • fase NREM stadio 4: è il momento del sonno ancora più profondo. È in quest’ultimo stadio che l’organismo si rigenera.
  • fase REM: è la fase in cui si sogna.

In ognuna delle 4 o 5 fasi REM che si verificano per notte, possono verificarsi sogni specifici e diversi. Per approfondire, leggi: Differenze tra fase REM e NON REM del sonno

Perché ricordiamo alcuni sogni ed altri no?

Questa domanda ancora non ha trovato una risposta certa. Un gruppo di ricercatori di Lione, tramite uno studio da loro condotto, è arrivato alla conclusione che il fatto di ricordarsi o no un sogno dipenda dall’attività di una parte del cervello chiamata corteccia pre-frontale, che è l’area del cervello che risponde di più agli stimoli esterni, posta dietro la fronte (vedi immagine in alto in questo articolo). Se questa area del cervello durante il sogno è iperfunzionante, il cervello tenderà a memorizzare il sogno ed a ricordarlo nella veglia. L’iperattività della corteccia pre-frontale è soggettiva (ecco perché alcune persone tendono più facilmente a ricordare i sogni ed altre meno) e dipende da moltissimi fattori, soprattutto da quantità/qualità del sonno e da emozioni e stress che si sono verificati da svegli prima di addormentarsi. Secondo alcuni, essere svegliati “nel bel mezzo” di una fase REM, aumenterebbe le possibilità di ricordare il sogno che si stà facendo in quella specifica fase REM. Se invece si è svegliati in una della fasi NREM, è molto più difficile ricordarsi il sogno che si è compiuto in una delle fasi REM dei cicli precedenti. In ogni caso sembrerebbe più frequente il ricordo del sogno dell’ultima delle 4 o 5 fasi REM e non di una fase REM “superata” da cicli NREM-REM successivi.

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Come aumentare le possibilità di ricordarsi i sogni?

Alcuni dei seguenti consigli potrebbero aumentare le possibilità di ricordare un sogno al tuo risveglio:

  1. Vai a letto e svegliati sempre alla stessa ora: la regolarità è amica di un sonno ristoratore che permette di ricordare più facilmente i sogni al risveglio;
  2. riposati la giusta quantità di ore. La maggior parte delle persone ha bisogno di 7 – 9 ore di sonno ogni notte per ottenere la giusta quantità di riposo. Le persone che dormono meno di sei ore hanno difficoltà a ricordare i sogni, perché quelli più lunghi e più vividi avvengono in seguito nel ciclo del sonno;
  3. crea un ambiente di sonno riposante. Elimina quei rumori e quelle distrazioni che potrebbero impedirti di cadere in un sonno profondo. Indossa i tappi per le orecchie, se necessario, e assicurati di avere tende pesanti che blocchino la luce esterna. La parola chiave è “igiene del sonno“;
  4. tieni un quaderno ed una penna a portata di mano sul comodino e, appena sveglio, prova a scrivere subito qualche particolare del sogno, se ti viene in mente;
  5. non mangiare, bere alcolici o prendere farmaci prima di coricarti. Le sostanze chimiche presenti in questi elementi possono influenzare la capacità del tuo cervello di ricordare i sogni. Cerca di non ingerire nulla per almeno un paio d’ore prima di andare a letto, così che nulla interferisca con la memoria o il sonno;
  6. calma la mente prima di coricarti, allontana lo stress. Evita di portare lo smartphone o il tablet nel letto con te. Scrivere e rispondere alla posta elettronica o lavorare ai documenti prima di dormire non lascia alla mente il tempo di cancellarsi.

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La storia del sogno

Fin dall’antichità gli esseri umani sono sempre stati affascinati ed al tempo stesso intimoriti, dai sogni. Il disegno a carboncino preistorico presente in una delle Grotte di Lascaux può essere considerato la prima rappresentazione di un sogno a noi nota. In questo documento l’autore disegna ciò che vede con la fantasia: l’uccisione del bisonte durante una battuta di caccia.
Nell’Antico Testamento vi sono riferimenti a molti sogni, dei quali il più noto è quello del faraone egizio che sogna sette vacche grasse e sette vacche magre: nessuno sa interpretare il sogno, finché è chiamato Giuseppe. In questo sogno l’interpretazione è sempre di tipo profetico ma assume un carattere religioso: Giuseppe, infatti, pensa che la profezia provenga da Dio.
Ai tempi degli antichi Greci vi era l’usanza dell’incubazione: si andava in un bosco sacro o in una grotta e ci si addormentava. Al risveglio si provava a ricordare il sogno e si riferiva all’esperto in oniromanzia. Le interpretazioni assumevano un ruolo di cura e guida spirituale. Tra gli interpreti ve ne erano di famosi, come Artemidoro di Daldi, forse il primo a scrivere un libro sull’argomento, intitolato L’interpretazione dei sogni. Questo libro è un mero elenco di sogni e di interpretazioni arbitrarie, senza carattere scientifico.
Sigmund Freud, nel ‘900, nella sua celebre opera L’interpretazione dei sogni, tentò di spiegare questa modalità di funzionamento dell’apparato psichico descrivendo la psicologia dei processi onirici e suddivise il funzionamento dell’apparato psichico in due forme che chiamò processo primario e processo secondario. Secondo tale teoria psicoanalitica classica, il sogno sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il sonno di un desiderio rimasto inappagato durante la vita diurna.
Dopo Freud, molti analisti di varie correnti si sono interessati al sogno. Contributi originali sono stati portati nel 1952 da Ronald Fairbairn, per il quale il sogno sarebbe un fenomeno schizoide ponendo l’accento sull’aspetto simbiotico della personalità.
Bonime nel 1962 propone una teoria del sogno basata sulla concezione che il sogno sia un autoinganno volto a preservare e a rafforzare un modello di vita, ponendo l’accento sull’aspetto comportamentale sociale della personalità.

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Perché si sogna?

Che funzione hanno i sogni? Ci sono molte ipotesi relative alla funzione dei sogni. Durante la notte ci possono essere molti stimoli esterni, ma la mente rielabora gli stimoli e ne fa parte integrante dei sogni, nell’ordine in cui il sonno procede. La mente sveglia l’individuo nel caso si dovesse trovar in pericolo o se qualificato a rispondere a certi suoni; ad esempio un bambino che piange. I sogni possono permettere anche alle parti represse della mente di essere soddisfatte attraverso la fantasia mentre tiene la mente lontana da pensieri che ne causerebbero un risveglio improvviso. Ecco l’opinione di alcuni illustri pensatori:

  • Freud suggerì che gli incubi lasciano al cervello la funzione di controllare le emozioni; esse sono il risultato delle esperienze “dolorose”. I sogni lasciano anche esprimere alla mente sensazioni che sarebbero normalmente soppresse da svegli, tenendoci così in armonia. Inoltre, l’attività onirica, può offrire una vista sulle emozioni legate ad eventi futuri (accade nel periodo di veglia, in occasione di un colloquio di lavoro o, comunque, di una esperienza emozionante).
  • Carl Gustav Jung suggerì che, i sogni, possono compensare atteggiamenti unilaterali attuati da svegli.
  • Ferenczi propose che, il sogno, può comunicare qualcosa che non si sta dicendo completamente. Ci sono state anche analogie con le operazioni di manutenzione automatica dei computer operate quando questi sono in modalità offline. I sogni possono rimuovere “nodi parassiti” ed altra “spazzatura” mentale. Essi possono creare anche nuove idee, attraverso la generazione di mutazioni di “pensieri casuali”; alcune di queste possono essere rifiutate dalla mente come inutili, altre possono essere viste come preziose e mantenute.
  • Blechner definì questa come la teoria dell’Onirismo Darwiniano. I sogni possono, inoltre, regolare l’umore.
  • Hartmann disse che, i sogni, possono funzionare come la psicoterapia “attivando connessioni in un posto sicuro” e, quindi, permettono al sognante di integrare “cose e pensieri” che, altrimenti, verrebbero dissociati (nella fase conscia).
  • Griffin ha formulato la “teoria di adempimento dell’aspettazione di sognare“, la quale suggerisce che sognando metaforicamente si completino modelli di aspettazione emotiva e, consequenzialmente, si abbassino i livelli di stress (diminuzione della produzione del cortisolo).

