La tonsillite è una infiammazione delle tonsille palatine, spesso causata da virus, ma anche da batteri. Nella maggioranza dei casi, se la tonsillite non è grave e l’infezione rimane ben circoscritta, i sintomi come mal di gola e dolore alla deglutizione tendono a sparire entro una o due settimane senza alcun trattamento e senza lasciare disturbi residui. La febbre, ove presente, generalmente si risolve in una settimana e spesso scompare prima del dolore al collo. Nei casi più gravi è necessaria una terapia farmacologica antibiotica e/o antidolorifica e, solo in casi selezionati, è indicato l’intervento di rimozione delle tonsille (tonsillectomia). Nel caso di tonsillite batterica, la terapia di prima scelta è quella antibiotica. Di frequente utilizzo sono le penicilline come l’amoxicillina e l’ampicillina. Anche se il paziente si sente guarito, in caso di terapia antibiotica è importante seguire la terapia fino al termine, come prescritto dal medico: se la si interrompe prima, l’infezione potrebbe recidivare.
Il paracetamolo (Tachipirina) nel giusto dosaggio può diminuire il dolore. Può essere utile assumerlo prima del pasto, in modo di essere facilitati nella deglutizione: i bambini con tonsillite, infatti, spesso si rifiutano di mangiare proprio per il dolore ed il paracetamolo può aiutarli.
Tonsillectomia
Un tempo la rimozione delle tonsille era una scelta frequente nei casi di pazienti con tonsillite ricorrente, mentre oggi l’intervento è circoscritto solo ai pazienti che non rispondono a trattamenti meno invasivi: da qualche decennio si sta assistendo ad una netta riduzione del numero degli interventi. La maggior parte dei pazienti che si sottopone a tonsillectomia sono bambini, casi accuratamente selezionati e previa un’osservazione di molti mesi prima di optare per l’intervento. Si è infatti osservato che molti soggetti, dopo avere sofferto frequentemente di tonsillite da piccoli, vedono in età adulta drasticamente ridursi i loro sintomi anche senza eseguire una tonsillectomia. La tonsillectomia di solito viene svolta in day hospital quindi il bambino viene ricoverato e, salvo complicazioni, può tornare a casa dopo l’intervento, dopo un periodo di osservazione.
Quando togliere le tonsille?
L’operazione si effettua solo in casi rari e selezionati, generalmente quando:
- le terapie farmacologiche sono state inefficaci;
- le tonsilliti recidivano spesso;
- l’infezione tende ad estendersi ad ampie porzioni di bocca, laringe e faringe;
- si forma un ascesso grave;
- le tonsilliti sono talmente gravi da impedire di respirare e/o alimentarsi in modo normale.
Con pazienti in età pediatrica, l’intervento è consigliato in caso di varie recidive:
- 7 o più infezioni gravi della gola in un anno;
- 5 più infezioni gravi della gola in un anno, per 2 anni di seguito;
- 3 o più infezioni gravi della gola in un anno, per 3 anni di seguito.
Tali regole sono generali e non sono valide in tutti i casi.
Rischi della tonsillectomia
Pur non essendo un intervento complesso e molto invasivo, la tonsillectomia – come tutti gli interventi chirurgici – non è scevro da rischi, tra cui:
- allergia all’anestesia generale;
- emorragia operatoria;
- emorragia nel post operatorio;
- infezioni;
- lesioni alle strutture vicine.
Negli adulti, per evitare complicazioni spesso dovute ad emorragia e per aiutare la ripresa, alcuni specialisti consigliano iniezioni intramuscolari di fitomenadione (vit. K) 10 mg/ml, cianocobalamina (vitamina B12) 2 mg; calcio folinato 0,9 mg nelle due settimane precedenti l’intervento e in quella successiva.
Convalescenza dopo tonsillectomia
La tonsillectomia comporta una convalescenza abbastanza fastidiosa a causa dei dolori relativi alla deglutizione, ed è in genere relativamente lunga: generalmente per la ripresa di un’attività lavorativa leggera sono necessari almeno 7-12 giorni, per la ripresa di un’attività pesante (come sport, piscina…) almeno 3-4 settimane, pertanto il rapporto vantaggi-svantaggi va attentamente analizzato prima di decidere se ricorrere o meno alla chirurgia.
