Tonsille gonfie, infiammate e con placche: cause, sintomi e rimedi per adulti e bambini

MEDICINA ONLINE Tonsille gonfie, infiammate e con placche rimedi in adulti e bambini QUANDO OPERARE CHIRURGIA RIMOZIONE TONSILLE TONSILLECTOMIA TONSILLITE GOLA MALE NASO BOCCA DOLORE PLACCHE.jpgCon “tonsillite” si intende una infiammazione delle tonsille (in particolare le tonsille palatine), spesso caratterizzata da sintomi fastidiosi come dolore durante la deglutizione di cibo o bevande e frequentemente accompagnata da altre patologie che interessano le prime vie aeree come l’influenza. In caso di associazione tra faringite e laringite, si parla di “faringotonsillite”, spesso associata con “uvulite” (ugola infiammata). Esistono diversi tipi di tonsillite, tutti riguardanti l’aspetto, ritroviamo quindi quella eritematosa, la essudativa, pseudomembranosa, vescicolare e la ulceronecrotica. Maggiormente colpisce i bambini fino ad un’età di 10 anni (soprattutto se causata da streptococchi), tuttavia non di rado interessa anche adulti ed anziani, specie se debilitati o con deficit del sistema immunitario. Generalmente si risolvono spontaneamente in pochi giorni. Nei casi più gravi le tonsilliti possono determinare difficoltà respiratorie come le apnee nel sonno ed in questi casi potrebbe essere necessaria la rimozione chirurgica (tonsillectomia).

In quale periodo è diffusa?

In Italia la tonsillite è più frequente nei mesi più freddi dell’anno, dal mese di settembre fino all’inizio della primavera.

Cause

La tonsillite è causata da virus o batteri, tra cui:

  • rinovirus (virus del raffreddore comune);
  • virus dell’influenza;
  • virus parainfluenzali;
  • enterovirus;
  • adenovirus;
  • virus di Epstein-Barr (mononucleosi);
  • virus del morbillo.

I batteri più spesso causa di tonsillite sono i batteri streptococchi β-emolitici di gruppo A, lo stafilococco, l’Haemophilus influenzae.

Fattori di rischio

E’ più probabile avere una tonsillite, se il paziente:

  • è un bambino;
  • è spesso a contatto con soggetti potenzialmente infetti (ad esempio un bambino a scuola);
  • vive in un ambiente con scarse norme igieniche;
  • ha una condizione di stress psico-fisico, fatto che può abbassare le difese immunitarie;
  • è malnutrito per difetto (ad esempio ipovitaminosi);
  • fuma;
  • ha altre patologie concomitanti, specie faringiti o laringiti;
  • ha una patologia del sistema immunitario, come l’AIDS.

Trasmissione

La trasmissione dei patogeni avviene prevalentemente per via aerea, tramite goccioline di saliva emesse con tossi o starnuti; è possibile essere infettati respirando tali goccioline contaminate dal patogeno, oppure toccando la superficie di un oggetto su cui tali goccioline si siano accumulate. Se causata da streptococchi, la trasmissione avviene soltanto tramite stretto contatto, questo contatto deve avvenire durante la fase iniziale della malattia, quando l’infezione scatena le sue prime manifestazioni, in seguito la probabilità diminuisce notevolmente. Invece alcune forme dovute ad adenovirus sono molto contagiose, diffondendosi rapidamente in ambienti circoscritti quali piscine o similari.

Sintomi e segni

Comuni sintomi e segni della tonsillite, sono:

  • tonsille arrossate, gonfie e doloranti, specie durante la deglutizione dove il paziente avverte una sorta di ostruzione al deflusso di cibo, bevande o saliva;
  • macchie bianche o gialle sulle tonsille (placche, più frequenti nelle forme batteriche);
  • gonfiore del collo con linfonodi del collo gonfi e dolenti (più frequente nelle forme batteriche);
  • rinorrea (“naso che cola”, più frequente nelle forme virali);
  • raucedine, più frequente nelle forme virali;
  • scialorrea (abbondante saliva, persa anche involontariamente dalla bocca, più frequente nelle forme batteriche);
  • mal di gola;
  • disfagia a solidi e/o liquidi (difficoltà a deglutire);
  • odinofagia (dolore alla deglutizione);
  • tosse (più frequente nelle forme virali);
  • alitosi;
  • ascessi peritonsillari (più frequente nelle forme batteriche);
  • russamento;
  • dispnea (difficoltà respiratoria);
  • apnee nel sonno;
  • mal di testa;
  • occhi infiammati e congiuntivite (più spesso nelle forme virali);
  • malessere generale;
  • sfoghi cutanei (più frequenti nelle forme batteriche);
  • dolori articolari;
  • tonsillolito (calcolo tonsillare);
  • otalgia (dolore alle orecchie);
  • febbre (più bassa nelle forme virali, in genere al di sotto dei 38°, mentre in quelle batteriche può superare i 39°);
  • brividi di freddo (specie nelle forme batteriche);
  • trisma, o “trismo”: è la contrattura spastica dei masseteri, muscoli della mandibola, che provoca difficoltà o impossibilità ad aprire la bocca (quasi esclusivamente nelle forme batteriche gravi);
  • congestione nasale (soprattutto nelle forme virali);
  • cambio temporaneo del tono della voce;
  • difficoltà anche totale a parlare (soprattutto nelle forme batteriche).

