L’emorragia cerebrale (in inglese conosciuta come intracranial hemorrhage, intracranial bleed o ICH), corrisponde ad una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue da un vaso arterioso o venoso, spesso sclerotico, dell’encefalo. Solitamente risulta associata a ipertensione ed aneurisma. L’emorragia cerebrale è caratterizzata dalla comparsa acuta di deficit neurologici dovuti alla rottura di un vaso arterioso cerebrale e al conseguente stravaso di sangue all’interno del cervello stesso.
Nel caso abbiate legittimi sospetti che voi o un vostro caro siate stati colpiti da TIA o ictus o emorragia cerebrale, leggete immediatamente questo articolo per sapere cosa fare: Ictus, emorragia cerebrale cerebrale e TIA: cosa fare e cosa assolutamente NON fare
Fattori di rischio e cause di emorragia cerebrale
La causa principale di emorragia cerebrale è l’ipertensione arteriosa, responsabile in modo diretto o indiretto di quasi il 70% dei casi. Elevati valori pressori cronici sono responsabili di importanti modificazioni strutturali a carico delle pareti delle arteriole cerebrali che possono predisporle alla rottura. Un’altra causa all’origine delle emorragie cerebrali è attribuita alla deposizione di sostanza amiloide all’interno delle pareti vasali (angiopatia amiloide). Altre cause e fattori di rischio di sanguinamento cerebrale sono:
- traumi cerebrali (ad esempio da incidenti stradali o sportivi);
- malformazioni vascolari (come gli aneurismi e le malformazioni artero-venose);
- coagulopatie;
- neoplasie;
- alcuni farmaci (come gli anticoagulanti);
- patologie delle pareti dei vasi sanguigni;
- dieta sbilanciata ricca di grassi e sale;
- ipercolesterolemia;
- sovrappeso e obesità;
- fumo di sigaretta;
- precedenti eventi ischemici;
- uso cronico di sostanze stupefacenti;
- stress psicofisici prolungati;
- famigliarità.
Per approfondire leggi anche:
- Emorragia subaracnoidea: cause, sintomi, diagnosi e cura
- Malformazioni artero-venose cerebrali: sintomi e cura
- Aneurisma cerebrale rotto e non rotto: cause, sintomi, diagnosi e cura
- Perché la pressione arteriosa alta (ipertensione) è pericolosa?
- Trauma cranico: ematoma, commotivo, sintomi tardivi, cosa fare
Sintomi di emorragia cerebrale
I sintomi di norma compaiono all’improvviso e possono evolvere anche molto rapidamente. I “sintomi premonitori” possono non essere presenti o, in caso contrario, essere aspecifici, come mal di testa, stato di malessere generale e stanchezza: il paziente tende quindi a sottostimarli. Durante l’emorragia il paziente può presentare uno dei seguenti segni e sintomi:
- cefalea intensa ed improvvisa (descritta spesso come un colpo di pugnale alla testa);
- vomito;
- nausea;
- astenia (stanchezza);
- facile affaticabilita;
- letargia;
- sudorazione elevata;
- compromissione del controllo degli sfinteri;
- emiparesi o emiplegia;
- disturbi del linguaggio (disartria o afasia);
- disturbi della sensibilità (ad esempio visione offuscata);
- disturbi della coordinazione;
- compromissione parziale dello stato di coscienza;
- sincope (perdita della coscienza associata all’incapacità di mantenere la posizione eretta: il paziente tende a cadere).
Il decorso poi può essere complicato da:
- tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
- tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
- irregolarità respiratorie;
- crisi comiziali (epilessia);
- instabilità o aumento della pressione arteriosa;
- anomalie della temperatura corporea che peggiorano la prognosi del paziente.
Ai danni diretti provocati dalla mancata perfusione ematica, si associano i danni provocati da dalla comparsa di ematoma ed edema cerebrale che, per compressione in una regione inestensibile com’è il cranio, determinano un peggioramento del quadro neurologico fino al coma. Per approfondire leggi: Pressione intracranica e pressione di perfusione cerebrale
Leggi anche:
- Emorragia cerebrale da caduta e trauma cranico: sintomi, diagnosi e cure
- Emorragia cerebrale: non operabile, coma, morte, si può guarire?
- Emorragia cerebrale: operazione e tempi di riassorbimento
- Morte cerebrale: diagnosi, sintomi, risveglio, durata, si può guarire?
