Le sostanze che hanno dimostrato capacità di alterare l’organizzazione del sonno e di causare insonnia sono numerose e molte di esse sono state studiate sul piano clinico, neurofisiologico e polisonnografico. Le sostanze per le quali è stata messa in evidenza la possibilità che la loro utilizzazione (più o meno corretta, più o meno vantaggiosa) determini, con meccanismi anche differenti (talora di segno opposto), la comparsa di insonnia, possono essere attribuite a quattro gruppi diversi (più o meno omogenei):
- sostanze ad azione stimolante sul sistema nervoso centrale (SNC);
- sostanze che deprimono il sistema nervoso centrale;
- alcol;
- altre sostanze.
In questo articolo ci occuperemo in particolare di alcol e altre sostanze.
Alcolici
Il problema dell’effetto dell’ alcol sull’organizzazione ipnica presenta differenti soluzioni interpretative a seconda delle modalità con cui il problema stesso si pone, dal momento che il contesto nel quale si realizza l’assunzione della sostanza è in grado di determinare una di- versa risposta nell’organizzazione ipnica stessa.
La letteratura americana individua una peculiare sindrome chiamata “disturbo del sonno alcol-dipendente” che si caratterizza per l’assunzione di alcol soltanto nelle ore serali e soltanto per trovare beneficio nel suo effetto ipnotico, mentre questa sindrome viene distinta dall’alcolismo. Va detto tuttavia che, anche accettando sul piano clinico questa distinzione, le conseguenze sul sonno non sono sostanzialmente diverse nei due casi e sono condizionate in termini differenti a seconda che l’assunzione sia acuta o cronica o sia bruscamente interrotta.
Quadro polisonnografico
Nel caso della sindrome da esclusiva assunzione serale, la situazione di stato si caratterizza, dal punto di vista polisonnografico, per un aumento delle fasi più profonde del sonno lento (fasi III e IV), per una frammentazione della fase REM ma anche per un incremento dei risvegli e dei cambiamenti di fase, soprattutto nella seconda metà della
notte quando il livello alcolemico diminuisce; è pure stato segnalato un aumento dell’attività REM (cioè del numero dei movimenti oculari rapidi).
Segni ancor più chiari di una condizione di insonnia si evidenziano in seguito all’assunzione prolungata serale dell’ alcol (che causa tolleranza con conseguente ridotta efficacia nell’induzione e nel mantenimento del sonno) e in seguito alla sospensione, con la quale ricompare una situazione di insonnia talora più grave (per intensità e per disturbi associati) di quella di partenza.
Abbastanza simili sono gli effetti dell’alcolismo sul sonno, effetti che sono stati studiati nella condizione dell’intossicazione acuta, di quella cronica e nella sospensione dell’assunzione dell’alcol; in questo caso, per alcolismo si intende una prolungata ed eccessiva assunzione di alcol, quindi con abuso e dipendenza per la sostanza.
Le registrazioni polisonnografiche hanno dimostrato che in seguito all’assunzione acuta si assiste ad una riduzione della latenza di sonno, del tempo di veglia intermedia e della quantità di fase REM nella prima parte della notte, mentre le fasi profonde del sonno a onde lente sono rappresentate in eccesso; tuttavia nelle ultime ore della notte si osserva un aumento del tempo di veglia e un recupero di sonno REM. Sulle modificazioni che l’assunzione cronica induce ci sono meno informazioni, ma sembra confermato che essa determina una riduzione sia del sonno REM che del sonno a onde lente (fasi III e IV), quando anche la regolarità del sonno nel suo complesso è alterata, con numerosi risvegli e superficializzazioni che, a livello polisonnografico, si evidenziano con arousals ripetuti, presenza di numerosi movimenti oculari lenti in fase II e intrusioni di attività alfa nel sonno a onde lente.
La sospensione brusca dell’alcol è seguita da effetti anche drammatici, con la comparsa di una ridotta quantità globale di sonno, che pure è estremamente frammentato e nel quale è presente un’iperrappresentazione di sonno REM laddove il sonno a onde lente può essere anche del tutto assente. Queste modificazioni, persistendo l’astinenza, tendono a ridursi con un graduale progressivo riavvicinamento alla normalità, ma possono permanere, anche se in misura più ridotta, per mesi e per anni; sembra anche che il grado dell’ alterazione del sonno lento si correli, nel tempo, con il grado di persistenza del desiderio e della dipendenza psicologica del paziente nei confronti dell’alcol.
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Altre sostanze che causano insonnia
Altre sostanze che si sono mostrate capaci di alterare la struttura ipnica, soprattutto nel senso dell’insonnia, appartengono a classi di farmaci di comune impiego nella pratica clinica; alcuni sono già stati menzionati nel gruppo degli stimolanti, come la teofillina e i derivati, o i farmaci che hanno azione simpaticomimetica periferica (come i broncodilatatori e alcuni decongestionanti); ma si possono ricordare in questo gruppo anche altri tipi di farmaci come alcuni ipotensivi, alcuni antiaritmici, il baclofen, la l-dopa, talora gli antiepilettici. Abbastanza spesso (e questo può costituire una modalità interpretativa del meccanismo d’azione) si tratta di sostanze liposolubili attive sulla membrana cellulare o di sostanze in grado di intervenire a livello neurotrasmettitoriale.
Questi prodotti possono essere comunque considerati sostanze capaci di alterare in varia misura e in diversa direzione l’organizzazione ipnica, ma non possono essere etichettati semplicemente come farmaci che causano insonnia, sia perché agendo con meccanismi diversi non possono costituire un gruppo omogeneo, sia perché a dosaggi diversi possono avere effetti anche opposti (insonnia o sonnolenza), sia infine perché lo studio polisonnografico appare tutt’oggi, per molti di loro, ancora insoddisfacente.
In questo stesso gruppo possono essere poste sostanze tossiche, inquinanti ambientali, veleni o metalli pesanti in grado di alterare il livello di coscienza (e quindi il sonno) nel senso dell’eccitazione o in quello della sedazione, non solo a dosaggio diverso (di solito, basse dosi: insonnia; alte dosi: sonnolenza e sedazione) ma successivamente in tutti e due i sensi all’interno dello stesso episodio di intossicazione.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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