Trovato il corpo senza vita di Denise Galatà, la 19enne dispersa da ieri nelle acque del fiume Lao dopo essere caduta mentre faceva rafting durante una gita scolastica. La ragazza era originaria di Cinquefrondi, Reggio Calabria, ma residente in contrada Manduca a Rizziconi. Ieri, martedì 30 maggio, la giovane era finita in acqua quando il gommone su cui si trovava si è ribaltato per cause ancora in corso di Continua a leggere
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Gli amici lo hanno visto in difficoltà, ma non sono riusciti a fare nulla per aiutarlo. Marco De Vallier, un uomo non vedente di 41 anni, è morto soffocato da un boccone di carne in un ristorante di via dell’Arcoveggio, nel Bolognese. La tragedia è Continua a leggere
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Bambina di 2 anni sbranata viva dai coccodrilli, il padre trova solo la sua testa
Una bambina di due anni è stata sbranata viva da coccodrilli presenti in un allevamento di proprietà della sua famiglia dopo essersi allontanata da casa senza che i genitori se ne accorgessero. Il fatto tragico è accaduto oggi, domenica Continua a leggere
Morto tifoso interista investito da un SUV durante gli scontri di Inter-Napoli
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Dimenticata una garza nella vagina dopo il parto
Una 31enne ha presentato una denuncia alla procura di Ivrea riferendo di accusare da mesi gravi disturbi dopo aver partorito il 9 ottobre all’ospedale di Chivasso. A portare alla luce la vicenda è Repubblica. Fra gli episodi che la donna segnala spicca l’espulsione dal canale vaginale, nove giorni dopo, di un tampone di garza medica: il giorno successivo telefonò in ospedale per chiedere spiegazioni e – a quanto racconta – le venne detto che “un tampone si lascia sempre dopo una sutura” in quanto “viene assorbito dall’organismo o espulso”. La circostanza, nella querela, viene definita “alquanto singolare”. Il 9 novembre un’analisi del sangue ha rilevato segni di un’infezione attribuibile, secondo la querela, alla presenza prolungata della garza e l’infiammazione sarebbe stata rilevata ancora il 21 dicembre.
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Chirurgo sospeso: “bruciava” il fegato dei pazienti per incidere le sue iniziali
Ci sono notizie che hanno tutto l’aspetto di Fake News, invece sono tristemente reali ma decisamente sorprendenti. Stupisce, infatti, quanta fantasia si possa sfoderare in certe situazioni. A quanti medici sarebbe venuto in mente di firmare gli organi dei propri pazienti con le proprie iniziali? Anche perché non si ottiene poi così tanta fama attraverso un gesto simile. Eppure è accaduto davvero e l’autore di cotanta creatività è un chirurgo di nome Simon Bramhall.
Un fegato firmato
Sono in tanti a vantarsi di possedere un oggetto, un abito o un accessorio firmato da qualche stilista famoso. Ma mai prima d’ora qualcuno aveva pensato di avere una firma anche in qualche organo. Eppure, pare che c’è anche chi ha lanciato questa moda. Simon Bramhall, 53 anni, ha recentemente ammesso di aver inciso le sue inziali – SB – sul fegato dei propri pazienti, utilizzando un raggio che serve per sigillare i vasi sanguigni.
Trapianto con firma
Secondo quanto riportato dal The Telegraph, l’uomo avrebbe firmato diversi fegati di uomini a cui era stato eseguito il trapianto. E’ da sottolineare che la procedura non sembra dannosa, in quanto i segni si attenuano con il tempo. Tuttavia, pare che il fegato di una donna tardasse a guarire e, in seguito a un’attenta analisi condotta da altri medici, è stato possibile rilevare le iniziali di Simon Bramhall.
Un chirurgo rinomato
Il paradosso è che Bramhall non aveva bisogno di firmare alcunché considerando che era un dottore abbastanza conosciuto nella zona. Infatti aveva lavorato per ben 12 anni come chirurgo del fegato, pancreas e milza presso il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham, nel West Midlands. Ma non solo: era rinomato anche come insegnante di medicina. Inoltre i media avevano già parlato di lui per aver salvato un paziente che rischiava di morire a seguito di un incidente avvenuto con un aereo privato.
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Nel 2013 le prime evidenze
Fu nell’anno 2013 che un collega si rese conto che il fegato di una donna aveva incise le iniziali (SB) del noto chirurgo. In quell’anno fu inizialmente sospeso, ma pochi mesi dopo uno dei suoi pazienti ha richiesto la reintegrazione al fine di «poter salvare più vite». In parte anche per questo nel 2014 il chirurgo era di nuovo operativo ma le indagini continuavano ancora. Prima della fine dello stesso anno, però, fu lui stesso a dimettersi a causa dello stress eccessivo.
Un caso complesso
Alcuni giorni fa il procuratore Tony Badenoch ha dichiarato che il caso di Simon Bramhall era «altamente insolito e complesso» e che non vi erano «precedenti legali nel diritto penale». Sul Guardian si legge che «ciò che ha fatto non è solo eticamente sbagliato, ma anche criminale». Inoltre, il consiglio medico generale ha dichiarato che «rischia di far screditare la professione, e casi simili non devono essere ripetuti. Anche se questo comportamento di per sé non è così grave da richiedere alcuna restrizione alla registrazione di Bramhall, è necessario emettere un avvertimento formale».
Un ottimo chirurgo?
Alcuni giorni fa il procuratore della Crown Prosecution Elizabeth Reid ha parlato di Simon Bramhall come di un «rispettabile chirurgo» che, tuttavia, ha abusato del suo potere.
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