Disordini del ritmo circadiano: sindrome della fase di sonno anticipata

MEDICINA ONLINE DORMIRE SONNO SONNOLENZA INSONNIA DONNA DIVANO FIORI POMERIGGIO GIORNO LUCE MELATONINA SONNELLINO POMERIDIANO RIPOSO STANCHEZZA ESAURIMENTO MENTALE TRISTE NEVRASTENIA PSICHIATRIA ANSIA DEPRESSIONE.La sindrome della fase di sonno anticipata appartiene al gruppo dei disordini del ritmo circadiano sonno-veglia ed è caratterizzata da un cronico anticipo del periodo di sonno nelle ore serali e un risveglio precoce nelle ore del mattino. In parole semplici il paziente tende ad addormentarsi più presto del normale la sera (anche alle ore 18, cioè le 6 pomeridiane) e si sveglia la mattina troppo presto (nei casi più gravi intorno a mezzanotte/una del mattino). Se questi ritmi anomali vengono forzatamente mantenuti a lungo – ne deriva sonnolenza nelle ore del tardo pomeriggio. Il risultato globale è una diminuzione anche marcata delle proprie performance nello studio e nel lavoro (specie nelle ore pomeridiane), senza considerare che la situazione può diventare talmente grave da determinare addormentamenti improvvisi che possono essere molto pericolosi e addirittura fatali, ad esempio mentre si guida e soprattutto se si svolge una professione in cui mantenere un alto livello di attenzione nel pomeriggio è di primaria importanza. La sindrome della fase di sonno anticipata è nota anche con l’acronimo ASPS (dall’inglese “advanced sleep phase syndrome“).

Sindrome della fase di sonno ritardata

La sindrome della fase di sonno anticipata è fondamentalmente l’opposto della sindrome della fase di sonno ritardata, in cui ci si addormenta più tardi del normale. La sindrome della fase di sonno anticipata è più rara della sindrome della fase di sonno ritardata.

Sintomi e segni

Dai pochi casi descritti in letteratura risulta ricorrere maggiormente nelle persone anziane. I disturbi lamentati dai pazienti sono sonnolenza serotina con necessità di iniziare il sonno in un orario assai più precoce rispetto alle convenienze sociali, episodi di sonno incoercibile durante incontri serali e difficoltà a guidare nella prima parte della notte. Il periodo di sonno risulta complessivamente di durata compresa nella media. Di solito questi pazienti vanno a letto tra le 6 e le 8 di sera e si alzano alle 1-3 del mattino. Non capitano frequentemente all’osservazione clinica.

Polisonnografia

Se la registrazione viene eseguita nell’orario di
sonno del paziente, il quadro appare normale per durata, per architet-
tura e nella rappresentazione di fasi e cicli. Se la poli sonno grafia viene
eseguita in orario abituale si osserva una precoce comparsa di sonno e
un altrettanto precoce risveglio nelle prime ore del mattino.
Esami di laboratorio. Non sono state documentate né alterazioni
anatomiche né di ordine umorale.
Evoluzione. Si tratta di sindrome sostanzialmente cronica senza
altri disagi se non quelli di non poter rispettare in modo conveniente
gli impegni sociali serali.

Fisiopatogenesi

Il processo che determina questa sindrome è dello stesso tipo di quello della sindrome della fase di sonno ritardata, ma ovviamente invertito. In particolare risulta deficiente la capacità di adattare il periodo di sonno ad un orario circadiano conveniente alle usuali abitudini sociali. Ne consegue sonnolenza serale e buono stato di veglia al mattino. È stato anche ipotizzato trattarsi di soggetti con ciclo circadiano più rapido di
quello abituale.

Diagnosi differenziale

Non è difficile distinguere questa sindrome dalle ipersonnie primarie e secondarie tenendo presente che sonnolenza ed episodi di sonno intervengono solo nel periodo serale, contro uno stato di veglia buono al mattino e nel primo pomeriggio e in considerazione anche del fatto che la quantità di sonno nelle 24 ore risulta normale.

Trattamento non farmacologico

Sono stati riferiti risultati favorevoli programmando un avanzamento coatto di 3 ore per giorno sino a raggiungere l’orario di sonno desiderato. Sembra che anche un’esposizione serale a luce non troppo intensa possa favorire il recupero dell’orario di sonno. Il paziente dovrà, fondamentalmente, evitare di mettersi a letto in orari troppo anticipati, ad esempio tenendo la mente impegnata e le luci accese.

Trattamento farmacologico

Non è previsto alcun trattamento farmacologico efficace.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!