- Commozione cerebrale: cos’è, cosa fare, conseguenze, tempi di recupero
- Differenza tra commozione cerebrale, trauma cranico e contusione cerebrale
Prevenzione dell’emorragia cerebrale
Ad oggi purtroppo non sono note procedure dirette in grado di evitare lo sviluppo dell’emorragia cerebrale, tuttavia, essendo tale patologia favorita da un numero elevato di fattori di rischio, si può prevenire efficacemente intervenendo su tutti quei fattori di rischio modificabili che ne aumentano il rischio, ad esempio:
- mantenere la pressione arteriosa entro limiti accettabili;
- curare l’eventuale ipertensione arteriosa con farmaci antipertensivi;
- evitare una dieta sbilanciata ricca di grassi, seguire invece una dieta normocalorica ricca di frutta e verdura;
- idratarsi bevendo adeguate quantità di acqua;
- se si è sovrappeso o obesi, mettere in pratica comportamenti per perdere peso, ad esempio seguire una dieta ipocalorica e fare attività fisica;
- prevenire l’ipercolesterolemia con una alimentazione adeguata e curarla con farmaci adeguati;
- evitare stress psicofisici prolungati;
- evitare fumo di sigaretta, alcolici e sostanze stupefacenti;
- prevenire traumi cerebrali stradali e sportivi grazie a specifiche precauzioni;
- diagnosticare precocemente malformazioni vascolari a rischio (aneurismi e malformazioni artero-venose);
- curare in modo adeguato eventuali coagulopatie o patologie delle pareti dei vasi sanguigni;
- fare attenzione al dosaggio dei farmaci anticoagulanti.
Tutti questi comportamenti sono ancor più raccomandati in quegli individui che hanno famigliarità con la patologia, ad esempio genitori e fratelli che hanno avuto ictus cerebrale o altri eventi ischemici come l’infarto del miocardio, oppure nei pazienti che hanno avuto precedenti episodi ischemico-emorragici.
Leggi anche: Morto Fabrizio Frizzi: ecco le cause del decesso
Diagnosi di emorragia cerebrale
Per la diagnosi di emorragia cerebrale, oltre ad anamnesi ed esame obiettivo, il medico usa generalmente i seguenti esami diagnostici per immagini:
- tomografia computerizzata (TC o TAC) cerebrale con o senza mezzo di contrasto, che permette di visualizzare il sanguinamento e permette la diagnosi differenziale nei confronti di un ictus ischemico;
- risonanza magnetica dell’encefalo, con gadolinio come mezzo di contrasto: viene utilizzata per escludere la presenza di malformazioni sottostanti, pregresse emorragie e microsanguinamenti (che possono suggerire la presenza di angiopatia amiloide);
- lo studio angiografico con angio-TC, angio-RM permette infine di evidenziare eventuali malformazioni vascolari;
- esami ematici eseguiti su sangue venoso ed arterioso.
Trattamenti dell’emorragia cerebrale
Il primo obiettivo del personale medico, di fronte ad un paziente con emorragia cerebrale, è salvaguardare le sue funzioni vitali: ad esempio ventilazione meccanica e nutrizione enterale o parenterale. In alcuni casi è necessario un tempestivo intervento chirurgico che ha l’obiettivo di impedire ulteriore sanguinamento e ridurre l’ematoma. Nei pazienti per i quali non è necessario l’intervento chirurgico è fondamentale un attento e continuo monitoraggio dello stato neurologico e dei parametri vitali: particolare attenzione deve essere rivolta al controllo dell’ipertensione arteriosa, dal momento che un picco pressorio potrebbe peggiorare nettamente la situazione. In caso di importante edema cerebrale può essere richiesta la somministrazione di diuretici osmotici. In caso di emorragia cerebrale in concomitanza con una terapia anticoagulante si fa solitamente uso di preparati in grado di ripristinare rapidamente la normale coagulazione del sangue (vitamina K, protamina, concentrati piastrinici).
Dopo una emorragia cerebrale
Gli esiti di una emorragia cerebrale sono estremamente vari in base a molti fattori, tra i quali:
- gravità dell’emorragia;
- tempi di intervento del personale sanitario;
- età del paziente (gli anziani recuperano con più difficoltà);
- stato di salute generale del paziente (la presenza di ipertensione, obesità, infezioni estese, diabete peggiorano la prognosi).
