La sindrome da salto di fusi orari (o “sindrome da jet lag“, in inglese “jet lag syndrome“) appartiene al grande gruppo dei disordini del ritmo circadiano sonno-veglia e fa seguito a rapidi Continua a leggere
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Orologio biologico e disordini del ritmo circadiano sonno-veglia
Il progresso delle conoscenze sulla cronobiologia ha consentito di accertare che variazioni dell’orario del sonno si associano ad Continua a leggere
Insonnia familiare fatale: diagnosi, trasmissione, cause, cure
L’insonnia familiare fatale (IFF) è una malattia genetica da prioni a trasmissione autosomica dominante e progressivamente degenerativa, appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi trasmissibili (EST), la quale determina degenerazione di alcune strutture del sistema nervoso centrale come i nuclei del talamo (parte del diencefalo) e la corteccia cerebrale. La IFF determina insonnia totale (impossibilità di dormire), che dopo alcuni mesi di sofferenza per il paziente, porta purtroppo inevitabilmente alla Continua a leggere
Jet lag: cos’è, quanto dura, sintomi, rimedi e melatonina
Noto anche come disritmìa circadiana, il “jet lag” è una condizione in cui il viaggio rapido attraverso vari fusi orari – tipico di lunghi viaggi in aereo – procura disturbi del sonno, affaticamento, sonnolenza diurna e/o calo di efficienza mentale. Il jet lag non si verifica viaggiando da nord a sud e viceversa all’interno dello stesso fuso orario, bensì Continua a leggere
Insonnia: perché la domenica sera è difficile addormentarsi?
Quasi tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo avuto problemi ad addormentarci la domenica sera. Perché ciò avviene? Le ragioni possono essere numerose, ma la causa principale sarebbe nel cambiamento delle nostre abitudini e dei nostri ritmi consueti durante i giorni del weekend
L’ansia del lunedì
Una delle ragioni che si collega con più frequenza a questo disturbo sta nello stress per l’imminente inizio di una nuova settimana fatta di lavoro, di mancanza di tempo e di situazioni insoddisfacenti e faticose da affrontare. Non c’è peggiore nemico del buon riposo della consapevolezza che la sveglia è puntata di buon mattino e ci tirerà giù dal letto di lì a poche ore. In questo caso non c’è molto da fare, se non prenderla con filosofia e cercare di migliorare il più possibile almeno gli aspetti delle nostre giornate che sono sotto il nostro controllo. Può essere utile pianificare per il lunedì un’attività piacevole e gratificante, come una lezione di fitness o un’ora verso sera da dedicare a un hobby.
Le abitudini vengono modificate
La causa più probabile della cosiddetta “sunday-somnia” è lo scombussolamento delle abitudini consolidate: se durante il fine settimana si riposa di più per recuperare le forze dal consueto logorio quotidiano e ci si sveglia più tardi, la domenica sera il nostro fisico avrà semplicemente meno bisogno di dormire ancora e ci terrà svegli più a lungo. Al contrario se siamo dati ai divertimenti e abbiamo fatto tardi la sera, i nostri ritmi sonno veglia si sono modificati, con conseguanti effetti negativi sui ritmi circadiani che regolano il nostro orologio interiore. Il risultato è simile a quello del jet lag, il disagio che si prova quando si cambia fuso orario. Se però ci siamo abbandonati agli stravizi, l’eccesso di alcol è probabilmente la causa del nostro disagio. In questo caso non ci resta che sopportare e… far tesoro dell’esperienza per la prossima volta.
Quali le possibili soluzioni?
