Spondilosi cervicale: cause, sintomi, cure, esercizi, invalidità

 

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Con “spondilosi” (anche chiamata “stenosi del canale spinale” o “osteoartrosi della colonna vertebrale”, in inglese “spondylosis”) in medicina si indica un disturbo cronico caratterizzato da spostamento delle vertebre determinato principalmente dalla progressiva usura delle articolazioni che uniscono le vertebre, con restringimento del canale spinale e/o dei forami da cui escono le radici nervose e conseguente danno al midollo e/o ai nervi spinali.
In base alla zona interessata, la spondilosi può essere di vari tipi:

  • spondilosi cervicale: il restringimento interessa le vertebre cervicali, cioè le 7 vertebre che sono poste all’altezza del collo (vedi immagine in alto);
  • spondilosi lombare: il restringimento interessa le vertebre lombari, cioè le 5 vertebre che sono poste all’altezza della zona lombare (vedi immagine in alto). In alcuni casi la spondilosi interessa le ultime vertebre lombari e le prime sacrali ed in questo caso si parla di “spondilosi lombo-sacrale“.

Le varie tipologie di spondilosi possono a volte essere contemporaneamente presenti. La spondilosi cervicale e quella lombare non devono essere confuse con la spondilite anchilosante, una forma di artrite ad eziologia autoimmune e genetica, inserita nel gruppo delle spondiloartriti sieronegative.

In questo articolo ci occuperemo della spondilosi cervicale; se invece siete interessati alla spondilosi lombare o alla spondilite anchilosante, vi invitiamo a leggere:

Spondilosi cervicale

La spondilosi cervicale, specie quando il canale vertebrale è congenitamente ristretto (< 10 mm), causa una “stenosi spinale” (o stenosi vertebrale) a livello del collo, cioè un tipo di mielopatia causata da restringimento patologico del canale spinale cervicale che provoca una compressione più o meno grave del midollo spinale e/o delle radici dei suoi nervi a livello cervicale. Il restringimento è causato in particolare dalla creazione di neoformazioni ossee (chiamate osteofiti) nei forami intervertebrali, più frequentemente tra C5 e C6 (cioè tra la quinta e la sesta vertebra cervicale) o tra C6 e C7 (cioè tra la sesta e la settima vertebra cervicale) , che possono provocare una grave e dolorosa radicolopatia da compressione delle radici nervose spinali (spondilosi osteofitaria). Il trattamento prevede l’assunzione farmaci antinfiammatori (FANS o steroidei) per dare sollievo dal dolore, uniti a riposo oppure a specifici esercizi e, in alcuni casi, all’uso di un collare ortopedico morbido: se tale approccio risultasse poco efficace o in caso di elevata gravità dei sintomi, si può eseguire una decompressione chirurgica o una laminectomia cervicale.

Altre cause di compressione spinale

Oltre alla spondilosi, altre possibili cause di mielopatia da stenosi spinale compressiva, sono i tumori spinali, l’artrite reumatoide, l’ernia del disco e le malformazioni congenite della colonna vertebrale.

Epidemiologia

La spondilosi cervicale è rara prima dei 40 anni e tende a colpire dopo i 50 anni e soprattutto gli anziani. È la causa più comune di mielopatia in coloro che hanno più di 55 anni.

