Con emorragia interna in medicina si indica un tipo di emorragia in cui il sangue, fuoriuscito da un vaso sanguigno o dal cuore, si riversa e si può accumulare all’interno del corpo. Una emorragia interna grave mette rapidamente a rischio la vita del paziente e per questo motivo diagnosi e terapia dovrebbero essere eseguite il prima possibile.
Diagnosi
La diagnosi di una emorragia si può servire di vari strumenti diagnostici: anamnesi, esame obiettivo, indagini di laboratorio (emocromo, ricerca di sangue occulto nelle feci, analisi delle urine…) e diagnostica per immagini (TAC, risonanza magnetica, ecografia…).
Verificandosi all’interno del corpo, una emorragia – specie di lieve entità – è particolarmente subdola perché non immediatamente individuabile alla vista e perché in genere non determina sintomi specifici e ciò ritarda la diagnosi. Se il paziente avverte il medico di avvertire una debolezza generale, difficilmente quest’ultimo penserà ad una emorragia interna come prima opzione diagnostica. Il ritardo della diagnosi è un elemento di rischio, poiché nel frattempo l’emorragia può peggiorare e diventare rapidamente molto grave. Spesso una emorragia interna nel colon è individuata per puro caso, perché dalle analisi del sangue emerge una inspiegabile anemia, che spinge il medico ad eseguire una ricerca di sangue occulto nelle feci. A tal proposito, leggi:
- Sangue occulto nelle feci: da cosa dipende e come si cura
- Anemia da carenza di ferro: cause, sintomi e cure
In caso di emorragia interna grave, i sintomi sono invece più marcati essendo quelli dello shock ipovolemico (ad esempio il paziente perde coscienza) ed il medico ha davvero poco tempo per diagnosticare l’esistenza di una emorragia, individuare il sito di quest’ultima ed inviare con estrema urgenza il paziente ad un chirurgo vascolare particolarmente esperto.
Il medico può fare delle ipotesi diagnostiche sul sito dell’emorragia già in base all’anamnesi: se ad esempio il soggetto è iperteso ed ha una storia di grave aneurisma o dissezione dell’aorta addominale, può supporre una emorragia dell’aorta.
Per identificare con certezza una emorragia interna ed individuare il sito esatto della perdita ematica, sono però necessari accertamenti specialistici, come una TAC o procedure invasive, come una laparatomia esplorativa. A tal proposito leggi anche:
- Laparoscopia addominale, ginecologica, anestesia, rischi, convalescenza
- Laparotomia addominale, ginecologica, anestesia, rischi, convalescenza
- Colonscopia: cos’è, quando si fa, preparazione e rischi
Qualsiasi tecnica deve essere eseguita con estrema urgenza, il prima possibile, in caso contrario difficilmente il paziente riuscirà a sopravvivere in caso di emorragia interna grave.
Colore del sangue
Il colore del sangue è un elemento di diagnosi: ad esempio in base alla colorazione del sangue nelle feci è possibile scoprire se il sanguinamento avviene nelle alte vie digestive (esofago e stomaco) o nelle basse vie digerenti (intestino tenue, colon e ano). Se il sangue viene perso nella parte alta del tratto digerente (ad esempio nello stomaco), ha il tempo di coagularsi e può essere ritrovato nelle feci che appaiono di colore marrone molto scuro, tendente al nero (melena). Se il sangue viene perso nel colon, sarà presente nelle feci con una colorazione più tendente al rosso, mentre se viene perso a livello dell’ano (ad esempio in caso di emorroidi) avrà una colorazione rosso vivo. Il colore del sangue è quindi un elemento diagnostico molto importante, che permette al medico esperto di individuare grossolanamente il sito emorragico a costo zero e con rapidità durante anamnesi/esame obiettivo. Va comunque ricordato che, se l’emorragia è lieve, il sangue nelle feci non appare macroscopicamente (“sangue occulto nelle feci“).
Sintomi e segni
In caso di emorragia interna, i sintomi e segni possono essere molto vari in base al tipo, al sito ed alla gravità della perdita ematica. Sintomi e segni a cui prestare particolare attenzione durante l’anamnesi e l’esame obiettivo, sono:
- dolore nel sito della lesione vascolare;
- pallore;
- ipotensione arteriosa (diminuzione della pressione sanguigna);
- tachicardia compensativa iniziale (aumento della frequenza cardiaca, che nelle fasi iniziali cerca di compensare la perdita di pressione);
- progressiva bradicardia (diminuzione della frequenza cardiaca);
- tachipnea iniziale (aumento della frequenza respiratoria);
- progressiva bradipnea (diminuzione della frequenza respiratoria);
- dispnea (fame d’aria);
- contrazione della diuresi;
- sonnolenza;
- perdita di coscienza (svenimento);
- perdita della concentrazione;
- debolezza;
- ansia;
- amnesia;
- sete intensa;
- vista annebbiata;
- ipotermia (diminuzione della temperatura corporea);
- senso di freddo;
- sudore freddo;
- brividi;
- malessere generale;
- senso di confusione;
- anemia;
- vertigini;
- anomalie del sistema nervoso (deficit motori e/o sensitivi);
- anuria;
- segni di shock emorragico ipovolemico;
- coma.
Continua la lettura con:
- Emorragia interna: definizione, cause, sintomi, diagnosi, gravità, terapia
- Emorragia interna: rischi, morte per dissanguamento, compressione, danni
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