Il termine “ematochezia” indica l’emissione di feci miste a sangue di colore rosso vivo. Il sangue in questo caso:
- è di lieve entità;
- è di colore rosso vivo;
- viene emesso insieme alle feci;
- “vernicia” il cilindro fecale (o è presente in striature);
- è espressione di un sanguinamento da una lesione vicina all’ano (ano stesso o retto).
Per approfondire, leggi anche: Ematochezia: cause, sintomi, diagnosi, cure, quando preoccuparsi?
Il termine “rettorragia” (anche chiamata “proctorragia“, i due termini sono sinonimi) indica l’emissione di sangue dall’ano. Il sangue in questo caso:
- è di entità più elevata rispetto all’ematochezia;
- ha un colore generalmente più scuro rispetto all’ematochezia, ma più chiaro rispetto alla melena;
- può essere emesso insieme alle feci o può essere emesso senza defecare;
- se emesso con le feci, non le “vernicia” solamente bensì tende a “farcirle”;
- è espressione di un sanguinamento da una lesione non necessariamente vicina all’ano, ad esempio può essere provocata da una emorragia del colon trasverso o discendente.
Per approfondire, leggi anche: Quando il sangue esce dall’ano: rettorragia e proctoragia
Con “sangue occulto nelle feci” si indica una condizione in cui il sangue è presente nel materiale fecale, ma in quantità talmente piccole che non è visibile ad occhio nudo ma solo tramite ricerca eseguita con indagini di laboratorio. Il sangue in questo caso:
- e di lievissima entità (minore rispetto all’ematochezia);
- è emesso insieme alle feci;
- è nelle feci, ma è invisibile ad occhio nudo;
- è espressione di un sanguinamento da una lesione non necessariamente vicina all’ano, ad esempio può essere provocata da una emorragia del colon trasverso o discendente.
Il sangue occulto nelle feci, unito all’anemia e ad una perdita di peso inspiegabile, spesso sono i primi segnali di un tumore del colon.
Per approfondire, leggi anche:
- Sangue occulto nelle feci: da cosa dipende e come si cura
- Sangue occulto nelle feci: come interpretare il risultato dell’esame
- Tumore del colon retto: sintomi iniziali, tardivi e ritardo nella diagnosi
Con “melena” si indica una condizione in cui il sangue è presente nel materiale fecale ma è “digerito”: la bilirubina ha avuto il tempo di trasformarsi e di venire degradata, quindi le feci appaiono nere (“picee”).
Il sangue in questo caso:
- e di entità variabile, ma è generalmente in quantità sufficiente a fornire la colorazione nera a tutte le feci;
- è emesso insieme alle feci;
- è di colore rosso scurissimo, marrone, tendente al nero.
La melena è generalmente espressione di una lesione molto lontana dall’ano, ad esempio una emorragia a livello dello stomaco, ma potrebbe anche essere espressione di una emorragia vicina all’ano (ad esempio nel colon discendente o nel sigma) in presenza di un transito intestinale estremamente lento per blocco intestinale (ileo meccanico o paralitico).
Per approfondire, leggi anche:
- Feci nere e melena: cause e cure in adulti e neonati
- Differenze tra ileo meccanico ed ileo paralitico: cause, sintomi e trattamenti
- Peristalsi intestinale ed antiperistalsi: caratteristiche e funzioni
Ora che abbiamo chiarito le varie definizioni, cerchiamo di capire quali potrebbero essere le loro cause, come si raggiunge una diagnosi e come si trattano.