Cause

La colonna cervicale è composta da sette vertebre che si muovono in verticale: la spondilosi cervicale consiste in una condizione degenerativa della colonna vertebrale in cui le vertebre scivolano una sull’altra a causa della ruvidità delle faccette articolari. L’osteoartrite è la causa più comune di spondilosi cervicale e, dal momento che con l’invecchiamento l’osteoartrite diventa più comune, la spondilosi cervicale è diffusa soprattutto tra le persone anziane. L’osteoartrite cervicale causa la degenerazione delle vertebre del collo: quando l’osso nella vertebra cerca di ripararsi da solo, può crescere in modo eccessivo provocando una crescita ossea anomala che restringe il canale spinale nel collo, cioè quel sottile canale attraverso cui passa il midollo spinale. Anche i dischi tra le vertebre subiscono una degenerazione, riducendo i cuscinetti che normalmente proteggono il midollo spinale. Questi cambiamenti possono causare una compressione del midollo spinale, con conseguente disfunzione. Il tessuto, essendo già danneggiato, è più predisposto alle lesioni. Ad esempio, un trauma minore del collo dovuto a una caduta o a un colpo di frusta può danneggiare gravemente il midollo spinale. Spesso vengono compresse anche le radici dei nervi spinali (la parte dei nervi spinali situata vicino al midollo).

Fattori di rischio

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, la spondilosi cervicale è conseguenza dell’invecchiamento, tuttavia non tutti i soggetti anziani soffrono di questa patologia. La spondilosi cervicale è infatti favorita da vari fattori che sono modificabili, tra cui:

  • vita sedentaria: scarsa attività fisica e scarso stretching possono favorire la spondilosi;
  • sovrappeso e obesità: una dieta ipercalorica e ricca di alimenti grassi, fritti, e “spazzatura”, tende ad aumentare fortemente il rischio di spondilosi;
  • vizi posturali: chi trascorre molto tempo seduto alla scrivania o al computer o alla guida di autoveicoli, ad esempio, tende ad assumere una postura incurvata che, cronicamente, favorisce la deformazione delle vertebre cervicali e quindi la spondilosi;
  • attività fisica errata: svolgere una attività fisica in modo errato, ad esempio sbagliando i movimenti di un esercizio eseguito con i pesi, aumenta il rischio di spondilosi;
  • traumi specifici: ad esempio il “colpo di frusta” tipico degli incidenti stradali o traumi sportivi.

Un fattore di rischio per la spondilosi, non modificabile, è anche la famigliarità: chi ha famigliari con spondilosi, ha un rischio più elevato di svilupparla a propria volta. Alcune persone nascono infatti con un restringimento del canale spinale congenito: per questi soggetti la compressione dovuta alla spondilosi è statisticamente più frequente e può essere più grave rispetto a persone che nascono senza restringimento del canale spinale.

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Sintomi e segni

I sintomi della spondilosi cervicale possono essere causati da:

  • compressione del midollo spinale;
  • compressione delle radici nervose spinali;
  • compressione del midollo spinale E delle radici nervose spinali.

Sintomi e segni da compressione del midollo spinale

Raramente un paziente con spondilosi è asintomatico (cioè non ha alcun sintomo). Se il midollo spinale viene compresso, il primo segno è solitamente una mancanza di forza a livello del collo e degli arti superiori, con dolore e diminuzione della sensibilità. Il collo può essere doloroso e diventare meno flessibile. I riflessi solitamente diventano esagerati, a volte provocando la contrazione involontaria dei muscoli (i cosiddetti spasmi). I sintomi possono aggravarsi tossendo, starnutendo o con altri movimenti del collo. I sintomi possono non essere limitati solo agli altri superiori, ma interessare anche le gambe. Se un trauma minore del collo danneggia gravemente il midollo spinale, si può verificare una paralisi improvvisa di tutti e quattro gli arti.

Sintomi e segni da compressione delle radici nervose

Se sono compresse le radici nervose spinali, il collo è solitamente doloroso e il dolore si irradia spesso a testa, spalle o braccia. I muscoli in uno o entrambe le braccia si indeboliscono e si riducono, indebolendo le braccia. Possono comparire acufeni e vertigini.

