Con “esame vestibolare” (anche chiamato “valutazione vestibolare” o “esame cocleovestibolare” o “otovestibolare”, si intende un esame specifico svolto durante la visita otorinolaringoiatrica per la diagnosi di un disturbo “vertiginoso”, cioè un disturbo che include, tra i sintomi, la “vertigine”, quella sensazione illusoria di movimento che il soggetto prova pur restando completamente fermo. L’esame è sia diagnostico che terapeutico perché, come vedremo in seguito, in alcuni casi permette di trattare la patologia nella stessa seduta.
Per quali motivi si esegue?
L’esame vestibolare è usato per la diagnosi di un fenomeno vertiginoso: permette al medico di comprendere le cause della vertigine e, nel caso si tratti di una vertigine periferica (ovvero provocata da un problema a carico dell’orecchio), permette il trattamento della patologia anche nella stessa seduta. La semplice visita audiologica o otorinolaringoiatrica, seppur importante per stabilire la fattibilità dell’esame vestibolare (controindicato in caso di infezioni auricolari e cerume), può solo dare un sospetto sulla natura e sulla gravità della vertigine ma non permette di proporre al paziente alcuna terapia. Per una corretta diagnosi è sempre opportuno, quindi, associare alla visita anche l’esame vestibolare.
Cenni di anatomia
L’apparato vestibolare, posizionato nell’orecchio interno, è formato da tre canali semicircolari: il superiore, il posteriore ed il laterale, nonché dall’utricolo e dal sacculo. La parte membranosa di questi è responsabile della recezione degli stimoli. Essa è formata dalla macula al di sopra di una membrana otolitica gelatinosa sulla quale saranno presenti delle formazioni di sali di calcio che, nell’utricolo e nel sacculo, prendono il nome di otoconi, mentre nei canali semicircolari le formazioni prenderanno il nome di creste ampollari. Esse sono costituite a loro volta da cellule recettoriali ciliate, e al di sopra di esse sarà presente una cupola ampollare (gelatinosa anch’essa). L’utricolo ed il sacculo ricevono stimoli soprattutto gravitazionali dovuti allo spostamento degli otoconi, i canali semicircolari capteranno stimoli provenienti dai movimenti rotazionali causati dal movimento della cupola ampollare. Tutti questi organi concorrono a regolare l’equilibrio statico e dinamico del corpo nello spazio. Disturbi come le vertigini o problemi di coordinamento dei movimenti, sono causati proprio da alterazioni di quello che è un vero e proprio sistema dell’equilibrio. Le vertigini di interesse dello specialista otorino sono le vertigini periferiche o oggettive (il paziente vede “girare” gli oggetti) e non le vertigini cosiddette “centrali” di interesse neurologico.
Come ci si prepara all’esame?
L’esame vestibolare deve essere eseguito a digiuno da 4 ore perché può provocare la ricomparsa momentanea della vertigine; se il paziente assume farmaci per il trattamento della vertigine, questi devono essere sospesi il giorno precedenti. Altri farmaci abituali (ad esempio anticoagulanti) possono essere assunti regolarmente. Chiedere comunque al proprio medico quali sono le norme di preparazione che richiede.
Come si esegue l’esame?
L’esame si esegue con il paziente sdraiato su un lettino ed è composto da una prima fase ed una seconda fase: la seconda fase viene eseguita solo a discrezione del medico.
Prima fase
In tale fase si valutano i “segni spontanei” della vertigine mediante degli occhiali particolari da far indossare al paziente chiamati “occhiali di Frenzel“: sono particolari occhiali con lenti a 20 diottrie, che – impedendo la fissazione dello sguardo – permettono lo studio del nistagmo (un movimento ritmico involontario dei globi oculari) spontaneo e provocato da particolari manovre o specifiche sollecitazioni. Il medico sposta la testa del paziente sul lettino per identificare in quali posizioni compaiano i particolari movimenti del nistagmo. Le manovre per evocare il nistagmo sono la manovra di Semont, quella di Dix-Hallpike, quella di Epley e l’Head Shaking Test (HST). Una ulteriore prova è la ricerca del nistagmo con stimolazione termica: la metodica più diffusa è la tecnica di Veits. A seconda della posizione in cui si osserva la presenza di questi movimenti, ed anche in base alla loro tipologia, il medico potrebbe essere in grado di identificare la causa a monte del disturbo.