La tonsillite acuta è accompagnata da dolori alle orecchie durante la deglutizione, alito cattivo o ptialismo che accompagna mal di gola e febbre. In questo caso la superficie della tonsilla può essere arrossata o avere un rivestimento bianco-grigiastro, mentre i linfonodi del collo si possono gonfiare. I sintomi di una tonsillite virale sono generalmente (ma non sempre!) più lievi rispetto a quelli di una tonsillite batterica.

Forma virale o batterica?

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, alcuni sintomi spingono il medico a sospettare una forma virale, altri una batterica, tuttavia, senza i risultati del tampone una diagnosi dell’agente eziologico “ad occhio” è impossibile. Statisticamente possiamo dire che le forme virali tendono a:

  • essere più lievi;
  • determinare sintomi e segni meno gravi;
  • determinare febbre sotto i 38°;
  • interessare anche il naso;
  • non determinare la formazione di placche;
  • risolversi “da sole” cioè senza farmaci;
  • determinare meno complicanze;
  • durare un tempo minore rispetto alle forme batteriche.

Queste sono solo indicazioni molto generali ed ovviamente quello che abbiamo appena detto non significa che le forme virali non possano essere temibili e non esclude che alcune forme virali – in determinate condizioni (come in caso di soggetti immunodepressi, ad esempio con AIDS) non possano essere più gravi delle forme batteriche, inoltre c’è da ricordare che una infezione non esclude l’altra e la tonsillite batterica può svilupparsi come complicanza della forma virale (sovrainfezione batterica). Per approfondire, leggi: Differenza tra tonsillite batterica e virale

Placche

Le placche sono un rivestimento bianco-giallastro spesso ben visibile sulle tonsille o in zone limitrofe alle tonsille. Sono generalmente causate da una infezione da parte di batteri (meno frequentemente di virus o funghi). Compaiono a qualsiasi età, anche se sono più frequenti nei bambini, mentre negli adulti compaiono generalmente in caso di pazienti immunodepressi. In alcuni casi le placche vengono scambiate per tonsilloliti (calcoli tonsillari), ma le due formazioni sono di tipo diverso e, mentre le placche sono abbastanza frequenti, i calcoli sono molto rari.

Leggi anche: Ugola gonfia ed infiammata (uvulite): cause, sintomi e terapie

Tonsillolito (calcolo tonsillare)

Con “tonsillolito” (pronuncia tonsillòlito), anche chiamato “calcolo tonsillare” ci si riferisce ad una concrezione di materiale solido di colore bianco o giallastro che si forma nelle cripte tonsillari. Molto spesso, e soprattutto nel caso di piccole dimensioni, i tonsilloliti tendono ad essere assolutamente asintomatici e pertanto solo rarissimamente raggiungono l’evidenza clinica. I tonsillolito sono di solito molto piccoli, tuttavia in alcuni casi possono raggiungere il diametro di ben 4 centimetri e superare i 40 grammi di peso. Queste formazioni si compongono di resti di cibo, cellule morte della mucosa e di batteri, calcificazioni e per tale motivo i tonsilloliti possono essere estremamente maleodoranti e provocare una grave alitosi. In alcuni casi vengono involontariamente eliminati dal paziente grazie ad un violento starnuto. Se i tonsilloliti sono voluminosi e fastidiosi, si può intervenire anche chirurgicamente per rimuoverli.

