Con “sindrome di Boerhaave” (pronuncia “burrafe”) in medicina si descrive la rottura spontanea delle pareti dell’esofago, il condotto che trasporta il cibo dalla cavità orale fino allo stomaco. Tale condizione è stata documentata per la prima volta del medico olandese Herman Boerhaave, da cui prende il nome.
Differenza tra sindrome di Boerhaave e sindrome di Mallory-Weiss
La differenza fondamentale è che mentre la sindrome di Boerhaave è una lesione transmurale dell’esofago (cioè interessa tutti gli strati della parete esofagea), invece la sindrome di Mallory-Weiss è una lesione non-transmurale (non interessa tutti gli strati).
Cause e patogenesi della perforazione spontanea
Si presenta in individui non predisposti, ma , nella maggioranza dei casi, vi è una predisposizione alla rottura, rappresentata da uno o più strati di fragilità delle tuniche muscolari esofagee. Il meccanismo patogenetico consiste in un brusco aumento della pressione all’interno del canale esofageo e viene generalmente causata dall’eccessivo rigetto che accompagna alcuni disordini del comportamento alimentare come anoressia e bulimia, anche se in rari casi può essere provocato da una tosse forzosa o da altre situazioni, come un pasto eccessivo.
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Perforazione NON spontanea
Attualmente la causa più comune di perforazione esofagea NON spontanea è quella iatrogena (cioè determinate da perforazione da endoscopia o sondino). Tuttavia le perforazioni iatrogene, pur costituendo una grave condizione medica, sono più facili da trattare rispetto a quelle spontanee e meno inclini a complicazioni come mediastinite e sepsi, questo perché di solito, al contrario di quelle spontanee, non comportano contaminazione del mediastino con contenuto gastrico.
Sintomi della perforazione spontanea
La sindrome sopraggiunge tipicamente a seguito di forte vomito a cui quindi spesso si associa. Consiste in una perforazione transmurale dell’esofago (ossia dell’intera parete). Dal momento che è generalmente associata al vomito, di solito la sindrome di Boerhaave non è spontanea. Comunque, il termine è utile per distinguerla dalla perforazione iatrogena, che costituisce l’85-90% dei casi di rottura esofagea, spesso come complicazione di una procedura endoscopica, alimentazione da sondino, o chirurgia ad essa non correlata. Può dar luogo a uno pneumomediastino o a mediastinite e, conseguentemente, a sepsi. Spesso il paziente avverte dispnea e dolore nella parte bassa del torace che può irradiarsi alla spalla sinistra, cosa che lo fa confondere a volte con l’infarto del miocardio. Può anche essere udibile il segno di Hamman.
Cure della perforazione spontanea
E’ necessaria l’immediata terapia antibiotica per prevenire la mediastinite e la sepsi, la riparazione chirurgica della perforazione e, in caso di copiose perdite di liquidi, dovrebbe esservi associata anche una terapia endovenosa dal momento che la reidratazione orale non è ovviamente possibile. In alcuni casi più gravi può rendersi necessario l’intervento chirurgico.
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