In sintesi, i sintomi più diffusi di spondilosi cervicali, sono:

  • acufeni;
  • astenia (mancanza di forze);
  • dolore al dorso, alla nuca, alla testa, alle scapole, a braccia, a spalla, a collo, a mani, a dita e/o a polsi;
  • malessere generale;
  • difficoltà ad eseguire movimenti di collo, dorso, braccia e mani;
  • mal di testa;
  • nausea e vomito;
  • parestesie;
  • reumatismi;
  • formicolio alla testa;
  • formicolio alle gambe, alle braccia e/o alla testa;
  • ipercifosi;
  • iperreflessia;
  • ipoestesia;
  • paralisi muscolare;
  • atrofia muscolare;
  • compromissione della funzionalità di vescica e/o intestino;
  • capogiri;
  • rigidità e dolore alle articolazioni;
  • rigidità dei muscoli di collo e dorso;
  • rumori articolari;
  • paresi spastica a livello delle mani e dei piedi;
  • segno di Lhermitte;
  • vertigini.

Non tutti i sintomi sono contemporaneamente presenti: i sintomi specifici dipendono molto dalla sede di compressione di midollo e/o radici nervose spinali.

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Diagnosi e diagnosi differenziale

Il medico sospetta una spondilosi cervicale all’anamnesi, sulla base dei sintomi riferiti dal paziente, in particolare se il paziente è anziano ed ha osteoartrite, e dei segni rilevati all’esame obiettivo. La diagnosi viene confermata mediante risonanza magnetica (l’esame di prima scelta) e/o TAC. In generale esami che potrebbero essere utili a diagnosticare una spondilosi ed a differenziarla da altre patologie che presentano sintomi simili, sono:

IMPORTANTE: non tutti gli esami elencati sono sempre necessari: in genere una risonanza magnetica è sufficiente a raggiungere una diagnosi di certezza.

Consigli

In caso di spondilosi cervicale, per diminuire i sintomi, è consigliabile:

  • evitare la vita sedentaria;
  • eseguire esercizio fisico periodico e stretching sotto controllo medico e fisioterapico;
  • mettersi a riposo se il medico lo ritiene opportuno;
  • perdere peso se sovrappeso o obesi;
  • avere una postura corretta, specie quando si è seduti a lungo per lavoro;
  • svolgere attività fisica sotto il controllo di un personal trainer titolato, per evitare di sbagliare i movimenti degli esercizi;
  • evitare traumi alla colonna vertebrale;
  • alimentarsi in modo corretto;
  • smettere di fumare.

Esercizi

Alcuni esercizi possono ridurre il dolore cervicale. Gli esercizi di seguito elencati devono essere eseguiti:

  • lentamente (NON IN MODO BRUSCO);
  • in modo controllato;
  • in ambienti dove non si rischiano cadute o scivolamenti;
  • solo dopo parere positivo del medico;
  • regolarmente, se possibile tutti i giorni;
  • preferibilmente lontano dai pasti;
  • inizialmente sotto la supervisione del medico.

Potete eseguire questi semplici esercizi dove volete, ad esempio in palestra ma anche in ufficio o seduti in auto quando siete fermi al semaforo o quando siete sotto la doccia.

  • esercizio 1: in piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo, sostando per qualche secondo tra una flessione e l’altra nella posizione di partenza;
  • esercizio 2: in piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo; con la mano del lato verso il quale è piegato il collo afferrate il polso del braccio opposto e tiratelo lievemente verso il basso in modo da mettere in tensione i muscoli del trapezio e della spalla controlaterali; mantenere la posizione per 20 secondi e cambiate lato;
  • esercizio 3: in piedi flettete lentamente di lato il collo; con la mano del lato verso il quale è piegato il capo spingete leggermente verso il basso la testa in modo da praticare una leggera tensione; piegate l’altro braccio a 90º portando la mano dietro la schiena; mantenete la posizione per 20 secondi e cambiate lato;
  • esercizio 4: in piedi o seduti con la schiena eretta flettete lentamente il collo a destra, indietro, a sinistra ed in avanti in modo da compiere una completa circonduzione del capo; tenete spalle e collo rilassati durante tutto l’arco del movimento e ripetete in senso inverso.

