Il sonno REM e NREM nelle diverse età della vita

MEDICINA ONLINE Percentuale di sonno REM e di sonno ad onde lente al variare dell'età

Percentuale di sonno REM e di sonno ad onde lente al variare dell’età

Si riconoscono tre principali “stati funzionali” o “fasi” del sonno, diversificabili con criteri comportamentali e polisonnografici:

  • la veglia;
  • il sonno privo di movimenti oculari rapidi (sonno NREM o sonno ortodosso o sonno lento);
  • il sonno accompagnato da movimenti oculari rapidi (sonno REM o sonno paradosso).

All’interno del sonno NREM vengono distinti quattro livelli di profondità diversa:

  • stadio 1 del sonno NREM;
  • stadio 2 del sonno NREM;
  • stadio 3 del sonno NREM;
  • stadio 4 del sonno NREM.

Il sonno inizia con una fase NREM (con i suoi 4 livelli) seguito, dopo circa 90 minuti (un’ora e mezza) da un episodio di sonno REM. Nella notte si succedono 4 o 5 cicli NREM – REM. Il sonno di un individuo normale, in un giovane adulto sano, con un ritmo sonno-veglia convenzionale, può essere così generalizzato:

  1. il sonno inizia in stadio NREM;
  2. il sonno REM e il sonno NREM si alternano nella notte con un periodo di circa 90 minuti;
  3. il sonno a onde lente predomina nella prima parte della notte;
  4. il sonno REM predomina nelle parti finali della notte;
  5. la veglia all’interno di un periodo di sonno è limitata a meno del 5%;
  6. la percentuale di sonno in stadio 1 oscilla fra il 2% e il 5%;
  7. la percentuale di sonno in stadio 2 oscilla fra il 45% e il 55%;
  8. la percentuale di sonno in stadio 3 oscilla fra il 5% e l’8%;
  9. la percentuale di sonno in stadio 4 oscilla fra il 10% e il 15%;
  10. la percentuale di sonno in fase REM oscilla fra il 20% e il 25% divisa in 4-6 episodi.

Struttura del sonno nelle diverse età

Il quadro del sonno sopra descritto varia sensibilmente in funzione di vari fattori ed in particolare dell’età. Alla nascita il sonno REM, o sonno attivo, predomina e il sonno NREM si sviluppa gradualmente nel corso dei primi cinque mesi di vita. Nel primo anno di vita, infatti, I’inizio del sonno avviene spesso in fase REM: i cicli NREM sono già presenti, ma mostrano un periodo più breve che non nell’adulto (50-60 minuti).

Nella prima infanzia lo sviluppo del sonno ad onde lente è massimo sia da un punto di vista qualitativo sia quantitativo. Le onde lente infatti raggiungono voltaggi assai elevati e ciò sembra in rapporto con la soglia di risveglio estremamente alta.

La predominanza del sonno a onde lente si mantiene fino alla prima adolescenza, epoca in cui ha inizio un progressivo declino, correlato con l’età, in probabile parallelismo con il decremento della densità delle sinapsi corticali.

Anche la distribuzione del sonno nell’arco del nictemero si presenta inizialmente plurimodale e la saldatura degli episodi di sonno in un unico episodio notturno avviene con la crescita dell’individuo. Un residuo della distribuzione plurimodale che caratterizza l’infanzia è rintracciabile nel periodo di sonnolenza pomeridiana, che persiste nell’individuo adulto e a cui, in alcune culture, corrisponde la «siesta» pomeridiana.

Nell’età avanzata le onde lente diminuiscono notevolmente fino alla quasi totale mancanza degli stadi 3 e 4 in soggetti sopra ai 60 anni. Studi con tecniche di analisi spettrale hanno dimostrato che il decremento è legato solo all’ampiezza delle onde. Generalmente il sonno di un anziano presenta una buona conservazione del sonno REM, una ridotta efficienza del sonno e un aumento dei cambiamenti di stadio e dei risvegli intermedi; ne emerge un quadro di sonno notevolmente più frammentato e fragile che non quello del giovane adulto.

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