La soluzione risolutiva è cercare di non alterare in modo troppo marcato gli orari a cui siamo abituati. Se sabato sera abbiamo festeggiato fino a notte fonda, meglio non concedersi un sonno ininterrotto fino alle due del pomeriggio: scegliamo piuttosto un compromesso ragionevole. Se sabato mattina abbiamo dormito fino a tardi, cerchiamo di anticipare le sveglia della domenica, riavvicinandola a quella consueta settimanale. Evitiamo di dormire nel pomeriggio della domenica: meglio optare per un po’ di moto all’aria aperta, magari nel verde, esponendoci il più possibile alla luce diurna, in modo da riequilibrare la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno veglia. Scegliamo cibi leggeri per la cena della domenica, evitando le bevande eccitanti come il caffè e gli alimenti dalla digestione laboriosa e facciamoci consigliare in erboristeria una buona tisana che favorisca il riposo.
Rimedi pratici per riposare meglio e non russare
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Differenza tra melanina, melatonina e melammina
Melatonina
La melatonina è un ormone (la formula chimica bruta è C13H16N2O2) che nel nostro corpo regola i ritmi biologici, soprattutto il ritmo sonno-veglia. Viene prodotta dall’epifisi, detta anche ghiandola pineale (ha le dimensioni di un cece e si trova al centro dell’encefalo), in base alle condizioni di luminosità i cui recettori sono presenti nell’occhio, insieme alle cellule deputate alla visione. In pratica:
- quando l’occhio è colpito da luce, solitamente di giorno, la produzione di melatonina diminuisce favorendo la veglia;
- quando l’occhio è immerso nel buio, solitamente di notte, la produzione di melatonina aumenta favorendo il sonno, per questo motivo la melatonina è anche definita “ormone del buio”.
La produzione di melatonina è massima durante il periodo invernale, quando le ore di luce sono ridotte, e durante la notte. I meccanismi con i quali controlla i ritmi biologici non sono ancora ben conosciuti. Si trova sotto forma di integratore alimentare o di farmaco per favorire il sonno.
Melanina
La melanina o le melanine (la principale per il corpo umano è l’eumelanina, la cui formula di struttura non è ancora ben chiara) sono pigmenti prodotti da cellule specializzate dell’epidermide: i melanociti che, stimolati dai raggi solari, formano granuli di melanina detti melanosomi. Quando questi granuli, prodotti in quantità, si raggruppano intorno ai cheratinociti (altre cellule specializzate dell’epidermide) provocano l’abbronzatura. Melanine sono presenti anche nell’iride degli occhi e nei peli. Un ruolo fondamentale viene svolto dai raggi solari (o da quelli artificiali delle lampade) che penetrano nella nostra pelle: gli Uvb si fermano soprattutto all’epidermide mentre gli Uva raggiungono anche lo strato più profondo, il derma. Secondo alcuni studi condotti alla Boston University da Barbara Gilchrest, l’esposizione alla luce provoca sempre danni al DNA delle cellule dell’epidermide. Normalmente questi danni attivano la produzione di enzimi riparatori che recidono e sostituiscono le parti di DNA danneggiato. Questi stessi enzimi stimolano i melanociti alla produzione di un ormone, l’Msh o Melanocyte stimulating hormonche, a sua volta, induce la produzione di melanina che “protegge” la pelle da possibili danni ben più gravi. Quali sono? Soprattutto il rischio di melanoma, il più grave tumore che può colpire la pelle. Paradossalmente, per proteggerci un po’ di più dal melanoma dobbiamo prima far subire dei danni alla stessa pelle. Il melanoma è un tumore in aumento nel mondo. In Italia provoca circa 7-8000 decessi all’anno. La sua aggressività sembra dovuta non tanto alle dimensioni visibili, ma alla sua profondità: se non supera 0,7 cm è considerato poco aggressivo e una volta asportato si possono fare visite di controllo ogni sei mesi. Se invece è più profondo di 0,7 cm, purtroppo si collega ai vasi linfatici del derma che possono trasportare in altri distretti le cellule “impazzite”. I melanociti possono trasformarsi in cellule tumorali sia per cause genetiche, sia per eccessive esposizioni alle radiazioni solari o artificiali. Quindi attenzione: esposizioni moderate e graduali, con le necessarie creme protettive. Per la prevenzione, bisogna far controllare regolarmente i nei dopo i trent’anni. I principali segnali d’allarme sono: i bordi frastagliati, la variazione di colore o di dimensione, la forma asimmetrica, il sanguinamento, la “scomparsa”.
