Sensibilità chimica multipla: cause, sintomi, diagnosi, cure

MEDICINA ONLINE INQUINAMENTO SMOG CANCRO CANCEROGENO FUMO INDUSTRIA SCARTI NUCLEARE TECNOLOGIA METALLI PESANTI PM10 NANOPARTICELLE MOLECOLE INDUSTRIALE OCCIDENTE TUMORE ARIA OSSIGENOCon “sensibilità chimica multipla” (in inglese “multiple chemical sensitivity”) si indica una malattia – non universalmente riconosciuta dalla comunità scientifica – che alcuni medici statunitensi affermano di aver identificato, secondo loro causata dal moderno stile di vita. Questa malattia consisterebbe nell’impossibilità di tollerare un certo ambiente chimico o una certa classe di sostanze. Per l’Organizzazione mondiale della sanità si tratta di una condizione patologica assimilabile all’elettrosensibilità, cioè priva di evidenti basi tossicologiche o fisiologiche e di verifiche indipendenti. Il Ministero della Salute italiano la definisce come «un disturbo cronico, reattivo all’esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui, e in assenza di test funzionali in grado di spiegare segni e sintomi» la cui «reale esistenza e definizione (…) è oggetto di ampio dibattito a livello scientifico». L’esistenza stessa della patologia sono fortemente dubbie e controverse: secondo alcuni i sintomi di questa “patologia” sarebbero riconducibili ad altre malattia o a condizioni psicosomatiche e psicologiche di tipo somatoforme con forti componenti di stress ed autosuggestione. La sensibilità chimica multipla, secondo alcuni, potrebbe essere un fattore di rischio per la “sindrome delle fascicolazioni benigne“.

La sensibilità chimica multipla è spesso associata alla sindrome da fatica cronica.

Inizialmente la sensibilità chimica multipla è stata identificata come una delle possibili cause della sindrome della Guerra del Golfo.

Cause e fattori di rischio

Le reali esistenza ed eziologia della MCS sono ancora oggetto di dibattito: la diagnosi di MCS viene spesso applicata a persone che presentano sintomi singolarmente riconducibili ad allergie convenzionali, infezioni o reazioni psicosomatiche allo stress.

Origine psicologica

La comunità scientifica, in base agli studi attualmente disponibili, ritiene che la MCS sia un disturbo di natura psicosomatica, vista l’elevata presenza di pazienti con problematiche psicologiche o di comuni allergie tra coloro che si autodefinivano affetti da MCS; è stata rilevata un’incidenza di sintomatologie psichiatriche in circa il 75% dei pazienti che credevano o autodichiaravano di soffrire di MCS.

In alcuni studi si è osservato che i pazienti non hanno avuto le manifestazioni allergiche quando sono stati inconsapevolmente esposti alle sostanze cui ritenevano di essere allergici, mentre hanno avuto reazioni allergiche dopo esposizione a sostanze inerti (aria purificata, soluzioni saline) volutamente loro presentate come la sostanza ritenuta allergenica (effetto nocebo).

Sembra emergere quindi che in molti casi i disturbi siano correlati solo ad una “percezione soggettiva” di esposizione e a fattori psicologici con forti componenti di stress e autosuggestione, più che ad un’esposizione effettiva ed in altri casi i sintomi siano semplicemente attribuibili a comuni forme allergiche.

Sostanze chimiche

Molte sostanze chimiche sono indicate come attivatori dei sintomi della MCS, in particolare quelle emananti forti odori; queste sostanze includono detergenti, pesticidi, profumi, gas di scarico dei veicoli, inquinamento ambientale, prodotti utilizzati in negozi di barbiere e saloni di bellezza, tappeti nuovi, mobili nuovi, cloro in acqua, inchiostro, farmaci, coloranti e meno comunemente fumo di legna e di tabacco.

Uno studio riporta che le persone che soffrono di MCS potrebbero avere una disfunzione neurologica nelle zone dedicate all’elaborazione dell’odore nel cervello. In una percentuale di pazienti l’ipotesi tenuta in maggior considerazione, scartata quella di un problema di tipo psichiatrico, è che la malattia sia causata da una ridotta capacità di metabolizzazione delle sostanze xenobiotiche a causa di una carenza genetica o della rottura dei meccanismi enzimatici di metabolizzazione a seguito della esposizione tossica.

