Stenosi spinale (stenosi vertebrale) lombare e cervicale: cure, esercizi

MEDICINA ONLINE ERNIA DEL DISCO SCIATICA NERVO SCIATICO SCHIENA DOLORE MAL DI SCHIENA NERVO ISCHIATICO STRETCHING RIMEDI INFRAROSSI RADIOFREQUENZA AMMORTIZZARE OSSO RACHIDE VERTEBRA DIFFERENZE ANZIANO PIEDE GAMBA IRRADIATOCon “stenosi spinale” (anche chiamata “stenosi vertebrale”, in inglese “spinal stenosis”) si indica un restringimento anormale del canale spinale che può verificarsi in uno o più punti della colonna vertebrale: cervicale, toracica e lombosacrale. Il canale spinale (anche chiamato canale vertebrale o cavità spinale) è lo spazio formato dalle varie vertebre della colonna vertebrale, attraverso il quale decorre il midollo spinale. La stenosi spinale è un tipo di mielopatia (malattia del midollo spinale) dal momento che va a comprimere appunto il midollo spinale e può presentarsi anche assieme ad una radicolopatia (malattia delle radici nervose spinali). Ad esempio, un’ernia discale L5-S1 può determinare stenosi del canale con compressione del midollo (cioè una mielopatia) e contemporaneamente infiammare la radice del nervo sciatico con sciatalgia (cioè una radicolopatia).

Tipi di stenosi spinali

Vi sono diversi tipi di stenosi spinale, anche perché virtualmente tutta la colonna può essere colpita da stenosi, ma le forme più frequenti sono la stenosi spinale a livello della colonna lombare e quello a livello della colonna cervicale. Mentre la stenosi spinale lombare è la più comune, quella cervicale è mediamente più pericolosa perché può comportare anche la compressione del midollo spinale, mentre la stenosi spinale lombare comporta in genere solo la compressione delle radici (radicolopatia), anche se può comportare in casi gravi la compressione dell’intera cauda equina (sindrome della cauda equina). Parlando in generale la stenosi spinale è una condizione non necessariamente grave, ma che non deve essere mai sottovalutata perché potrebbe avere delle complicanze anche molto gravi ed irreversibili.

Cause e fattori di rischio

La stenosi vertebrale può essere determinata da qualsiasi patologia o condizione che determina o favorisce un restringimento del canale spinale, tra cui:

Sintomi e segni

I sintomi e i segni di una stenosi vertebrale sono molto diversi in base a:

  • sede di insorgenza;
  • causa a monte che ha determinato la stenosi del canale vertebrale.

La posizione della stenosi determina quale zona del corpo è influenzata. I sintomi possono essere lievi o molto gravi a seconda della causa che ha determinato la stenosi. I due sintomi quasi sempre presenti sono dolore, spesso irradiato anche agli arti, e perdita di forza muscolare (ipostenia). Parlando in generale, i sintomi tipici della maggioranza delle stenosi del midollo spinale, sono:

  • dolore nella sede di insorgenza (ad esempio collo, torace, schiena, zona lombare e/o arti superiori o inferiori, in alcuni casi irradiati fino a piedi o mani);
  • senso di rigidità a collo, schiena e/o arti superiori o inferiori;
  • disturbi urinari: ad esempio incontinenza urinaria e difficoltà alla minzione;
  • disturbi intestinali: ad esempio incontinenza fecale e stipsi;
  • disturbi sessuali: difficoltà a mantenere l’erezione e/o anorgasmia;
  • sintomi influenzali come febbre, cefalea, nausea, vomito, stanchezza diffusa, perdita di appetito, malessere generale (soprattutto in caso di infiammazione/infezione del midollo spinale);
  • spasmi muscolari;
  • fascicolazioni muscolari;
  • perdita dei riflessi;
  • perdita di forza agli arti superiori e/o inferiori;
  • difficoltà motorie (ad esempio difficoltà a camminare o ad eseguire movimenti);
  • paralisi degli arti superiori e/o inferiori;
  • perdita della sensibilità cutanea;
  • indolenzimento;
  • formicoli;
  • bruciore a mani e/o piedi (parestesia);
  • intorpidimento al volto;
  • instabilità della postura a volte con perdita di equilibrio;
  • atrofia muscolare.