Remissione dei sintomi

Nella maggioranza dei casi, se la tonsillite non è grave e l’infezione rimane ben circoscritta, i sintomi come mal di gola e dolore alla deglutizione tendono a sparire entro una o due settimane senza alcun trattamento e senza lasciare disturbi residui. La febbre, ove presente, generalmente si risolve in una settimana e spesso scompare prima del dolore al collo. Nei casi più gravi è necessaria una terapia farmacologica antibiotica e/o antidolorifica e, solo in casi selezionati, l’intervento di rimozione delle tonsille (tonsillectomia). In molti casi, se la causa è virale, i tempi di remissione sono più brevi e si può arrivare ad una remissione anche spontanea in quattro giorni, mentre le forme batteriche non tendono alla remissione spontanea, durano più a lungo ed hanno bisogno di terapia antibiotica.

Conseguenze di grave tonsillite

Nei casi più gravi e non trattati, una tonsillite può determinare:

  • grave ostruzione alla respirazione con frequenti apnee nel sonno;
  • formazione di un ascesso;
  • febbre molto alta;
  • disseminazione dell’infezione in zone vicine o nell’intero organismo.

Diagnosi

La diagnosi è basata su anamnesi ed esame obiettivo (in pratica la visita medica con l’osservazione della gola). La diagnosi differenziale, cioè capire quale microrganismo è responsabile della tonsillite si effettua tramite esami di laboratorio, come:

  • emocromo: con un semplice esame del sangue venoso, il medico ottiene preziose informazioni, specialmente relative alla conta dei globuli bianchi;
  • tampone faringeo: il medico passa delicatamente un bastoncino sterile nella gola per raccogliere un campione di secrezioni il quale poi viene analizzato per scoprire il batterio o virus interessato.

Conoscere l’agente responsabile della tonsillite è molto importante perché permette di impostare una terapia adeguata: ad esempio gli antibiotici sono efficaci sui batteri ma non sui virus.

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Quando chiamare un medico?

La tonsillite non è generalmente una malattia grave, ma vi consigliamo di chiamare il pediatra o il medico o il 112 (Numero Unico per le Emergenze), o andare al Pronto Soccorso), se:

  • il mal di gola è molto forte da oltre 48 ore oppure è di media entità ma dopo oltre 8-10 giorni non accenna a diminuire;
  • la febbre è oltre i 39 °C
  • deglutire è impossibile e provando ad ingoiare un boccone, il cibo è rimasto bloccato;
  • sono presenti sintomi sistemici come dolori addominali, diarrea, vomito;
  • avete scialorrea (abbondante saliva, persa anche involontariamente dalla bocca);
  • sono presenti problemi respiratori gravi.

Molti di questi sintomi sono più probabilmente riferiti ad una tonsillite di origine batterica, che ha generalmente complicanze più grave di una virale.

Terapia

La tonsillite batterica, se lieve, nella maggioranza dei casi non richiede alcuna terapia. Nel caso di tonsillite batterica più grave, la terapia di prima scelta è quella antibiotica. Di frequente utilizzo sono le penicilline come l’amoxicillina e l’ampicillina. L’amoxicillina è un antibiotico appartenente alla classe dei β-lattamici, gruppo delle penicilline semisintetiche. In realtà, in caso di batteri capaci di produrre enzimi betalattamici, l’amoxicillina da sola è inefficace e per questo è usata nella maggioranza dei casi come farmaco di prima scelta l’associazione tra amoxicillina ed acido clavulanico, commercializzata col nome di Augmentin®, che risolve questo problema poiché l’acido clauvanico inattiva gli enzimi betalattamici e “spiana la strada” alla micidiale azione dell’amoxicillina. Altro farmaco che può essere usato è l’antibiotico azitromicina, appartenente alla famiglia dei macrolidi, commercializzato dalla Pfizer con il nome di Zitromax®, in genere con una terapia che prevede l’assunzione di 3 compresse (1 compressa da 500 mg per 3 giorni). Anche se il paziente si sente guarito, in caso di terapia antibiotica è importante seguire la terapia fino al termine, come prescritto dal medico: se la si interrompe prima, l’infezione potrebbe recidivare.

Il paracetamolo (Tachipirina®) nel giusto dosaggio (per gli adulti massimo 3000 mg al giorno divisi in tre somministrazioni ad 8 ore di distanza) può essere usato in caso di febbre superiore ai 38°. Se il paziente è un bimbo, può essere utile assumere la Tachipirina prima del pasto, in modo di far diminuire il dolore ed essere facilitati nella deglutizione: i bambini con tonsillite, infatti, spesso si rifiutano di mangiare per giorni proprio per la paura di avvertire dolore durante la deglutizione ed il paracetamolo può aiutarli.