Altre ipotesi

Secondo la teoria elaborata da Randolph, nel tempo il corpo umano potrebbe essere saturato dalla continua esposizione a piccole dosi di prodotti chimici, fino a quando la tolleranza verso di essi verrebbe annullata creando una condizione in cui anche ulteriori minime tracce di sostanze sarebbero in grado di scatenare una reazione allergica. Questa posizione personale di Randolph non trova però riscontro nelle conoscenze mediche, cliniche e scientifiche: infatti è noto da tempo che esistono sostanze capaci di accumularsi nei grassi o nei tessuti dell’organismo, ad esempio il mercurio, senza in genere causare allergie, bensì danni agli organi in cui si accumulano o che sono deputati alla loro rimozione, ad esempio il fegato o i reni. Un’ipotesi esplicativa differente dei presunti sintomi di sensibilizzazione è stato proposto da H.R. Eriksen e da H. Ursin in un articolo pubblicato nell’aprile 2004. Essi propongono il termine subjective health complaints («disturbi soggettivi della salute») per la MCS e per numerose altre condizioni altrettanto vaghe come la spossatezza, il dolore muscolo-scheletrico cronico, il dolore lombare, la sindrome da affaticamento cronico e la fibromialgia. Secondo Eriksen e Ursin «questi disturbi sono basati su sensazioni che per la maggior parte delle persone rientrano tra i normali processi fisiologici; in alcuni individui queste sensazioni diventano intollerabili, in alcuni casi manifestandosi per via psicosomatica, in altri casi no».

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Segni e sintomi

Tra i sintomi lamentati, solitamente aspecifici, si annoverano i seguenti:

  • difficoltà respiratorie, dolori toracici, sintomi allergici (febbre da fieno, rinite allergica, sinusite) e asma;
  • irritazione della pelle, dermatiti da contatto, orticaria, prurito ed altre forme di eruzione cutanea;
  • disturbi urinari;
  • emicrania;
  • “annebbiamento mentale” (amnesia a breve termine, disfunzioni cognitive);
  • modificazioni della personalità acute ed improvvise (attacchi di panico, fobie, aggressività immotivata, disturbi d’ansia);
  • difficoltà digestive, dispepsia, nausea, indigestione, bruciore di stomaco, vomito, diarrea;
  • multiple intolleranze a cibi, più o meno clinicamente identificabili, ad esempio intolleranza al lattosio, sensibilità al glutine e celiachia, a crostacei, noci, arachidi e nocciole;
  • dolore ai muscoli (mialgia) e alle articolazioni (artralgia);
  • spasmofilia con crampi  muscolari, spasmi, mioclonie, fascicolazioni
    benigne, tremori muscolari, nistagmo, paresitransitoria con spasticità
  • senso di affaticamento (astenia acuta o cronica) e letargia;
  • vertigine e capogiro;
  • senso dell’olfatto ipersensibilizzato verso alcuni odori, in assenza o presenza di rinite;
  • ipersensibilità alle fragranze vegetali (terpeni).

Risvolti psicologici

In vari studi si evidenza che circa la metà dei pazienti che ricercano un trattamento curativo per i sintomi della MCS presenta anche i sintomi tipici della depressione e di uno stato ansioso. Poiché gran parte di queste persone elimina molte categorie di cibo nel tentativo di ridurre i sintomi da MCS è difficile focalizzare le ricerche sulla dieta di questi soggetti.

Diagnosi

Alla diagnosi di questa patologia si giungerebbe per esclusione di altre patologie che determinano sintomi simili, grazie ad anamnesi, esame obiettivo, esami di laboratorio (ad esempio esame del sangue) e di diagnostica per immagini (come radiografie, TAC e risonanza magnetica).

Terapie

L’uso di alcuni farmaci antidepressivi è stato di netto giovamento in alcuni casi, ma una validità generale di questi trattamenti è ancora da stabilire.

Di solito si attua un trattamento sintomatico della sindrome, anche cercando di evitare le sostanze scatenanti, se in effetti vi è correlazione. Si possono assumere integratori di supporto psicofisico come la vitamina C o anti-allergici (antistaminici e cortisonici).

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