Melammina
La melammina, o melamina, è un composto chimico cristallino (tecnicamente, un monomero) e, unita alla formaldeide, è la più importante materia prima per la produzione delle stoviglie di plastica (resine melamminiche). È molto ricca di azoto, per cui è usata talvolta come fertilizzante; alcuni anni fa è diventata una sostanza “famosa” perché è stata aggiunta in modo criminale in un latte per bimbi nel mercato cinese affinché i rilevatori di proteine (che rilevano in realtà il livello di azoto) dessero dei risultati falsati, facendo credere che il latte fosse più proteico mentre purtroppo aveva solo più azoto, in una forma inutile e velenosa.
Semplificando
In sintesi:
- la melatonina è un ormone prodotto dall’epifisi e si può acquistare sotto forma di integratore o di farmaco per favorire il sonno;
- la melanina è un pigmento responsabile dell’abbronzatura;
- la melammina è un composto chimico usato per realizzare prodotti plastici.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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La melatonina diminuisce testosterone, libido, muscoli e quantità di sperma?
La melatonina è una sostanza prodotta principalmente dalla epifisi (o ghiandola pineale) che agisce sull’ipotalamo e ha la funzione principale di regolare il ciclo sonno-veglia. La produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale umana segue un ritmo circadiano: diminuisce quando l’uomo è esposto alla luce del giorno, mentre aumenta quando scende l’oscurità e ciò favorisce il sonno, per questo motivo è usata spesso come integratore al posto dei farmaci per trattare l’insonnia.
Inizialmente si pensava fosse un ormone, ma ciò è falso per vari motivi: è secreta anche da altri organi e non solo dalla pineale; non esiste alcun fattore di rilascio per la melatonina; provoca effetti da sovradosaggio pressoché nulli; se si asporta la ghiandola pineale, la melatonina circolante non scompare.
La melatonina influenza libido, testosterone, muscoli e quantità di sperma?
La melatonina ha molte qualità ma purtroppo, secondo alcuni ricercatori, sembra influenzare negativamente sesso ed intera sfera sessuale dell’uomo, interferendo nell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo, che vedete raffigurato nell’immagine.
La melatonina assunta in quantità elevate con integratori alimentari diminuirebbe – da parte dell’ipotalamo – il rilascio di GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine) che induce il rilascio di gonadotropine (FSH e LH) dall’ipofisi anteriore, per questo motivo diminuirebbe la sintesi di testosterone e quindi la libido e la muscolatura (forza e volume dei muscoli). Più precisamente, inibirebbe la secrezione dell’LH (ormone luteinizzante) che stimola nel maschio l’attività endocrina delle cellule interstiziali del testicolo con produzione di testosterone e di sperma.
Uno studio ritenuto autorevole pubblicato sul Journal of Andrology e condotto per 6 mesi, arriva a questa conclusione:
La somministrazione a lungo termine di melatonina è associata a una riduzione della qualità dello sperma in un certo numero di uomini sani, probabilmente attraverso l’inibizione dell’aromatasi a livello testicolare.
Potete trovare lo studio in questo pdf: Melatonin Administration Alters Semen Quality in Healthy Men
Pur essendo questa correlazione ad oggi ancora molto dibattuta e controversa, se cercate un aumento del testosterone e quindi un aumento della libido, dei muscoli, della forza, del testosterone e della quantità di sperma emessa con l’eiaculazione (nonché migliori erezioni), dovreste probabilmente smettere di assumere la melatonina, o almeno – se indispensabile – limitare l’assunzione alla dose di 1mg/die.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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