Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ANEURISMA CEREBRALE ROTTO NON CAUSE SINTOMI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgPer definizione un “aneurisma” è una dilatazione anomala e permanente della parete di un segmento di un’arteria, almeno pari al 50% (altrimenti si parla di ectasia), causata da un trauma o da una patologia che interessa il vaso sanguigno (ad esempio aterosclerosi).

Un aneurisma cerebrale (intracranial aneurysm o cerebral aneurysm in inglese) è una malformazione vascolare a carico delle arterie cerebrali che appaiono dilatate, di aspetto sacculare o fusiforme.

Nel caso abbiate legittimi sospetti che voi o un vostro caro siate stati colpiti da TIA o ictus o emorragia cerebrale, leggete immediatamente questo articolo per sapere cosa fare: Ictus, emorragia cerebrale cerebrale e TIA: cosa fare e cosa assolutamente NON fare

Quanto sono diffusi gli aneurismi cerebrali?
Si calcola che circa 1% della popolazione sia portatrice inconsapevole di almeno un aneurisma cerebrale; approssimativamente 02-0.3 % dei portatori di aneurisma va incontro a sanguinamento nella sua vita. L’incidenza annuale della emorragia subaracnoidea è di 10-15 casi ogni 100.000 abitanti. Il 15-20% dei pazienti muore prima di raggiungere l’Ospedale, e più del 50% muore entro i primi 30 giorni. L’ictus può insorgere a qualsiasi età anche se le statistiche identificano il gruppo 40-60 anni come quello a maggior rischio. Il sesso femminile ha un rischio superiore rispetto al maschile (3:2).

Dimensione e sede degli aneurismi cerebrali
Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a lesioni definite “giganti”, di diametri maggiori di 2.5 cm. L’aneurisma cerebrale può interessare qualunque arteria cerebrale anche se con frequenza, e a volte sintomatologia, diversa.
Circa l’85% degli aneurismi intracranici sono situati attorno all’arteria comunicante anteriore (30- 35%), l’arteria comunicante posteriore (30-35%), la biforcazione dell’arteria cerebrale media (20%), dell’arteria basilare (5%), la carotide interna (ICA) capolinea o parete posteriore, l’arteria cerebellare superiore (SCA), o l’arteria posteriore cerebellare inferiore (PICA).

Per approfondire:

Gli aneurismi cerebrali oltre che per le dimensioni e la sede possono essere divisi in due grosse famiglie:

  • Aneurismi cerebrali rotti: quelli che determinano il quadro dell’emorragia subaracnoidea
  • Aneurismi cerebrali non rotti: lesioni spesso riscontrate occasionalmente in corso di altri accertamenti

Come prima accennato circa l’1% della popolazione è portatrice di aneurismi cerebrali, ma solo una minima quantità di questi darà segno di sé. L’aneurisma cerebrale è di frequente localizzato nella biforcazione dei vasi cerebrali, segno che la causa è spesso embriologica. Una volta formatosi la sua storia naturale è variabile.

Fattori di rischio
Diversi fattori modificabili e non modificabili possono contribuire all’indebolimento delle pareti arteriose ed aumentare così il rischio di aneurisma cerebrale e sua rottura. Tra di essi ricordiamo:

  • sesso femminile;
  • età avanzata;
  • abuso di alcool;
  • fumo;
  • obesità;
  • pressione alta (ipertensione);
  • indurimento delle arterie (aterosclerosi);
  • precedenti famigliari di aneurisma, soprattutto nei parenti di primo grado;
  • abuso di droghe, in particolare di cocaina;
  • lesioni e traumi alla testa;
  • determinate infezioni del sangue;
  • diminuzione dei livelli di estrogeno dopo la menopausa.

Anche alcune malattie congenite sono in grado di aumentare il rischio di aneurisma. Tra di esse ricordiamo:

  • disturbi ereditari del tessuto connettivo ad esempio la sindrome di Ehlers-Danlos, che indebolisce i vasi sanguigni;
  • rene policistico: si tratta di un disturbo ereditario che provoca la formazione di cisti nei reni e di solito fa aumentare la pressione sanguigna;
  • coartazione aortica: l’aorta, l’arteria che trasporta il sangue ricco di ossigeno dal cuore al resto dell’organismo, si restringe in modo anomalo;
  • malformazione artero-venosa cerebrale (AVM cerebrale): un collegamento anomalo tra le arterie e le vene cerebrali interrompe la normale circolazione.

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Nella maggior parte dei casi l’aneurisma cerebrale rimane silente tutta la vita. Raramente aumenta progressivamente di dimensioni fino a dare sintomi da “effetto massa” (cefalea, compressione di nervi cranici con disturbi della motilità oculare, crisi epilettiche etc).
Una minima percentuale va incontro a rottura. Le dimensioni della sacca sono direttamente correlate al rischio di rottura. Un aneurisma cerebrale minore di 6-7 mm ha un rischio di sanguinamento/anno basso; se è invece superiore a 7 mm è generalmente da trattare.
Esiste quindi un territorio di “penombra” intorno ai 5-7 mm, nel quale risulta necessaria una attenta valutazione da parte del team neuro vascolare, che deve valutare il rischio in base a età del paziente, forma dell’aneurisma cerebrale, presenza di aneurismi cerebrali multipli e tolleranza del paziente all’idea di avere un aneurisma non rotto, aspetto da non sottovalutare.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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