Con “vertigine parossistica posizionale benigna” (anche chiamata cupololitiasi o canalolitiasi o con l’acronimo “VPPB“) ci si riferisce ad un disturbo meccanico dell’orecchio umano in cui gli “otoliti” (anche chiamati “otoconi”, “canaliti” o “detriti otoconiali”) residenti nella cupola che ricopre l’apparato ciliare dell’epitelio sensoriale dell’utricolo e del sacculo (il “sistema vestibolare” necessario all’equilibrio del nostro corpo) si distaccano e viaggiano nel liquido dei canali semicircolari, stimolando in maniera erronea i recettori e causando nel paziente l’illusione della rotazione quando invece è fermo.
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Cause e fattori di rischio
La cupololitiasi può essere collegata a:
- idrope endolinfatica;
- traumi cranici;
- incidenti sportivi;
- stress prolungato;
- ereditarietà;
- fisiologico ricambio periodico degli otoconi.
Spesso le esatte cause del disturbo rimangono ignote (cupololitiasi idiopatica).
Sintomi e segni
Il disturbo determina principalmente vertigini improvvise, in qualsiasi momento della giornata, che danno al paziente la sensazione che la stanza e tutti gli oggetti girino vorticosamente. La “crisi vertiginosa” è:
- con senso rotatorio o antirotatorio;
- di durata che oscilla tra pochi secondi a qualche minuto;
- indotta da un cambiamento nella posizione.
La crisi è di solito riferita a determinate posizioni ed a seconda della parte colpita (labirinto destro o sinistro) le vertigini si intensificano girando ad esempio la testa sul lato dell’orecchio interessato, quando si è stesi a letto. La sensazione di vertigine può sopravvenire anche nell’atto di coricarsi sul letto oppure nell’alzarsi dalla posizione stesa: la maggior parte delle vertigini di posizione si produce a partire dalla posizione sdraiata, con l’orecchio malato verso il basso, quando al mattino la persona cerca di sedersi sul bordo del letto per alzarsi, appare un’impressionante vertigine, e quindi il paziente è indotto a ridistendersi immediatamente e velocemente. Questo però provoca un’altra grande vertigine e quindi la persona non osa più muoversi e rimane a letto. Oltre alle vertigini, altri sintomi e segni possono essere presenti, tra cui:
- nausea;
- vomito;
- difficoltà visive;
- perdita dei sensi;
- ansia;
- mal di testa;
- nistagmo.
Il nistagmo nella VPPB:
- è “posizionale”: si presenta solo in determinate posizioni.
- ha una durata che oscilla generalmente tra 5 secondi 2 minuti;
- non è soppresso dalla fissazione visiva di un determinato punto nello spazio;
- presenta una componente rotatoria o di torsione.
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Diagnosi
La diagnosi di VPPB è confermata tramite la manovra chiamata test di Dix-Hallpike, che andrà eseguita prima dal lato DX (destro) e poi dal lato SX (sinistro), per evidenziare la presenza degli “otoliti”, o nel lato dell’orecchio DX oppure nel lato dell’orecchio SX, oppure a seconda della gravità in tutti e due le orecchie. In questa manovra, che deve essere eseguita in presenza di altra persona se si esegue in proprio, il paziente è abbassato prima dal lato DX, da una posizione seduta a una distesa, con la testa girata a 45 gradi rispetto alle spalle. Occorre fare attenzione, poiché tale manovra è utile a verificare la presenza del suddetto tipo di vertigine (quella VPPB) e quindi si deve essere pronti a controllare un accesso rotatorio e di nausea che ne consegue, tipico della VPPB. Se si causa una forte vertigine rotatoria, si hanno “Otoliti” nei canali semicircolari dell’orecchio DX. Nel caso in cui non si causasse alcuna vertigine, i canali semicircolari dell’orecchio DX, sono liberi da “detriti otoconiali”. Questo movimento si ripete ora, dopo avere aspettato alcuni minuti se con la manovra di prima si fosse causata vertigine, con la testa girata dall’altra parte e cioè verso SX. Anche questa manovra deve essere eseguita in presenza di altra persona, se si esegue in proprio, ed in cui il paziente è abbassato ora dal lato SX, da una posizione seduta a una distesa, con la testa girata a 45 gradi rispetto alle spalle. Se si causa una forte vertigine rotatoria, si hanno “Otoliti” nei canali semicircolari dell’orecchio SX. Nel caso in cui non si causasse alcuna vertigine, i canali semicircolari dell’orecchio SX, sono liberi da “detriti otoconiali”. Se dopo avere eseguito la suddetta manovra, sia a destra che a sinistra, non si causasse alcun tipo di effetto, la causa delle vertigini di cui si soffre andrebbe ricercata in altro tipo di vertigine e quindi la diagnosi si distaccherebbe dalla VPPB. Tutto andrebbe come sempre certificato da personale medico qualificato in materia. Se invece si fosse affetti da VPPB, con la manovra o a destra o a sinistra, si dovrebbe sicuramente provocare vertigine e nistagmo (movimento congiunto dei globi oculari) quando l’orecchio sofferente è direzionato verso il basso dal lato in cui vi è presenza di “Otoliti” nei canali semicircolari dell’orecchio interno. La valutazione della VPPB (vertigine parossistica Posizionale benigna) dovrebbe essere fatta al più presto da un professionista del settore medico-sanitario esperto nell’amministrazione dei disordini da vertigini, comunemente un labirintologo, otorino, fisioterapista, o l’altro medico specializzato.
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Terapia
Visto che il carbonato di calcio non è solubile, la guarigione può richiedere tempi lunghi, per cui si procede con la fisioterapia, con alcune manovre liberatorie, che, facendo muovere il paziente in un determinato modo, tendono a liberare i canali dagli otoliti. La più nota è la Manovra di Semont, dal nome del medico francese Alain Semont che l’ha ideata. Per liberare i canali semicircolari dai sassolini di ossalato di calcio e carbonato di calcio, detti Otoliti o “Otoconi”, si può anche praticare la manovra di seguito descritta, definita di Brandt-Daroff. Al mattino e alla sera (cinque ripetizioni di questi esercizi dovrebbero essere eseguite per tre settimane) ci si deve sedere sul letto e, aiutati da altra persona, si deve inclinare il corpo “lateralmente” alla destra (DX) fino a toccare il materasso con la spalla (mantenendo la testa in linea con la colonna vertebrale) e restare nella suddetta posizione per 30 secondi. Poi, sempre aiutati da altra persona si ritorna in posizione verticale stando sempre seduti sul letto. In questa posizione seduta si rimane per altri 30 secondi. Poi, sempre aiutati da altra persona, si deve inclinare il corpo “lateralmente” alla sinistra (SX) fino a toccare il materasso con la spalla (mantenendo la testa in linea con la colonna vertebrale) e restare nella suddetta posizione per altri 30 secondi. In questo modo, dopo pochi giorni, gli Otoliti o “Otoconi” si riposizioneranno nella zona dell’utricolo e del sacculo, fuoriuscendo, quindi, dai canali semicircolari dove causano la fastidiosa “Vertigine Parossistica Posizionale Benigna” (VPPB) e dove verranno eliminati dalle cellule scure predisposte a tale scopo. Evitare anche di usare in luoghi poco ventilati: acquaragia, vernici per dorature di legni o metalli, solventi per unghie, smalti per unghie etc., che presentano la avvertenza R67. Per approfondire leggere: Frasi R. Evitare inoltre di abusare l’utilizzo di piante ad alto contenuto di “ossalato di calcio”, ad esempio Rabarbaro, altea, Dieffenbachia, Pastinaca. L’abuso o il troppo consumo di alimenti con alto contenuto di ossalato di calcio potrebbe favorire l’insorgenza del suddetto tipo di VPPB, oltre che favorire l’insorgenza di calcoli renali.
Consigli
Nell’alzarsi dal letto è necessario fare movimenti molto lenti e cambiare posizione in tre o quattro “fasi”, per evitare che gli “otoliti” si muovano velocemente nei canali semicircolari, dove si sono erroneamente andati a posizionare. La stessa cautela è da utilizzarsi per coricarsi nel letto, ed ovviamente in qualsiasi altra situazione in cui il corpo cambia posizione. È anche consigliato l’uso di un cuscino ortopedico da cervicale. Il non utilizzare tale tipo di cuscino per dormire sarebbe un errore, poiché questo modo di dormire causerebbe un cattivo posizionamento della testa sul materasso, soprattutto girandosi sul fianco. Questo faciliterebbe lo spostamento degli “otoliti” dall’utricolo e dal sacculo ai canali semicircolari. Per rendersi conto di cosa effettivamente capiterebbe nel non utilizzare il cuscino, si rimanda alle immagini presenti nelle voci orecchioe orecchio interno. Pertanto è da evitare accuratamente l’utilizzo di cuscini che non siano ortopedici e per cervicale.
Terapia farmaceutica
La cupololitiasi non necessita di particolari cure farmacologiche. Il trattamento medico con farmaci anti-vertigini può essere preso in considerazione nelle crisi acute e severe di VPPB, ma nella maggior parte dei casi non è indicato alcun tipo di utilizzo di medicinali.
Questi farmaci includono droghe della classe degli antistaminici e della categoria anticolinergici, quali la meclizina e la scopolamina. Questi offrono il trattamento sintomatico, cioè solamente dei sintomi e quindi non eliminano la causa, ovvero i cristalli di carbonato di calcio che sono posizionati nei canali semicircolari. Questi farmaci non interessano, quindi, il grado di risoluzione della causa della vertigine, ma eliminano temporaneamente gli effetti della vertigine in sé, ovvero la sensazione di rotazione e di malessere che provoca. L’uso dei farmaci è consentito se non necessario, per sopprimere i sintomi durante le manovre di posizionamento, solo nel caso in cui il paziente abbia sintomi severi e che possono non essere tollerati.
Trattamento chirurgico
Nel caso in cui, i trattamenti con le varie manovre liberatorie, per riposizionare i cristalli di carbonato di calcio nella zona dell’utricolo o del sacculo dove le cellule scure predisposte alla loro distruzione li elimineranno, non avranno dato il grado di risoluzione sperato e nel qual caso i cristalli presenti nei canali semicircolari siano in quantità troppo elevata ed abbiano la tendenza ad aggregarsi, allora sarebbe necessario un intervento chirurgico per svuotare i canali semicircolari dai “detriti otoconiali”. I trattamenti chirurgici, si rendono necessari anche a seguito di una occlusione del canale semicircolare da parte dei “detriti otoconiali” o “Otoconi”. Questo trattamento chirurgico presenta lo stesso rischio di tutte le procedure neurochirurgiche e pertanto si utilizza solamente per casi di particolare gravità e rarità.
Il ricorso a questi trattamenti è riservato, quindi, ai casi più severi e persistenti e quando vengono a mancare totali risultati della riabilitazione vestibolare (riposizionamento delle particelle e terapia di assuefazione).
Prognosi e guarigione
La prognosi è molto buona: la benignità della patologia è data dal fatto che essa non ha conseguenze di rilievo sul soggetto (neanche l’udito stesso è a rischio) e dal fatto che tende a regredire spontaneamente col tempo. La guarigione, come già anticipato, può richiedere tempi piuttosto lunghi e la durata della patologia è variabile, tuttavia la guarigione può essere raggiunta grazie alle terapie disponibili.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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