Classificazione generale delle paresi e delle plegie

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Classificazione delle paralisi in base alla distribuzione topografica

La classificazione delle paralisi in base alla distribuzione topografica, fa riferimento alle parti del corpo colpite ed agli effetti che la lesione provoca. Due termini sono al centro di questo metodo di classificazione:

  • paresi: indica un indebolimento o una paralisi parziale (possibilità di movimento, pur se limitata);
  • plegia: indica una condizione di paralisi completa (impossibilità di movimento).

Le classificazioni topografiche comunemente utilizzate nella pratica medica odierna si basano sull’utilizzo della combinazione dei due termini prima citati, in associazione a vari prefissi.

I termini “monoplegia” e “monoparesi” indicano che la condizione (rispettivamente di paralisi completa e di paralisi parziale) interessa solo un arto.

I termini “diplegia” e “diparesi” di solito indicano che la condizione (rispettivamente di paralisi completa e di paralisi parziale) interessa due parti simmetriche del corpo, per esempio entrambi gli arti inferiori.

I termini “emiplegia” ed “emiparesi” indicano che ad essere affetti dalla condizione (rispettivamente di paralisi completa e di paralisi parziale) sono il braccio e la gamba di una parte del corpo, ad esempio il braccio destro e la gamba destra.

I termini “paraplegia” e “paraparesi” indicano che ad essere affetta dalla condizione (rispettivamente di paralisi completa e di paralisi parziale) è la parte inferiore del corpo, comprese entrambe le gambe.

I termini “triplegia” o “triparesi” indicano che sono affette dalla condizione (rispettivamente di paralisi completa e di paralisi parziale) solo tre zone del corpo. Potrebbe quindi trattarsi di entrambe le braccia e di una gamba o di entrambe le gambe e di un braccio o di un arto inferiore, di uno superiore e della faccia.

Le espressioni “doppia emiplegia” ed “emiparesi doppia” indicano che tutti e quattro gli arti sono coinvolti (rispettivamente da paralisi completa o da paralisi parziale), ma che un lato del corpo è maggiormente colpito rispetto agli altri.

I termini “tetraplegia” e “quadriplegia” indicano che tutti e quattro gli arti sono colpiti da paralisi completa.

I termini “tetraparesi” o “quadriparesi” indicano che tutti e quattro gli arti sono colpiti da paralisi parziale.

I termini “pentaplegia” e “pentaparesi” significano che, oltre al coinvolgimento di tutti e quattro gli arti (con paralisi rispettivamente completa e parziale), il soggetto è colpito da paralisi dei muscoli respiratori. Nella pentaplegia il paziente non sopravvive se non grazie ad un respiratore meccanico.

Classificazione delle paralisi in base al tono muscolare

Molti termini relativi alla funzione motoria descrivono gli effetti della paralisi sul tono muscolare e sul modo in cui i muscoli interagiscono. Il tono muscolare, che in condizioni normali, ad esempio, si determina quando si piega un braccio, è caratterizzato dalla contrazione del bicipite e dal rilassamento del tricipite. Quando il tono muscolare è compromesso i muscoli lavorano in maniera non coordinata o in opposizione tra loro. Due termini utilizzati per descrivere il tono muscolare sono:

  • ipertonia/ipertonico: tono muscolare aumentato, spesso risultante in arti molto rigidi. L’ipertonia è associata con la paralisi cerebrale spastica;
  • ipotonia/ipotonico: tono muscolare diminuito, spesso risultante in arti flaccidi. L’ipotonia è associata con la paralisi cerebrale non spastica.

Classificazione delle paralisi in base alla funzione motoria

Le due forme principali sono quella spastica e quella non spastica. Ognuna ha molteplici variazioni ed è possibile avere casi caratterizzati dalla compresenza di entrambe le forme.

  • la forma spastica è caratterizzata da un aumento di tono muscolare;
  • la forma non spastica (“forma flaccida“) è caratterizzata da tono muscolare diminuito o fluttuante.

La classificazione in base alla funzione motoria fornisce una descrizione sia della maniera in cui il bambino è affetto dalla condizione sia dell’area nella quale la lesione è localizzata. L’uso di tale tipo di classificazione fornisce a genitori e medici una descrizione al contempo ampia e specifica dei sintomi del bambino. Ciò aiuta lo specialista nella scelta del trattamento avente le maggiori probabilità di successo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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