Cause e fattori di rischio
Innumerevoli sono le cause ed i fattori di rischio che determinano e/o favoriscono il sanguinamento del tratto digerente. Tra queste ricordiamo:
- dolicocolon (eccessiva lunghezza del colon);
- stipsi;
- enterocele;
- blocco del transito intestinale a causa vari fattori come tumori intestinali o addominali, alterata funzione della muscolatura della parete intestinale, coproliti o gomitoli di parassiti intestinali;
- rettocele;
- colite;
- fecaloma;
- dieta povera di liquidi;
- disidratazione severa;
- ragadi;
- vita sedentaria con posizione seduta frequente;
- fistole;
- emorroidi;
- prolassi;
- coliti;
- ulcere a vari livelli del tratto digerente;
- infezioni a vari livelli del tratto digerente;
- traumi addominali;
- polipi intestinali;
- protrusioni della parete intestinale;
- corpi estranei nell’intestino;
- tumore a colon, retto, ano;
- lesioni da rapporto sessuale anale o da uso improprio di sex toys o da oggetti inseriti nell’ano.
Diagnosi
La diagnosi del sanguinamento e – soprattutto – della causa a monte che lo ha determinato, viene effettuata durante la visita proctologica con anoscopia, in cui anamnesi (raccolta dati, altre patologie, sintomi…) ed esame obiettivo con ispezione della zona anale possono essere sufficienti a raggiungere una diagnosi. L’esame fisico del paziente con palpazione dell’addome può permettere al medico di palpare una eventuale massa dura di origine fecale in fossa iliaca sinistra, probabile segno di fecaloma. L’esplorazione digitale rettale può aiutare il medico nella diagnosi. Esami radiografici (RX e TC) ed ecografici dell’addome, possono fornire al medico importanti informazioni diagnostiche. La rettosigmoidoscopia è particolarmente utile in tutti i dolore durante la defecazione, stipsi ostinata e blocchi intestinali. In alcuni casi si può ricorrere alla radiografia diretta dell’addome. L’esame delle feci con coprocoltura e ricerca di sangue occulto è in molti casi utile al medico per raggiungere la diagnosi, come anche la defecografia e la colonscopia tradizionale e virtuale.
Terapie
Non esiste una unica terapia che sia applicabile in qualsiasi caso di sanguinamento: il trattamento specifico di un sanguinamento dall’ano, che sia occulto o macroscopico, è fortemente condizionato dalla causa a monte che l’ha determinato ed include numerose tipologie di cure, tra cui l’applicazione di comportamenti adeguati (perdita di peso se obesi, diete specifiche, evitare la posizione seduta, vita attiva, smettere di fumare…), terapie mediche (lassativi, clisteri, farmaci antibiotici…) e terapie chirurgiche (rimozione di polipi tramite colonscopia, rimozione di cancro al colon…).
Quando andare dal medico?
Come abbiamo visto il sanguinamento può essere determinato da cause meno gravi o più gravi. Un singolo episodio di sanguinamento, non correlato ad altri sintomi o segni, non dovrebbe mettere in ansia il paziente e dovrebbe risolversi spontaneamente. Episodi ripetuti di sanguinamento dovrebbero essere invece indagati tempestivamente, perché potrebbero essere la spia di un problema anche grave.
Consigli
A prescindere dalla causa specifiche che ha determinato il sanguinamento, seguire alcuni consigli abbassa senza dubbio il rischio di soffrirne:
- evitare le abbuffate;
- alimentarsi in modo adeguato;
- assumere la giusta quantità di fibre (né troppe, né troppo poche);
- perdere peso se sovrappeso o obesi;
- bere adeguate quantità d’acqua (almeno 1,5 litri al giorno);
- svolgere periodicamente attività fisica;
- evitare la vita sedentaria;
- indossare biancheria intima di cotone;
- evitare biancheria sintetica non traspirante;
- mantenere la zona anale e perianale pulita, usando detergenti appropriati dopo ogni defecazione;
- evitare l’igiene eccessiva o maniacale che potrebbe causare irritazione;
- utilizzare carta igienica morbida, non colorata e non profumata;
- lavare la zona anale dopo l’attività sportiva per eliminare sudore e sporcizia recuperata da eventuali attrezzi sportivi;
- asciugare la zona genitale ed anale con il phon o con un panno morbido di cotone, evitando di lasciarla umida;
- evitare il grattamento dell’ano;
- lavare l’ano con acqua tiepida o lievemente calda o lievemente fredda: NON usare acqua gelata o bollente;
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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