Complicanze

In assenza di cure adeguate o, qualora siano molto gravi, le stenosi vertebrali possono dar luogo a complicanze anche irreversibili ed invalidanti, diverse in base alla causa a monte che determina il restringimento del canale. Le complicanze più diffuse, in generale, sono:

  • cronicizzazione del dolore;
  • ricorrenza degli spasmi muscolari;
  • grave perdita di forza muscolare con difficoltà nel compiere gesti semplici come camminare o scrivere;
  • paralisi parziale o totale, temporanea o irreversibile, degli arti superiore e/o inferiori;
  • perdita della sensibilità parziale o totale, temporanea o irreversibile, di vari distretti cutanei;
  • perdita parziale o totale, temporanea o irreversibile, del controllo della funzione urinaria e/o fecale con incontinenza urinaria e/o fecale;
  • comparsa di disfunzioni sessuali come disfunzione erettile ed anorgasmia;
  • problemi cardiocircolatori gravi e potenzialmente letali;
  • perdita dell’autonomia;
  • depressione causata da una delle complicanze fino ad ora elencate;
  • decesso del paziente.

Diagnosi

Le indagini utili per diagnosticare una stenosi midollare, variano in base alla patologia che il medico arriva a sospettare tramite l’anamnesi (raccolta di tutti i dati relativi al paziente ed alla sua storia) e l’esame obiettivo (la visita vera e propria). Nella maggioranza dei casi la risonanza magnetica evidenza la stenosi e la causa relativa, mentre all’elettromiografia sono evidenti i segni di sofferenza neurogena, in particolare le radici o i nervi colpiti, col segmento muscolare o cutaneo corrispondente.

In generale esami che potrebbero essere utili alla diagnosi differenziale di una stenosi spinale, sono:

IMPORTANTE: non tutti gli esami elencati sono sempre necessari.

La diagnosi (e la cura) di una mielopatia può richiedere l’intervento di varie figure professionali, tra cui neurologo, neurochirurgo, ortopedico, fisiatra, immunologo, reumatologo, otorinolaringoiatra, posturologo, radiologo, ematologo, gnatologo, chirurgo maxillo-facciale, fisioterapista ed altre figure professionali.

Terapia

Il trattamento di una stenosi vertebrale varia in funzione di molti fattori tra cui ovviamente il tipo specifico di mielopatia e/o radicolopatia, l’età del paziente, le condizioni generali del paziente, la gravità dei sintomi. I trattamenti possono includere:

  • un semplice follow-up (non intervenire e seguire nel tempo l’andamento della malattia);
  • cure fisioterapiche;
  • ozonoterapia;
  • cure farmacologiche (ad esempio farmaci per controllare il dolore o antibiotici in caso di infezioni);
  • cure chirurgiche (ad esempio interventi neurochirurgici od ortopedici).

Fra le somministrazioni farmacologiche utili per controllare il dolore, vengono utilizzati soprattutto i glucocorticoidi. Possono essere presi in considerazione la decompressione chirurgica e laminectomia, soprattutto nel caso di forme compresse, non in quelle stabilizzate cronicamente (nelle quali il trattamento chirurgico può essere poco utile). Alcune stenosi vertebrali potrebbero purtroppo non essere del tutto curabili o aver causato delle condizioni (ad esempio paralisi) che sono permanenti e che nemmeno una terapia scrupolosa potrebbe essere in grado di curare efficacemente. Riportiamo di seguito brevemente alcuni esempi di terapia in base alla causa specifica di stenosi:

  • siringomielia: il trattamento consiste nel follow-up a lungo termine (con visite periodiche di controllo) e nell’intervento chirurgico, eseguito però solo in caso di progressivo deterioramento neurologico, mentre in altri casi si esegue solo una terapia farmacologica sintomatica per contenere il dolore.
  • tumore spinale: la terapia consiste in un intervento chirurgico mirato alla rimozione della massa tumorale;
  • spondilosi: la cura consisterà, per i casi meno gravi, in un trattamento conservativo (antinfiammatori, fisioterapia, correzioni di eventuali errori posturali e adozione di uno stile di vita sano) e, per i casi più severi, in un trattamento chirurgico mirato ad alleviare la compressione a carico del midollo spinale (chirurgia decompressiva spinale).
  • mielite autoimmune: il trattamento comprende la somministrazione di farmaci corticosteroidi ed immunosoppressori, in modo da alleviare l’infiammazione presente e mitigare  la risposta impropria del sistema immunitario (che è il fattore causale della suddetta infiammazione);
  • mielite da infezione virale: il trattamento prevede la somministrazione di antinfiammatori (sia FANS che cortisonici) e farmaci antivirali;
  • mielite da infezione batterica: il trattamento prevede la somministrazione di antinfiammatori (sia FANS che cortisonici) che farmaci antibiotici;
  • lesione spinale a origine traumatica: la terapia prevede l’immobilizzazione, la somministrazione per via endovenosa di un corticosteroide ad elevata azione antinfiammatoria (metilprednisolone) e un’operazione chirurgica alla colonna vertebrale mirata a eliminare eventuali anomalie verificatesi a seguito del trauma.