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Seconda fase
In tale fase si stimola l’orecchio del paziente con acqua a diverse temperature per valutare la funzionalità dei labirinti vestibolari. Ponendo acqua calda o fredda all’interno del condotto uditivo, infatti, è possibile “attivare” la porzione dell’orecchio coinvolta nella gestione dell’equilibrio. Nei soggetti normali le due orecchie mostrano risposte analoghe alla stimolazione mentre in soggetti malati si possono evidenziare risposte difformi. Come già detto non sempre è necessario eseguire la seconda fase dell’esame. In caso di vertigine parossistica posizionale benigna (cupololitiasi), ad esempio, già con la sola prima fase è possibile proporre una terapia al paziente.
Altre prove
Possono essere eseguite anche numerose altre prove, come la prova delle braccia tese, la prova di Romberg, la prova di Unterberger (o di Fukuda) e la prova della marcia ad occhi chiusi. A volte si esegue insieme un esame posturale.
Cos’è una manovra liberatoria?
In caso di vertigine posizionale benigna, la forma più frequente di vertigine periferica, il medico sarà in grado di risolvere il problema mediante l’esecuzione di particolari “manovre liberatorie”. Per manovra liberatoria si intende l’esecuzione, da parte del paziente sotto la guida del medico, di specifici movimenti della testa e del corpo sul lettino esaminatorio. Il tipo di movimento da eseguire dipende dalla sede di patologia identificata con l’esame vestibolare ed è quindi ovvio che non si possa procedere all’esecuzione della manovra senza aver prima eseguito l’esame vestibolare. In alcuni casi, ma non sempre, è necessario ripetere la manovra liberatoria più volte a distanza di qualche giorno.
L’esame esame vestibolare è doloroso?
L’esame vestibolare NON è doloroso.
L’esame esame vestibolare è fastidioso?
L’esame vestibolare non è considerato fastidioso, tuttavia in alcuni casi può provocare la comparsa momentanea del fenomeno vertiginoso (motivo per cui si rimane a digiuno prima dell’esame, per evitare l’eventuale comparsa di nausea e vomito). La ricomparsa della vertigine durante lo svolgimento dell’esame è una evenienza probabile e certo non piacevole, ma dovrebbe essere accolta in modo benevolo poiché questa è spesso sinonimo di risoluzione della patologia.
Esame positivo
Se l’esame vestibolare risultasse positivo, il medico probabilmente richiederà altri esami più approfonditi, come:
- una visita otorinolaringoiatrica specifica;
- una valutazione audiologica accurata;
- una TAC e/o una risonanza magnetica.
Quando andare dal medico?
Una perdita di equilibrio transitoria non è necessariamente indice di grave patologia anche se può diventare pericolosa se interviene in particolari momenti, ad esempio durante lo sport o mentre si svolge una attività dove l’equilibrio è importante per la incolumità della persona. Una perdita di equilibrio diventa potenzialmente il campanello di allarme di una patologia anche grave, se recidiva varie volte nel tempo o se diventa cronica. In caso di perdita di equilibrio transitoria, il disturbo potrebbe non richiedere l’intervento del medico, richiesto invece se la perdita di equilibrio si ripete varie volte in tempi brevi o se diventa conica. Se alla perdita d’equilibrio si associano i sintomi di TIA o ictus cerebrale o infarto del miocardio, è necessario chiamare immediatamente il Numero Unico per le emergenze 112 o farsi portare subito al Pronto Soccorso.
Costo di un esame vestibolare
Un esame vestibolare di base, eseguito privatamente, ha un costo che varia molto in funzione del centro dove viene effettuato, ma generalmente oscilla tra 50 e 100 euro.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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