Inoltre appositi esercizi di stretching, da eseguire sotto controllo medico, possono migliorare la situazione; a tal proposito leggi:

Terapia

Senza trattamento, i sintomi della disfunzione del canale spinale dovuti a spondilosi cervicale a volte diminuiscono o restano uguali, ma possono aggravarsi. Subito dopo la diagnosi della malattia, i medici in primo luogo possono prescrivere al paziente una terapia fisica per il sollievo dal dolore causato dalla condizione patologica, si tratta di determinati esercizi fisici da eseguire assolutamente in maniera conforme a quanto prescritto. Gli esercizi fisici sono il primo rimedio da adottare per il trattamento dei dolori al collo ed alla schiena, essi potrebbero rivelarsi il trattamento più efficace e utile per questi casi. Se solo le radici nervose sono compresse ed i sintomi sono limitati, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene, possono dare sollievo, specie se associati all’uso di un collare morbido. In caso contrario può essere necessario un intervento chirurgico.

Terapia chirurgica

Se viene compresso il midollo spinale, è solitamente necessario un intervento chirurgico. Può essere effettuata un’incisione nella parte anteriore (fusione cervicale anteriore) o posteriore (laminectomia posteriore) del collo. Viene rimossa una parte della vertebra colpita per fare più spazio al midollo spinale. Gli speroni ossei, se presenti, vengono asportati e la colonna vertebrale può essere stabilizzata fondendo le vertebre fra loro. Solitamente l’intervento chirurgico non inverte il danno nervoso esistente, ma ne previene uno supplementare. Prima viene effettuato l’intervento, migliore sarà il risultato. Dal momento che la colonna vertebrale può essere instabile dopo la chirurgia, le persone possono dover indossare un collare rigido per sostenere la testa durante la guarigione. Se si manifesta spasmo muscolare, il baclofene, un miorilassante, aiuta a calmarlo.

Invalidità

Qualora la patologia raggiunga una certa gravità, si potrebbe avere diritto a vedersi riconosciuto un certo grado di invalidità. Per essere dichiarati ufficialmente invalidi civili occorre dimostrate che la patologia dalla quale siamo affetti sia tale da compromettere la nostra normale capacità lavorativa. Per far questo è necessario sottoporsi all’esame di una commissione medica la quale valuterà il nostro stato e ci assegnerà un punteggio che poi verrà convertito in una percentuale di invalidità. Per poter avere diritto all’assegno questa percentuale deve essere superiore o almeno uguale al 74% e ci si deve trovare in un effettivo stato di bisogno economico. Con il solo requisito della percentuale di invalidità, infatti, si può richiedere esclusivamente l’indennità di accompagnamento. Per quanto riguarda l’acquisto di tutti i tipi di medicinali acquistati si ha diritto ad una detrazione del 19%, però solo per spese superiori ai 130 euro circa l’anno: sotto questa soglia la spesa è totalmente a carico del paziente. Quanto detto è valido anche per le spese sostenute per terapie riabilitative, come la fisioterapia o la ginnastica posturale. Ed anche per l’acquisto di dispositivi medico – sanitari utili come, ad esempio, un materasso ortopedico. Dal punto di vista lavorativo, chi soffre di dolori cervicali potrebbe infine aver diritto di ottenere giorni di malattia retribuiti: occorre seguire la normale procedura e farsi rilasciare un certificato dal proprio medico di base che provvederà anche a trasmettere il tutto all’INPS. Questo per i controlli da effettuare tramite le visite fiscali. Ovviamente, i giorni di malattia sono decisi dal medico ma non possono mai superare il tetto massimo stabilito nel proprio contratto collettivo nazionale. 

ATTENZIONE: queste informazioni potrebbero non essere aggiornate. Chiedete al vostro medico informazioni relative all’invalidità in caso di patologia cervicale.

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