Con il termine “iperventilazione” (in inglese hyperventilation o overbreathing) in medicina si intende un aumento della frequenza degli atti respiratori in condizioni di riposo, volontario o involontario, con durata variabile. L’iperventilazione può verificarsi in condizioni:
- fisiologiche (ad esempio: pressione dell’aria ridotta ad alta quota);
- patologiche (trauma cranico, infezioni, acidosi metabolica, gravi disturbi respiratori e cardiovascolari).
L’iperventilazione, inoltre, si inserisce in contesti di stress emozionale, ansia, attacco di panico e disturbi dell’umore.
Conseguenze dell’iperventilazione (alcalosi respiratoria)
Se il soggetto inizia a respirare affannosamente in condizioni di riposo accade che la quota di anidride carbonica eliminata col respiro supera quella prodotta dall’organismo; ciò determina:
- un aumento massiccio dell’ossigeno nel sangue;
- una notevole riduzione dell’anidride carbonica (ipocapnia).
L’ipocapnia si riflette sul pH del sangue, che aumenta: si verifica quindi una alcalosi respiratoria. Se l’iperventilazione è protratta a lungo, tali modificazioni provocano una contrazione e un irrigidimento dei muscoli, accentuando la sensazione di soffocamento. In alcuni casi, la dispnea è di intensità tale da essere paragonabile all’asfissia. Per approfondire leggi anche: Differenza tra acidosi ed alcalosi, metabolica e respiratoria
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Possibili cause di iperventilazione:
- Embolia polmonare
- Acidosi metabolica
- Insufficienza cardiaca
- Allergie respiratorie
- Ansia
- Sepsi
- Asma
- Aspergillosi
- Polmonite
- Infarto miocardico
- Attacco di Panico
- Scompenso cardiaco
Differenza tra iperventilazione e ipernea
L’iperventilazione non va confusa con l’ipernea, condizione simile ma legata ad un’accelerazione del metabolismo (es. aumento del ritmo e della profondità degli atti respiratori durante un’attività fisica). In quest’ultimo caso, infatti, l’aumento della ventilazione è appropriato poiché compensa l’aumentata produzione di anidride carbonica che si verifica durante l’attività fisica, cosa che non si verifica a riposo.
Sintomi
L’iperventilazione, oltre all’aumento della tachipnea, può manifestarsi anche con:
- agitazione,
- palpitazioni,
- dolore toracico,
- vertigini,
- visione offuscata,
- parestesie (formicolio agli arti),
- sensazione di stordimento,
- sincope.
Cura dell’iperventilazione
La cura dell’iperventilazione è relativa alla causa che la scatena a monte: se ad esempio è causata da polmonite, si dovrà curare l’infiammazione; se causata da fattori emozionali, si dovrà intervenire con psicoterapia. Quando si presenta, un modo pratico per evitare l’alcalosi respiratoria è quello di far respirare per un breve periodo il soggetto dentro un sacchetto di carta (per aumentare così il livello di anidride carbonica) fino alla risoluzione della crisi.
Iperventilazione: quando diventa pericolosa?
Se il soggetto ha varie crisi senza apparente motivo, oppure diventa cianotica (la sua cute diventa bluastra) o perde conoscenza durante l’episodio, è necessario il trasferimento presso il pronto soccorso più vicino.
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