IMPORTANTE: il paracetamolo in dose pediatrica può essere usato nei bimbi; al contrario NON somministrate l’Aspirina® ed altri FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) ai bambini di età inferiore ai 12 anni. Attenzione anche a somministrare l’Aspirina® a soggetti adulti con problemi di coagulazione o che assumono un anticoagulante o dopo una tonsillectomia, poiché tale farmaco aumenta il rischio di emorragie. Chiedete SEMPRE consiglio al vostro medico prima di assumere un farmaco.

In caso di dolore intenso può essere usato un FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo) come l’Aspirina® (acido salicilico), l’Oki® (ketoprofene) o il Brufen® (ibuprofene).

Per approfondire: Differenze tra Paracetamolo, Tachipirina, Ibuprofene, Aspirina, Efferalgan e Co-Efferalgan

In caso di dolori molto intensi potrebbero essere usati corticosteroidi come il Deltacortene® (cioè il prednisone, un potentissimo antinfiammatorio steroideo). In caso di accesso al Pronto soccorso e di forte ostruzione che rende difficile respirare, può essere eseguita una endovena di Urbason® (prednisone), che è attiva in pochi minuti e “sgonfia” le tonsille.

ATTENZIONE: Molto spesso vengono somministrati antibiotici in base solo sul sospetto di eziologia batterica (senza aspettare i risultati del tampone) e ciò è dannoso perché aumenta il fenomeno della antibiotico-resistenza e perché può paradossalmente andare a favorire l’infezione virale, peggiorando la situazione, senza considerare che gli antibiotici sono farmaci ricchi di effetti collaterali e somministrarli alla leggera espone il paziente a tali rischi, per nulla.

In caso di tonsilliti particolarmente frequenti o quando, essendosi instaurata una tonsillite cronica, l’approccio farmacologico non è più efficace, il medico dopo un’opportuna osservazione può proporre al paziente, come ultimo tentativo, l’asportazione chirurgica delle tonsille (tonsillectomia).

Tonsillectomia

Un tempo la rimozione delle tonsille era una scelta frequente nei casi di pazienti con tonsillite ricorrente, mentre oggi l’intervento è circoscritto solo ai pazienti che non rispondono a trattamenti meno invasivi: da qualche decennio si sta assistendo ad una netta riduzione del numero degli interventi. La maggior parte dei pazienti che si sottopone a tonsillectomia sono bambini, casi accuratamente selezionati e previa un’osservazione di molti mesi prima di optare per l’intervento. Si è infatti osservato che molti soggetti, dopo avere sofferto frequentemente di tonsillite da piccoli, vedono in età adulta drasticamente ridursi i loro sintomi anche senza eseguire una tonsillectomia. La tonsillectomia di solito viene svolta in day hospital quindi il bambino viene ricoverato e, salvo complicazioni, può tornare a casa dopo l’intervento, dopo un periodo di osservazione.

Quando togliere le tonsille?

L’operazione si effettua solo in casi rari e selezionati, generalmente quando:

  • le terapie farmacologiche sono state inefficaci;
  • le tonsilliti recidivano spesso;
  • l’infezione tende ad estendersi ad ampie porzioni di bocca, laringe e faringe;
  • si forma un ascesso grave;
  • le tonsilliti sono talmente gravi da impedire di respirare e/o alimentarsi in modo normale.

Con pazienti in età pediatrica, l’intervento è consigliato in caso di varie recidive:

  • 7 o più infezioni gravi della gola in un anno;
  • 5 più infezioni gravi della gola in un anno, per 2 anni di seguito;
  • 3 o più infezioni gravi della gola in un anno, per 3 anni di seguito.

Tali regole sono generali e non sono valide in tutti i casi.

Rischi della tonsillectomia

Pur non essendo un intervento complesso e molto invasivo, la tonsillectomia – come tutti gli interventi chirurgici – non è scevro da rischi, tra cui:

  • allergia all’anestesia generale;
  • emorragia operatoria;
  • emorragia nel post operatorio;
  • infezioni;
  • lesioni alle strutture vicine.

Negli adulti, per evitare complicazioni spesso dovute ad emorragia e per aiutare la ripresa, alcuni specialisti consigliano iniezioni intramuscolari di fitomenadione (vit. K) 10 mg/ml, cianocobalamina (vitamina B12) 2 mg; calcio folinato 0,9 mg nelle due settimane precedenti l’intervento e in quella successiva.

