Il retinoblastoma è il tumore maligno della retina; rappresenta il tumore maligno con maggiore diffusione in età pediatrica. Può colpire la retina di un solo occhio oppure di entrambi.
Diffusione
E’ il tumore maligno più diffuso tra i bambini. La percentuale di soggetti colpiti da questa malattia è di circa 1 ogni 20 000 nati, ma le statistiche variano a seconda dei Paesi. I primi segni e sintomi sono riscontrati in bambini di età inferiore ai 3-5 anni.
Cause e fattori di rischio
La malattia è causata da una mutazione del gene codificante la proteina Rb (un oncosoppressore) che comporta la proliferazione incontrollata di cellule e lo sviluppo del tumore all’interno dell’occhio. La mutazione può essere trasmessa per via ereditaria o insorgere spontaneamente (mutazione sporadica).
- Il retinoblastoma ereditario, che si manifesta nel 40% dei casi, è solitamente dovuto all’eredità di un allele mutato del gene oncosoppressore RB1, 13q14 (alterazione genetica ereditata da un genitore di tipo autosomica dominante), per cui gli individui colpiti hanno una forte predisposizione genetica e sono maggiormente a rischio di sviluppare la patologia in tempi più brevi e nella forma bilaterale (cioè a entrambi gli occhi); in altre parole, è loro necessaria e sufficiente un’ulteriore unica mutazione per sviluppare la malattia. Evidentemente nel corso della vita di ogni individuo è altamente probabile che avvengano molteplici mutazioni somatiche indipendenti in cellule diverse; se il background in cui si verificano è già alterato, ognuna di queste darà luogo ad un tumore. È un esempio di penetranza incompleta: si è calcolata per un valore di circa 90%; 9 individui su 10 portatori del gene manifestano questa malattia.
- Il retinoblastoma sporadico, che si manifesta nel 60% dei casi e non è influenzato da alcuna componente genetica, colpisce solitamente un solo occhio e il suo decorso è generalmente più lento rispetto al retinoblastoma ereditario. Occorre che in un’unica cellula entrambi gli alleli siano mutati: in altre parole occorrono due mutazioni, che statisticamente richiedono un tempo molto maggiore.
Tipologie di mutazioni
Ci sono vari meccanismi che portano alla perdita di eterozigosità delle cellule affinché si manifesti la malattia:
- Non disgiunzione mitotica: viene ereditato un cromosoma solo, malato,
- Non disgiunzione e riproduzione: ereditato cromosoma malato che si duplica;
- Ricombinazione mitotica: eventi di cross-over portano all’inserzione del gene mutato anche sul cromosoma sano;
- Conversione genica: l’allele mutato si tramuta in sano
- Delezione: l’allele sano è deleto;
- Mutazione puntiforme: mutazione all’allele sano.
Meccanismi che portano a mancata funzione di Rb
Ci sono vari meccanismi affinché Rb non sia più efficace nel trattenere iperfosforilata i fattori di trascrizione E2F:
- Perdita di eterozigosità del pool genetico, con la proteina non funzionante;
- Azioni di proteine virali che impediscono il legame fra Rb e E2F, come E7;
- Modificazioni a livello epigenetico, come ipermetilazioni del gene di Rb.
Sintomi e segni
La sintomatologia si presenta generalmente entro i primi 3-5 anni di vita; il segno principale è un riflesso biancastro del fondo oculare, detto leucocoria, dovuto alla massa tumorale retinica che occupa il corpo vitreo, correlata spesso a deviazione degli assi oculari (dovuta alla perdita di fissazione dell’occhio affetto). In un occhio sano, la pupilla può apparire rossa in una fotografia scattata con il flash (red eye), mentre su un occhio affetto di Rb, la pupilla può apparire di colore bianco o giallo (leucocoria). L’aspetto giallastro può anche essere visibile in condizioni di scarsa luce artificiale e può assomigliare ai riflessi degli occhi felini. Il tumore tende ad espandersi rapidamente verso il vitreo (forma endofitica) oppure verso la coroide e l’uvea (forma esofitica). Se però non viene curato, la dimensione dell’occhio aumenta e il tumore infierisce su altre parti del corpo. Le metastasi precoci al fegato o ai polmoni sono frequenti. Il tumore si può anche insinuare nella zona retrooculare fino al nervo ottico, per poi raggiungere il cervello. Purtroppo il retinoblastoma è in genere privo di sintomi nei primissimi anni di vita, per cui spesso viene diagnosticato tardivamente e ciò peggiora la prognosi.
Leggi anche: Retinoblastoma: ereditario, genetica, sintomi, prognosi e cura
Diagnosi
La diagnosi si basa inizialmente su anamnesi, esame obiettivo ed esame del fondo oculare. In seconda battuta è fondamentale che i bambini siano sottoposti ad ecografia oculare e fluorangiografia. Successivamente si effettuano TC e risonanze magnetiche per valutare il coinvolgimento del nervo ottico e/o la presenza di metastasi.
Terapia
Attualmente esistono dei protocolli terapeutici stabiliti dalla comunità scientifica che impongono determinati trattamenti a seconda dello stadio di malattia. I trattamenti locali includono: laser fotocoagulazione, crioterapia, termoterapia transpupillare e brachiterapia (applicazione di placche radioattive). A questi trattamenti viene associata attualmente una chemioterapia per via sistemica. Negli ultimi tempi si sta affermando l’utilizzo di chemioterapia per via arteriosa, attraverso l’arteria oftalmica. Purtroppo nelle forme più avanzate di malattia è necessario rimuovere chirurgicamente il bulbo oculare malato.
Follow up
I bambini affetti da retinoblastoma devono essere seguiti con controlli in tempi molto ravvicinati per via della velocità di progressione della malattia e, anche dopo essere stati curati, devono essere sottoposti a controlli semestrali per i primi 5 anni dopo la terapia.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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