Terapia dei tonsilloliti
Con “tonsillolito” (pronuncia tonsillòlito), anche chiamato “calcolo tonsillare” ci si riferisce ad una concrezione di materiale solido di colore bianco o giallastro che si forma nelle cripte tonsillari. I tonsilloliti possono essere rimossi dal paziente usando vari metodi. Benché difficoltoso da farsi a causa del riflesso faringeo, lo strofinio con uno spazzolino da denti può rimuovere i tonsilloliti superficiali. Un altro metodo efficace per la rimozione dei tonsilloliti richiede una pressione esercitata con un dito ben pulito (o con un bastoncino cotonato per orecchie imbevuto di antisettico orale) contro il fondo della tonsilla, verso l’alto. La pressione “spreme” fuori i calcoli. L’uso di un analgesico orale può aiutare a sopprimere il riflesso faringeo facilitando l’operazione. Un rimedio per la rimozione dei tonsilloliti superficiali più grandi, senza stimolare il riflesso faringeo, è quello di flettere la gola, sollevare la lingua contro il palato e inghiottire. La “spremitura” delle tonsille così ottenuta può a volte causare l’espulsione di un tonsillolito. Di aiuto possono anche essere strumenti per l’irrigazione impulsiva del cavo orale, per lavare le cripte delle tonsille. È necessario usare un livello molto basso di potenza per evitare lesioni ai tessuti. Una pipetta contagocce, specie se a punta curva, può aspirare tonsilloliti sufficientemente piccoli. Tonsilloliti che si sviluppino all’interno del tessuto delle tonsille non sono facilmente rimovibili, ma tenderanno a spostarsi alla superficie con il tempo. In ogni caso, bisogna prestare molta attenzione nella rimozione dei tonsilloliti, per evitare la lacerazione del tessuto tonsillare e conseguente possibile sanguinamento. La forma più invasiva di terapia prevede la rimozione chirurgica del tonsillolito mediante curettaggio o con una tonsillectomia per rimuovere l’intera tonsilla. Quest’ultimo metodo, il più drastico, la tonsillectomia, rimuove definitivamente il problema ma, normalmente, non è indicato né raccomandato. Una cura di più lungo termine si realizza mediante ablazione laser (criptolisi laser). Sotto anestesia locale, un laser a biossido di carbonio vaporizza e rimuove la superficie della tonsilla lisciando i margini delle cripte, e appiattendoli così che non possano più facilmente intrappolare materiale estraneo da cui formare il tonsillolito.
Conseguenze di una tonsillite non trattata
Ricordiamo che nei casi più gravi e non trattati, una tonsillite può determinare:
- grave ostruzione alla respirazione con frequenti apnee nel sonno;
- formazione di un ascesso;
- febbre molto alta;
- disseminazione dell’infezione in zone vicine o nell’intero organismo.
Consigli generali
In caso di tonsillite o tonsillectomia, si raccomanda di:
- bere molti liquidi (acqua e succhi di frutta tiepidi, non bevande gassate e alcolici);
- mangiare minestre e brodo;
- mangiare frullati di frutta o verdura, ricchi di vitamine e sali minerali;
- fare gargarismi con acqua e bicarbonato;
- tenere in bocca una pastiglia per il mal di gola;
- umidificare l’ambiente;
- evitare di fumare:
- evitare ambienti ricchi di fumo o smog;
- parlare il meno possibile;
- evitare sole e fonti di calore come termosifoni, forno, phon;
- in caso di tosse, usare un fazzoletto per evitare di contaminare altre persone.
IMPORTANTE: Evitate di stare in ambienti dove sia presente fumo passivo o terziario, a tal proposito leggi anche: Differenza tra fumo attivo, passivo e terziario
Cosa mangiare dopo una tonsillectomia?
E’ importantissimo alimentarsi con una dieta composta da alimenti liquidi o di consistenza morbida e NON caldi. Si possono sicuramente assumere brodi, minestre, passati di verdura, creme, gelati, purè, omogeneizzati ma si possono anche assumere cibi più appetibili come ricotta, crescenza, mozzarella (purché spappolata con la forchetta). Si possono anche mangiare anche alcuni affettati come il prosciutto cotto e gli affettati di pollo o tacchino purché “frantumati” con il coltello e la forchetta. I biscotti si possono mangiare dopo averli spappolati nel latte o te (tiepido) Sono assolutamente da evitare la crosta del pane, i grissini e la pizza. Personalmente sconsiglio la pasta anche se scotta: può formare un “pastone” che si insinua nella logge tonsillari rendendone difficile l’igiene. Si può mangiare pastina di piccolo taglio non calda.
Consiglio di evitare di bere con la cannuccia o con il biberon (la suzione può rompere dei vasellini).
Posso assumere FANS (farmaci antinfiammatori steroidei) per il dolore?
Salvo diversa indicazione medica, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) NON devono essere assunti poiché aumentano il rischio di emorragia, specie in soggetti con coagulopatie. Sono quindi da evitare farmaci come Aspirina, Nurofen, Brufen, Voltaren, Novalgina e Froben. Al posto di tali farmaci usare paracetamolo (Tachipirina) 1000 mg fino a tre volte al giorno, preferibilmente prima dei pasti in modo da ridurre il dolore durante la deglutizione ed alimentarsi più facilmente.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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