Il dormire è assolutamente necessario per la salute del nostro organismo, basti pensare che – insieme al mangiare, al bere ed al respirare – è una attività rimasta immutata nei millenni fin dall’uomo primitivo fino ad oggi, dal momento che è essenziale per la vita: una privazione troppo prolungata del sonno, può determinare alterazioni profonde della coscienza e, nei casi più gravi, la morte dell’individuo, tanto che la privazione forzata del sonno è da centinaia di anni conosciuta come tecnica di tortura.
Disturbi da privazione del sonno
La privazione prolungata del sonno provoca inevitabilmente alterazioni psicotiche, ma non stiamo ovviamente parlando di una sola notte “saltata”, ma molto di più, visto che l’organismo umano ha una ottima capacità di sopportare gli eventi stressogeni. Ma quanto tempo si resiste prima di “impazzire” o morire? In rete girano molte stupidaggini a riguardo, come il caso del celebre cantante Michael Jackson che sarebbe rimasto senza sonno per 60 giorni, cosa scientificamente impossibile.
La letteratura scientifica risponde con vari esempi di individui che sono andati incontro a gravi disturbi della personalità dopo solo pochi giorni di veglia, anche se mediamente sembra possibile resistere anche fino a 8 o 10 giorni, a patto di essere individui adulti, sani ed in forze. Dopo tale limite scattano dei meccanismi automatici di compenso, come l’esigenza di recuperare qualche ora anche con brevi sonnellini durante il giorno: per gli esperti è infatti indispensabile la fase REM del sonno, che dura pochi minuti (circa 10/20′) ed è quella che funge da vera e propria “ricarica delle batterie del corpo”. Superato il limite degli 8 o 10 giorni, se non ci si ricarica con qualche “sonnellino”, aumenta il rischio di alterazione della coscienza e di morte cardiaca improvvisa.
Alcune ricerche a riguardo sostengono che i sintomi psicotici che si osservano talvolta durante la deprivazione di sonno sono il risultato dello stress prolungato e non sono invece direttamente correlati alla mancanza di qualche funzione fondamentale svolta dal sonno: a prova di ciò nel 1966 il diciassettenne Randy Gardner riuscì a rimanere sveglio per 264 ore, non mostrando alcun sintomo psicotico.
Cosa succede al corpo umano in una veglia forzata?
Dal punto di vista fisico, il non dormire per lunghi tempi colpisce non solo il sistema nervoso, ma l’intero organismo, potendo determinare:
- aumento della pressione sanguigna
- aumento del rischio di infarto del miocardio e di ictus cerebrale;
- alterazioni ormonali e innalzamento dei livelli di cortisolo (ormone dello stress);
- incapacità di metabolizzare il glucosio creando nella persona “voglia di carboidrati” che la spinge a mangiare troppo preferendo cibi calorici e poco salutari (rischio di obesità, diabete, cancro e malattie cardiocircolatorie);
- abbassamento delle difese immunitarie con maggior rischio di infezioni;
- abbassamento della temperatura corporea (ipotermia);
- possibile perdita di memoria.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine