Il progresso delle conoscenze sulla cronobiologia ha consentito di accertare che variazioni dell’orario del sonno si associano ad alterazioni della sua qualità, inducendo un certo numero di insonnie.
Molte funzioni del nostro organismo si svolgono secondo una regolazione che è la risultante di stimoli esterni agenti su un ritmo interno, noto come «orologio biologico» (i centri nervosi che lo sottendono sono riportati nel capitolo sulla neurofisiologia del sonno). Il periodo medio di questo orologio interno è di circa 25 ore, quindi leggermente
più lento di quello della rotazione della terra sul suo asse (ciclo circadiano).
Nella specie umana, come virtualmente in ogni altro essere vivente nel pianeta, la luce è l’elemento fondamentale capace di indurre un ritmo circadiano all’attività dell’organismo. Prima che l’uomo creasse fonti di luce differenti da quelle solari (fuochi, candele, lampade…), la sua vita era regolata principalmente dall’alternarsi della luce solare e della notte, che influiva sulla secrezione di melatonina. La creazione di illuminazioni diverse hanno di fatto alterato la sua percezione dei periodi di veglia-riposo: la stimolazione luminosa non solare è infatti in grado di modificare anche marcatamente il sistema circadiano, principalmente in due modi:
- la luce non naturale può ritardare il sistema circadiano se somministrata nella prima metà del periodo di buio per il soggetto (ad esempio tenendo accesa la luce sul comodino a lungo prima di addormentarsi o usare lo smartphone);
- la luce non naturale può anticipare il sistema circadiano se somministrata nella seconda metà di tale periodo (ad esempio accendendo la luce nella stanza di una persona che sta dormendo intorno alle 3 di notte).
Proprio un effetto di questo ultimo tipo garantisce la regolazione dell’orologio biologico di 25 ore su quello solare di 24. Per effetto della luce il soggetto rimette indietro il suo orologio interno al mattino, poco prima del risveglio.
La capacità dell’ organismo di aggiustare il proprio orologio interno su quello degli eventi ambientali risulta fondamentale per assicurare un buon sonno. Lo studio del fenomeno consente di comprendere la capacità di adattamento dell’organismo alle condizioni ambientali talora assai artefatte, come ad esempio nella società moderna. Di particolare interesse appaiono i limiti entro i quali tale operazione può essere eseguita senza creare danni all’intero sistema circadiano. Secondo Ashoff il limite massimo tollerato dal sistema è di 1-2 ore, ma Gander e coll. (1984) ritengono che tale limite di tolleranza si riduca ad un’ora in base alla durata del periodo endogeno individuale. Si può così dedurre che, dato il periodo endogeno di 25 ore esistente in ciascun individuo, facilmente si determina uno scompenso del sistema quando si chiede al soggetto di adattare il proprio orologio interno ad un orario che programmi il sonno entro un ciclo di durata inferiore alle 23 ore.
Lo scompenso creato da un’eccessiva richiesta di regolazione dell’orologio biologico, rispetto al suo ritmo, è il meccanismo patogenetico fondamentale dei vari tipi di insonnia che verranno descritti dei prossimi articoli seguendo quanto proposto dalla Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno. Talora si tratta di disturbi transitori che tendono spontaneamente a risolversi una volta eliminate le condizioni di scompenso, tuttavia nella maggioranza dei casi sono tendenzialmente sindromi croniche, che spesso insorgono nell’adolescenza per continuare durante tutta la vita. Nella storia di questi soggetti non è difficile mettere in evidenza come siano stati violati costantemente i principi che regolano il ritmo sonno-veglia e come tale violazione sia la causa del perpetuarsi dell’insonnia.
Sia che il paziente si lamenti di andare a letto presto senza riuscire a prendere sonno o che si lamenti di dormire a lungo al mattino o di alzarsi presto frustrato dall’impari lotta nella ricerca del sonno, sia che invece si addormenti presto la sera, ma abbia poi un risveglio mattutino precoce con una sfasatura del suo periodo di veglia rispetto agli impegni sociali, in ogni caso non è difficile documentare che comunque egli passa a letto un tempo più lungo di quello che riesce a dormire e che i suoi comportamenti determinano complessivamente uno stato di «confusione» nel sistema di regolazione circadiana, sistema che si è stabilito nel nostro organismo al fine di assicurare alle funzioni fisiologiche un orario regolare e sincronizzato dentro le 24 ore.
Per approfondire i singoli disordini del ritmo circadiano:
- Disordini del ritmo circadiano: sindrome della fase di sonno ritardata
- Disordini del ritmo circadiano: sindrome della fase di sonno anticipata
- Disordini del ritmo circadiano: sindrome ipernictemerale
- Disordini del ritmo circadiano: sindrome del ritmo sonno-veglia irregolare
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Lo Staff di Medicina OnLine
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