Il 10 settembre scorso l’attivista conservatore statunitense e leader del gruppo MAGA Charlie Kirk è deceduto in seguito a una ferita penetrante al collo causata da un proiettile sparato a circa 200 metri di distanza, durante un incontro pubblico nello Utah. Colgo l’occasione per fare le mie condoglianze ai famigliari del giovane.
Un lettore mi ha chiesto quale siano, secondo me, le cause della morte. Sebbene non sia possibile conoscere con assoluta certezza ogni dettaglio patogenetico senza poter effettuare una autopsia, l’analisi della sede della lesione e delle immagini disponibili suggerisce con elevata probabilità un danno vascolare maggiore come causa del decesso. Facciamo insieme delle considerazioni sul probabile meccanismo lesionale.
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Lesione dell’arteria carotidea e calo istantaneo della perfusione cerebrale
La regione del collo contiene strutture vascolari di importanza critica, in particolare le arterie carotidee e le vene giugulari che – semplificando – portano rispettivamente sangue ossigenato dal cuore alla testa e sangue ricco di anidride carbonica dalla testa al cuore. Una lesione da arma da fuoco che provochi una interruzione di queste strutture, in particolare dell’arteria carotidea interna o comune determina un arresto immediato del flusso ematico cerebrale. La cessazione del flusso sanguigno al cervello provoca perdita di coscienza con un intervallo di pochi secondi, seguita rapidamente da arresto cardiocircolatorio.
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Dopo quanto tempo Kirk ha perso coscienza?
Il flusso cerebrale è di circa 50 mL/100 g di tessuto cerebrale/minuto. Una riduzione critica (<15 mL/100 g/min) determina arresto dell’attività neuronale cosciente.In caso di lesione traumatica di carotide interna o comune, con sezione completa o emorragia massiva (quello che probabilmente è accaduto a Charlie Kirk), si ha una caduta repentina della perfusione cerebrale. Studi clinici e sperimentali indicano che la perdita di coscienza può avvenire entro 5-10 secondi dall’interruzione completa del flusso ematico cerebrale. In letteratura medica (traumatologia militare, neurochirurgia d’urgenza), la finestra temporale di coscienza dopo una sezione carotidea completa viene riportata come massimo 3-5 secondi, spesso meno. In caso di lesione cervicale con sanguinamento catastrofico (come il caso in questione), la perdita di coscienza può essere ancora più rapida, in un intervallo stimato di 1-2 secondi, perché il crollo pressorio è immediato e il cervello non riceve più ossigeno.
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Emorragia massiva
Le testimonianze e i filmati indicano una copiosa fuoriuscita di sangue dal sito della lesione. Tale quadro è compatibile con il coinvolgimento diretto di uno o più grossi vasi sanguigni cervicali. La lesione di questi ultimi, in particolare a causa della elevata pressione presente all’interno delle arterie, causa rapidamente una perdita di sangue massiva, il che provoca una diminuzione del volume di sangue circolante e rapida insorgenza di shock ipovolemico.
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Impossibilità di sopravvivenza
In caso di trauma vascolare cervicale con interruzione della perfusione cerebrale e shock ipovolemico concomitante, la sopravvivenza al di fuori di un istantaneo accesso in una sala operatoria già attrezzata ed operativa è praticamente nulla e rimane estremamente bassa anche con l’intervento preospedaliero tempestivo che è stato immediatamente praticato. Questo episodio evidenzia la vulnerabilità estrema delle strutture cervicali e la letalità di un danno arterioso maggiore. Nonostante i progressi della medicina d’urgenza, un trauma di tale gravità resta, purtroppo, correlato a prognosi infausta essendo incompatibile con la vita.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine