Con il termine “otalgia” si identifica il dolore all’orecchio causato da patologie che non colpiscono direttamente l’orecchio ma che finisce per irradiarsi anche all’orecchio. L’origine dell’otalgia è da attribuire all’interessamento di aree innervate da nervi cranici responsabili della sensibilità dell’orecchio esterno e medio (nervi cranici V, IX e X). Il dolore può essere monolaterale, cioè irradiato ad un solo orecchio, o bilaterale, cioè irradiato ad entrambe le orecchie.
Otalgia e otodinia
Il termine “otalgia” si differenzia da “otodinia”: in quest’ultimo caso il dolore è determinato da patologie o condizioni che interessano direttamente l’orecchio come nel caso di una otite esterna, o una otite media o una miringite. I due termini sono spesso usati come sinonimi. In alcuni casi al posto di “otodinia” si usa dire “otalgia riflessa” oppure “otalgia riferita”. Per approfondire, leggi anche: Differenza tra otite, otalgia ed otodinia
Cause
Come prima anticipato, l’otalgia è un dolore percepito all’orecchio ma che deriva da patologie o condizioni che non colpiscono direttamente l’orecchio, come:
- lesioni del cavo orale;
- danni alla laringe ed alla faringe;
- patologie nasali (rinofaringe) e paranasali;
- patologie che interessano denti, gengive, ghiandole parotidi, lingua;
- infezioni (Herpes zoster, tonsillite, sinusite, parotite, ascesso dentale);
- nevralgia del nervo trigemino;
- nevralgia del nervo glossofaringeo;
- traumi cranici;
- emorragia cerebrale;
- tumore cerebrale;
- patologie dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare) come ad esempio la Sindrome temporo mandibolare.
Sintomi e segni
A seconda della causa a monte che ha provocato l’otalgia, il paziente può avvertire vari altri segni e sintomi, tra cui:
- ronzii;
- acufeni;
- ipoacusia;
- sordità improvvisa;
- udito ovattato;
- otorragia (sangue dall’orecchio);
- vertigini;
- febbre;
- rinorrea (naso che cola);
- faringodinia (mal di gola);
- disfagia (difficoltà nella deglutizione);
- odinofagia (dolore alla deglutizione);
- otorrea (fuoriuscita di liquido dall’orecchio);
- otodinia (dolore all’orecchio);
- prurito;
- nausea;
- vomito;
- dolore durante la masticazione;
- malessere generale;
- astenia (mancanza di forze);
- mal di testa;
- fratture di LeFort;
- ipertensione arteriosa;
- ansia;
- dipsnea (diffoltà respiratoria);
- tachipnea o bradipnea (aumento o diminuzione della frequenza respiratoria);
- tachicardia o bradicardia (aumento o diminuzione della frequenza cardiaca);
- difficoltà motorie (ad esempio difficoltà a camminare);
- difficoltà sensitive (ad esempio visione offuscata);
- incapacità di seguire i movimenti con gli occhi;
- epistassi (sanguinamento dal naso);
- sonnolenza
- svenimento;
- arresto cardiorespiratorio;
- nei casi più gravi (ad esempio traumi severi alla testa con emorragia cerebrale) si possono verificare coma o morte del paziente.
I segni e sintomi associati aiutano il medico nella diagnosi differenziale.
Diagnosi
La diagnosi della causa a monte che ha determinato l’otalgia si effettua grazie ad una visita otorinolaringoiatrica e/o neurologica e/o internistica, ed è basata inizialmente su anamnesi (raccolta dei sintomi e dati del paziente) e su esame obiettivo con otoscopia, necessarie per individuare eventuali cause dirette di interessamento dell’orecchio. Altri esami che possono essere svolti sono quelli ematici, l’esame audiometrico, l’esame impedenzometrico ed indagini radiografiche come TAC e risonanza magnetica. Altri esami come un elettroencefalogramma potrebbero essere necessari per la diagnosi differenziale, in base alla causa a monte che ha determinato l’otalgia.
Terapie
La terapia specifica di una otalgia varia enormemente in base alla causa che l’ha determinata: non esiste quindi un trattamento universalmente valido per curare tutte le otalgie. In caso di infezione batterica, un trattamento antibiotico dovrebbe curare l’infezione a monte e far diminuire l’otalgia a valle. Per trattare il dolore sono utili i FANS (antinfiammatori non steroidei) ed il paracetamolo (Tachipirina). In situazioni più gravi si dovranno attuare terapie diverse, anche chirurgiche, in base al tipo specifico di problema.
Rimedi
I rimedi “casalinghi” in grado di diminuire in alcuni casi l’otalgia sono l’applicazione di impacchi freddi sull’orecchio interessato dal dolore, oppure la deglutizione o la masticazione di una gomma da masticare; purtroppo però tali rimedi sono insufficienti a placare il dolore, che è solitamente molto intenso e persistente Generalmente il dolore tende ad aumentare nella posizione distesa quindi è preferibile restare in posizione eretta. I pazienti che soffrono di bruxismo, possono provare ad applicare un bite, a tal proposito: Bruxismo: sintomi, bite, prevenzione e cura
Quando andare dal medico?
Se il dolore irradiato all’orecchio è:
- lieve;
- temporaneo (cessa entro 1 – 2 giorni);
- non correlato a traumi gravi;
- non associato ad altri sintomi gravi (difficoltà senso-motorie, svenimento, dolore intenso alla testa…);
allora probabilmente non si tratta di una situazione grave, anche se è opportuno che intervenga il medico in caso il paziente sia molto anziano o in età pediatrica.
Se il dolore irradiato all’orecchio è:
- molto grave e insopportabile;
- duraturo (non cessa entro 2 giorni);
- correlato a traumi gravi;
- associato ad altri sintomi gravi (febbre alta, difficoltà senso-motorie, svenimento, dolore intenso alla testa…);
è necessario recarsi al Pronto Soccorso o chiamare il Numero Unico per le Emergenze 112.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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