Consigli

In alcuni casi ridurre alcuni fattori di rischio può diminuire il rischio di progressione e peggioramento di una stenosi vertebrale; a tal proposito si consiglia di:

  • non fumare;
  • evitare alcolici;
  • perdere peso se obesi o in sovrappeso;
  • evitare una vita sedentaria;
  • svolgere periodicamente attività sportiva adeguata all’età ed alle condizioni del paziente;
  • alimentarsi ed idratarsi in modo corretto.

Prognosi

Come abbiamo visto in questo articolo, le stenosi vertebrali sono patologie molto diverse tra loro, quindi è impossibile esprimere in questa sede una prognosi unica per tutte loro. La prognosi varia enormemente in base a molti fattori, tra cui:

  • gravità e zona di insorgenza della mielopatia e/o della radicolopatia;
  • rapidità nel raggiungere la diagnosi ed imbastire una terapia;
  • età del paziente;
  • presenza di eventuali altre patologie (cardiopatie, diabete, malattie della coagulazione…);
  • capacità del paziente di osservare le terapie assegnate dal medico;
  • risposta del paziente alla terapia;
  • aiuto e supporto da parte di famigliari ed amici del paziente;
  • reale volontà del paziente di affrontare la malattia (ad esempio alcuni pazienti anziani tendono a “lasciarsi andare”);
  • bravura del medico.

Le possibilità di un recupero delle funzioni midollari alterate da una stenosi vertebrale, sono molto soggettive e variano in base ai fattori prima elencati.

Esercizi

Alcuni esercizi possono ridurre il dolore lombosacrale e/o cervicale. Gli esercizi di seguito elencati devono essere eseguiti:

  • lentamente (NON IN MODO BRUSCO);
  • in modo controllato;
  • in ambienti dove non si rischiano cadute o scivolamenti;
  • solo dopo parere positivo del medico;
  • regolarmente, se possibile tutti i giorni;
  • preferibilmente lontano dai pasti;
  • inizialmente sotto la supervisione del medico.

Potete eseguire questi semplici esercizi dove volete, ad esempio in palestra ma anche in ufficio o seduti in auto quando siete fermi al semaforo o quando siete sotto la doccia.

Esercizi per il dolore lombosacrale:

  • esercizio 1: seduto con le gambe divaricate, chinati in avanti lentamente fino a toccare prima un piede, poi l’altro piede; risollevati poi lentamente fino a tornare con spalle e schiena dritte e porta le braccia in alto con le mani congiunte;
  • esercizio 2: in piedi con le gambe lievemente divaricate, posiziona le mani dietro la schiena poco sopra i glutei, poi estendi lentamente la schiena indietro tenendo le ginocchia tese.

Esercizi per il dolore cervicale:

  • esercizio 1: in piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo, sostando per qualche secondo tra una flessione e l’altra nella posizione di partenza;
  • esercizio 2: in piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo; con la mano del lato verso il quale è piegato il collo afferrate il polso del braccio opposto e tiratelo lievemente verso il basso in modo da mettere in tensione i muscoli del trapezio e della spalla controlaterali; mantenere la posizione per 20 secondi e cambiate lato;
  • esercizio 3: in piedi flettete lentamente di lato il collo; con la mano del lato verso il quale è piegato il capo spingete leggermente verso il basso la testa in modo da praticare una leggera tensione; piegate l’altro braccio a 90º portando la mano dietro la schiena; mantenete la posizione per 20 secondi e cambiate lato;
  • esercizio 4: in piedi o seduti con la schiena eretta flettete lentamente il collo a destra, indietro, a sinistra ed in avanti in modo da compiere una completa circonduzione del capo; tenete spalle e collo rilassati durante tutto l’arco del movimento e ripetete in senso inverso.

Inoltre appositi esercizi di stretching, da eseguire sotto controllo medico, possono migliorare la situazione; a tal proposito leggi:

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