Convalescenza dopo tonsillectomia

La tonsillectomia comporta una convalescenza abbastanza fastidiosa a causa dei dolori relativi alla deglutizione, ed è in genere relativamente lunga: generalmente per la ripresa di un’attività lavorativa leggera sono necessari almeno 7-12 giorni, per la ripresa di un’attività pesante (come sport, piscina…) almeno 3-4 settimane, pertanto il rapporto vantaggi-svantaggi va attentamente analizzato prima di decidere se ricorrere o meno alla chirurgia.

Terapia dei tonsilloliti

I tonsilloliti possono essere rimossi dal paziente usando vari metodi. Benché difficoltoso da farsi a causa del riflesso faringeo, lo strofinio con uno spazzolino da denti può rimuovere i tonsilloliti superficiali. Un altro metodo efficace per la rimozione dei tonsilloliti richiede una pressione esercitata con un dito ben pulito (o con un bastoncino cotonato per orecchie imbevuto di antisettico orale) contro il fondo della tonsilla, verso l’alto. La pressione “spreme” fuori i calcoli. L’uso di un analgesico orale può aiutare a sopprimere il riflesso faringeo facilitando l’operazione. Un rimedio per la rimozione dei tonsilloliti superficiali più grandi, senza stimolare il riflesso faringeo, è quello di flettere la gola, sollevare la lingua contro il palato e inghiottire. La “spremitura” delle tonsille così ottenuta può a volte causare l’espulsione di un tonsillolito. Di aiuto possono anche essere strumenti per l’irrigazione impulsiva del cavo orale, per lavare le cripte delle tonsille. È necessario usare un livello molto basso di potenza per evitare lesioni ai tessuti. Una pipetta contagocce, specie se a punta curva, può aspirare tonsilloliti sufficientemente piccoli. Tonsilloliti che si sviluppino all’interno del tessuto delle tonsille non sono facilmente rimovibili, ma tenderanno a spostarsi alla superficie con il tempo. In ogni caso, bisogna prestare molta attenzione nella rimozione dei tonsilloliti, per evitare la lacerazione del tessuto tonsillare e conseguente possibile sanguinamento. La forma più invasiva di terapia prevede la rimozione chirurgica del tonsillolito mediante curettaggio o con una tonsillectomia per rimuovere l’intera tonsilla. Quest’ultimo metodo, il più drastico, la tonsillectomia, rimuove definitivamente il problema ma, normalmente, non è indicato né raccomandato. Una cura di più lungo termine si realizza mediante ablazione laser (criptolisi laser). Sotto anestesia locale, un laser a biossido di carbonio vaporizza e rimuove la superficie della tonsilla lisciando i margini delle cripte, e appiattendoli così che non possano più facilmente intrappolare materiale estraneo da cui formare il tonsillolito.

Riammissione a scuola del bambino

Un bimbo con tonsillite, positivo al tampone per lo streptococco, deve completare almeno 24 ore di terapia antibiotica prima di poter essere riammesso alla propria scuola o asilo.

Prevenzione

Consigli utili per prevenire una tonsillite, o almeno prevenire il contagio in famiglia, ad esempio tra fratelli, sono:

  • lavarsi spesso le mani;
  • pulire spesso gli ambienti;
  • usare il fazzoletto quando si starnutisce o tossisce;
  • non condividente bicchieri o stoviglie;
  • evitate di stare a stretto contatto con soggetti che hanno tonsillectomia.

Consigli e rimedi utili

In caso di tonsillite, i seguenti consigli e rimedi vi aiuteranno a superare velocemente questa fastidiosa infiammazione:

  • bere molti liquidi (acqua e succhi di frutta tiepidi, non bevande gassate e alcolici);
  • mangiare minestre e brodo;
  • mangiare frullati di frutta o verdura, ricchi di vitamine e sali minerali;
  • evitare sole e fonti di calore come termosifoni, forno, phon;
  • fare gargarismi con acqua e bicarbonato;
  • tenere in bocca una pastiglia per il mal di gola;
  • umidificare l’ambiente;
  • evitare di fumare:
  • evitare ambienti ricchi di fumo o smog;
  • parlare il meno possibile;
  • in caso di tosse, usare un fazzoletto per evitare di contaminare altre persone.

IMPORTANTE: Evitate di stare in ambienti dove sia presente fumo passivo o terziario, a tal proposito leggi anche: Differenza tra fumo attivo, passivo e terziario

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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