L’esame della motilità oculare rappresenta un passo importante dell’esame obiettivo in neurologia.
Al fine di stabilire se gli assi oculari siano Continua a leggere
L’esame della motilità oculare rappresenta un passo importante dell’esame obiettivo in neurologia.
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Con “vertigine parossistica posizionale benigna” (anche chiamata cupololitiasi o canalolitiasi o con l’acronimo “VPPB“) ci si riferisce ad un Continua a leggere
Con “fenomeno di Tullio” (a volte chiamato “segno della fistola”) si intende la presenza di vertigini, capogiri, nausea, e nistagmo (rapidi ed incontrollabili movimenti oculari) causati da Continua a leggere
Gli “occhiali di Frenzel” sono particolari occhiali con lenti a 20 diottrie, che – impedendo la fissazione dello sguardo – permettono lo studio del Continua a leggere
Con “esame vestibolare” (anche chiamato “valutazione vestibolare” o “esame cocleovestibolare” o “otovestibolare”, si intende un esame specifico svolto durante la visita otorinolaringoiatrica per la diagnosi di Continua a leggere
I disturbi cerebellari sono patologie che interessano il cervelletto e sono in genere dovuti a lesioni della corteccia cerebellare, con la conseguente mancanza dell’azione regolatrice delle cellule di Purkinje sui nuclei centrali. Le lesioni al cervelletto sono tutte accumunate da una perdita della coordinazione del movimento o atassia. Molti disturbi cerebellari si evidenziano con un esame clinico detto posturografia. Ecco alcuni dei più comuni disturbi che interessano il cervelletto.
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Medulloblastoma
Il medulloblastoma è un tumore cerebellare che colpisce l’archicerebello; ha sede nel verme cerebellare e nel pavimento del IV ventricolo, colpisce di regola bambini e adolescenti ed ha un rapido accrescimento, potendo disseminarsi nel liquor. Può essere curato con la radioterapia. Crea disturbi gravissimi all’equilibrio perché vengono colpiti i fasci vestibolari. È impossibile stare in piedi per atassia dei muscoli della colonna vertebrale.
Atassia cerebellare
L’atassia cerebellare (dal greco “atassia”=disordine) lesione del neocerebello caratterizzata da molti sintomi tipici del disordine del movimento. Si riscontrano nel paziente disturbi del tono muscolare ed un forte tremore, detto intenzionale perché, diversamente da quello del Parkinson, aumenta col movimento. Si ha anche dismetria cerebellare (quando al paziente viene chiesto di toccarsi il naso, non ci riesce perché è incapace di coordinare i movimenti). È inoltre impossibile compiere movimenti rapidi di prono-supinazione dell’avambraccio e della mano (adiadococinèsi) e si parla in modo esplosivo (a scatti).
Etilismo acuto
L’etilismo acuto è una lesione temporanea al somatocerebello, il paziente presenta difficoltà nel parlare e nel camminare, infatti barcolla.
Nistagmo cerebellare
Il nistagmo cerebellare è un’oscillazione coniugata involontaria dei 2 bulbi oculari, più o meno rapida, in senso orizzontale, verticale o rotatorio, composto da una deviazione lenta degli occhi in una data direzione alla quale fa seguito immediatamente una reazione spasmodica, cioè un brusco movimento, di ritorno in senso inverso. A differenza del nistagmo definito regolare, dovuto a lesioni dell’apparato vestibolare e dei nervi oculomotori, quello cerebellare è definito irregolare, perché è un disturbo continuo.
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È un’oscillazione ritmica e involontaria degli occhi. Si distinguono un nistagmo fisiologico (ossia un movimento oculare normale) da un nistagmo patologico.
Il primo è dovuto alla modalità di visione degli oggetti in movimento: tipico è l’esempio di una persona seduta su un treno in corsa che guarda fuori del finestrino e osserva, uno alla volta, i pali che si susseguono lungo i binari (a una fase di movimento più lento ne segue un’altra di movimento rapido o “di scossa”).
Nel nistagmo patologico, invece, ogni ciclo di movimento tende ad allontanare l’oggetto che si vuole osservare dalla fovea (centro retinico), facendolo uscire dalla zona centrale del campo visivo, causando così seri problemi alla visione stessa.
Il nistagmo si può presentare con un movimento pendolare (stessa velocità in tutte le direzioni) oppure con un movimento saccadico (a carattere erratico, ha una velocità diversa a seconda delle diverse direzioni): si compone di una fase rapida e di una fase lenta.
Il nistagmo patologico spesso riduce la visione in modo serio. Molte persone affette da questa condizione sono considerate ipovedenti. Infatti, la profondità di campo diminuisce, provocando instabilità nel movimento. Tuttavia, la capacità visiva può variare durante il giorno ed essere influenzata anche da fattori emozionali e fisici (come lo stress o la stanchezza).
Il piano di questi movimenti involontari e patologici può essere orizzontale, verticale, torsionale (circolare) o può essere aspecifico (non individuabile).
Le altre caratteristiche del nistagmo sono la frequenza del movimento oculare (bassa, elevata e moderata) – che indica il numero di scosse nell’unità di tempo – e l’ampiezza del movimento delle scosse (fine, media e grossolana). Può coinvolgere un occhio (nistagmo monoculare) oppure entrambi gli occhi (binoculare); è detto “coniugato” quando la direzione, la frequenza e l’ampiezza sono simili in entrambi gli occhi, altrimenti viene definito “dissociato”.
Il nistagmo patologico può essere dovuto a cause genetiche o può essere acquisito (può dipendere da diverse malattie). Si può manifestare in seguito a lesioni del sistema nervoso (cervelletto e tronco encefalico) o dell’apparato vestibolare (organo dell’equilibrio).
Il nistagmo congenito può avere un’ereditarietà legata al sesso e, in genere, si manifesta entro i primi 2-3 mesi dalla nascita. Fondamentale è, quindi, la diagnosi oculistica in età neonatale (in modo da evitare che ci sia deficit visivo che può provocare nistagmo). Le cause possono essere varie (ad esempio una cataratta congenita, uno strabismo, ecc.). Il nistagmo si sviluppa in tutti quei bambini che hanno una perdita bilaterale della visione centrale entro i primi 2 anni di vita. In alcuni casi può presentarsi senza una causa nota e può insorgere nei gradi estremi di rotazione degli occhi, anche in persone perfettamente sane, soprattutto in caso di affaticamento. Ci sono malattie come l’albinismo che tipicamente lo causano.
Si effettua valutando il movimento degli occhi mentre il paziente osserva un punto fisso; di solito si utilizza la lampada a fessura che, ingrandendo l’immagine, è anche in grado di rendere visibili i movimenti più piccoli. L’esame oculare deve mirare a valutare l’acuità visiva, la reattività delle pupille, la motilità degli occhi e il fondo oculare.
Distinguiamo i seguenti tipi:
Quando possibile si deve eliminare la causa determinante il nistagmo. Nel caso in cui la causa sia congenita esistono terapie riabilitative che potrebbero ridurne la portata.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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