Con “tracheotomia” in campo medico si intende un intervento chirurgico caratterizzato dall’incisione chirurgica della trachea, con l’obiettivo di creare nel collo del paziente una via respiratoria alternativa a quella naturale bocca/naso.
Con “tracheostomia” in campo medico si intende un procedura chirurgica utilizzata per creare un’apertura (o stoma) sul collo, a livello della trachea. Tale operazione si esegue congiungendo i margini di un’incisione cutanea, praticata sul collo, al tubo tracheale. Una volta collegate le due aperture, si infila un piccolo tubo, detto cannula tracheostomica, che consente di convogliare aria nei polmoni e di respirare. La tracheostomia è, solitamente, un rimedio a lunga permanenza.
Temporanea e permanente
In entrambi i casi appare chiaro che l’obiettivo è comune ed è quello di consentire la respirazione in individui, che per svariati motivi – temporanei o permanenti -, non possono respirare in modo fisiologico. I due termini non sono però sinonimi ed indicano tecniche diverse, usate in patologie e condizioni differenti, pur se in alcuni casi sovrapponibili. La tracheotomia prevede la creazione di un’apertura sempre temporanea sulla trachea, effettuata con una semplice incisione del collo attraverso cui si inserisce il tubo che permette il passaggio dell’aria; invece la tracheostomia è spesso (ma non necessariamente) permanente e prevede una modificazione del tratto tracheale.
Tracheotomia: quando viene praticata?
Questo intervento viene praticato in varie situazioni, ad esempio:
- di routine nei pazienti che necessitano di intubazione endotracheale per periodi, in genere, superiori ad una settimana (es. stato di coma prolungato);
- all’inizio di interventi chirurgici alla testa e al collo che rendono impossibile l’intubazione attraverso la bocca;
- nelle urgenze, in caso di ostruzione delle vie aeree superiori che impediscano la normale respirazione.
Al termine del periodo di intubazione, dell’intervento e dell’urgenza, la tracheotomia viene rimossa, salvo se è indispensabile per sopraggiunti motivi.
Tracheostomia quando viene praticata e quando non è permanente?
La tracheostomia viene praticata, solitamente, come rimedio permanente, in tutte quelle situazioni (gravi o non gravi) in cui non è previsto un recupero delle normali capacità respiratorie. Casi tipici di uso della tracheostomia, sono:
- in caso di insufficienza respiratoria (in caso di ictu, coma, paralisi, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), sclerosi multipla..);
- in caso di blocco/ostruzione delle vie aeree superiori (ad esempio da tumore della laringe);
- in caso di accumulo di fluido all’interno delle vie aeree inferiori e nei polmoni (in caso di traumi, infezioni gravi o patologie che impediscano di tossire, come l’atrofia muscolare spinale)
Quando il disturbo respiratorio è prolungato ma curabile, la tracheostomia può rappresentare una soluzione temporanea, ma di discreta durata, applicata in attesa che il paziente guarisca: quando la patologia è stata curata, la tracheostomia può essere rimossa.
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