Malattie respiratorie occupazionali o professionali: effetti, elenco, tipi

MEDICINA ONLINE MALATTIE RESPIRATORIE OCCUPAZIONALI EFFETTI AGENTE INALATO POLVERI PM10 PM 2.5 PROPRIETA CHIMICHE FISICHE SEDE DEPOSIZIONE LEGALE LAVORO PROFESSIONE AMBIENTE SMOG LEGGE TUTELA LAVORATORE INDUSTRIA.jpgLe patologie polmonari professionali, o occupazionali, sono condizioni patologiche causate o aggravate da sostanze a cui si è esposti nell’ambiente lavorativo. Gli effetti dell’agente inalato dipendono da molti fattori:

  • le sue proprietà fisiche e chimiche;
  • la suscettibilità della persona esposta;
  • la sede di deposizione all’interno dell’albero bronchiale;
  • la sua quantità.

Le proprietà fisiche comprendono lo stato fisico dell’agente inalato. Un agente può essere una particella (particolato solido), una nebbia (particolato liquido), un vapore (fase gassosa di una sostanza normalmente liquida) e un gas (sostanza senza un volume determinato). Una particella inalata può essere depositata e trattenuta nei polmoni. Se solubile, è assorbita nel torrente circolatorio. Di solito le difese corporee rimuovono infine le particelle e le nebbie insolubili.

La suscettibilità varia da persona a persona. Per esempio, il movimento mucociliare verso l’alto rimuove le particelle dallo spazio morto delle vie respiratorie più rapidamente in alcune persone che in altre; la velocità di “clearance” è geneticamente determinata. Anche lo stato immunologico influenza la suscettibilità.

La sede di deposizione delle particelle determina in larga misura la risposta del polmone. Le particelle si depositano lungo il tratto respiratorio, principalmente come risultato di tre processi fisici: l’impatto, la sedimentazione e la diffusione. Le particelle grandi (tra 6 e 25 mm), si depositano per impatto e sedimentazione solitamente nel naso e talvolta nelle vie aeree di conduzione. Le particelle comprese tra 0,5 e 6 mm tendono più a depositarsi per sedimentazione nella porzione del polmone deputata agli scambi gassosi. Le particelle di 1-3 mm sono più frequentemente coinvolte nello sviluppo delle pneumoconiosi. Le particelle < 0,1 mm si depositano prevalentemente nel parenchima polmonare per diffusione, ma molte vengono espirate. Le fibre di asbesto più piccole hanno le maggiori possibilità di penetrare e di migrare nella pleura e di causare placche benigne o mesoteliomi maligni.

La deposizione di particelle nel naso può causare la rinite, la febbre da fieno (che può essere considerata una malattia professionale negli agricoltori), la perforazione del setto nei lavoratori del cromo e cancri nasali nei lavoratori dei mobilifici.

La deposizione delle particelle nella trachea e nei bronchi può indurre tre risposte:

  • la broncocostrizione può essere causata da una reazione Ag-Ac, p. es., in alcune forme di asma professionale; da meccanismi farmacologici (nella bissinosi), in cui la deposizione di particelle causa la produzione di broncocostrittori come l’istamina e le sostanze dell’anafilassi a lenta reazione (leucotrieni C4, D4 ed E4) da parte delle mastcellule; o dall’irritazione mediante meccanismo riflesso (p. es., nella risposta ai sulfiti);
  • la bronchite o l’ipertrofia delle ghiandole mucose può essere causata dalla prolungata deposizione di particelle, che possono portare a una lieve ostruzione cronica delle vie aeree;
  • un tumore del polmone può derivare dalla deposizione di fibre di asbesto o di polveri contaminate con radon.

La deposizione di particelle antigeniche organiche nel parenchima polmonare può indurre lo sviluppo di una polmonite da ipersensibilità (alveolite allergica estrinseca), un processo acuto granulomatoso che coinvolge gli alveoli e i bronchioli respiratori. Le particelle inorganiche possono causare una reazione fibrotica di tipo focale e nodulare, come nella silicosi tipica, o diffusa e generalizzata, come nell’asbestosi e nella berilliosi. Con le particelle inerti (p. es., ossido di stagno), si sviluppa una pneumoconiosi benigna, senza fibrosi. L’inalazione di certi gas e vapori (p. es., Hg, cadmio, biossido d’azoto) può causare edema polmonare acuto, alveolite acuta e bronchiolite fibrosa obliterante.

Tipi di patologie respiratorie occupazionali

Tra le malattie respiratorie occupazionali, distinguiamo quelle da polveri inorganiche e da polveri organiche.

Malattie da polveri inorganiche

Le malattie parenchimali causate da inalazione cronica di polveri inorganiche (minerali) sono denominate pneumoconiosi. Alcune polveri inorganiche, come quelle che contengono silice, carbone, asbesto o berillio, sono fibrogene. Raramente, la polvere di metalli duri e di alluminio si associa con lo sviluppo di una fibrosi polmonare diffusa; le modificazioni cliniche, radiologiche e funzionali sono simili a quelle di altre malattie determinate dall’inalazione di polvere e caratterizzate dalla fibrosi polmonare diffusa. Diverse polveri inerti, compresi l’ossido di ferro, il bario e lo stagno, non sono fibrogene e possono produrre condizioni rispettivamente denominate siderosi, baritosi e stannosi. Le alterazioni rx in queste condizioni riflettono la radioopacità dei materiali depositati e non indicano malattia perché non esistono né sintomi né alterazioni funzionali. Le malattie da polveri inorganiche più diffuse, sono (segui i link per andare all’argomento corrispondente):

 

Malattie da polveri organiche

La deposizione di polveri organiche antigeniche nel parenchima polmonare può portare allo sviluppo delle polmoniti da ipersensibilità, dell’asma occupazionale e della bissinosi (segui i link per andare all’argomento corrispondente).

Altre malattie

Altre patologie respiratorie occupazionali, sono (segui i link per andare all’argomento corrispondente):

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