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Cos’è un “sogno lucido”?

A tal proposito leggi questo articolo: Che cos’è un “sogno lucido”?

Perché abbiamo gli incubi?

Il termine “incubo” deriva da in “sopra” e cubare “giacere”: infatti si tratta di sogni morbosi e angoscianti che hanno come caratteristica principale la percezione di un peso immaginario che giace sopra il nostro petto. Come tutti noi abbiamo intuito nella nostra vita, gli incubi traducono in percezioni visive/uditive/sensoriali un’angoscia magari rimossa e relegata nell’inconscio, un timore recente, una disfunzione e mettono in scena, nella maggior parte dei casi, un evento della vita reale dove poi si possono intersecare fatti fantasioni ed irrealizzabili nella vita vera. Si possono anche riferire a ricordi lontani, che risalgono a molti mesi, anni o decenni addietro. Dopo un incubo, ci si sveglia con una sensazione di disagio, col cuore che batte a mille all’ora, sudati, spaventati o disorientati. Ad alcuni capita anche di fare incubi post-traumatici, in seguito ad un incidente, ad una guerra, ad un recente suicidio di una persona cara… In tal caso, diventano molto più ricorrenti e fastidiosi, rendendo il sonno poco riposante e causando sonnolenza diurna. A volte, gli incubi possono anche essere causati da una malattia, da dolori cronici, da problemi economici, da difficoltà sul lavoro o anche, semplicemente, dalla cattiva digestione. Ma in tutti i casi, questi sogni ci forniscono quasi sempre delle informazioni sul nostro inconscio, che la nostra mente ha rimosso per qualche motivo, tanto che diventano importante materiale da analizzare assieme ad uno psicoterapeuta. Comunque ognuno ha la propria sensibilità: certi incubi saranno angoscianti per alcune persone e appena un po’ sgradevoli per altri…

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Perché i bambini fanno più incubi?

E’ provato che i bambini facciano più incubi degli adulti. La ragione è semplice: un bimbo venuto al mondo da poco tempo, è assalito incessantemente da immagini nuove, da sensazioni, odori, suoni che gli causano un surplus di informazioni che non è ancora in grado di “limare” come farebbe un adulto, selezionando solo i concetti importanti. Il piccolo elabora questo eccesso d’informazioni, che il cervello ha accumulato durante il giorno, solo durante il momento del sonno. Spesso, il principale incubo infantile resta quello dell’abbandono da parte della madre, che è legato al trauma di essere lasciati all’asilo la mattina, per esempio. Fino ai 5 anni, il bambino fa spesso sogni di fantasmi, di draghi, d’inseguimenti, di personaggi che ha visto in televisione o nei libri. Alcuni bambini sognano anche di litigare con i fratelli, le sorelle o con i genitori. Questo perché non è ancora in grado di dire quando ha paura, ed hanno difficoltà ad esprimere quello che sente. Spesso il bambino parla di una cosa che gli è successa in un sogno, pensando che gli sia successa nella vita reale: tutto questo è normale e non deve mettere in anzia i genitori. Col passare del tempo il bambino impara a esternare le proprie emozioni, a parlarne, e farà sempre meno incubi, inoltre imparerà a distinguere i sogni dalla vita vera.

Come fare per dormire meglio?

Per dormire meglio, consiglio per prima cosa di curare l’igiene del sonno e – in caso di difficoltà ad addormentarsi – di assumere 1 compressa di 1 mg di melatonina circa mezz’ora prima di coricarsi. L’integratore di melatonina che consiglio, è questo: https://amzn.to/421MNLy

In caso di insonnia grave, potrebbe essere necessario un aiuto farmacologico e, in alcuni casi, il supporto di uno psicoterapeuta e/o altre terapie.

Per approfondire: La struttura del sonno: veglia, fasi REM, fasi NREM, ipnogramma

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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