In base a questi ed altri fattori, il paziente colpito da emorragia cerebrale può tornare ad una vita del tutto normale o, più spesso, avere lesioni cerebrali che determinano danni permanenti relativamente al comparto motorio e/o sensitivo (ad esempio difficoltà a parlare e/o a muoversi) che solo in parte possono migliorare grazie ad adeguato intervento fisioterapico. Nei casi più gravi il paziente può entrare in uno stato di coma che generalmente dura circa uno/due mesi e successivamente evolve nel suo decesso, oppure in uno stato vegetativo o di minima coscienza che hanno durata estremamente variabile. A tal proposito, leggi:
- Coma: cause, risveglio, tipi, quanto dura, fasi, segni, irreversibile
- Differenza tra stato vegetativo, di minima coscienza, coma, sonno e stato soporoso
- Differenza tra emiplegia, emiparesi, diplegia, paraplegia, tetraplegia
- Stato di minima coscienza: evoluzione, risveglio, riabilitazione
- Stato vegetativo: risveglio, riabilitazione, durata e caratteristiche
Leggi anche:
- Coma da emorragia cerebrale: quanto può durare?
- Emorragia interna: definizione, cause, sintomi, diagnosi, gravità, terapia
- Emorragia interna: rischi, morte per dissanguamento, compressione, danni
- Emorragia interna: diagnosi, colore del sangue, sintomi e segni
- Differenza tra emorragia interna, esterna, capillare, arteriosa, venosa
- Differenza tra emorragia cerebrale, intra-assiale e extra-assiale
- Differenza tra emorragia cerebrale e subaracnoidea
- Differenza tra emorragia cerebrale ed aneurisma
- Differenza tra ictus ischemico ed emorragico
- Differenza tra emorragia cerebrale ed ictus
- Differenza tra ictus cerebrale ed attacco ischemico transitorio (TIA)
- Differenza tra sindrome locked-in e stato vegetativo
- Differenza tra stato vegetativo persistente e permanente
- Differenza tra stato vegetativo e stato di minima coscienza
- Emiplegia destra, sinistra, spastica, flaccida: significato e riabilitazione
- Emiparesi destra, sinistra, facciale e neonatale: cause, sintomi e cure
- Anosognosia e Sindrome neglect: significato, test e trattamento
- Sindrome neglect (negligenza spaziale unilaterale): cura e riabilitazione
- Non riconoscere i volti dei propri cari: la prosopagnosia, cause, test e cure
- Riflesso di Babinski positivo: sintomi, diagnosi, come evocarlo
- Segno di Babinski positivo nel neonato e nel bambino: che significa?
- Segno di Babinski positivo: quali patologie può indicare?
- Segno di Babinski bilaterale: cos’è e che patologia indica?
- Segno di Babinski nella sclerosi multipla e nella SLA
- Segno di Babinski ed alluce muto: cosa significa?
- Segno di Hoffman positivo in SLA e sclerosi multipla
- Giugulare interna ed esterna: dove si trova ed a che serve
- Differenza tra afasia di Broca e di Wernicke
- Differenza tra afasia, disartria ed aprassia
- Area di Broca: funzioni ed afasia di Broca
- Area di Wernicke: funzioni ed afasia di Wernicke
- Differenze tra carotide e giugulare
- Carotide comune, interna, esterna: dove si trova ed a che serve
- A che serve l’osso ioide e dove si trova? Cos’è il pomo d’Adamo?
- Perché l’ostruzione della carotide è così pericolosa?
- Qual è la differenza tra arteria e vena?
- Differenza tra emiparesi ed emiplegia
- Differenza tra emiplegia destra e sinistra
- Paraplegia: etimologia, significato, sintomi, cura e riabilitazione
- Paraplegia: erezione, disfunzione erettile ed eiaculazione
- Tetraplegia: significato, cause, cure e riabilitazione
- Differenza tra paraplegico e tetraplegico
- Diplegia: definizione, cause e sintomi
- Differenza emiparesi, diparesi, tetraparesi, monoparesi, triparesi
- Differenza tra paraplegia e diplegia
- Classificazione generale delle paresi e delle plegie
- Differenza tra paralisi e paresi
- Com’è fatto il cuore, a che serve e come funziona?
- Che cos’è un attacco ischemico transitorio (TIA)? Impara a riconoscerlo e potrai salvare una vita, anche la tua
- Stenosi carotidea, placche, ictus cerebrale ed attacco ischemico transitorio (TIA)
- Differenza tra midollo osseo e spinale
- Differenza tra sistema nervoso centrale e periferico: anatomia e funzioni in sintesi
- A cosa serve il midollo osseo?
- Differenza tra midollo osseo e cellule staminali
- Differenza tra midollo spinale e allungato
- Differenza tra epifisi, diafisi, metafisi ed ipofisi
- Come si muove il sangue all’interno del cuore?
- Poligono di Willis: anatomia e varianti anatomiche
- Com’è fatto il cervello, a che serve e come funziona la memoria?
- Differenza tra pressione massima (sistolica), minima (diastolica) e differenziale
- Pressione arteriosa: valori normali e patologici
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn e su Pinterest, grazie!